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Autore: ChrysTheElf    04/04/2015    0 recensioni
Vi avviso che questo è il seguito di "L'Ultima Porta Del Mondo". Fatto salvo questo...
Il tempo per Ruby rallentò. Altri uomini vestiti di nero, con una grande R rossa sul petto come quelli che aveva da poco sconfitto, uscirono sul ponte di prua. Erano preceduti da degli Houndoom, che non appena all’aperto iniziarono a soffiargli addosso fiumi di fiamme. Si scansò, ma il fuoco era troppo espanso, lo costrinsero a cadere di sotto. Fu allora che, in automatico, richiamò Swampert e liberò Swellow. Cadde per una ventina di metri, per poi essere afferrato al volo dal suo pokémon: era salvo, almeno per ora.
Seguì la nave da sotto, per non essere visto. Questa, in prossimità del Monte Pira, fece partire un fascio di luce. Un portale enorme si aprì, e la nave lo attraversò. Ruby la seguì.
Era quasi a casa. Mancavano ancora 30 metri circa dal cancello, quando intravide qualcosa di sconcertante. Qualcosa che avrebbe segnato per sempre la sua vita. Una nave volante era appena comparsa attraverso una sorta di enorme disco azzurro luminoso. Un ragazzo, in groppa a quello che poteva sembrare un gigantesco piccione, stava precipitando davanti a lui.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giovanni, Nuovo personaggio, Ruby
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'I due mondi del futuro'
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Non sarebbe scampata da quella situazione. Puoi anche essere la migliore allenatrice del mondo (e non è detto che lo fosse), ma anche così c’è ben poco da fare con un coltello puntato alla gola. C’era solo da sperare che gli sgherri non l’attaccassero, ma per quello poteva solo contare sull’attaccamento che provavano verso il loro capo. Emmy sperò con tutto il cuore che le volessero un bene dell’anima perché, nel caso l’avessero ritenuta sacrificabile, anche lei poteva salutare questo mondo.
-Emmy!- Esclamò Arianna.
-Proprio io- Le rispose -Cosa ci fate qui? Non mi direte che pensavate di fare tutto da soli!
-Perdonaci, Emmy! Noi volevamo solo renderci utili! Scusa...
-Ne riparliamo dopo- Si rivolse alla rossa -Ora, tu...- Un trillo improvviso la interruppe. La donna pigiò un pulsante sul cinturino dell’orologio, e iniziò a conversare.
-Pronto.
La voce che le rispose era distorta dall’effetto del telefono, ma non suonò per questo meno minacciosa quando disse: -Ciao, Jessie, sono io. Il piano sta per essere avviato. Ti conviene lasciare l’edificio, se ci tieni a vivere. Passo e chiudo.
La chiamata s’interruppe così, bruscamente com’era iniziata. Emmy rimase sbigottita.
-Che significa?!
-Cosa pensi che significhi?- La donna, che dedusse chiamarsi Jessie, la guardò con fare provocatorio prima di risponderle -Naturalmente, il capo sta per bombardare l’edificio.
-Come?!- Urlarono Crow e Arianna all’unisono.
-Ragazzi!- Gridò Jessie rivolgendosi ai suoi uomini -Lascio a voi la scelta. Volete scappare e salvarvi, o restare qui e bloccare i nemici?
 
Poveraccio. Quel ragazzo dai capelli indaco, che doveva evidentemente essere il comandante della nave aveva provato a contrastarlo, ma sconfiggerlo era stata una passeggiata. Dopo Cyrus, non poteva più farsi mettere paura da nessuno.
Il suo secondo era stato un tantino più furbo: dopo aver visto il comandante cadere a terra, era scappato di corsa fuori dalla sala comandi.
“Ed ora sistemiamo questo posto prima dell’arrivo di Ruby o Giovanni”.
 
