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Autore: Kitsune no Pao    21/12/2008    4 recensioni
Ataru Moroboshi si ritrova nei panni del rivale Shutaro Mendo! Una ghiotta occasione di vivere il lusso da lui sempre invidiato all'amico-nemico...e se il prezzo fosse Lamù? Fanfiction dedicata ai " sensei " Achille88 ed Andy Grim, le cui storie hanno acceso in me la voglia, facendomi sognare!^^
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ ...Addio tesoruccio adorato, come hai detto tu, sono stata sempre e solo un peso...”

Lamù voltò le spalle ad Ataru e si avviò con passo rapido, scomparendo nell'oscurità.

Il ragazzo tese una mano e la chiamò inutilmente, l'aliena infatti non poteva più udire parola alcuna...improvvisamente Ataru si trovò circondato da persone festanti e gran vociare, si portò le mani nei capelli ed inginocchiato al suolo chiamò un ultima volta l'amata:

“ LAMU'!!!”

Non giunse risposta alcuna.



“ LAMU'!!!” gridò nuovamente Ataru, svegliandosi madido di sudore dentro un grande letto con lenzuola di seta.

“...la mia testa...” borbottò : “...che male...” e così dicendo ricadde pesantemente nel soffice cuscino.

Aprì gli occhi e vide il soffitto di quella stanza molto alto; inoltre, il mobilio presente fatto di scuro legno intagliato e decorato, non era certamente quello di camera sua.

Uscì dal letto barcollando e s'appoggiò ad un tavolino in marmo, sulla quale giacevano una brocca contenente acqua fresca ed un bicchiere di cristallo finissimo, splendente del sole mattiniero che filtrava dalla grande finestra.

Quando i suoi occhi si abituarono all'intensità della luce guardò fuori; a perdita d'occhio si vedeva una grande tenuta ben curata, con filari di piante ordinate e molteplici sentieri in pietra bianca che tagliavano l'immenso prato.

“ Sembra casa dei Mendo!” si disse stupito, appoggiando i palmi delle mani sul freddo vetro.

La porta della stanza si aprì:

“ Fratellone!” chiamò una voce femminile : “ Finalmente vi siete svegliato!”

Ryoko avanzò sorridendo verso il ragazzo, visibilmente scioccato; nelle mani, la ragazza reggeva alcune salviette che emanavano un dolce profumo.

“ R-Ryoko-chan!!” esclamò Ataru, serrandola in un abbraccio : “ Mi hai fatto rapire per poter stare con te, non è così?”

Le salviette caddero al suolo e Ryoko si allontanò dal ragazzo spingendolo con entrambe le braccia, i suoi occhi erano umidi di lacrime e l'espressione sconvolta:

“ F-Fratellone...” singhiozzò lei: “...cosa vai farneticando??”

“ Perchè mi chiami fratellone?? Io sono Ataru, Ataru Moroboshi!” sbottò lui, con le mani sui fianchi, i gomiti larghi e la testa alta :

“ E non gradisco certo essere paragonato a quel debosciato principino di Shutaro Mendo!!”

Ryoko, sconvolta nell'udir quelle parole, soffocò con le mani un grido e corse fuori dalla stanza; Ataru la sentì piangere forte mentre il rumore dei passi andava allontanandosi in un lunghissimo corridoio:

“ PADRE, PADRE!!” gridava la ragazza fra un singhiozzo e l'altro : “ SHUTARO E' IMPAZZITO, PRESTO, AIUTO!!”

Ataru sgranò gli occhi, guardandosi nello specchio sopra alla casettiera di quella stanza...alcune Katane, sistemate sui loro supporti, venivano riflesse appena sotto al suo viso:

" Eppure..." commentò il ragazzo : "...sono io! Non ho la faccia da scimmia ed i capelli gelatinati come Shu...".

Si passò le mani sugli occhi per schiarire la vista ancora velata dal lungo sonno e si specchiò nuovamente; notò che aveva grandi occhiaie bluastre ed un colorito della pelle tendente all'olivaceo:

" Dev'essermi successo qualcosa di terribile per ridurmi in questo stato!" sussurrò a se stesso; alitò nei palmi delle mani ed annusò, si sentiva ancora distintamente un forte puzzo di sakè.

Si lasciò cadere sul bordo del letto e vide, sul comodino, una fotografia incorniciata che ritraeva per l'appunto Shutaro Mendo; la afferrò e corse fuori dalla stanza a piedi scalzi.


