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Autore: Lodd Fantasy Factory    10/04/2015    1 recensioni
Alistair è tornato a Foolknight, in Irlanda, per cercare di completare finalmente il suo romanzo. Il comunissimo blocco dello scrittore gli impedisce di rinnovare la sua già celebre carriera, e per questo motivo ha portato con sè sua moglie Blair ed i suoi figli, così da non dover essere costretto a viaggiare, per potersi concentrare interamente sulla sua opera. Ciò che Alistair non sa, però, è che la sua vita sta per essere stravolta: il mondo che conosce non è lo stesso che in realtà appare. Presto dovrà fare i conti con un segreto che ha cambiato la vita e le conoscenze degli uomini, un segreto che lo porterà a vedere cosa c'è dall'alta parte.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una forte esplosione di luce le bruciò quasi gli occhi, poi si sentì annegare, e l’acqua riempirle i polmoni impetuosamente. Gli attraenti occhi cerulei riuscirono finalmente a schiudersi, individuando un’ampia luce sopra di sé. Sbracciò a più non posso per raggiungere la superficie e, una volta fuori, sputò tutta l’acqua che aveva nei polmoni, prendendo un grande respiro. Non fece caso al silenzio espresso dal suo rigurgito. Ci mise qualche minuto per rendersi conto di dove fosse e di quanto la circondasse. Nella sua mano destra aveva ancora la torcia accesa.

Il paesaggio buio e gotico della chiesa aveva lasciato spazio ad un lago argenteo, rispecchiante il colore del cielo, dove un pallido sole, assimilabile per la sua poca intensità e colore ad una luna, illuminava l’area circostante. Non vi erano strutture attorno a lei, semplicemente un paesaggio verdeggiante con solitari pini ad innalzarsi verso il cielo, reso soffuso da una soffice nebbiolina.

Si era ritrovata improvvisamente al centro di quella pozza argentea, e Blair combatteva contro la propria mente, cercando una spiegazione razionale a quanto fosse appena accaduto. Credeva di star sognando in quel momento, eppure, quante volte poteva vantare di aver creduto di star sognando all’interno di un sogno? Nessuna. Arrivò in poche bracciate sulla riva, e ne uscì scuotendosi; nonostante ciò, i suoi vestiti ed i suoi capelli non erano bagnati: solo le sue scarpe parevano zuppe, e quando le tolse per svuotarle, l’acqua si scompose in piccole bolle, risalendo verso l’alto. Blair rimase spiazzata, ma si scoprì piacevolmente colpita da quella reazione; con le dita fu in grado di frammentare le piccole sfere, creando un’infinità di minuscole lacrime, anch’esse dirette verso l’alto.



«Ehilà! C’è nessuno?», chiamò più volte, ma la sua voce si perse in un eco lontano. Prese allora ad incamminarsi verso le verdeggianti colline che si stagliavano fin dove era in grado di vedere. Infilò la torcia in una delle tasche del cappotto.



Il paesaggio non parve mutare, ma si accorse dell’assenza di uccelli in volo, e delle sinfonie della natura. Tutto taceva. Dopo essersi ripresa da quello stato di confusione-sorpresa, afferrò il suo telefono ma, benché fosse ancora funzionante, non sembrava esserci campo, e nell’interfaccia si palesavano improvvise interferenze, che rendevano impossibile analizzare il display.



«Quando ti serve non funziona mai… Avrei dovuto portarmi il satellitare!», si rimproverò.



«Quelle cose non funzionano qui», puntualizzò un tono neutro.



Blair si guardò attorno, ma pareva non esserci nessuno: «Chi ha parlato?», interrogò all'ignoto.



«Io», rispose una voce alle sue spalle, seguendo la comparsa di una figura eterea palesatasi dal nulla, proprio davanti ai suoi occhi. Quella sagoma maschile prese lentamente forma, sino a diventare totalmente corporea.



Blair arretrò, intimorita da quanto i suoi occhi stavano scorgendo. Era come ritrovarsi all’interno di uno di quei libri sul paranormale. Tutto era talmente folle da essere improbabilmente ed irrazionalmente reale.



«Chi… no. Cosa sei?», domandò indietreggiando ancora.