La sala comandi era vicina. Ci aveva impiegato un paio di minuti ad attraversare tutta la nave, ma visto che James non rispondeva all’interfono non gli era rimasta altra scelta. “Comunque è strano che non mi abbia risposto. Che si sia rotto l’interfono? No... magari l’avrà spento per qualche motivo. Mah!” Decise di smettere di interrogarsi sulla questione per potersi concentrare pienamente su qualcosa di più interessante: il dominio del mondo ormai a portata di mano! Sì, adesso era così vicino, non restava che dare l’ordine e tutti i suoi problemi sarebbero scomparsi per sempre...
BOOM! Il muro al suo fianco esplose, e Giovanni sollevò un braccio per ripararsi dalle schegge e dalla polvere, mentre con l’altro afferrò una pokéball dalla cintura.
-Che succede?!- Imprecò, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
-Heylà, Boss!- No! No! Quella voce... no! Ma non poteva essere altrimenti.
-RUBY!
-Sì, proprio io!- La polvere sollevata dal botto si diradò, lasciando spazio alle figure minacciose di Ruby, Clive, Swellow e Swampert.
-Hey, non dimenticatevi di me!- Intervenne Clive.
Giovanni rimase inizialmente sconvolto, ma si impose, da buon leader qual’era, di mantenere il controllo e ragionare con la testa. Sospirò.
-A quanto sembra, non c’è altro modo- Disse -Non mi resta che affrontarvi di persona. E distruggervi  di persona!
 
Giovanni era in gamba. Aveva iniziato subito a metterlo in difficoltà, ma sapete com’è, quando affronti un ex Capopalestra specializzato nel tipo terra con un Swampert, un minimo di vantaggio ce l’hai.
D’altro canto, Rhyperior si stava dimostrando più resistente del previsto.
-Dinamipugno!
Merda! Un colpo come quello poteva essere pericoloso, se andava a segno.
-Zuzu, via di lì, presto!
Il pokémon schivò il pugno con un’agilità insospettabile, in rapporto alla stazza, e si preparò a contrattaccare con Fanghiglia.
-Vai! Distruggilo!
L’ondata di fango sollevata dall’attacco sommerse interamente il corridoio dell’aeronave, danneggiando gravemente Rhyperior ed impedendo i movimenti a lui ed al suo allenatore. Giovanni, trovatosi all’improvviso intrappolato fino alle ginocchia in quella melma, imprecò verso l’avversario.
-Bastardo! Così non posso più muovermi! Non mi dirai che era questo il tuo scopo!
-Ma no? Che intuito!- Lo schernì Ruby.
Il capo del Team Rocket perse del tutto la pazienza.
-Va bene, è tempo di passare alle maniere forti! Rhyperior, ritorna! Vai, Garchomp!
Dalla pokéball lanciata uscì un pokémon simile ad un incrocio tra un drago bipede ed uno squalo blu, con pinne affilate come coltelli sulle braccia, e artigli sulle mani. E un ghigno sadico dipinto in faccia.
-Colpisci subito quello Swampert con Oltraggio!
Attaccò Zuzu con una carica infuocata inarrestabile e impossibile da schivare, scaraventandolo dalla parte opposta del corridoio. Il pokémon Fango si rimise in piedi gemendo, ma Ruby pensò che sarebbe stato meglio sostituirlo ugualmente per precauzione.
-Vai, Clive. Lo lascio a te- Disse con nonchalance rivolto all’amico, richiamando al contempo il proprio pokémon.
Il ragazzo restò per un attimo sorpreso da quella decisione, ma capì che se Ruby gli aveva detto così, non poteva che avere un motivo valido.
-Sai che mossa usare- Suggerì il ragazzo dagli occhi color fuoco vivo.
Clive annuì, per poi lanciare in aria la pokéball contenente Nana; il pokémon Morso ne uscì in tutta la sua fierezza, già pronto a fronteggiare l’avversario.
-Speri di intimorirmi?- Lo schernì Giovanni.
-No, farò di meglio! Nana, Gelodenti!
I denti affilati del pokémon Buio si trasformarono in zanne di ghiaccio. Approfittando del fango lasciato dal colpo di Zuzu, vi scivolò sopra guadagnando velocità, per poi serrare i denti sullo stomaco dell’avversario. Il pokémon Mach ululò di dolore per qualche secondo, senza però riuscire a divincolarsi dalla presa, finché cadde a terra privo di forze.
Giovanni imprecò; quei due ragazzini gli stavano rapidamente facendo fuori la squadra e, quel che peggio, gli stavano impedendo di raggiungere la sala comandi per riuscire ad avvisare James. Di questo passo, non sarebbe mai riuscito a portare a termine il suo piano, né a sbarazzarsi di quei mocciosi impertinenti. Estrasse la pokéball di Garchomp per richiamarlo e sostituirlo, in mancanza di alternative, con Nidoking.
Una sola cosa gli impedì di farlo: una violenta esplosione, dopodiché il pavimento sembrò iniziare ad inclinarsi... anzi, no... l’aeronave intera si stava cappottando!
 