Nel grande salone, in fondo alle scale da dove era sceso ruzzolando dopo aver percorso come un forsennato il corridoio, Ataru Moroboshi si trovò al cospetto della famiglia Mendo, riunita per la colazione.

" Finalmente ti sei svegliato, figliolo!" esclamò con tono benevolo il padre : "...dopo ben due giorni di sonno ininterrotto..."

" BASTA CON QUESTA FARSA!!" urlò il giovane, ansimando pesantemente.

Alzò davanti a se la cornice con la foto, il vetro era andato rotto nella caduta e solo alcune scaglie erano rimaste attaccate agli angoli; la mostrò a quelle persone: " ...ecco, vedete??" domandò con sguardo torvo.

" L-L'aveva sul comodino!!" singhiozzò Ryoko, nascosta dietro alla madre : "...il fratellone Shu è innamorato del suo compagno Ataru Moroboshi!!!"


Le facce di ognuno si fecero pallide ed un vento freddo attraversò la sala.


"...ma che..." borbottò Ataru, incredulo : "...davvero??" chiese senza ben capire.

La tavola nella sala era riccamente imbandita, pietanze d'ogni sorta riempivano l'aria di invitanti profumi mentre le brocche di cristallo illuminavano i variegati succhi appena spremuti, contenuti in esse.

Pane caldo e burro.

"...altrimenti perchè avresti una sua fotografia incorniciata sul comodino??" domandò con aria di sfida l'astuta sorella, dal fisico asciutto e dai lunghi capelli.

" MA QUESTO NON SONO IO!!" urlò il Moroboshi : " QUESTO E' SHUTARO, SHU, MENDO, L'IDIOTA, LA SCIMMIA PETTINATA CON LA COLLA!!"

" ORA BASTA!!" intimò la madre, appoggiando sul tavolo la tazza del the con uno scatto, facendone cadere alcune gocce fuori : " E' chiaro che non ti senti ancora bene, quindi salterai la colazione e tornerai a riposare, penserò io ad avvertire scuola!" aggiunse poi con tono forzatamente calmo.

Ma i profumi delle pietanze avevano già invaso le sensibili narici del ragazzo, che le aspirava famelico; croissant appena sfornati, burro fuso, caffè con la panna...tutte quelle meraviglie volteggiavano nella sua mente chiamandolo con voce soave.

" A pancia piena si riflette meglio!!" esclamò sorridente Ataru, accomodatosi al grande tavolo.

Affondò i denti in una pasta alla crema e scoppiò in lacrime: "...quindi è così che fanno colazione i ricchi!!" pensò fra se, mentre ricordava l'insipida ciotola di riso che gli veniva servita a casa sua, insieme a della zuppa di miso allungata con tanto brodo.

" Oh! Si è fatto molto tardi!" disse Ryoko, lei ed i genitori erano rimasti terrorizzati dallo spettacolo del ragazzo che faceva sparire con velocità impressionante ogni cosa dentro le sue fauci.

" Beh..." commentò il padre : " ...la tua scuola, Ryoko, è molto vicina a casa nostra, quindi giustificheremo noi il lieve ritardo! In quanto a Shutaro, visto che ancora non si è ripreso..."

" Ora è tutto apposto, padre!!" esclamò sorridendo il ragazzo, mentre si massaggiava la pancia rigonfia.

" Qualche giorno in questo lusso non mi farà certo male..." pensò il furbastro : "...finchè il gioco regge, giochiamo!!"

" Hai intenzione di andare a scuola, dunque??" domandò la madre.

" Certamente!" rispose Ataru alzandosi di scatto con fare fiero : " visto che ho dormito due giorni ed ho perso scuola, non voglio certo macchiare oltre il buon nome dei Mendo!!"

Sollevò un pugno e lo strinse:

" Mi affretto a cambiarmi e..."

" Non ce n'è bisogno, basterà che usi il protocollo A!" disse la sorella Ryoko, sorridendo gentilmente.

" Protocollo A??" borbottò il ragazzo, sbattendo le palpebre varie volte.

" Protocollo A..." sussurrò lei, mentre col piede abbassava un pulsante rosso disposto sul pavimento.

Una botola circolare si aprì sotto i piedi di Ataru, che vi scomparì strillando di paura.

" Uhm..." borbottò il signor Mendo, massaggiandosi il mento fra l'indice ed il pollice : "...non si è ancora ripreso del tutto, si è dimenticato di dar da mangiare ai polpi!!"

" E' nel fiore dell'età !" lo giustificò la madre : "...sarà solo confuso!!"

Ryoko, con un inchino, si congedò dai genitori e si avviò all'uscita.

  
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