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Autore: Exhausted_Panda    05/04/2015    1 recensioni
(SOSPESA E IN REVISIONE)Salve a tutti questa è le prima storia che pubblico. Spero vi piaccia. Non sono sicura di poter dare alla storia un grande spessore, ma tenterò di fare il possibile per rendere la lettura avvincente e scorrevole.
[Agli albori della storia quando sulla terra a dominare non era l’uomo, ma la natura selvaggia troviamo due entità misteriose dall’essenza divine il cui nomi, volti o età sono noti a pochi. Legati tra loro da uno sconto che dura da millenni, ma ormai è giunto il momento della svolta decisiva: chi dei due vincerà questa “battaglia”??].
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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Perché mai tutta quella sfiga doveva arrivare a me?? Possibile che il Fato volesse questo?? Per troppi anni avevo combattuto inseguendo il mio scopo. Il mio aspetto cela la mia vera età. Attualmente ho 417 anni. Difficile da credere, ma tempi addietro, quando ero ancora una comune mortale, venni benedetta o forse meglio dire maledetta con la vita eterna. La mia vita cesserà solo il giorno in cui raggiungerò la meta prestabilitami dalla Volta Celeste ossia trovare quella persona e liberarla dalla Dannazione. Ammetto che sono stufa di vivere. Ho perso la mia “Raison d’être”, perciò inseguo disperatamente il mio obbiettivo, lasciare questa tormentata vita riiniziandone una completamente nuova. Voglio avere una famiglia, una casa fissa e, perché no, anche un cane. Raggiungere questo scopo però diventa arduo se a metterti i bastoni tra le ruote è un colossale bestione nero dai modi bruschi e violenti che si rifiuta di farsi battere e dire quello che sa alla sottoscritta. Al  momento sono rinchiusa in una stanza lussuosa, ma priva di finestre che mostrano l’esterno e proprio per questo non ho idea di dove si trovi questo fantomatico castello. La prigione che mi ospita è ammobiliata con pochi, ma raffinati mobili di legno massiccio. Il letto doppio a baldacchino dove mi sono svegliata è abbellito da tende rosso cremisi, lenzuola anch’esse di un rosso sfavillante e da una pelliccia di orso morbida e calda. Ai piedi del letto c’è un’ ingombrante cassettiera contenente abiti eleganti delle più varie e pregiate stoffe, mentre i vestiti contenuti nell’armadio di fronte sono più comodi e privi di inutili fronzoli. La stanza è illuminata e riscaldata da un caminetto le cui fiamme danzano creando un’atmosfera intima e accogliente. Le pareti di pietra sono rivestite di arazzi intrecciati con fili d’oro e rappresentano eroi in posizioni trionfanti come un cavaliere del re intento a salvare la sua principessa o a cavalcioni di uno stallone bianco preso a sconfiggere un malvagio drago sputafuoco. Io non credo in queste cose. Se quella principessa voleva essere libera poteva anche trovare il modo di arrangiarsi e non aspettare lo stoico principe impersonando lo stereotipo della donna debole che va protetta. È per colpa di quel tipo di donne che vengo sottovalutata e presa poco in considerazione. Sono forte tanto quanto un uomo se non di più. L’unico a tenermi testa è quello spregevole buffone in armatura. Detestabile.
Parli del diavolo e spuntano le corna. Sento girare la chiave nella toppa della serratura e dalla porta appare men che meno lo sfavillante e piacente Conte Dei Miei Stivali. Sono seduta su una poltroncina foderata in velluto rosso affianco al letto dove mi sono svegliata non so bene quanto tempo fa. Indosso solo alcune parti dell’armatura giusto per stare comoda, ma senza farmi trovare completamente indifesa dato che sono disarmata. Quando Arthur entra ho le gambe accavallate e le braccia incrociate sul petto e un sorriso sornione e strafottente sul viso e lo fisso con arroganza. Non mi farò certo vedere debole e avvilita come un gatto bagnato raccolto da un fiume. Lo osservo. Non indossa l’armatura ma una semplice camicia blu di seta che evidenzia un corpo armonioso e muscoli scolpiti. Non avendo l’elmo mi accorgo per la prima volta dei suoi capelli biondissimi e delle sue orecchie leggermente a punta che donano fascino al volto affilato. Non mi era mai capitato di vederlo senza tutto quel ferro e ora appare molto meno imponente e feroce.
Sono tesa... La sua presenza mi rende tesa. Non vedo vie di uscita se non la porta da dove Arthur mi parla.
-Buon giorno splendore. Dormito bene?- Chiede il mio aitante carceriere o se preferite il mio ospite.
-Avrei dormito meglio se non mi fossi addormentata con un pugno nello stomaco- Rispondo io pungente.
-La gattina tira fuori gli artigli- dice lui in risposta avvicinandosi. Non mi scompongo e non mi muovo neanche di un millimetro, neppure quando quel bellimbusto mi afferra il mento tra il pollice e l’indice e mi costringe a guardarlo negli occhi.
Devo ammettere che a turbare il mio sonno è stato in realtà un dolore lancinante alla spalla che mi sono probabilmente procurata nello scontro di… Ieri… Qualche ora fa?.. non ho idea di quanto tempo sia passato dalla battaglia ma certamente tale ferita non agevolerà la fuga. A scandire il tempo c’è solo il rintocco di un orologio poco lontano. Tic tac… Tic tac… la tensione sale e continuare a fissare Arthur non aiuta. Devo fuggire alla svelta.
 
**********Angolo autrice**********
Secondo capitolo fatto. Pubblicato tra un fazzoletto e un pezzo di cioccolata. Sarà quello che sarà. Abbiate pietà per questa volta, ma credo di avere anche la febbre hahahaha. Ringrazio tutti i lettori silenziosi e ringrazio in  particolare un mio amico, Fill ;), che  ha insistito tanto per leggere la storia. Vi auguro una buona Pasqua!!!
PS: accetto critiche! Non abbiate pietà di me hahahaha febbre o no voglio dare il meglio!
EmmOZ
   
 
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