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Autore: inochan    21/12/2008    3 recensioni
-“Ve lo dico io cos’è il Natale…”- Continuò il moro sotto gli sguardi intimoriti dei due giovani e perfino di Akamaru che si era rannicchiato dietro le gambe del suo padrone.
-“Natale è solo una seccatura, un giorno dove tutti sono tenuti a fare stupidi regali, costosi o meno, ed adornare la città con inutili e irritanti addobbi natalizi. Per noi ninja è un giorno come l’altro, credete forse che i nemici ci lascerebbero in vita per via dello spirito natalizio e della bontà d’animo? SBAGLIATO!”- Imprecò arrabbiato, alzandosi dalla scrivania e dirigendosi verso i diciottenni che, volenti o no, deglutirono per lo spavento nel vederselo arrivare a pochi centimetri dai loro visi.
-“Un ninja muore anche a Natale, perché per noi è un giorno come gli altri e se lo avete capito non seccatemi più con queste sciocchezze!”- Disse a denti stretti fissando negli occhi i due che stettero in silenzio nella speranza che si allontanasse senza avvicinarsi di un solo millimetro in più, letteralmente sconvolti dalla sfuriata senza motivo del giovane Nara.

[Accenni NaruSaku e ShikaIno]
Genere: Romantico, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Canto di Natale a casa Nara

 

 

Capitolo 2: Lannuncio inaspettato, o quasi

 

Dopo una corsa contro il tempo e la neve che aveva incominciato ad abbattersi sul villaggio, Shikamaru raggiunse la porta della sua piccola villetta e si chiuse dentro. Si tolse a malincuore le scarpe e si scrollò la neve di dosso, avviandosi per il buio corridoio della sua abitazione fino a raggiungere la cucina dove, avvolto in un involucro trasparente, c’era quella che doveva essere la sua cena. Si avvicinò al tavolo, con l’intento di buttarsi sulla prima sedia che trovava e di consumare il suo atteso pasto, sennonché un biglietto adagiato vicino al piatto attirò la sua attenzione:

 

 

“Caro Shikamaru,

 

Spero che il lavoro sia andato bene e che la cena non sia troppo fredda, io e tuo padre siamo dagli Yamanaka a festeggiare la Vigilia. Se non sei troppo stanco puoi sempre raggiungerci, a Ino-chan farebbe piacere.

 

Con affetto, Mamma.”

 

 

Le parole “Yamanaka” e “Ino” riecheggiarono nella sua mente con violenza, tanto da fargli accartocciare con rabbia il biglietto che stringeva tra le mani. Dopodichè lo gettò nel cestino senza degnargli nemmeno di un ultimo sguardo e si mise a mangiare silenziosamente la sua oramai “stalattitica” cena, avvolto dalle tenebre di quella notte che doveva racchiudere in una gioiosa ricorrenza. Il silenzio che lo circondava lo fece rabbrividire per un istante, al ricordo delle sue vecchie paure infantili che si nascondevano nel buio, scacciate poi da quella che doveva essere la figura di un dolce vecchietto in carne arrivato per consegnare i suoi tanto sperati regali.

 

Il volto del Nara si fece cupo, non avrebbe mai immaginato che per due anni di seguito avrebbe passato la Vigilia di Natale solo come un cane in una casa illuminata dalle flebili luci dell’alberello di Natale che sapeva già, che avrebbe spento perché lo irritavano.

Erano oramai due anni che non festeggiava un Natale come si deve, troppo preso dal lavoro o dal suo senso di responsabilità che lo stressava e lo rendeva intrattabile, talmente tanto da avergli fatto perdere la cosa più preziosa che aveva al mondo.

 

Il problema era che lui non lo sapeva, credeva di essere nel giusto e che il suo comportamento avrebbe portato armonia e perenne prosperità al villaggio che lui aveva giurato di proteggere.

Eppure, non riusciva a spiegarsi quell’enorme vuoto gelido che sentiva nel petto, che spesso gli faceva dubitare del suo operato e delle sue azioni, lo stesso che ora gli faceva venire in mente l’esasperate parole che Naruto gli aveva rivolto poco prima.

 

Cercò di scacciare quei pensieri dalla testa e tornò a nutrirsi in completa solitudine, o almeno così sembrava. La porta della finestra improvvisamente si spalancò, e una fredda ventata gelida gli scompigliò i capelli e lo fece sobbalzare dalla sedia. Corse immediatamente a chiudere la finestra, cercando di impedire al vento e alla neve di creare ancora più disastri di quelli che non aveva già fatti quella sera, e poi si voltò per andare a sparecchiare e godersi il suo meritato riposo. Ma non appena il moro girò la testa, venne per qualche secondo abbagliato da una flebile luce che gli si parò davanti agli occhi. Li stropicciò e mise finalmente a fuoco la figura che si trovava di fronte a sé, una figura eterea circondata da un bianco alone, in poche parole un fantasma!

