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Autore: WishAndMilly    23/12/2008    1 recensioni
[Augurissimi Luly! Ti lovviamo assai!] Pochi giorni a Natale e tante cose da fare, tante persone da amare...mettiamo per un attimo da parte l'angst e godiamoci l'atmosfera delle feste coi nostri eroi preferiti, anzi, con i preferiti della Luly! 1.ShikaIno, 2.NaruHina, 3.SasuSaku, 4.NejiTen
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Fa troppo caldo” disse lui, girando la manopola del riscaldamento della macchina: una Volvo grigia, ultimo modello

All you need is love

 

 

 

 

23 Dicembre

 

"Fa troppo caldo" disse lui, girando la manopola del riscaldamento della macchina: una Volvo grigia, ultimo modello.

"Fuori ci sono cinque gradi, fa freddo" esclamò lei, una ragazza carina, i capelli tagliati in un semplice e squadrato caschetto. Una frangia a coprire la fronte spaziosa, che fin dall’adolescenza era stata uno dei suoi punti critici. Le sue lunghe dita affusolate si avvicinarono alla manopola del riscaldamento per tornare a riaccenderlo.

"Non lo toccare" ringhiò lui, senza possibilità di replica. Lei, sempre pronta alle sfide, allungò la mano e riaccese il riscaldamento, accompagnando il gesto con la sua lingua che presentò dispettosamente tra le labbra.

Il moro al volante scosse contrariato la testa, ma lasciò cadere nel vuoto le sue minacce, continuando ad osservare attentamente la strada.

Ai bordi della carreggiata la neve ammassata dagli spazzaneve: la strada pulita ma bagnata richiedeva la totale attenzione del conducente, ma la ragazza al suo fianco incominciava ad annoiarsi del silenzio in quella macchina.

"Perché non posso accendere la radio?" chiese lei.

"Lo sai" rispose lui.

"Sì, perché tu non ami sentire parlare mentre guidi" ribatté lei sempre più annoiata.

Cercò quindi di trovare qualcosa da fare, mentre il ragazzo conduceva la macchina in un silenzio tombale.

Aprì la borsetta e vi trasse uno piccolo specchio e in cui osservò il proprio riflesso.

Perché non poteva avere dei capelli belli come quelli di Ino, o particolari come quelli di Hinata? Aveva tentato di tutto, solo una tinta rosa era riuscita a soddisfarla, ma mai che lui le avesse fatto un complimento, o che avesse anche solo notato il suo cambiamento.

Lo sguardo andò allora a posarsi sul panorama che scorreva rapidamente davanti a loro.

Distese di campi innevati, il bianco le ricordava così tanto il colore della pelle del suo ragazzo, il candore innocente che adorava osservare illuminarsi sotto i raggi del sole.

Quello stesso astro che al momento risplendeva pallido e debole sui tetti delle case.

"Siamo arrivati" esclamò lui, parcheggiando la macchina sotto un imponente tendone.

"Finalmente" sussurrò lei, provocatoriamente.

Aprì lo sportello della macchina e scese. Una folata di vento freddo l’accolse, e lei si strinse ancora di più nel suo piumino nero di vernice. Alti stivali neri a coprirla fino al ginocchio, ma coperti da stretti jeans azzurri. Un paio di guanti rosa e una larga sciarpa di lana del medesimo colore cercavano di ripararla il più possibile dal freddo e dall’umidità, ma avrebbe voluto che fosse stato lui a riscaldarla.

Lui sembrava insensibile al freddo invernale, sembrava che l’unica cosa che gli importasse fosse la sua sempre elegante e ricercata apparenza.

Si conoscevano da una vita, erano andati insieme alle elementari, alle scuole medie e perfino alle superiori. Erano il fantastico trio: Naruto, Sasuke e Sakura.

Sempre insieme, così diversi e così uniti. Sempre sull’orlo di una crisi, dell’ultimo disastroso litigio, eppure alla fine sempre vicini. Ma come le cose cambiano, come così anche le persone.

Non per Naruto, lui si era sempre impegnato al massimo, aveva sempre messo la loro amicizia davanti a tutto, a volte anche troppo, ma non aveva mai perso il sorriso.

Lei invece era così diversa: più o meno all’età di 15 anni aveva realizzato di essere innamorata di Sasuke, e questo aveva cambiato ogni cosa, perché ogni litigio diventava sempre più personale, ogni ragazza di passaggio una ferita profonda.

