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Autore: Directioner_810    14/04/2015    0 recensioni
Cosa fareste se da un momento all’altro vi ritrovaste catapultati in una realtà completamente diversa dalla vostra? Cosa fareste se vi ritrovaste in una nuova scuola, con nuove persone e completamente senza amici? Cosa fareste se un ragazzo vi perseguitasse notte e giorno senza lasciarvi in pace? Beh, questo se lo chiede anche Chanel ma purtroppo non sempre c’è una risposta a tutto, forse.
Genere: Comico, Dark, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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~The Reason Why~


 
Mi fermai di colpo riconoscendo a stento quella voce e quel tono da arrogante presuntuoso. Chiusi gli occhi e mi girai di scatto pronta a dirgliene quattro a quel demente. Oh tesoro adesso vedrai la ragazzina, pensai.


“Senti un po’ decerebrato, nessuno ti ha detto di venirmi ad aprire l’armadietto stamattina, non so chi sei, non ti ho mai visto in tutta la mia vita e se ho le mie cose sono affari miei, quindi gira a largo perché non ti sopporto più!” ero nera di rabbia, e lo diventai ancora di più quando notai che lui non faceva niente per ribattere, anzi, mi guardava con quella faccia da deficiente arrogante. Sbattei i piedi a terra come una bambina e mi rigirai, convinta che se l’avessi ignorato se ne sarebbe andato. Ricominciai a saltellare ma niente da fare, era troppo alto.
Sentii un mano poggiarsi sul fianco per fermare i miei saltelli e ne vidi un’altra, molto più grande rispetto alla mia, arrivare allo scaffale tanto desiderato e prendere quello per cui stavo tanto faticando. Era stato un gesto bellissimo se non fosse stato per la persona. Sapevo benissimo chi era il personaggio in questione e mi urtava, perché lui non lo faceva per gentilezza, bensì per rinfacciarmi che senza il suo aiuto non ce l’avrei fatta.
Mi girai ritrovandomelo a nemmeno cinque centimetri di distanza. Mi schiarii la voce per cercar di farlo allontanare ma non servì a molto,presi coraggio e strappai dalle sue mani il pacco di assorbenti. Penso che in quel momento fossi più rossa di un pomodoro. “Beh, grazie per l’aiuto ma io devo andare ciao” dissi cercando di scostarlo e continuare indisturbata verso la cassa. Purtroppo per me, quel riccio scassa minchia era troppo grande e non riuscii a spostarlo di molto “Mi devi due favori Evans” mi guardò divertito “io non ti devo proprio niente, non ti ho chiesto niente, anche perché fosse stato per me avrei fatto a meno del tuo aiuto” lo guardai in cagnesco. “Beh allora, se il mio aiuto non lo vuoi non ti dispiacerà se questi me li riprendo io” disse prendendomi dalle mani il pacco che poco prima, aveva preso dallo scaffale. “ci vediamo Evans” girò i tacchi e mi lasciò li, persa nei miei pensieri e senza assorbenti. Cazzo, e adesso come li prendo? Maledii il mio ego. Rinunciai a prendere il pacco che mi serviva e ne presi uno a caso negli scaffali più bassi, se per una volta cambio non succederà il finimondo. Misi tutto nel carrello e mi diressi alla cassa, ripensando a quello che era successo poco prima. Come faceva a sapere il mio nome? Ah che stupida sicuro gliel’avrà detto quel tizio biondo.. quello che non riesco a capire era il perché mi avesse aiutata per due volte di fila, in fondo io non gli avevo chiesto niente. Le cose erano due, o era un ragazzo molto gentile e premuroso, oppure c’era qualcosa sotto, qualcosa di troppo grande per me da comprendere. Optai per la seconda ipotesi.
Non so cosa centrassi io con quella gente ma di una cosa ero sicura, non li conoscevo e non avevo nessuna intenzione di farlo. Quei ragazzi erano troppo strani per i miei gusti, il riccio poi non ne parliamo.
