Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Zola_Vi    06/04/2015    2 recensioni
“So perché hai paura di parlarmi. O guardarmi. O toccarmi.”
Aggrottò le sopracciglia, forse infastidita. 
“Il tuo cuore sa benissimo che torneresti da me, se solo tu lo facessi.” 
“Io ascolto la mia testa, Harry. Il mio cuore non c’é più, ormai.” 
------------------------------------------------------------------------------
“Ti detesto.” 
Lui rise. 
“Davvero, Harry.” 
I suoi occhi brillavano di una luce strana, che ultimamente non aveva visto. 
Mi soffermai ad osservarli. 
Era da tempo che non lo facevo, che non lo guardavo attentamente. 
“Ti sei incantata?” 
Scrollai la testa, alzandogli ben in vista il mio dito medio sulla faccia, con un sorrisetto beffardo disegnato sul viso. 
----------------------------------------------------------------------------
Corrugò la fronte e con passi impercettibili cercò di tornare indietro verso la porta, poiché io mi mossi verso di lei, intrepidamente e senza ripensamenti. 
Toccò la maniglia, ma non riuscì a girarla: avevo chiuso a chiave. 
Spalle contro il muro, alzò lo sguardo per guardarmi negli occhi. 
Il suo flebile respiro, adesso scostante, arrivò al mio petto. 
Mi avvicinai al suo orecchio, abbassandomi di qualche centimetro. 
“Devi fare solo ciò che ti dirò.” 
-----------------------------------------------------------------------------
Voleva la guerra? 
“E guerra sia.” pensai. 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. 3

 

“Finire all’ospedale era l’unica soluzione perché tu ti preoccupassi per me?” 

Quelle parole, udite all’improvviso e malamente, mi fecero sobbalzare sulla sedia su cui mi ero momentaneamente addormentata. 

Aprii gli occhi, per vedere i suoi. 

Verdi. 

Profondi. 

Erano esattamente come li ricordavo. 

Disteso sul letto, con i capelli scompigliati, mi guardava attentamente, accennando un tenue sorriso.

Come poteva non guardarmi con disprezzo, dopo tutto quello che avevo fatto?

Non era qualcosa di perdonabile, dopo ciò che avevamo passato insieme. 

Quello che eravamo. 

“E nonostante la situazione, ti ostini comunque a non parlarmi, a quanto vedo.” 

Abbassai lo sguardo, non sapendo cosa rispondere. 

Tuttavia, lui continuò a studiarmi, attentamente. 

Non so se fosse imbarazzo o senso di colpa, ma il mio stomaco fu ripetutamente colpito da fitte lancinanti che mi impedirono quasi di respirare regolarmente. 

“Dove sei stata.. per tutto questo tempo?”

“Ho girato un po’. Odiavo l’idea di stare ferma da qualche parte, essere legata ad un posto.” 

Lui annuì, semplicemente. 

“Ti ho chiamata tutti i giorni. Non mi hai mai risposto.” 

Non un flebile respiro uscì dalla mia bocca, non una sillaba. 

Fu strano. 

Per la prima volta in tutta la mia vita, non avevo nulla da dirgli. 

Io che parlavo nonostante un uragano invadesse la città, stetti in silenzio ad ascoltare il rumore dell’aria.

“Avevo paura di dimenticarmi il tuo viso.” 

“Esistono le fotografie apposta.”

Solo quando finii la frase, mi accorsi della freddezza delle mie parole, guardando il suo volto, immediatamente mutato. 

Lo avevo colpito dritto al cuore, un’altra volta. 

Forse facendogli credere che, al contrario suo, a me lui non fosse mancato affatto. 

Ma non cercai di migliorare la mia frase. Non cercai di alleviare la pesantezza del suo dolore. 

“Perché sei qui?” chiese serio, facendomi dimenticare il suo sorriso. 

“Io non lo so.”

Era stato come un impulso irrefrenabile.

Non appena mi avevano avvisata del suo incidente, nulla mi aveva impedito di raggiungerlo. 

Ma adesso che tutto era passato, potevo tornare sulla mia strada, da sola, definitivamente, di nuovo.

“So perché sei scappata. E so che hai una scusa molto più solida di quando lo feci io. Ma..”

“Non voglio essere giustificata, Harry. Non da te, almeno. Fidati, sarà più facile per entrambi se mi odierai.” 

S’interruppe, anche se solo per un secondo.

Fissò i miei occhi color ghiaccio, come se dovesse entrarvici dentro.

Forse con la speranza di pescarvici all’interno la bambina che ero un tempo, la persona di cui si era realmente innamorato.

“Io non lo farò, Ploon. Non ci riesco.” 

“Devi riuscirci.” 

“Perché? A quale scopo? So che non é finita. Non può esserlo. Tu provi ancora le stesse cose, lo so.” 

Scossi il capo. 

Cercai di ricordare i sentimenti provati in passato. 

Felicità. Dolore. Amore. Amicizia. 

Ma invano. 

Tutto ciò era solo un lontano ricordo. 

“Mi dispiace, ma ti sbagli. Io non provo più niente. Quella Ploon, quella che amavi, non c’é più da tempo ormai. Dovevo solo riconoscerlo.”

“Quello che non capisci é che non mi importa.”

Sorrisi. 