Eppure quello più differente, quello più segnato dal tempo, era proprio il suo Sasuke. Era riuscito a frequentare una delle migliori università del paese, era riuscito a vincere una borsa di studio e ad abbondare la casa in cui era nato e che aveva così violentemente disprezzato.

Ora lavorava come dirigente in una delle più importanti multinazionali di telefonia. Al primo anno di università avevano cominciato ad uscire insieme. Da quel giorno erano diventati una coppia, ma tra di loro non era mai cambiato nulla, lui sempre troppo orgoglioso e freddo, e lei sempre così innamorata e disposta ad ogni sacrificio per lui. Ebbene, per Sakura era giunto il momento di cambiare qualcosa, di iniziare a pretendere qualcosa: per lei era giunto il momento di progredire. Lui non le aveva mai nemmeno detto "ti amo" e lei non avrebbe desiderato altro per natale.

Una volta sceso dalla macchina, Sasuke le si era avvicinato, le aveva porto uno mano molto cavallerescamente, e l’aveva aiutata ad attraversare il prato innevato fino a giungere all’ingresso del canile, "Il rifugio dei cuccioli".

"Ora dovresti spiegarmi cosa ci facciamo qui…" disse sconsolato il ragazzo, dopo aver guidato in mezzo alla campagna per almeno mezz’ora.

"Cerchiamo un regalo di Natale" rispose lei semplicemente, prima di trascinarlo oltre la porta di legno.

"Salve" Sakura salutò uno dei giovani volontari che si occupavano del "Rifugio" quando li accolse.

"Seguite il sentiero asfaltato, questi sono tutti i cani disponibili ad essere adottati. Sono tutti nei recinti, divisi per razze e taglie" spiegò il volontario "Se trovate quello che state cercando venite pure a chiamarmi".

Davanti a loro stavano una decina di recinti con all’interno altrettanti cani abbaianti e scodinzolanti.

Timorosi incominciarono ad avanzare.

"C’è puzza di merda!" esclamò irritato Sasuke, lasciando la mano di Sakura e infilandola in tasca per estrarre il cellulare, un modello ultra piatto e super costoso.

"Mi pare evidente…siamo in un canile" rispose esasperata Sakura prima di aggiungere: "Poi sei stato tu ad insistere per accompagnarmi".

"Sì, ma solo perché tu rompi sempre dicendo che noi non trascorriamo mai del tempo insieme! Ora capisci il perché? Tu non sai scegliere cosa fare e dove andare!" ribadì lui, alzando le braccia in segno di resa, per poi riabbassare lo sguardo e perdersi nuovamente nel suo cellulare.

Devo capire perché continuo a stare insieme a lui pensò Sakura, allontanandosi e avvicinandosi così a uno dei recinti. Appena allungò la mano i tre cani all’interno incominciarono ad avvicinarsi a lei, desiderosi di una carezza.

"Siete proprio dolcissimi" disse a voce alta, senza però parlare a nessuno.

"Quello è proprio brutto" asserì Sasuke dalle spalle della ragazza, indicando con lo sguardo uno spelacchiato Chiwawa.

"Poverino!" cercò di ribattere lei, tentando di mascherare la sorpresa nel notare che Sasuke aveva davvero incominciato ad osservare i vari cani.

"È proprio brutto, sembra Naruto!" osservò cinicamente Sasuke.

Sakura incominciò a ridere divertita e una volta rialzatasi in piedi si trovò il braccio di Sasuke ad avvolgerle la vita.

"Questo è un bel cane!" cercò di convincerla lui, indicandole un educato Dobermann dal lucido pelo nero dietro la rete che li osservava, statico nella sua posizione.

"Sasuke, questo è il cane che comprerei se dovessi fare un regalo a te, ma io invece devo trovare un cane per Hinata!" protestò Sakura.

"Allora quello che assomiglia a Naruto è perfetto per lei, anche se sono convito che quello nero potrebbe piacerle" cercò di argomentare Sasuke.

"Oppure potrebbe ricordarle troppo suo cugino!" scherzò Sakura.

Sasuke scosse la testa contrariato, ma un sorriso fece capolino fra le sue labbra.

"Questo?" suggerì allora lui, indicando un piccolo barboncino, chiassoso e pieno di sé.

"Certo, per Karin, forse!" rispose infastidita Sakura, sempre gelosa e possessiva.

