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Autore: LaRagazzaImpossibile    15/04/2015    1 recensioni
Volete rilassarvi? Eccovi una Colepaldi leggera da leggere con una tazza di tè e biscotti!
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Togliete il Dottore, togliete Clara, togliete che Peter e Jenna sono attori famosi.
Immaginateli come una ragazza in cerca di una nuova vita e un uomo di mondo, accomunati da un incontro speciale.
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jenna-Louise Coleman, Peter Capaldi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Tè, biscotti e Colepaldi-

Capitolo 10: Lacrime sottopelle
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Rimase tra le sue braccia, anche se era sveglia da un'oretta, teneva gli occhi aperti guardando le mani di Peter, gliele accarezzava e percorreva le dita di lui con le sue mani sfiorando la sua calda pelle.
Quanto si sta bene qui?
Sentì Peter agitarsi dietro di lei, faceva qualche movimento per stirarsi, sembrava un bambino, Jenna non si girò, il divano era davvero stretto per quei due!
Si limitò a sorridere sfiorandogli le mani "buongiorno" sussurrò lei di spalle a Peter.
Ma c'era qualcosa di strano nell'anima di Peter, improvvisamente il suo cuore accellerò, all'impazzata, voleva uscirgli dal petto.
"Jenna... -cominciò scuro in viso
"che c'è? -chiese lei sussurrando dolcemente, girando leggermente il viso di lato, sempre di spalle a lui, stesa al suo fianco, senza guardarlo.
"io...-guardò in basso, colpevole e rassegnato -non innamorarti di me".
Jenna spalancò gli occhi, quelle parole erano come una bomba nel suo cuore di cristallo.
"Io...-riprese Peter-..non sono il tipo di persona con cui puoi...di cui puoi innamorarti...".
Gli occhi di Jenna si riempirono di dolore, le parole si spensero e ogni respiro divenne inutile, i battiti del suo cuore si annullarono e la paura prese il controllo della sua mente, si alzò di scatto mettendosi a sedere.
Era seduta vicino a Peter, disteso, la sua piccola, nuda schiena era coperta di brividi.
Peter si mise a sedere accanto a lei, fece per sfiorarle la spalla con le dita, ma Jenna bloccò il suo tocco alzando la mano per fermarlo.
Quando sentì le lacrime scenderle lungo il viso, afferrò i vestiti, e cominciò a vestirsi tenendo la testa bassa per non mostrare a Peter la sua debolezza, Peter si alzò, infilò i boxer e la guardò preoccupato con la bocca socchiusa, fece per avvicinarsi a lei "Jenna.."sussurrò preoccupato.
Lei alzò la mano contro di lui per fermare le sue stupide parole.
"Zitto okay? Non voglio sentirti" rimproverò tra le lacrime, aveva infilato la biancheria, la tuta e la maglietta, le ciabatte rimasero sul pavimento di Peter lasciando i suoi piedini scalzi.
Si voltò verso la porta e aprì nervosa.
"Jenna!" cercò di recuperarla, ma lei era fuori, si girò verso di lui, lo guardò e scoppiò a piangere sbattendo la porta e andandosene.
Peter uscì, era in mutande, ma chi l'avrebbe visto?
"Jenna!".
Era così nervosa che faceva fatica anche ad infilare la chiave nella Sua serratura, quante lacrime e quanto dolore.
Peter era dietro di lei, le mise le mani sulle spalle, ma lei scattò per toglierselo di mezzo "lasciami stare!" urlò, Peter restò con le mani all'aria.
Jenna entrò a casa Sua, non si girò nemmeno a guardarlo, sbattè la porta e ancora una volta si lasciò scivolare lungo la porta a piangere, ma questa volta no, non trattenne nulla, pianse a dirotto facendosi sentire.
Peter ascoltò i suoi singhiozzi dall'esterno, bussare? Parlare? Perchè? Non servirebbe.
Esitò, indeciso su cosa fare, e alla fine entrò nel suo appartamento maledicendosi.
Jenna restò lì a piangere, come fai a dire una cosa del genere? Come fai?
era stata la notte più bella della sua vita, avevano dormito pelle contro pelle, ed era anche tardi, sarebbe dovuta andare a lavoro tra un'oretta.
Peter telefonò Caroline che, come sempre per lui, rispose.
"dimmi"
"ho combinato un disastro"
"oh no, Peter, che succede?"
"ho fatto l'amore con lei, e...l'ho mandata via"
"santo cielo Peter! Arrivo tra un po' e ne parliamo, sei assurdo!"
detto questo riagganciò in faccia a lui.
Non voleva ferirla, non voleva davvero, ma l'aveva lì quella notte, con lui, non pensò minimamente al mattino dopo, perchè non fermarla quella sera? Ormai era troppo tardi.
Andiamo Jenna, non farti sconfiggere di nuovo.
Si alzò, fece una doccia e si preparò per andare a lavoro, ma pianse.
Pianse nella doccia, pianse mentre si vestiva, pianse mentre si truccava rovinando tutto, tutto rovinato.
Tutto.
Mise solo in fondotinta, che la faceva sembrare più trasparente e fragile che mai, si guardò allo specchio una decina di minuti in silenzio con lo sguardo perso per poi alzarsi e uscire.
Non riuscì ad uscire in realtà, aveva paura di trovarsi Peter davanti, la sua mano tremava davanti alla maniglia della porta, tirò un respiro profondo e uscì.
Aria.
Si incamminò per le scale rivolgendo uno sguardo fuggitivo alla porta di Peter, ma lo distolse quando cominciò a sentire ancora le lacrime.
Si incamminò a lavoro, braccia incrociate e viso basso.
Ogni tanto le tremavano le labbra e voleva ricominciare a piangere.
Arrivò a lavoro, tirò un sorriso segnato e trovò i suoi nuovi colleghi dietro al bancone.
"Jenna!" urlò entusiasta Matt, "loro sono Karen e Artur, brava gente"
"hey, che piacere conoscerti!" disse Karen, una ragazza colorata, in ogni senso, capelli rosso ramato, 6 metri di gambe e sorriso abbagliante,
"Benvenuta!" disse Artur, ragazzo meno abbagliante, tranne gli occhi, che brillavano di luce propria, soprattutto quando vedevano Karen.
"Ciao! -disse Jenna -scusate, oggi sono un po' incasinata, non fateci caso"
"Tutto bene? -chiese Matt- hai un'aria distrutta, hai dormito?"
Jenna annuì, ma le veniva ancora da piangere.
Cominciò un'altr giornata di lavoro.