Era rimasto così dolce, invece.

“Non hai davvero idea di ciò che io sia realmente adesso, Harry. Ho perso tutto ciò che credevo di avere, tutto ciò che credevo di essere. I bei tempi, quando eravamo dei bambini, sono finiti ormai. Sono una donna, ormai.”

“E io un uomo. Ploon, possiamo ancora farcela noi due.”

“Non voglio nessuno al mio fianco.”

“Allora aspetterò, fin quando non sarai pronta.”

“Non lo sarò mai.”

 

“Non ti credo.”

“Come, scusa?”

Zayn era testardo, peggio di me. 

Quando si ostinava ad ottenere una cosa, non vi era verso di fargli cambiare idea.

Chissà cosa svolazzava tra la sua mente: di sicuro nulla di positivo per me. 

“Stai mentendo a tutti.”

Aggrottai le sopracciglia. 

Ero confusa, decisamente. 

Non sapevo a cosa si stesse riferendo, ma di sicuro da lì a poco lo avrei sentito surriscaldarsi e magari innervosirsi. 

“Se tu davvero non sentissi niente, non avresti problemi a tornare con noi ad Holmes Chapel.”

Vedendomi ammutolita e silenziosa, continuò a parlare senza farsi problemi.

Forse prima o poi avrebbe preteso una risposta, ma non in quel momento.

“Non vuoi tornarci solo perché hai paura.”

Sghignazzai, facendogli notare una piccola risatina ironica.

“E di cosa?”

“Dei ricordi.”

Corrugai la fronte, colpita dritta al cuore.

Zayn, nonostante tutto, rimaneva troppo intelligente per non scoprire la verità.

Lo guardai dritto negli occhi, cercando di non far scaturire nel mio sguardo la minima emozione.

Ma tutto ciò che fece lui fu sorridermi maliziosamente. 

“Facciamo una sfida.”

Quell’affermazione m’incuriosì, infiammò il mio animo. 

Era da tempo che non “combattevo” contro nessuno, ero quasi annoiata. 

In fondo sebbene avessi cominciato ad apprezzare la solitudine, ciò che non era mutato in me era il mio spirito ribelle. 

“Io scommetto che non resisterai più di sei mesi se verrai con noi, scapperai esattamente come hai fatto nove mesi fa.” 

“Così mi fai sembrare una codarda.”

Lui sorrise, semplicemente. 

E solo in quel momento mi resi conto della frase appena pronunciata.

In effetti, ero stata davvero una codarda. 

Mi disdegnai non appena me ne accorsi, e feci un evidente smorfia.

“Allora? Ci stai?”

“Non sono stupida, Zayn. E’ un tuo patetico modo per farmi tornare indietro sui miei passi.”

“Dimostrami che non lo farai. Neanche se torni a casa.”

“E tu cosa ci ottieni?” 

“Ragione. E un po’ di divertimento.”

“Divertimento?”

“E’ sempre stato uno spasso per me vederti lottare guerre perse in partenza.”

“Quando parli così sembri Louis.” sbuffai, immaginandomi quel ragazzo così dannatamente assillante. 

“In effetti é lui che mi ha ispirato. E’ sempre stato l’unico a poterti tenere testa.”

“Ma se perdeva sempre.” risi, ricordandomene. 

E a lui, in quel momento, s’illuminarono gli occhi.

“Vedi, c’é ancora una speranza. Almeno so che sai ancora ridere.”

Tornai seria, poco a poco.

“Non illuderti però. Non ti lascerò vincere, costi quel che costi.” 

“Vedremo, ragazzina.” 

Louis spuntò dal fondo del corridoio: continuava ad avere quel sorrisetto astuto e fastidioso sul viso, che sempre mi innervosiva leggermente, per non parlare del soprannome che aveva sempre amato affibbiarmi. 

Era rimasto esattamente come mesi prima: magro, non troppo alto e sempre vestito un po’ strano. 

Nonostante tutto, mi fece piacere rivederlo, anche se in quelle circostanze. 

“Sapevo fosse un’ idea tua.” gli dissi, spavalda. 

“E io sapevo avresti ascoltato solo Zayn.” 

“Comunque…” interruppe il discorso il moretto.

“Spero che Louis si sbagli. Che tu riesca a resistere.” sorrise.

Io non gli risposi, semplicemente mi girai dall’altra parte della stanza, e uscii.

EHI, RAGASSUOLE. 
Salve a tutte e buona Pasquetta <3 Tanti tanti auguri, davvero C: 
Come avete passato le vacanze? Riposate? Spero proprio di sì. 
Ma tornando a noi...
Chissà cosa succederà :O 
Ploon sembra aver accettato la sfida. Che dite? La vincerà o per la prima volta in tutta la sua vita Louis riuscirà a sconfiggerla? Ma soprattutto, vuole davvero batterla? 
E con Harry? Le cose si sistemeranno o saranno più dure di quanto si possa immaginare?
Di sicuro con lui lei é super fredda, peggio che con ogni altra persona... 
Ma chissà, chi vivrà vedrà, come dice il detto :3 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Mi raccomando, fatemi sapere tutto: le vostre sensazione, le vostre idee etc. 
Buona giornata a tutti belle e un mega super bacino, 
-Zola. 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Zola_Vi