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Autore: diaforis    13/04/2015    2 recensioni
Lontana da Litchfield, Alex Vause ha in mente un unica persona: Piper. Ma non è tutto oro quello che luccica e quando il gioco si fa duro, le more tatuate cominciano a giocare. I pensieri cambiano, le priorità diventano altre e il senso di sopravvivenza prende il sopravvento.
Genere: Erotico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Nuovo personaggio, Piper Chapman, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dicono che la notte porta consiglio, a me ha portato ispirazione. Sono le 4.45 ed io ho appena finito di scrivere il terzo capitolo. Non è stato un parto, ma quasi. Almeno so che da questo momento ho ben chiara la traccia di ogni capitolo e non vedo l'ora di continuare.  

Vorrei poter dilungarmi di più ma il letto chiama ed io devo rispondere.  

Un grazie a tutti coloro che seguono questa storia e buona lettura! 

 

02. "That phase". (ALEX POV

 

Ci sono le docce di routine, quelle anonime e veloci della mattina. Insaponi i capelli, ti insaponi con il bagnoschiuma e poi via, sciacqui tutto. Rapido ed indolore.  

E poi ci sono le docce che hanno una storia a sé. Quelle che ci passi ore sotto il getto bollente, come se nessun altro posto fosse adatto ad accogliere i tuoi pensieri più profondi. 

Quelle che bruciano la pelle, che lavano via anche quello che ti porti dentro.  

Una giornata no, una storia finita male, un pensiero fisso,  una scopata sbagliata. 

Il carcere.  

Mi lascio accarezzare ancora per qualche secondo dal tepore dell'acqua che mi rimbalza addosso e chiudo il getto, strizzando bene i capelli. Il telefono comincia a squillare. 

« Cazzo.. » borbotto, aprendo l'anta della doccia. L'aria profuma di muschio bianco e lo trovo dannatamente confortante mentre afferro il telo appeso al muro e me lo fascio addosso, richiudendolo sul davanti. Scalza e completamente noncurante delle impronte bagnate che lascio per tutto l'appartamento, raggiungo la camera da letto ed afferro il cellulare.  

« Alex! » la voce di Sarah mi rimbomba nell'orecchio « fra mezz'ora passo a prenderti. Puntuale, mi raccomando! ». 

Neanche il tempo di dire "va bene" e la chiamata si chiude. Scuoto la testa ormai rassegnata ai modi di fare di mia cugina e lancio il telefono sul letto a due piazze, combattendo la voglia di fiondarmici dentro per dormire fino a domani. 

 

« Wow Alex, però, ti ha fatto bene la prigione eh » Sarah mi cammina affianco, stretta nei suoi jeans a vita alta. Non è il massimo per la mia prima sera in libertà, ma non ho nessuno qui e lei domani parte in Erasmus in Europa per cui è anche l'unica occasione per salutarla. 

 « Già, la cuoca usava una particolare tecnica di dimagrimento..  » inarco il sopracciglio e le rivolgo un'occhiata sarcastica, che però non coglie.  

« L'ho mai vista? Voglio dire.. quando sono venuta a trovarti, era lì? » mi domanda, mentre segue la strada dove in lontananza spicca un'insegna illuminata  

« Non ricordo Sarah.. Ma siamo già arrivate? » cambio discorso, alludendo al gruppetto di persone ferme in fondo alla strada. L'unica volta in cui Sarah è venuta a trovarmi era anche la prima in cui vedevo Piper insieme a Larry, e non è piacevole da ricordare. 

« Questo posto è figo per essere un pub del Queens » esclamo, con il naso all'insù verso il soffitto in legno, sul quale padroneggiano teste di animali impagliati « Ha un nonsochè di affascinante ». 

Sarah, per niente d'accordo con me, saluta con la mano un gruppo di ragazzi in fondo alla sala e mi fa cenno di seguirla verso un tavolino più in disparte « Pub irlandese, se ti piace il genere.. » ammicca verso il barista dai capelli rossi, probabile sosia in carica di Ed Sheeran. 

Arriccio il naso e scuoto la testa, lasciandomi sfuggire una mezza risata « Se avesse avuto le tette, ci avrei potuto fare pure un pensierino ». Sarah mi guarda attentamente. 

« Sì, sono ancora in "quella fase" » continuo, mimando le virgolette con le dita per citare le parole di mia zia, nonché sua madre, che definiva la mia omosessualità "fase di passaggio". 

Nella mia famiglia venivo considerata da tutti la figlia modello. Andavo bene a scuola, non facevo tardi la sera e non avevo strani ragazzi che mi venivano dietro. La verità è che avevo perso le speranze di diventare popolare già dalle elementari e buttarmi sui libri mi sembrava la cosa più intelligente da fare. La mia vita urlava "nerd" a squarciagola. 

Poi, ovviamente, qualcosa cambiò. 

Osservo la cameriera dirigersi verso il nostro tavolo con un altro giro di shots e guardo Sarah, già mezza brilla « Uhhh sei proprio insaziabile stasera.. » lei mi osserva senza capire, mentre i bicchierini ci vengono posizionati davanti, sul tavolino di legno instabile. 

« Questi li offre quella ragazza in fondo al bar » e si rivolge a me, con un sorriso « A te ». 

Butto un'occhiata nella direzione che mi ha indicato ed incontro due occhi da cerbiatta che mi fissano impazienti. Anche Sarah si volta, alza il bicchierino nella sua direzione e manda giù tutto d'un sorso la vodka liscia, urlando verso di lei un "Alla tua!" stridulo.  

Io faccio lo stesso e la ringrazio silenziosamente con un cenno del capo, che lei ricambia. 

Poso la testa sul cuscino e rilasso i muscoli contro il materasso morbido che mi accoglie. 

Sono da poco passate le quattro ed io sento la testa leggera, mentre l'alcool in circolo a poco a poco sta svanendo insieme al ricordo sbiadito di una ragazza dai grandi occhi castani e del suo gesto silenzioso ed indiretto di attirare l'attenzione, offrendomi da bere. 

Mi domando se l'ho mai vista da qualche parte ma è troppo tardi ed io sono troppo stanca anche solo per pensarci. Dormire è l'unica mia priorità in questo momento. 

Escludendo Piper. Ma lei non si può escludere.  

Anche se mi tengo impegnata e sono fuori da Litchfield.  

Anche se ho patteggiato lasciandola sola lì dentro. 

Anche se fingo di non pensarci ma in realtà è il mio pensiero fisso.

   
 
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