"Siamo oramai giunti alla fine del sentiero e non ho ancora davvero capito cosa stiamo cercando e soprattutto perché ci stiamo dando così tanto disturbo per la Hyuga, potevi prenderle un vestito alla moda, le sarebbe stato più utile, oppure un dizionario, così potrebbe imparare a sostenere una conversazione" rispose ironico l’Uchiha.

"Sei solo uno stronzo, insensibile!" ribatté lei rabbiosa, "Sto cercando un regalo speciale per lei, qualcosa che ha sempre desiderato, ma che non ha mai potuto avere: ossia un cane! Io poi non voglio prenderle un cane qualsiasi, ne voglio uno che le possa assomigliare, che in qualche modo me la ricordi".

"Allora credo che dovremmo finire il sentiero" asserì Sasuke afferrandole la mano e conducendola fino all’ultimo recinto, e lì la videro: Lilit.

Un dolcissimo cucciolo di razza Husky, i suoi occhi così magnetici e chiari erano l’esatta copia della sua amica.

"Eccolo!" esclamò Sakura.

"Vado a chiamare il ragazzo" si offrì Sasuke, lasciando così la ragazza sola con il cucciolo. Sakura s’inginocchiò per poter così arrivare meglio al cagnolino, e con una mano incominciò ad accarezzagli il morbido pelo.

"Bau, Bau" abbaiò il cane.

"Hinata sarà così contenta di conoscerti vedrai!" disse Sakura "Lei se lo merita, con lei vedrai che starai benissimo, si prenderà cura di te, proprio come fa con il mio amico Naruto".

Sasuke rientrò con il volontario che contento ed entusiasta si complimentò con Sakura dell’ottima scelta, prima di istruirla su tutte le necessità, sul nome del cucciolo e soprattutto sul sesso, contando che Sakura continuava a chiamarlo "cuccioletto".

In pochi minuti Sakura e Sasuke si ritrovarono in macchina, nel silenzio più assoluto, con un cucciolo di cane all’interno di una scatola posata sul sedile posteriore di una costosissima macchina.

"Perché ti sei presa tutto questo disturbo? Perché a Ino che è la tua migliore amica hai comperato un semplice vestito, mentre a Hinata hai cercato proprio un cane?" chiese curioso e confuso Sasuke.

"Perché ho bisogno del suo perdono, perché le ho fatto tanto male, perché rende felice Naruto, perché lei ci riesce!" le ultime parole erano uscite come un urlo, erano state la rabbia e la frustrazione a prendere il sopravvento.

Sasuke allora accelerò, Sakura si aggrappò il più forte possibile alla macchina. Il cane guaì, ma Sakura era troppo spaventata per protestare. La macchina all’improvviso deviò, le ruote scivolarono lungo l’asfalto, e Sasuke parcheggiò nel piccolo piazzale sul ciglio della strada.

"Perché lui? Perché dici questo?" gridò Sasuke, poi picchiò il pugno contro il volante, che vibrò.

"Perché lo sai. Perché io l’ho ferito, perché io per così tanto tempo l’ho incatenato in un’illusione, ma soprattutto perché tu non riesci ad amarmi!" rispose lei, lo sguardo incatenato a quello di Sasuke, che si lanciò come una furia contro di Sakura spingendola contro il finestrino, le sua mani sulle spalle della ragazza a tenerla premuta contro lo sportello, mentre la bloccava con il peso del suo corpo. Le sue labbra appassionate su quelle di lei e la sua lingua con forza ad esplorare ogni più recondito angolo della bocca di Sakura.

Solo quando il bisogno di aria diventò impellente, lui la liberò della sua bocca, ma non del suo corpo, aderente e pulsante. Le loro fronti si toccarono e i loro respiri in sincronia.

"Lui non può amarti, solo io posso farlo, perché tu sei solo mia, e io sono solo tuo! Perché tu mi fai felice…" sussurrò lui.

Lei se ne stava paralizzata dalla sorpresa, gli occhi spalancati e un battito rapido nel petto.

Lui si ricompose e ricominciò a guidare la sua macchina sportiva, verso l’orizzonte.

Mancavano due giorni al natale e aveva appena ricominciato a nevicare.

 

 

Ecco qui il terzo capitolo, e la terza coppia: SasuSaku!

Chiedo perdono a tutti i fan di questo paring, ma io non sono una grande esperta, non credo di aver mai scritto su questa coppia, però ci ho provato.

 

  
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