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Autore: Leon92    03/04/2015    3 recensioni
Questa storia riprende 6 mesi dopo gli avvenimenti del capitolo 699. Ho deciso di scrivere questa storia perché sono rimasto parecchio deluso dal finale di questa serie che considero molto importante per me e che mi ha accompagnato per tutta la mia adolescenza. Cercherò di creare un finale che mi soddisfi e che spero soddisfi anche voi. Parlerò delle conseguenze del dopoguerra. Si parlerà della crescita di alcuni personaggi, soprattutto Naruto, ma si parlerà anche di amore, a volte non corrisposto e a volte scoperto in maniera del tutto imprevedibile.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Dopo la serie
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Naruto passò tutta la mattinata chiuso nella sua tenda. Dopo essere tornato dal rifugio segreto con Kakashi, si  era letteralmente catapultato nella sua dimora insieme a tutti gli oggetti presenti nel suo zaino e alla preziosa katana regalatagli dal suo maestro.
Il ninja biondo era davvero elettrizzato all’idea di imparare tante tecniche nuove, soprattutto quelle di suo padre. L “Hiraishin no Jutsu” e il “Rasengan” sono state le tecniche che avevano reso MInato temuto e potente in tutto le 5 grandi terre ninja. Gli era stato dato l’appellativo di “Lampo Giallo” il ninja più veloce che fosse mai esistito. La sua tecnica superava addirittura quella del Secondo Hokage, Tobirama.
Grazie al maestro Jiraya aveva appreso, con grande fatica e sacrifico, l’uso del Rasengan.
Ora che aveva la possibilità di imparare anche la tecnica di teletrasporto di suo padre, Naruto aveva il cuore colmo di gioia. Niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo. Voleva raggiungere lo stesso livello di suo padre.
 
Naruto prese dal suo zaino la foto che gli aveva donato il maestro Kakashi e, guardando i volti dei suoi genitori, disse fra se e se:
 
“Sta a vedere, papà. Riuscirò a imparare la tua stessa tecnica, la migliorerò e un giorno ti supererò. Diventerò il miglior Hokage che sia mai esistito e niente e nessuno potrà fermarmi. Ci metterò tutto me stesso per far si che ciò accada. Renderò te e la mamma davvero fieri di me”.
 
Dopodiché, ripose con cura la foto nello zaino e prese le pergamene che riguardavano la tecnica dell’Hiraishin no Jutsu. Era davvero intenzionato ad imparare quella tecnica al più presto. Aveva con se 2 confezioni di ramen istantaneo, in questo modo poteva evitare anche di uscire a mangiare.
 
Naruto passò cosi tanto tempo chiuso nella sua tenda che l’aria al suo interno era diventata irrespirabile. Era calata la sera, la luce del Sole stava tramontando  e le luci del villaggio si stavano accendendo.
Ormai non resisteva più dentro quella camera a gas. Decise che era arrivato il momento di fermarsi dal suo allenamento teorico.
Cosi, il ninja biondo, apri velocemente la zip della sua tenda, usci fuori e, respirando aria a pieni polmoni, esclamò:
 
“Accidenti, stavo per soffocare li dentro. Non ho mai studiato cosi tanto in vita mia. Ho paura che non sarà cosi facile come pensavo. Queste sono tecniche di livello S avanzato e solo i ninja più abili possono padroneggiarle. Devo contare solo sulle mie forze e credere nelle mie capacità. Questa volta non avrò con me il maestro Jiraya e il maestro Kakashi a darmi una mano. Grazie a loro due ho imparato il Rasengan e l’ho evoluto creando il Rasen-Shuriken. Gli devo molto. Ma adesso è arrivato il momento di imparare a camminare con le mie gambe. Gli dimostrerò che non sono più il ninja di un tempo. Sono cresciuto e sono perfettamente in grado di cavarmela da solo. Sarà dura, all’inizio. Ma, alla fine, riuscirò a raggiungere il livello di mio padre e lo supererò”.
 