A quanto pareva, della vita non poteva fregargliene di meno. Gli scagnozzi della rossa si erano fiondati loro addosso senza pensarci due volte, con intenzioni senza dubbio poco amichevoli. Tanto di cappello per il coraggio dimostrato, ma ora sarebbero morti tutti quanti. Gallade era ormai fuori causa, e i nemici erano davvero troppi persino per Emmy. D’altro canto, Crow ne aveva davvero abbastanza di scappare.
Prese il coraggio a due mani e disse ad Arianna -Nasconditi da qualche parte!
-E tu?- Gli chiese lei spaventata.
-Chi lo sa!- Le rispose sorridendo, prima di fiondarsi addosso a quel marasma di nemici.
Arianna ebbe paura, ma quando gli vide estrarre da una tasca la maschera del Corvo Torvo, e dall’altra un lungo bastone di legno, si sentì forse più rincuorata, e si convinse a seguire il consiglio del ragazzo e si rifugiò nella prima stanza che riuscì a trovare. Se non poteva aiutarli, dopotutto, sarebbe stata solo d’intralcio. Purtroppo, questo non la faceva sentire meno in colpa.
 
Cosa stava succedendo? Per quale motivo si stava inclinando tutto quanto?! Dopo il loro atterraggio sul ponte si erano fermati un attimo per riposare, e Luke ne aveva approfittato per richiamare Coco nella pokéball, ma all’improvviso avevano sentito un’esplosione vicina e la nave aveva iniziato a rovinare su sé stessa.
Flora riuscì per miracolo ad afferrare la mano del ragazzo prima che precipitasse di sotto, aggrappandosi con l’altra ad uno sfiatatoio lì vicino. Ma quando si accorse che la presa su Luke si faceva sempre meno salda a causa della fatica e del sudore, vide il terreno sotto di loro e si rese conto di quale fosse veramente  il loro problema più grande...
Anche se fosse riuscita a mettere al sicuro l’amico, come avrebbe potuto salvarlo se la nave si fosse schiantata al suolo?
 
La sua prontezza di riflessi fu quanto lo salvò, e molto probabilmente fu quanto salvò anche tutti gli altri. Riuscì a reagire rapidamente allo sbandamento della nave, approfittando dell’attimo di confusione di Giovanni per ordinare a Nana di Clive di colpirlo e tramortirlo.
Visto il suo allenatore fuori gioco, Nidoking si precipitò a soccorrerlo, lasciando quindi campo libero a Ruby e Clive per raggiungere la sala comandi.
Appena entrati, i due ragazzi si trovarono di fronte ad uno spettacolo sconvolgente: un ufficiale del Team Rocket a terra, il motore pressoché distrutto e, nel vetro, la vista del suolo che si avvicinava in verticale ad una velocità spaventosa.
Clive si precipitò al quadro comandi, sfruttando la sua abilità con la tecnologia per smanettare furiosamente pigiando qualsiasi tasto gli passasse per la testa. “Forza Clive!” si diceva “Una volta hai manovrato una macchina gigante in grado di radere al suolo Londra. Pilotare un aereo non dovrebbe essere così difficile!”. Mentre si ripeteva mentalmente questa frase, continuava a premere qualsiasi pannello lampeggiante che trovasse, ad alzare ogni leva abbassata, a tirare cavi e spingere pistoni.
Contemporaneamente, Ruby si rese conto della sua impotenza e di quanto fossero vani gli sforzi dell’amico. Anche se fosse riuscito a riavviare il motore e a capire il funzionamento dei comandi in tempo, ormai era impossibile evitare l’impatto. Stava quasi per crollare in preda allo sconforto, quando si rese conto che forse, in fondo, c’era ancora un modo per avere salva la vita. “Un momento! E’ impossibile evitare l’impatto” si disse, riferito al pensiero formulato poco prima “Ma non è detto che, anche se inevitabile, lo schianto debba essere anche mortale!”
Lanciò in aria la pokéball. Zuzu uscì già in posa da combattimento, pronto ad eseguire qualsiasi comando dettato dall’allenatore.
Il terreno era sempre più vicino. 40 metri. 35! Non c’era più tempo!
-ZUZU, SURF!- Urlò disperato.
Il pokémon reagì all’istante. Innalzò un muro d’acqua come non ne aveva mai creati prima d’ora, che sfondò il vetro di prua dell’aeronave e si riversò sul suolo sottostante. Allagò le vie della città, travolse le poche auto parcheggiate accanto ai marciapiedi, e si innalzò fino a raggiungere un’altezza di tre metri, e ancora, ancora, senza fermarsi!
Contemporaneamente Clive riuscì a recuperare il controllo del mezzo raddrizzandolo poco prima dell’impatto, di modo da evitare lo scontro frontale con il lago appena creato. La nave volante atterrò violentemente sull’acqua con un sonoro -SCIAFF- ma tutti coloro che si trovarono a bordo rimasero illesi. Era finita.
 