"Cosa hai fatto?!" chiese Caroline mentre guardando Peter con tono severo mentre erano seduti sul divano, Peter teneva lo sguardo basso, ma non disse nulla.
"sei stupido? Non puoi fare l'amore con una donna e dirle 'non innamorarti di me' Peter! è inaccettabile, ora lei sta male, ed è colpa tua!"
"Credi che io stia meglio?"
"te lo meriti! Sai, te lo meriti di soffrire, ma io non ti vedo sofferente, io ti vedo semplicemente con un peso, vergognati, sei tuo quello che dovrebbe stare male, non lei!"
" è lei che è venuta da me"
"ma stai zitto, l'avresti fermata, ma che ti prende? Ora vai da lei e le dici quanto la ami"
"no, non posso"
"smettila di fare l'orgoglioso"
"non posso presentarmi da lei così!"
"mh, Peter -sospirò stizzita Caroline- cerca di capire cosa vuoi, non puoi farla soffrire così, dimmi, ti senti meglio a vederla in quelle condizioni?"
"no, affatto" scosse il capo a voce bassa.
"allora risolvi la situazione" lo guardò negli occhi e si alzò "devo andarmene, ho da fare, hei! -gli puntò il dito contro- ti tengo d'occhio".
Peter annuì e Caroline sparì dal suo appartamento.
Passò anche questa mattinata, Jenna non avrebbe lavorato il pomeriggio, decise di tornare a casa, tolse la divisa e fece per uscire.
"Jenna, che succede?" chiese premuroso Matt.
"niente di che, tranquillo"
"è Samuel?"
"No, lascia perdere, ma tranquillo, sono solo stanca"
"okay, a domani, ma non farmi preoccupare".
Jenna annuì, abbozzò un sorriso e ancora una volta con le braccia incrociate tornò a casa a piangere, aveva resistito tutta la mattinata, ma doveva sfogarsi, qualche lacrima tentò di scendere lungo il tragitto, ma lei glielo impedì.
Arrivò davanti al Suo palazzo.
Infilò la chiave nella serratura e la sua paura si realizzò.
Peter uscì dalla porta e se la trovò davanti.
"Jenna, ti chiedo un minuto".
Tremavano entrambi.
"che vuoi?" non lo guardava, restò a fissare la Sua porta con la chiave infilata.
"Entra da me", stava per piangere di nuovo, ma non voleva piangere davanti a Peter, trattenne, trattenne tutto, le lacrime correvano sotto la sua pelle, ma non uscivano.
"no"
"ti prego" la supplicò.


 
   
 
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