Naruto non era certo il tipo da lasciarsi abbattere alle prime difficoltà. Stringeva i denti e combatteva fino alla fine finche non raggiungeva il suo obiettivo. Mai arrendersi. Questo era, anzi è, il suo modo di essere ninja.
Era perfettamente consapevole che ci sarebbe voluto del tempo per riuscire ad imparare tecniche di livello cosi avanzato. Forse ci metterà mesi o magari anni, ma Naruto avrebbe aspettato tutto il tempo necessario.
Doveva diventare più forte dei precedenti Hokage e niente l’avrebbe fermato.
Non lo stava facendo solo per se stesso, ma anche per tutti i suoi amici e tutti gli abitanti del villaggio. L’Hokage deve proteggere tutti i suoi abitanti, anche a costo della vita. Proprio per questo, doveva imparare nuove tecniche di combattimento e raggiungere cosi un nuovo livello.
 
Naruto, ormai esausto dalla giornata trascorsa, rientrò nella tenda e mise in ordine tutte le pergamene lasciate in disordine. Le rimise ognuna al proprio posto, nello zaino. Dopodiché ,usci dalla tenda e si diresse verso i bagni pubblici. Aveva proprio bisogno di farsi una doccia calda dopo l’intensa giornata di studio fatta. Appena ebbe finito, fece ritorno alla sua tenda per finire di metterla in ordine.
 
“Uff, ho passato cosi tanto tempo dentro questa tenda oggi che non ho proprio voglia di dormirci dentro. Credo proprio che trascorrerò la notte all’aperto. Tanto è estate e fuori si sta benissimo” esclamo Naruto stiracchiandosi per la stanchezza. Non si era mai sentito cosi stanco neanche durante i soliti allenamenti fisici.
 
Poco prima di uscire, Naruto afferrò la katana regalatagli dal suo sensei e richiuse la tenda alle sue spalle.
 
“Dunque, vediamo. Dove posso andare. Dev’essere un posto dove posso stare in assoluta tranquillità” Il ninja biondo non ci penso più di tanto. C’era solo un posto dove poteva andare.  La montagna degli Hokage. Quello è stato sempre il suo posto preferito. Fin da bambino, gli piaceva scalare quella montagna, rimanere seduto sulla testa del Quarto Hokage e guardare il villaggio tutto illuminato di notte. Inoltre, quando le luci si spegnevano, si sdraiava a pancia su e osservava le stelle brillare su quel cielo infinito.
 
Naruo iniziò a correre per il villaggio, in direzione della montagna. Per le strade c’era poca gente, data l’ora tarda, e le luci dei negozi si stavano pian piano spegnendo.
 
Mentre correva per le strade del villaggio, Naruto scorse in  lontananza due sagome familiari che venivano verso di lui. Erano Ino e Sakura. Le due ragazze stavano tornando dal campo d’allenamento. Appena il ninja biondo le ebbe riconosciute, si nascose in una piccola stradina che era nelle vicinanze ed aspettò che le due kunoichi lo avessero superato.
Fortunatamente per lui, le due ragazze erano intente a parlare l’una con l’altra e non fecero in tempo ad accorgersi di lui.
 
“Chissà cosa ci fanno in giro a quest’ora?” esclamo Naruto “Sono ricoperte di terra. Forse si sono messe di nuovo a litigare. Le solite cose tra ragazze”.
 
Naruto notò che le due ragazze stavano parlando allegramente tra loro. Da questo ne dedusse che probabilmente avevano fatto pace e che adesso si stavano dirigendo ognuna verso la propria casa.
Il ninja biondo ripenso alla litigata avuto qualche giorno fa con Sakura. Si sentiva in colpa per il modo in cui l’aveva trattata. Era stato freddo e crudele. Ma era necessario. Doveva allontarla da lui, con tutte le sue forze.
 
Naruto, dopo essersi accertato che le 2 ragazze fossero abbastanza lontane dal non vederlo, usci dalla stradina e riprese il suo cammino verso la montagna degli Hokage.
 
