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Autore: Giada in the universe    15/04/2015    1 recensioni
Poteva strizzare gli occhi; poteva scuotere la testa; poteva darsi un pizzicotto per capire se stava sognando.
Ma alla fine doveva ammettere che quel che stava vivendo era reale. Paesaggi, edifici, abitanti e stili di vita, di cui nessuno scienziato era a conoscenza, le scorrevano davanti agli occhi.
Così questa era diventata la sua avventura, non riusciva ancora a crederci. Ma quella ragazza che volava da un pianeta all'altro, o che si difendeva da nemici con poteri soprannaturali, era proprio lei
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E di nuovo 
si trovava immersa in quello splendore,
tutto luccicava sotto ai suoi occhi. 
E mentre faceva correre lo sguardo 
su quelle brillanti superfici,
la sua attenzione venne catturata 
di nuovo
dallo stesso 
trono,
che si ergeva 
imponente
in mezzo all`ampia stanza;
ornato 
da enigmatici disegni,
cerchi e linee,
apparentemente privi di senso.
Aveva strizzato gli occhi,
lo aveva osservato a lungo,
aveva focalizzato l`attenzione 
soprattutto sulla grande sfera,
che sovrastava 
lo schienale; 
Fece scorrere lo sguardo sulle righe,
lunghe e corte,
che si alternavano intorno ad essa
e riconobbe
la forma del sole.
Vide poi i cerchi,
che gli danzava intorno
"Pianeti?" si chiese incerta
e intravide
in quelle linee appena accennate
l'intero cosmo
con le sue infinite stelle.
E poi,
splendente e immensa,
La stella più importante di tutte
illuminava i piccoli pianeti,
che le si avvicinavano
bisognosi di calore.
Ed erano cosí
immobili,
Imprigionati nell'oro.
Chiuse gli occhi
li vedeva tutti:
Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Uranio e Nettuno.
Riaprì gli occhi
e provó stupore,
davanti a lei,
sul luminoso trono,
erano solo quattro i pianeti che circondavano 
il grande sole.
Prima che potesse chiedersi perché,
un suono di tacchi 
nel silenzio solenne della sala
attirò la sua attenzione.
Si giró
riconoscendo quei capelli castani,
raccolti nella lunga coda.
E di nuovo 
sentì
dalle labbra aperte in un sorriso
le solite parole:
"Giada,
pronta per partire?"
Ma un suono stridulo e ripetitivo fece sparire di colpo tutto lo splendore di quelle immagini. Aprì gli occhi e vide la sua camerarischiarata solo da un unico, debole, raggio di sole mattutino che s'intrufolava nella stanza, approfittando della portafinestra leggermente aperta. Riuscì ad ammirare questa visione solo per un istante, prima che la sveglia riprendesse a gridare con la sua voce acuta.
La spense con una manata, sentendo il rumore della plastica che sbatteva contro il legno del comodino. I suoi caratteri rossi e luminosi le ferivano gli occhi, ricordandole che il suo lungo letargo estivo, durato tre mesi, finiva quella mattina; e più precisamente alle sei e un quarto.
Si giró supina, sentendo la morbidezza del cuscino sotto la sua testa. Si sorprese quando capì di non essere nervosa o stressata, nonostante fosse la prima volta da mesi che si svegliava prima di mezzogiorno.
Insomma, si sentiva pronta a rinunciare al suo riposo e affrontare studio e sveglia alle sei ogni mattina per i futuri nove mesi. O anche no. Forse il vero problema era un altro, non aveva voglia di ricominciare, ma semplicemente non riusciva a immaginare che cosa l'aspettava nell'imminente anno scolastico, perché quei sogni, che si ripetevano uguali, da una settimana ormai, la turbavano.
Aveva letto che i sogni hanno un significato, ma che significato poteva avere un sogno simile? Soprattutto uno così misterioso, che si ripeteva prepotente ogni notte.
Forse non era niente di che , probabilmente stava solo reprimendo lo stress per l'inizio scuola. 
Uscì di casa e sentì appieno l'atmosfera di quella mattina di settembre, tutto silenzioso, tutto calmo. Le sue scarpe che battevano sull'asfalto erano gli unici rumori che turbavano quella calma leggera, vibravano ed echeggiavano nell'aria. Respirò appieno, si sentiva già meglio; E proprio in quel momento un urlo pose fine a tutta la quiete. "Giada!" si giró e vide Tiziana, i capelli castani corti, gli occhiali neri ed era la sua stravagante compagna di banco. Prima che potesse ricambiare il saluto si trovò avvolta nell'abbraccio del "che bello rivederti".
Cercò di scrollarsela di dosso, ma il potere dell'amore è più forte di qualsiasi bisogno di respirare, fortunatamente i soccorsi arrivarono, salvando Giada appena prima che esalasse il suo ultimo respiro.
"Andateci piano, o vi accuseranno di atti osceni in luogo pubblico" si girarono di scatto e riconobbero i lunghi capelli di Naomi.
"Oh ciao nao" la salutò Giada, e anche Tiziana la salutò, a modo suo, donando un po' del suo abbraccioso affetto anche all'altra ragazza. 
