Capitolo 2: L’annuncio inaspettato, o quasi
Dopo una corsa
contro il tempo e la neve che aveva incominciato ad abbattersi sul villaggio, Shikamaru
raggiunse la porta della sua piccola villetta e si chiuse dentro. Si tolse a
malincuore le scarpe e si scrollò la neve di dosso, avviandosi per il buio
corridoio della sua abitazione fino a raggiungere la cucina dove, avvolto in un
involucro trasparente, c’era quella che doveva essere la sua cena. Si avvicinò
al tavolo, con l’intento di buttarsi sulla prima sedia che trovava e di consumare il suo atteso pasto, sennonché un biglietto
adagiato vicino al piatto attirò la sua attenzione:
“Caro Shikamaru,
Spero che il lavoro sia andato bene e che la
cena non sia troppo fredda, io e tuo padre siamo dagli
Yamanaka a festeggiare la Vigilia. Se non sei troppo stanco puoi sempre
raggiungerci, a Ino-chan farebbe piacere.
Con affetto, Mamma.”
Le parole
“Yamanaka” e “Ino” riecheggiarono nella sua mente con violenza, tanto da fargli
accartocciare con rabbia il biglietto che stringeva tra le mani. Dopodichè lo
gettò nel cestino senza degnargli nemmeno di un ultimo sguardo e si mise a
mangiare silenziosamente la sua oramai “stalattitica” cena, avvolto dalle
tenebre di quella notte che doveva racchiudere in sè
una gioiosa ricorrenza. Il silenzio che lo circondava lo fece rabbrividire per
un istante, al ricordo delle sue vecchie paure infantili che si nascondevano
nel buio, scacciate poi da quella che doveva essere la figura di un dolce
vecchietto in carne arrivato per consegnare i suoi tanto sperati regali.
Il volto del Nara si fece cupo, non avrebbe mai immaginato che per
due anni di seguito avrebbe passato la Vigilia di Natale solo come un cane in
una casa illuminata dalle flebili luci dell’alberello di Natale che sapeva già,
che avrebbe spento perché lo irritavano.
Erano oramai due
anni che non festeggiava un Natale come si deve, troppo preso dal lavoro o dal
suo senso di responsabilità che lo stressava e lo rendeva intrattabile,
talmente tanto da avergli fatto perdere la cosa più preziosa che aveva al
mondo.
Il problema era che
lui non lo sapeva, credeva di essere nel giusto e che il suo comportamento avrebbe
portato armonia e perenne prosperità al
villaggio che lui aveva giurato di proteggere.
Eppure, non
riusciva a spiegarsi quell’enorme vuoto gelido che sentiva nel petto, che
spesso gli faceva dubitare del suo operato e delle sue
azioni, lo stesso che ora gli faceva venire in mente l’esasperate parole che
Naruto gli aveva rivolto poco prima.
Cercò di scacciare
quei pensieri dalla testa e tornò a nutrirsi in completa solitudine, o almeno
così sembrava. La porta della finestra improvvisamente si spalancò, e una
fredda ventata gelida gli scompigliò i capelli e lo fece sobbalzare dalla
sedia. Corse immediatamente a chiudere la finestra, cercando di impedire al
vento e alla neve di creare ancora più disastri di quelli che non aveva già
fatti quella sera, e poi si voltò per andare a sparecchiare e godersi il suo
meritato riposo. Ma non appena il moro girò la testa,
venne per qualche secondo abbagliato da una flebile luce che gli si parò davanti
agli occhi. Li stropicciò e mise finalmente a fuoco la figura che si trovava di
fronte a sé, una figura eterea circondata da un bianco alone, in poche parole
un fantasma!
Shikamaru
indietreggiò colto di sorpresa e andò a sbattere contro il vetro della finestra
appena chiusa, guardando con sguardo sorpreso la figura che aveva di fronte a
sé: aveva delle pesanti catene che trascinava al suolo rumorosamente e
indossava una lunga tunica bianca che gli copriva ogni parte del corpo, viso
compreso.
Attorno a sé la flebile luci iniziava a farsi man mano più intensa, più luminosa, e la distanza tra i due cominciò ad
accorciarsi nel momento in cui il giovane jounin si accorse che il fantasma
stava venendo verso di lui.