Cosa gli piaceva di Londra? La capacità degli abitanti di tornare in un attimo alla normalità. Si risolse tutto quanto straordinariamente in fretta, e nessuno chiese i nomi di chi aveva allagato Londra e, al contempo, cacciato gli “invasori”. A quanto sembrava la polizia era riuscita -chissà come- ad insabbiare tutto quanto. Tutto finì con la rapidità con cui era cominciato.
Per quanto lo riguardava, anche se nessuno aveva fatto saltare fuori che il suo ruolo in quanto appena successo, stranamente trovò lavoro il giorno immediatamente successivo. Ruby se ne era tornato nel suo mondo portando con sé Giovanni e gli altri membri del Team Rocket in un addio molto commovente, ed ora Clive si stava lentamente riabituando a vivere da solo. Beh, “da solo” per modo di dire, visto che quasi non passava giorno senza che vedesse il Professore e Luke -che, a quanto pareva, si era fatto salvare da Flora quando la nave stava precipitando-, oppure Clive ed Arianna, oppure una qualunque altra di quelle persone con cui aveva legato nel corso di quella avventura. E, periodicamente, tornava anche sul luogo dell’addio all’amico dell’altro mondo. Stonehenge, il monumento di pietra dove Ruby era sparito. Gli faceva effetto visitarlo, ma in fondo era giusto che quel ragazzo dagli occhi rossi fosse tornato al suo mondo.
-Buona fortuna, amico mio- Disse sorridendo, mentre il vento disperdeva chissà dove le sue parole. Chissà se sarebbero mai arrivate addirittura in un’altra dimensione.
 
Io: FINE
Clive: Come?!
Ruby: Finisce così?!
Io: In effetti no, vi basta guardare appena qua sotto, se volete l’ultimo epilogo! Nel frattempo, ringrazio tutti i lettori che hanno recensito o anche solo seguito questa storia, e mi scuso veramente per i tempi a volte eccessivamente lunghi tra un capitolo e l’altro, spero che mi perdoniate e che questo non abbia compromesso il vostro giudizio nei confronti della fic. E’ strano non poter concludere con “ci vediamo al prossimo capitolo”, ma in questo caso, purtroppo, non ce ne saranno. Quindi, ci si rivede tutti quanti alla prossima storia, e...
BUONA PASQUA
 
 
Stonehenge. Che posto maledetto. Il posto che gli aveva portato via Drew, per poi separare anche Clive e Ruby. Non gli andava giù.
Ma un motivo c’era, se era tornato a visitarlo. L’aveva visto. Poco prima che la nave precipitasse, e i Rocket si arrendessero, aveva visto un ragazzo dalla chioma color prato volare fuori dalla finestra a cavallo di un Flygon.
Drew. Non capiva perché non avesse voluto salutarlo, ma era contento di averlo potuto rivedere ancora, anche se solo di sfuggita. Ma quello era l’ultimo addio.
-Grazie Drew. Grazie di tutto.
   
 
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