«Sono Aidan», rispose sicuro di sé. «E sono quello che voi intrusi definireste uno spirito, uno spettro… un fantasma. Per rispondere alla prossima domanda: no, non sei morta… non ancora».



Blair scosse il capo. «Allora dove mi trovo?», chiese, non riuscendo a trovare la razionalità che desiderava in quelle parole. Intanto, i suoi occhi ricaddero su una figura incorporea comparsa a poca distanza da Aidan. Aveva un cappotto indosso, capelli rossi ed un’aria preoccupata: era Alistair. Si fiondò su di lui a passo svelto ma, quando tentò di afferrarlo, gli passò attraverso. Lo chiamò più volte, cercando di trattenerlo, ma quello parve non essere in grado di accorgersi di niente. Poi, all’ennesimo richiamo, si voltò in sua direzione, solo per un istante, quindi sembrò sedersi sul vuoto. Allungò le braccia verso il compagno, sentendosi totalmente incapace di raggiungerlo, per quanto i suoi movimenti le diedero l'impressione di essere in grado di indirizzare lo sguardo di Alistair verso di lei. Il corpo levitante arretrò di poco, prima di sfrecciare via lontano.



«Sei dall’altra parte, oltre lo specchio. Sei nell'altro mondo, quello che non si può vedere a occhio nudo».



Blair recuperò nuovamente il telefono, e lo puntò nella zona dove aveva scorto Alistair: forse cominciava a comprendere. Scattò una foto verso il lago; sul display comparve sfocata la Chiesa della Madonna piangente.



«Che cosa significa tutto ciò?», domandò agitando il capo, come se non volesse credere a quanto aveva appena visto.



«Mi pareva di aver già messo tutto in chiaro: siamo dall’altra parte; quella dove nessuno vorrebbe essere, ma specialmente dove tu non dovresti essere», rispose Aidan.



«Devo tornare indietro, assolutamente!».



«Credi realmente di poterlo fare?».



«Devo!», rispose secca.



«Suppongo sia una richiesta d’aiuto. Va bene, lo farò; ma ad una condizione».



«Sentiamo… Sono disposta a tutto per ritornare dai miei figli!».



«Ti dirò ciò che voglio una volta che avrai ottenuto ciò che desideri. È inutile riempire i tuoi pensieri con le mie richieste. Ti basterà seguirmi».



Blair infilò il telefono in tasca e si mise alle spalle dello spirito, seguendolo senza fiatare. Vagarono per quel territorio verdeggiante avvolto dalla sottile nebbiolina, ma di tanto in tanto videro anche altri spiriti, e tutti sembrarono essere alquanto incuriositi dalla presenza della donna. Aidan le spiegò che per loro era esattamente come per quelli dell’altra parte: vedere qualcuno in quel luogo era strano, ma non potevano provarne paura, al contrario dei mortali, poiché tutti erano certi che lei non avrebbe mai potuto far loro del male.

Blair notò anche l’aspetto di Aidan, trovandolo insolitamente attraente. Non era un irlandese, ma aveva i tratti tipici degli inglesi, a partire dalla sua carnagione e dai suoi capelli corti; inoltre la sua provenienza si comprendeva dal portamento. Durante la camminata le capitò più di una volta d’intravvedere caseggiati mai scorti prima, generalmente d’aspetto marmoreo, ed a tratti le parve di avvistare delle auto venirle incontro e svanire pochi istanti dopo. Tutto non aveva alcun senso in quel luogo.



«Dove siamo diretti?», domandò Blair.



«Da chi può aiutarti», disse Aidan. «Si chiama Kyrios».



«Il nome non sembra irlandese, anzi, a primo impatto direi che è greco», rispose Blair. «Spero possa aiutarmi».



«Sei una sveglia», si complimentò lo spirito.



«Vorrei essere sveglia in questo momento… e non essere qui. È tutta colpa di Alistair; se non fosse stato per la sua stupidità non mi ritroverei in questa situazione! Domani ho appuntamento con il mio avvocato, per non parlare degli accordi che devo prendere con il prossimo autore...», disse più come un ragionamento a voce alta.



«Domani?», domandò ridacchiando lo spirito. «C’è ancora qualcosa che non ti è stato detto…».