Una volta raggiunta la sommità, Naruto rimase senza fiato dallo spettacolo che gli si parava davanti. L’intero villaggio gli stava di fronte e, da quell’altezza, riusciva a vedere le ricostruzioni avvenute negli ultimi mesi e le migliorie avvenute dopo l’attacco subito da Pain. Infine, il cielo era tutto ricoperto di stelle. Sembravano diamanti che brillavano nella notte.
Molte volte Naruto era salito su quella montagna rivolgendo lo sguardo al cielo, cercando qualche stella cadente che esaudisse i suoi desideri più nascosti. Molti di essi riguardavano i suoi genitori.
Fin dalla sua infanzia, aveva sempre desiderato incontrare i suoi genitori o almeno vederli in una fotografia. Si chiedeva che cosa fosse successo e perchè lo avevano abbandonato. Ma, alla fine, nessuno fù in grado di dargli una risposta e fini con lo smettere di esprimere desideri. Era solo, abbandonato a se stesso mentre tutti lo tenevano a distanza considerandolo un mostro.
Poi, con il passare del tempo, conobbe Iruka, Kakashi, Sakura e Sasuke. Sono stati i primi a volergli bene davvero, considerandolo un’amico ed aiutandolo a sconfiggere la solitudine che lo divorava.
Adesso era felice. Era circondato da tanti amici. Era anche riuscito a incontrare sua madre Kushina e suo padre Minato. Sentiva ancora l’immensa felicità quando scopri che suo padre non era altri che il Quarto Hokage. L’uomo che più ammirava in assoluto.
Anche se aveva perso la vita sigillando il Kyuubi dentro di lui, non ha mai portato rancore nei suoi confronti. Aveva affidato a lui, il suo stesso figlio, il compito di tenere rinchiusa la volpe per salvaguardare il bene del villaggio. Minato e Kushina si erano fidati di lui fin dal primo giorno in cui era venuto al mondo. Erano convinti che Naruto sarebbe diventato un grande ninja e che un giorno avrebbe controllato il potere della volpe. Era orgoglioso dei suoi genitori e sperava che loro lo fossero altrettanto di lui.
 
Era una serata splendida. Stare sdraiato a guardare le stelle era sempre stata una delle sue attività preferite. Lo aiutava a combattere la depressione e i momenti di solitudine.
Il ninja biondo alzò il braccio destro nel tentativo di afferrare una di quelle meravigliose gemme brillanti.
Poi, rivolse il suo sguardo al braccio che aveva appena alzato.
 
“Per prima cosa, devo riprendere il pieno controllo del mio braccio destro. Non sarò in grado di utilizzare le nuove tecniche e tantomeno non riuscirò a formare sigilli con le mani se non imparo ad utilizzare questo nuovo arto. Come posso fare?” si chiese Naruto, cercando di trovare una soluzione al problema.
 
“Dovresti fare più fisioterapia e meno sforzi durante l’allenamento. In questo modo otterrai risultati molto più velocemente” esclamo una voce femminile alle sue spalle.
 
Naruto sussulto nell’udire quella risposta provenire alle sue spalle e si volto per vedere chi ne fosse l’origine.
 
“Ah, Hinata! Sei tu. Uff, che spavento. Mi hai fatto prendere un colpo. Pensavo di essere completamente solo” esclamo Naruto, sdraiandosi di nuovo con lo sguardo rivolto al cielo.
 
“Scusa. Non volevo spaventarti. Ero in giro per il villaggio insieme a mia sorella Hanabi. Stavamo tornando a casa dopo aver finito di fare la spesa. Poi,ad un tratto, ti ho visto correre verso la montagna degli Hokage. Cosi ho deciso di raggiungerti. Avevo voglia di passare un po’ di tempo con te. Però, se ti sto disturbando, posso anche andare via. Non voglio darti fastidio” disse Hinata rattristandosi leggermente.
 