Una volta pagato, misi tutto nelle buste e mi diressi a casa. Arrivai dopo 15 minuti di strada, posai le buste sul tavolo della cucina e come mi aspettai, mio padre non era ancora tornato. Ne approfittai per sistemare la roba che avevo comprato e una volta finito, la casa sembrava aver acquisito un po’ più di colore e di vita. Misi una delle pizze che avevo comprato nel forno e mentre aspettavo che cuocesse guardai un po’ di tv.
Mangiai e salii al piano di sopra. Decisi di prendere il libro e studiare un po’ per la lezione di domani. Quando finii, non sapevo cosa fare e mi stavo annoiando a morte, quindi decisi di fare un giro e scoprire un po’ questa nuova città in cui mi trovavo. Scesi al piano di sotto, presi giacca, sciarpa e berretto e uscii. Una volta chiusa la porta alle mie spalle, iniziai ad incamminarmi per non so quale stradina sperduta. Era molto bella, illuminata e con una scia di alberi ai bordi delle strade. Era un viale alberato, ed era bellissimo. Il vento era forte ma d’altronde che potevo aspettarmi da una città come Londra? Già era un gran cosa che non piovesse.
Mentre camminavo, vidi un gruppo di ragazzi camminare sul mio stesso marciapiede, solo dal verso opposto. Quando li riconobbi mi venne una gran voglia di attraversare e andare sull’altro lato della strada, ma non potevo, si sarebbero accorti che volevo evitarli e avrebbero capito la mia paura nei loro confronti. Perché si, ho una dannata paura di quei ragazzi. E non solo io, da quello che ho capito, intimoriscono praticamente tutta la scuola e non capisco il perché. Erano praticamente di fronte a me e senza pensarci abbassai la testa camminando a passo spedito. Dio fa che non mi riconoscano ti prego, Dio fa che non mi riconoscano ti prego, Dio fa che non mi riconoscano ti prego... continuavo a ripetermi questa frase mentre camminavo da almeno cinque minuti. Quando passai tutti si zittirono e si sentiva solo il rumore dei miei passi, visto che i loro erano cessati.
A quanto pare erano troppo impegnati a fissare qualcosa, o per meglio dire, ME. Il cuore batteva forte e non mi accorsi nemmeno che uno di quei tizi mi aveva tirato una spallata. Mi girai continuando a camminare, era stato il riccio, o per meglio dire Harry Styles... quando lo guardai mi rivolse un sorriso sghembo insieme a tutti i suoi amici, “Ciao ragazzina” mi girai infastidita e continuai a camminare, sentendo gli sghignazzi dei suoi amici alle mie spalle. Non ci diedi molto peso, ma sentivo ancora i loro occhi puntati addosso e questa cosa iniziava ad infastidirmi. Vidi una stradina sulla destra, non ci misi più di un secondo a svoltarla. La cosa positiva? Finalmente non avevo più otto paia di occhi brucianti sulla schiena. La cosa brutta? Non sapevo dove mi trovassi, era una stradina molto piccola e puzzava di rancido. Storsi il naso e mi strinsi un pò di più nella mia giacca. Sapevo che non era tutto a posto, c’era qualcosa che non andava... qualcosa di pericoloso e per una delle poche volte in tutta la mia vita, avevo veramente paura...
Camminai a passo lento per quella stradina deserta riflettendo sul da farsi. Tornare in dietro o continuare a camminare? Una folata di vento mi fece ricredere e optai per la prima scelta. Mi girai e ritornai sui miei passi, ma questa cosa durò poco e niente visto che nello stesso momento in cui mi voltai trovai otto ragazzi piazzati davanti alla mia figura. Erano in piedi, immobili e con le facce dannatamente serie. Era il gruppo di Harry! “porca miseria, come ci sono finita in sto casino?” sussurrai a me stessa “scusa ragazzina, per caso hai detto qualcosa?” a parlare era stato il tizio biondo di stamattina, com’è che si chiamava? Nail? Ma chi se ne frega, avevo altre cose più importanti a cui pensare. “si, stavo riflettendo su quanto tu possa essere coglione” feci un sorrisino forzato. Ok, forse non era la risposta migliore che avrei dovuto dare, ma cosa avrei dovuto dire? Mi ha chiamato ragazzina! Ha parlato l’uomo vissuto! “adesso basta mi hai rotto il cazzo” disse camminando a passo spedito verso di me. Porca miseria adesso mi ammazza. Chiusi gli occhi aspettando la mia morte ma non arrivo niente, ma come, nemmeno un pugno? Si ok, sono masochista.