-“Shikamaru…”- Lo
chiamò con voce profonda e spettrale, convinto che il
suo interlocutore si sarebbe sicuramente spaventato.
Cosa
che, però, non avvenne.
Difatti il giovane moro aveva assunto in volto un’espressione piuttosto
scettica, alzando leggermente il sopracciglio destro e guardando con aria
sconsolata la figura mentre aveva le braccia incrociate al petto.
Lo spettro non
seppe come reagire a quella strana reazione, ma prima che potesse aggiungere
altro, il Nara gli sfilò velocemente dalla testa il
cappuccio bianco che gli copriva il volto, rivelandone una folta chioma
castana.
-“Chouji, ma che
diavolo stai combinando?! Pensavo che fosse un
ladro…”- Sbottò Shikamaru sorpassandolo per andare a rassettare la tavola senza
degnarlo di uno sguardo.
L’Akimichi si
grattò la testa un po’ spaesato, anche se sapeva in cuor suo che il suo migliore amico avrebbe sicuramente scoperto subito la
sua identità, ma non si diede per vinto!
-“Ascoltami amico
mio…”- Continuò con voce teatrale.
Il moro, che fino a
quel momento era rimasto vicino al lavabo della cucina intento a pulire il
piatto con cui aveva mangiato, si voltò e lo guardò con quella perenne
espressione scettica dipinta sul volto e con entrambe le sopracciglia alzate fingendo
curiosità.
-“Sono venuto a
metterti in guardia, il tuo comportamento è deplorevole ed hai dimenticato il
vero senso del Natale, anteponendo il lavoro a questa festività. Anch’io ho
fatto così andando in missione proprio il giorno della Vigilia e ora ne sto
pagando le conseguenze, perciò stanotte…”-
-“Aspetta fammi
indovinare, verranno tre spiriti a farmi visita
mostrandomi i miei Natali passati, presenti e futuri?”- Lo interruppe
bruscamente il moro con tono acido, segno che stava perdendo la pazienza.
Oramai aveva capito
a che gioco stavano giocando, non a caso Kiba si era comportato in maniera strano dopo la “colta” affermazione di Naruto sul
capolavoro di Dickens, era chiaro come il sole che i due aveva intenzione di
fare una specie di “remake” per far capire al giovane le proprie colpe. Ma lui non era così sprovveduto e inoltre, anche se non
l’avrebbe mai ammesso, si sentiva leggermente offeso per quel paragone tra lui
e lo scorbutico Sgrooge.
Attese con
impazienza la risposta dell’amico, che era rimasto per
qualche secondo a fissarlo ma che poi esclamò stupito:
-“Non è la prima
volta che ti fanno visita allora, sei recidivo forte!”-
-“Piantala con questa cavolata Chouji, ho sonno e non ho
alcuna intenzione di sopportare oltre i vostri giochetti! Inoltre tu dovresti
essere morto ma non lo sei!”- Disse arrabbiato il
ragazzo.
Ma quello che non si aspettò, fu che il viso
di Chouji, prima solare e compiaciuto, s’incupì improvvisamente. Il Nara non comprese bene quel gesto, avvertì solo un brivido
freddo percorrergli la schiena e notò che la figura del paffuto giovane stava
pian piano sbiadendo davanti ai suoi occhi.
Shikamaru avvertì
una ventata gelida infrangersi contro il volto e, totalmente impreparato,
rivolse il viso al suolo tossendo sonoramente.
Quando alzò lo
sguardo, notò che la figura del suo amico era scomparsa, ma nel buio di quella
casa poté udire queste esatte parole, parole che lo fece
rabbrividire per la seconda volta:
-“Io non sono
ancora tornato dalla missione, Shikamaru…”-
TO BE CONTINUED
Angolino dell’autrice
Ed
ecco a voi la comparsa, scontatissima oserei di dire, di Chouji nel ruolo di
Jacob Marley, il defunto socio d’affari di Sgrooge! Ho lasciato un alone di
mistero, sarà davvero una farsa oppure è già successo l’irreparabile e lo
scetticismo del giovane Nara aggraverà soltanto la situazione? Scopritelo
andando avanti e continuo a dire i commenti e/o le critiche
sono ben apprezzati!
Ringrazio
chi ha recensito:
Volpina90