Erano passati sei giorni dagli eventi avvenuti nei pressi della chiesetta di Foolknight, ed Alistair non aveva perso tempo: aveva cominciato a cercare informazioni su quanto era accaduto. Internet, per quanto vasto e colmo di siti riguardanti eventi paranormali, non fu in grado di offrigli le risposte che cercava. Aveva passato giorni a sfogliare forum e siti apparentemente specializzati in certe questioni, ma nessuno pareva essere in grado di dissipare i dubbi che lo attanagliavano. Intanto, le domande riguardanti la donna avevano cominciato a tormentarlo. Il telefono di casa non smetteva mai di suonare, quasi fosse impazzito, tanto che si era deciso a staccarlo, ed i bambini domandavano sempre dove fosse la loro mamma.

Vostra madre è partita per un viaggio di lavoro”, continuava a ripetere, ma sapeva che i suoi figli non erano tanto sciocchi, e che la macchina parcheggiata in giardino dava loro molto a cui pensare.

Disperato, decise di recarsi negli unici posti che avrebbero forse potuto dargli qualche risposta. Provò inizialmente alla parrocchia della cittadina, benché non fosse un credente; il sacerdote si mostrò assai scettico a riguardo, ricordandogli che esisteva solo un aldilà. Lo informò però che la chiesetta era stata chiusa a causa della sua pericolosità; ed infine si mostrò ostico nel valutare alcuni possibili eventi, quali le sparizioni, accusandolo d’essere giunto per elargire blasfemie all’interno della dimora del creatore.

Irritato dal comportamento dell’uomo di fede, decise di raggiungere la biblioteca; gli ci vollero due giorni per analizzare tutti i libri che affollavano gli scaffali, ed ancora rimanevano occultate molte fasce relative ai testi sacri ed a quelli di scienza. L’unico dettaglio capace di distoglierlo da quelle pagine era la presenza di un uomo con un lungo cappotto di pelle nero e un cappello da cowboy dello stesso materiale. Una figura barbuta e dall’aspetto inquietante, quasi fosse una solitaria ombra; e come tale si stava comportando, risultando sempre più vicino ad Alistair ogni volta che si alzava per prendere una nuova pila di libri.



«Dubito che troverai ciò che cerchi fra queste puzzolenti pagine», disse l’individuo, comparso improvvisamente al suo fianco mentre stava raccogliendo alcuni tomi; l’intera sala era vuota.



«Scusa? Non ti seguo», sussurrò Alistair fingendo di aver trovato ciò che cercava, e prendendo ad incamminarsi verso il proprio tavolo.



«Cerchi spiegazioni su qualcosa di folle, lo capisco. Non è da tutti, e solo chi ha visto può essere tanto pazzo da cercare una spiegazione!».



«Continuo a non capire di che parli», tagliò corto, poggiando prima i libri sul tavolo e poi indirizzandosi verso le scale per il piano inferiore, sperando di trovare qualche addetto alla biblioteca, sperando che così l'uomo avrebbe desistito a continuare la conversazione.



«Ehi, dannazione, fermati un attimo!», sbottò il figuro, bloccando la porta che anticipava le scale con un braccio. «Sai, non è gentile voltare le spalle a chi ti sta parlando. E poi dicono che gli inglesi non siano di cattive maniere!».



«Sono Irlandese! Che vuoi da me? Ti ricordo che siamo in un locale pubblico, ci sono delle telecamere e del personale che mi ha visto salire. Qualsiasi siano le tue intenzioni, ti suggerirei di ripensarci…».



«È colpa del mio abbigliamento, vero?», domandò stupito, abbandonando la presa sulla porta. «Siamo del 2015! Esistono davvero ancora tutti questi pregiudizi verso un uomo con la barba ed un lungo cappotto? Comunque... Non sono qui per derubarti, semplicemente per esserti d’aiuto. Avanti: letture sul paranormale, telecinesi, miracoli, e quant’altro… è ovvio che hai visto qualcosa di forte, e che cerchi delle risposte. Io posso dartele».



«È perché mai dovresti essere in grado di farlo?», chiese Alistair sbuffando.



«Questa è una bella domanda», rispose sorridendo.


 
   
 
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