Aprii un occhio per constatare che Styles teneva per un braccio Nail e quest’ultimo mi guardava con un’espressione carica d’odio. “senti mocciosa, io con te non voglio perdere tempo. Tu mi servi, e solo per questo motivo non ti ho fatto pestare a sangue da Niall ma se provi a rispondere un’altra volta in questo modo giuro che non fermo più nessuno.” Storsi il naso “quindi fammi capire, tu puoi chiamarmi mocciosetta, ragazzina e chi più ne ha più ne metta e io non posso dire ad un tuo amico che è un coglione?” ero furiosa e penso che anche loro se ne fossero accorti. “Esattamente” disse tranquillamente il riccio. Scoppiai a ridere “voi siete malati” feci per continuare indisturbata la mia passeggiata ma quella specie di bradipo col cespuglio in testa mi fermò. “tu non hai proprio capito eh?” ma allora questo o è stupido o lo fa. “Ma che dovrei capire? A che vi servo? Potreste gentilmente lasciarmi stare? Io non ti ho chiesto niente, sei tu che hai iniziato a darmi confidenza. Non so nemmeno i vostri nomi se non il tuo e quello di Nail e detto sinceramente non mi interessa saperlo” incrociai le braccia al petto guardandolo con aria di sfida. Si alzò una ristata generale, compresa quella di Harry.
Stranamente l’unico che non rideva era il biondo. “ah grazie adesso faccio anche ridere oltre ad essere un mocciosetta ragazzina giusto?” “vedi che allora quando vuoi rifletti?” e scoppiarono di nuovo tutti a ridere. “Nail si chiama Niall... non penso tu gli stia molto simpatica” oh fidati nemmeno a me.
Lo pensai soltanto senza dire niente, già quello mi odiava, ci mancava solo che gli dicessi una cosa del genere. “comunque mocciosetta, a te non devono interessare i nostri nomi” il riccio si avvicinò pericolosamente a me, questa cosa non mi piaceva affatto. Indietreggiai fino a sbattere contro un muro. “Tu da me non puoi scappare, mettitelo in testa, e nemmeno tuo padre” sbarrai gli occhi “mio padre? Che c’entra? Ma che sei, uno stalker?” si avvicinò al mio orecchio e sussurrò “non sono uno stalker, ma devi riferire a tuo padre che il tempo è agli sgoccioli e io non ne ho più da perdere, e fidati, sono qualcosa di molto peggio di uno stalker” prese il mio mento alzandomi il viso all’altezza dei suoi occhi color smeraldo “quindi farai la brava bambina e andrai a riferire a tuo padre quello che ti ho appena detto, intesi?” annuii silenziosamente col capo “benissimo, e mi raccomando, non far parola a nessuno di questa cosa o puoi considerarti morta. Anche perché potrebbe mancare davvero poco.”
E con queste parole scomparì insieme alla sua cerchia d’amici. Io l’avevo detto che qualcosa non quadrava...
porca puttana.

 












Spazio Autrice
Ciao ragazze! Questo è il mio nuovo capitolo, spero vi piaccia e spero anche in una vostra recenzione. Detto questo, volevo scusarmi per il ritardo ma ho avuto due materie da recuperare (inglese e francese) ebbene si, anche ascoltando i ragazzi faccio schifo nelle lingue, ahahaha ma sono cose che capitano dai. Adesso vi saluto e ci vediamo al terzo capitolo che spero di pubblicare al più presto. Ciaoooo <3 <3 <3 <3

  
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