“Hinata! Tu non potrai mai darmi fastidio” esclamo Naruto fissando gli occhi argentati della ragazza
 
“D-Davvero?” esclamo la ragazza al culmine dell’imbarazzo.
 
“Certo. Anzi. Sono felice che mi hai raggiunto. Cominciavo a sentirmi un po’ solo quassù. Perché non ti sdrai qui, vicino a me. Cosi guardiamo le stelle insieme, ti va?” propose il biondo, cercando di convincere Hinata con i suoi occhi azzurri.
 
Hinata annui con la testa in segno di assenso. Non sapeva proprio resistere al fascino degli occhi di Naruto. Riuscivano a renderla impotente e vulnerabile con un solo sguardo.
 
Cosi i 2 ragazzi si ritrovarono vicini a guardare le stelle, sdraiati l’uno accanto all’altro.
 
“A proposito, cosa fa  quella katana li vicino a te? Non sapevo fossi diventato uno spadaccino?” domando la ragazza dai capelli corvini, guardando la spada con curiosità.
 
“Oh, questa?” esclamo Naruto prendendo la katana e facendola vedere a Hinata “E’ un regalo del maestro Kakashi. Me l’ha donata come premio per essere stato promosso chunin dopo la fine della grande guerra! Esclamo con fierezza Naruto.
 
“Ah, già. Tsunade ti aveva promosso dopo la guerra. Anche se ormai, sei ad un livello ben oltre del semplice chini. Potresti competere con qualsiasi jonin del villaggio, se non fosse per quel braccio che ti impedisce i movimenti. Hai intenzione di imparare ad usarla?”
 
“Ancora non lo so. Stavo pensando a qualcuno che mi potesse insegnare ad usarla, ma non mi viene in mente nessuno. Anche se non arriverò al livello dei 7 grandi spadaccini, voglio comunque provare a vedere come me la cavo. Poi si vedrà” esclamo Naruto poggiando la katana vicino al suo fianco.
 
Tra i 2 ragazzi calo il silenzio.
 
“Stasera le stelle sono davvero splendide, non trovi? Chissà se riusciremo a vedere qualche stella cadente? Domando Hinata, cercando di rompere il ghiaccio.
 
“Sai, quando ero piccolo venivo sempre qui. Cercavo di trovare una stelle cadente per esprimere un desiderio. Desideravo conoscere i miei genitori, vedere che aspetto avessero. Volevo capire perché mi avessero lasciato solo, con un demone sigillato dentro di me. Sono stati i momenti più tristi della mia vita. Ancora oggi, quando ci ripenso, mi sembra ancora di sentire quel dolore” Ricordare le memorie del passato, lo intristiva sempre. Quelli sono e saranno, delle ferite che molto difficilmente si rimargineranno.
 
“Sono sicura che i tuoi genitori non ti hanno lasciato solo, Naruto. Ti volevano un mondo di bene. E sono sicura che te ne vogliono anche adesso. Ovunque si trovino, sono orgogliosi dell’uomo che sei diventato come lo sono anch’io. Se ti hanno lasciato solo, durante la tua infanzia, l’avranno fatto perché non avevano altra scelta. L’hanno fatto per proteggerti. Sai. Avrei tanto voluto conoscerli? Scommetto che tuo padre e tuo madre erano delle persone meravigliose”
 
“E’ vero.  Non te l’ho ancora detto. Mio padre era il quarto Hokage del villaggio della foglia. Il suo nome è Minato Namikaze, conosciuto anche come il “Lampo Giallo” di Konoha. E’stato lui a sigillare la volpe dentro di me”
 
“D-D-Davvero? Tuo padre era il Quarto Hokage? C-Come l’hai saputo?” domando Hinata con evidente stupore. Non si sarebbe mai aspettata niente del genere.
 
