Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: MyQueenMichelle    11/04/2015    0 recensioni
Joss ha 17 anni, abita nella città più bella del mondo, ed è in più della generazione più bella e creativa mai esistita. La sua sfortuna? Abita da quando aveva 6 anni con uno zio violento, drogato e alcolizzato. Fortunatamente la sua tenacia e caparbietà, la aiuteranno a compiere un grande passo, che la porterà a conoscere cinque ragazzi a dir poco interessanti e per nulla noiosi, e piú avanti a trovare finalmente la felicità di cui aveva bisogno.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


23 Marzo 1985

Quel che era troppo era troppo. Me ne sarei andata. Era un po' che meditavo di scappare, e quello schiaffo era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Avevo sei anni quando i miei erano morti, e da allora avevo vissuto con quel drogato e alcolizzato del mio ziastro. Non so neanche perché ero stata mandata da lui, dato che non era neanche il fratello di mio padre, era semplicemente il figlio della seconda moglie di mio nonno. Avrei di gran lunga preferito stare in un orfanotrofio. Dal momento in cui misi piede in quella squallida casa ero sempre stata picchiata, costretta a diventare adulta a soli sei anni, costretta a nascondere i lividi ai miei insegnanti a scuola, costretta a ricevere le botte a denti stretti senza fiatare, se lo avessi fatto ne sarebbero arrivate delle altre. Ora, a diciassette anni, non sono più disposta a sopportare. Io sono Joss, e sto per farmi una nuova vita.
"JOSS! Josephine, vieni subito qua o giuro che ti do un calcio in quel culo secco che ti ritrovi!!!" Urlò lo zio dal piano di sotto. Corsi giù per le scale storcendomi quasi una caviglia, e andai in cucina. "Dimmi zio." Dissi con tono neutro. Mi prese per i capelli trascinandomi al lavandino. "Cosa sono questi?" Chiese. Mi contorcevo dal dolore della sua presa ferrea sulla mia testa. "I piatti del tuo pranzo.." Dissi con un fil di voce. "E perché sono ancora qua?! Ti avevo detto di lavarli appena avessi finito!! Se quando mi sveglio li trovo ancora lì, ti riempio di sberle." Come se non lo facesse abbastanza senza motivo. Andò al piano di sopra ed io iniziai a lavare tutto fulminea. Nonostante mi trattasse in maniera tremenda, non piangevo mai, non potevo permettermelo. Era da quando ero piccola che non versavo una lacrima. Finii tutto dopo poco e corsi in camera mia sigillandomici dentro. Quello era l'unico posto all'interno di quella stupida casa nel quale mi sentivo "al sicuro". Mi accesi una sigaretta e iniziai a guardarmi intorno riordinando le idee. Lo zio sarebbe andato al lavoro a breve e sarebbe stato fuori fino a sera, avrei avuto tutto il tempo per raccattare la mia roba, dato che se l'avessi fatto poco prima di andarmene se ne sarebbe accorto. Sarei uscita verso le quattro del mattino, quando lo zio dormiva, così non avrei rischiato di trovarmelo per strada. A lui non sarebbe dispiaciuto, ne ero sicura. Aspettai a lungo in camera mia, fumando una sigaretta dietro l'altra, quando finalmente lo zio se ne andò salutandomi con un bel:" Se fai qualche casino giuro che è la volta buona che ti ammazzo." Iniziai a buttare tutti i miei vestiti e le cose importanti in una valigia di cuoio e la nascosi sotto il letto. Mi addormentai, cosa che non capitava mai, e fui risvegliata dalle urla dello zio che era appena tornato a casa. "Che cazzo stai facendo?! Dormi?!? Mentre io sono al lavoro a sgobbare per far mangiare te, tu dormi?! Alzati subito e preparami da mangiare!! Avrebbero dovuto insegnarti l'educazione e il rispetto quando era il momento, altro che coccole e carezze. Bel risultato che è venuto fuori." Disse prendendomi un braccio e alzandomi dal divano. Andai in cucina senza capire bene quel che succedeva dato che ero appena sveglia ed iniziai a trafficare con le stoviglie quando mi cadde un bicchiere per terra e si ruppe. Sapevo quel che mi aspettava. Lo zio mi raggiunse con passo spedito, e mi prese per un braccio con la sua solita stretta d'acciaio. Mi diede una sberla dolorosissima, probabilmente era un pugno, e continuò di questo passo, come al solito. Le botte arrivavano una dopo l'altra, quasi non le distinguevo. Fortunatamente si stufò dopo un po' e mi lasciò andare. Cioè, mi buttò per terra facendomi finire sui vetri rotto con una mano, ma al meno mi lasciò. "Ora pulisci il casino che hai fatto e mi prepari la cena. Veloce!!" Pulii tutto e preparai la cena a quell'essere spregevole, non meritevole di essere chiamato uomo. Mi sedetti di fronte a lui è lo guardai mangiare, augurandogli di strozzarsi ad ogni singolo boccone, poi pulii i piatti e mi fiondai in camera aspettando l'ora x, che sembrava non arrivare mai. Quando finalmente l'orologio segnò le 4, presi coraggio.  Uscii da camera mia per controllare che lo zio dormisse profondamente, e lo trovai in camera sua che russava, con una siringa abbandonata sul suo comodino. Avrebbe dormito a lungo. Presi la valigia e andai in sala per rubare i soldi che lo zio usava per la droga e gli alcolici, mi infilai una mega felpa addosso e finalmente uscii da quella casa. Finalmente libera. Buonasera! :) spero che il primo capitolo di questa serie vi sia piaciuto, e vi abbia intrigati abbastanza da volerne leggerne un secondo, poi terzo e così via! Voglio scusarmi se questo capitolo è un po' grezzo, ma è uno dei miei primi tentativi di scrittura risalenti ad anni fa! Vi do la mia parola che i seguenti saranno più soddisfacenti sia dal punto di vista del contenuto che di stile. Detto ciò vi saluto, e al prossimo capitolo. -MQM
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: MyQueenMichelle