 

Shikamaru indietreggiò colto di sorpresa e andò a sbattere contro il vetro della finestra appena chiusa, guardando con sguardo sorpreso la figura che aveva di fronte a sé: aveva delle pesanti catene che trascinava al suolo rumorosamente e indossava una lunga tunica bianca che gli copriva ogni parte del corpo, viso compreso.

Attorno a sé la flebile luci iniziava a farsi man mano più intensa, più luminosa, e la distanza tra i due cominciò ad accorciarsi nel momento in cui il giovane jounin si accorse che il fantasma stava venendo verso di lui.

 

 

-“Shikamaru…”- Lo chiamò con voce profonda e spettrale, convinto che il suo interlocutore si sarebbe sicuramente spaventato.

 

 

Cosa che, però, non avvenne. Difatti il giovane moro aveva assunto in volto un’espressione piuttosto scettica, alzando leggermente il sopracciglio destro e guardando con aria sconsolata la figura mentre aveva le braccia incrociate al petto.

Lo spettro non seppe come reagire a quella strana reazione, ma prima che potesse aggiungere altro, il Nara gli sfilò velocemente dalla testa il cappuccio bianco che gli copriva il volto, rivelandone una folta chioma castana.

 

 

-“Chouji, ma che diavolo stai combinando?! Pensavo che fosse un ladro…”- Sbottò Shikamaru sorpassandolo per andare a rassettare la tavola senza degnarlo di uno sguardo.

 

 

L’Akimichi si grattò la testa un po’ spaesato, anche se sapeva in cuor suo che il suo migliore amico avrebbe sicuramente scoperto subito la sua identità, ma non si diede per vinto!

 

 

-“Ascoltami amico mio…”- Continuò con voce teatrale.

 

 

Il moro, che fino a quel momento era rimasto vicino al lavabo della cucina intento a pulire il piatto con cui aveva mangiato, si voltò e lo guardò con quella perenne espressione scettica dipinta sul volto e con entrambe le sopracciglia alzate fingendo curiosità.

 

 

-“Sono venuto a metterti in guardia, il tuo comportamento è deplorevole ed hai dimenticato il vero senso del Natale, anteponendo il lavoro a questa festività. Anch’io ho fatto così andando in missione proprio il giorno della Vigilia e ora ne sto pagando le conseguenze, perciò stanotte…”-

 

-“Aspetta fammi indovinare, verranno tre spiriti a farmi visita mostrandomi i miei Natali passati, presenti e futuri?”- Lo interruppe bruscamente il moro con tono acido, segno che stava perdendo la pazienza.

 

 

Oramai aveva capito a che gioco stavano giocando, non a caso Kiba si era comportato in maniera strano dopo la “colta” affermazione di Naruto sul capolavoro di Dickens, era chiaro come il sole che i due aveva intenzione di fare una specie di “remake” per far capire al giovane le proprie colpe. Ma lui non era così sprovveduto e inoltre, anche se non l’avrebbe mai ammesso, si sentiva leggermente offeso per quel paragone tra lui e lo scorbutico Sgrooge.

Attese con impazienza la risposta dell’amico, che era rimasto per qualche secondo a fissarlo ma che poi esclamò stupito:

 

 

-“Non è la prima volta che ti fanno visita allora, sei recidivo forte!”-

 

-“Piantala con questa cavolata Chouji, ho sonno e non ho alcuna intenzione di sopportare oltre i vostri giochetti! Inoltre tu dovresti essere morto ma non lo sei!”- Disse arrabbiato il ragazzo.

 

 

Ma quello che non si aspettò, fu che il viso di Chouji, prima solare e compiaciuto, s’incupì improvvisamente. Il Nara non comprese bene quel gesto, avvertì solo un brivido freddo percorrergli la schiena e notò che la figura del paffuto giovane stava pian piano sbiadendo davanti ai suoi occhi.

Shikamaru avvertì una ventata gelida infrangersi contro il volto e, totalmente impreparato, rivolse il viso al suolo tossendo sonoramente.

Quando alzò lo sguardo, notò che la figura del suo amico era scomparsa, ma nel buio di quella casa poté udire queste esatte parole, parole che lo fece rabbrividire per la seconda volta:

 

 

-“Io non sono ancora tornato dalla missione, Shikamaru…”-

 

 

 

TO BE CONTINUED

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

 

Ed ecco a voi la comparsa, scontatissima oserei di dire, di Chouji nel ruolo di Jacob Marley, il defunto socio d’affari di Sgrooge! Ho lasciato un alone di mistero, sarà davvero una farsa oppure è già successo l’irreparabile e lo scetticismo del giovane Nara aggraverà soltanto la situazione? Scopritelo andando avanti e continuo a dire i commenti e/o le critiche sono ben apprezzati!

 

Ringrazio chi ha recensito:

 

Volpina90

  
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