“L’ho incontrato durante l’attacco di Pain. Stavo perdendo il controllo della volpe, dopo che tu eri stava ferita mortalmente da Pain. Ero sul punto di spezzare il sigillo, quando è apparso mio padre. E riuscito a fermarmi prima che fosse troppo tardi. Ha sigillato parte del suo chakra dentro di me, in modo da apparire nel caso il sigillo si fosse spezzato”
 
“E’-E’ davvero incredibile. E cosa vi siete detti? Hinata era completamente presa dal racconto
 
“Non ci siamo detti molto. Abbiamo parlato solo per pochi minuti. Ma, per la prima volta, ho sentito le parole che solo un padre può dire al proprio figlio. Ha detto che si fidava di me e che solo io avrei trovato la risposta alla spirale di odio che governa il mondo ninja” esclamo Naruto sorridendo.
 
“Eheh, visto. Sapevo che i tuoi genitori erano delle persone speciali. Hanno sacrificato la loro vita per proteggere te e il villaggio durante l’attacco della volpe. In un certo senso, si può dire che hanno protetto anche me” esclamo Hinata. Era felice che il ragazzo le avesse rivelato una parte importante del suo passato.
 
“Ihih, Già. Mia madre, invece, si chiama Kushina Uzumaki. Ho ereditato il cognome da lei e sono fiero di portarlo. Era una kunoichi del villaggio ed era molto abile anche nei combattimenti. Portava i capelli lunghi e rossi come pomodori. Infatti, all’accademia, tutti la prendevano in giro chiamandola ”Tomato”. Ma mia madre non si faceva mettere i piedi in testa tanto facilmente. Caratterialmente assomiglia molto a Sakura. Riusciva a battere anche ninja superiori a lei, grazie alla sua tenacia”.
 
“Vuoi dire che hai incontrato anche lei?”
 
“Si, l’ho incontrata. Mentre cercavo di catturare il chakra della volpe. Stava per prendere il sopravvento su di me, quando mia madre è apparsa in tutto il suo splendore. In quel momento non saprei definirti cosa ho provato. Dire che ero felice è riduttivo. E’ stato un miscuglio fortissimo di emozioni che porto ancora dentro di me” Naruto si sentiva meglio ogni volta che esternava i suoi sentimenti. Era come una liberazione che lo alleggeriva da un pesante fardello.
 
“Un po’ ti invidio. Anche se per poco l’hai potuto incontrare. Mia madre è morta quando avevo 5 o 6 anni. E’stato poco dopo la nascita di Hanabi. Non ho idea di come sia morta. Mio padre non ne parla mai. E io non glielo chiedo perché non voglio farlo soffrire. Non ricordo nemmeno che carattere avesse. Alle volte sento la sua mancanza. Ma poi arriva mio padre a consolarmi e tutto passa. Se non ci fosse stato lui, forse a quest’ora sarei crollata” Disse Hinata iniziando a tremare. Le lacrime premevano dai suoi occhi, cercnado di uscire.
 
“Scusami. Non volevo farti rievocare momenti dolorosi del passato” esclamo Naruto stringendo la mano della ragazza con la propria, tutta fasciata da un nastro bianco.
 
“N-no, tranquillo. Non devi fartene una colpa. Tu mi hai raccontato dei ricordi del tuo passato, anche se dolorosi, e io ho voluto fare altrettanto. Volevo che capissi che, anche se parzialmente, posso capire il dolore che provi” Hinata rispose con determinazione, stringendo ancora più forte la mano di Naruto.
 
“Grazie Hinata. Non ho parole, davvero. Sei una delle poche persone che riesce a vedermi veramente dentro. Ultimamente, quando siamo insieme mi sento a mio agio come nessuno e sento di poterti rivelare qualunque cosa. E sono sicura che tu, faresti altrettanto con me”.
 
“Si,  Naruto. Lo farei. Sei una delle poche persone di cui mi fido veramente. Se non l’unica persona. Con te, posso aprirmi completamente senza alcuna difficoltà. Posso rivelarti quelli che sono i miei veri sentimenti senza vergognarmene. Potrei rivelare quelli che sono i miei sentimenti per te anche adesso.
 