Dopo che la piovra ebbe esaurito tutto il suo bisogno d'amore ripresero a camminare verso la scuola, parlando delle vacanze ed esprimendo il loro dolore per l'inizio del nuovo anno. Giada non poté fare a meno di raccontare il suo sogno, probabilmente voleva solo essere confortata e sentirsi dire di non preoccuparsi, e così fu; erano tutte d'accordo sul fatto che fosse solo stress; e i racconti sull'estate ripresero. 
Tra una chiacchiera e l'altra giunsero davanti alla scuola, si fecero forza a vicenda e poi Naomi deviò verso l'artistico, mentre Giada e Tiziana andarono dritte verso l'alberghiero.
Arrivate in classe Giada si concentrò sulle lezioni, approfittando di quella freschezza di cui si dispone solo durante il primo giorno, e comunque non presente in tutti. Come in Tiziana che, con il mento appoggiato al banco, lottava contro la forza di gravità per impedire alle palpebre di cadere, sentendo di non aver ancora abbandonato completamente il letto. Ma questo solo per italiano, e per scienze subito dopo, perché già nelle due ore successive, che li avrebbero visti tutti affaccendati ai fornelli, bisognava svegliarsi, se non ci si voleva fare del male in venti modi diversi, ma questo, come constatò Tiziana, e le povere lasagne sventuratamente da lei preparate, non arrivò proprio a tutti; e l'insegnante di cucina intervení giusto in tempo, prima che esplodesse il forno (e probabilmente tutta la scuola).
Quel giorno, essendo il primo, gli studenti avevano l'orario ridotto e  uscirono a mezzogiorno. Le tre ragazze s'imcamminarono verso casa. 
Tiziana raccontò a Naomi la disavventura delle povere lasagne, che molto probabilmente, quel giorno stesso, avrebbero chiesto al giudice un ordine restrittivo, per essere tutelate dal mostro coi capelli corti, mentre Giada pensava alla lezione di scienze. 
Avevano trattato il sistema solare e lei si era di colpo ricordata dell'iscrizione sul trono, che raffigurava il sole circondato da quattro pianeti. Per sicurezza li aveva ricontrollati anche sul libro, già, erano proprio 8, Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Uranio, Nettuno, perché, quindi sul trono erano solo quattro? Ma non poteva pensarci in quel momento: Tiziana la chiamava "Giada, che hai?"
"Ah, nulla" rispose prontamente. 
"Sembri giù di morale" insistette quella. 
"Ma no, sto bene, pensavo solo che mi toccherà riabituarmi ai ritmi della scuola". Entrambe la guardarono per qualche secondo, valutando se era stata convincente, e quando decisero di sì ripresero a parlare. 
"Ah quasi dimenticavo..." esclamò Tiziana "che ne dite di venire a casa mia a dormire stasera?".
"Perché?" Naomi la guardò interrogativa.
"Perché stasera c'è la luna piena!" rispose Tiziana, con entusiasmo.
"E allora?" Giada non capiva il perché di tutta quella gioia.
"Staremo sveglie ad osservare la luna tuuutta la notte" congiunse le mani e le portò al viso, con fare sognante.
E senza saper spiegare il motivo, Giada e Naomi accettarono.
Così Giada era a casa dell'amica. Avrebbero dormito su tre materassi, sistemati per terra. 
Giada e Naomi erano già sotto le coperte, quando Tiziana venne a chiamarle "pronte?"
"Sì, arriviamo" si alzarono e andarono in balcone; 
E lo spettacolo che le aspettava era davvero degno di essere ammirato tutta la notte: una grandissima luna piena splendeva esattamente al centro del cielo notturno, facendosi largo tra la coltre di nubi.
Le tre ragazze la fissarono con gli occhi sbarrati, era davvero bella. Tiziana iniziò subito a fantasticare "ve la immaginate una dichiarazione al chiaro di luna?" Giada la fissò sorridendo, mentre quella continuava a sognare "lui mi prenderà il viso fra le mani e mi dirà..." 
"ma lui chi?!" le chiese Naomi, realista. 
E mentre Naomi cercava di riportare Tiziana sulla terra, Giada pensava alle sue amiche, a come fossero così diverse, ma entrambe così fondamentali per lei. Alzò di nuovo lo sguardo verso la luna, ma stavolta accadde qualcosa;  sentì come una strana attrazione, che le impediva di staccare lo sguardo. E poi, all'improvviso, non si trovava più su un balcone, ma in un posto sterile e deserto, circondata solo da rocce e da un cielo nero, puntellato di stelle bianche. Davanti a lei c'era una ragazza che piangeva, aveva una lunga chioma argentata, raccolta in due code. Giada tese la mano verso di lei "hei, piccola, perché piangi?". Fece correre lo sguardo su quei capelli, che risplendevano d'argento davanti a lei. Di colpo la ragazza sparì e davanti a lei non c'erano più rocce, ma solo la ringhiera del balcone di Tiziana e i visi delle sue due amiche che la fissavano preoccupate. Ma l'istante dopo non ci furono più neanche quelli, e tutto si fece nero.
Eppure
 
sentiva
 
ancora
 
quei      
   
singhiozzi
 
e
 
ancora
 
vedeva
 
quelle
 
ciocche
 
argentee
 
Finché non sparirono anche quelle
 
E si ritrovò nella solita stanza, 
Come ogni volta, dopo che i soliti sogni, se ne andavano dopo averla tormentata tutta la notte
E la lasciavano spaventata e turbata
Con la sola compagnia dei suoi soliti mobili.
   
 
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