Naruto ripensò alla dichiarazione d’amore fatta da Hinata durante l’attacco di Pain. Dopo la sconfitta di Nagato, non ebbe avuto modo di dargli una risposta. Infatti dovette raggiungere il Raikage durante il Summit dei 5 kage, per cercare clemenza nei confronti di Sasuke.
 
Adesso, lei era li. Vicino a lui. Si sentiva in dovere di dargli una risposta. Dopotutto era diventato un’uomo. Non era più un ragazzino. Doveva assumersi le proprie responsabilità.
 
“Ascoltami, Hinata” iniziò Naruto girandosi su un fianco. Il suo sguardo era determinazione pura.
 
“Sto ascoltando” rispose Hinata, con lo sguardo ancora rivolto al cielo.
 
Naruto, allora, decise di prendere l’iniziativa. Si avvicinò ancora di più alla ragazza. La afferro da un fianco, costringendola a girarsi verso di lui e incatenò i suo occhi con i suoi.
Doveva ammettere che Hinata era diventata davvero una bellissima donna. Da mozzare il fiato. Aveva un fisico perfetto, che avrebbe fatto impazzire qualunque ragazzo. E i suoi occhi erano quelli di una dea.
Anche caratterialmente era riuscita a maturare e questo non passò inosservato di certo allo sguardo attento di Naruto. Si era reso conto che la ragazza dai capelli corvini era maturata nel corso degli anni.
Da essere una ragazzina timida e introversa, si era trasformata in una donna forte e sicura di se.
Come  una farfalla finalmente pronta a spiccare il volo e a lasciare il suo bozzolo.
 
Hinata, dal canto suo, restò completamente immobile. Non si aspettava un’azione simile da parte di Naruto. Il suo cuore aveva preso a battere velocissimo. Sembrava quasi voler uscire fuori dalla casa toracica. E il suo viso era diventato completamente rosso. Ma dato che era molto buio, Naruto non poteva accorgersi di niente. Riusciva solo a vedere i suoi occhi illuminati da uno strano fuoco.
 
Naruto stava chiamando a raccolta tutto il suo coraggio. Era una cosa che doveva fare. A qualunque costo. Si era spinto troppo oltre adesso. Non poteva assolutamente tirarsi indietro. Anche nei confronti della ragazza che aveva di fronte. Lei meritava una risposta. Durante l’attacco di Pain, lei non aveva esitato a proteggerlo e  dichiararsi. Anche se era a un passo dalla morte. Lui non era un debole. E soprattutto non era un vigliacco.
“LUI ERA UN UOMO”
 
Entrambi erano in silenzio adesso. Riuscivano a sentire i loro cuori battere all’impazzata. Sembravano quasi all’unisono.
Hinata era in attesa che Naruto facesse la sua mossa. Doveva dimostrarsi forte. E’ soprattutto doveva dimostrarsi “DONNA”.
 
Naruto era pronto. La stretta sui fianchi della ragazza si fece più forte. Era arrivato il momento che anche lui esternasse i suoi sentimenti nei confronti della ragazza.
Il ninja biondo trasse un bel respiro profondo è inizio:
 
“Ascolta Hinata. Devo dirti una cosa”.
 
 
 
 
 
……………………………………………………………………………Continua…………………………………………………………………………
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve a tutti :)
Questo è l’ottavo capitolo. Be, che dire. Non so davvero cosa scrivere.
Mi sono lasciato trascinare dall’ispirazione e dalle emozioni che provavo.
Verso la fine del capitolo, ero diventato rosso dall’imbarazzo. Mi sono immedesimato completamente in Naruto, in quello momento ero io Naruto. Per questo sono riuscito a scrivere molti più dettagli dal suo punto di vista.
Lascio a voi le opinioni sulla storia. Mi raccomando, recensite il più possibile.
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.
Ci sentiamo alla prossima
Un saluto :)
 
 
 
 
Leon92
   
 
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