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Autore: _Fedra_    17/04/2015    10 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Quattordici.
Invito a una festa

 

 

*

 

 

 

 

Come tutte le grandi città, anche Roma aveva due volti da mostrare.
Il primo era quello idilliaco della classica città d’arte presa d’assalto dai turisti, piena di scorci mozzafiato e angoli di sublime bellezza, in cui il tempo sembrava essersi fermato come per incanto.
Il secondo era quello più sporco, quotidiano, quello dei casermoni anni Sessanta e le strade troppo piccole per una metropoli cresciuta troppo in fretta.
Poche erano le città italiane trafficate come Roma.
Specie nelle ore di punta, quando interi quartieri si spopolavano per rientrare verso le periferie, spostarsi da una zona all’altra poteva diventare un’impresa della durata di qualche ora e poco importava se in quel preciso istante c’era uno yoma assassino da fermare.
Se solo gli sventurati automobilisti avessero saputo come stavano le cose, sicuramente quel giorno avrebbero chiesto gli straordinari pur di non incrociare la Mini color cioccolato con a bordo due ragazze bionde, di cui una particolarmente inferocita.
 
“Spero che quel demone vi sventri tutti, maledette teste di cazzo!”, ruggì Teresa mentre bruciava uno stop e rischiava di andarsi a schiantare contro un taxi.
La sua voce irata era talmente alta da sovrastare completamente la musica sparata a tutto volume dall’autoradio.
Raggomitolata al suo fianco, Claire aveva assunto un preoccupante colore verde, ma teneva duro.
Aveva fin troppe preoccupazioni per badare alle sfuriate della sua compagna.
Tanto la conosceva: tempo qualche minuto e sarebbe passato tutto.
L’importante era che arrivassero in tempo al locale, prima che lo yoma uscisse allo scoperto e mietesse nuove vittime.
Di tanto in tanto, i suoi pensieri andavano a Raki, dandosi dell’idiota un attimo dopo.
Chissà come stava, quel piccolo e stupido umano, e soprattutto se mai era riuscito a restare all’ospedale.
Sperava solo che quel ragazzo fosse abbastanza perspicace da capire che in quel preciso istante il pronto soccorso era il luogo più sicuro per lui.
 
“A che pensi, sorella?”, domandò Teresa subito dopo aver azzardato  un sorpasso da destra.
“Niente. Sono solo un po’ nervosa per la nostra missione. Ultimamente, ci sono troppi yoma in giro per i miei gusti”, rispose l’altra freddamente.
“Tranquilla, arriveremo in tempo per salvare il fratello del tuo amico”, la rassicurò l’amica facendole l’occhiolino.
“Ti ho detto che non è mio amico”, la zittì Claire con un ringhio.
“Certo, certo. Intanto lo hai già salvato due volte”.
“Giuro che questa era l’ultima. Alla prossima aggressione, prometto che lo lascerò agli yoma”.
In tutta risposta, Teresa scoppiò in una risatina divertita.
“Che c’è?”, domandò Claire, decisamente seccata.
“Oh, niente. È che sono contenta di vederti sempre su di giri, negli ultimi giorni. Sembra quasi che salvare la vita a quel piccolo umano ti metta allegria”, rispose l’altra in tono sognante.
“Be’, ti sbagli. È solo un umano. Un pezzo di carne. Per me, vale meno di zero”.
“Bugiarda”.
Claire voltò d’istinto il capo verso il finestrino, cercando di concentrarsi sui fari delle auto che sfrecciavano a pochi metri da loro.
“Lo sai che non mi piace avere a che fare con gli umani. So bene che per certi versi sanno essere ben peggiori degli yoma”, borbottò dopo qualche istante.
“Non tutti sono così”, osservò Teresa in tono saggio.
“Perché, tu quanti ne conosci?”.
“Mah, diciamo che nei primi tempi ho avuto qualche piacevole…PORCA PUTTANA, MA NON CE L’AVETE UNA CASA, VOIALTRI? Sembra quasi che vi piaccia, farvi spolpare dagli yoma! Se non mi pagassero fior fiore di quattrini, vi lascerei a loro con molto piacere!”.
Mentre Teresa si lanciava nell’ennesima sfuriata contro il genere umano, Claire chiuse gli occhi, abbandonando la testa sullo schienale del sedile anteriore nella speranza di rilassarsi per qualche istante.
Man mano che si avvicinavano alla meta, l’odore della battaglia imminente cresceva sempre di più, facendo fremere il suo corpo sovrumano per l’adrenalina.
 
“Però, si tratta bene, il tuo amico”, commentò Teresa nel momento in cui fecero ingresso nel quartiere Prati, costellato di eleganti dimore signorili e ampi viali ottocenteschi.
Claire fece finta di non aver sentito l’ennesima insinuazione da parte dell’amica, stiracchiandosi sul sedile come un gatto e facendo scrocchiare le nocche.
Durante la sua vita umana era stata poche volte da quelle parti, anche se la loro fama era arrivata fino al Ghetto.
Era lì che abitava la gente che contava: avvocati, notai, medici, vip.
Era un quartiere fondato per la classe dirigente e chiunque non vi si fosse aggirato in SUV, abiti firmati e occhiali da sole sarebbe saltato subito all’occhio come una macchia di sugo su una tela di Melozzo da Forlì.
Una fila di adolescenti dai capelli impomatati avanzava ridacchiando verso un locale dall’impianto post-moderno, seguiti da uno stuolo di ragazze arrampicate su vertiginosi tacchi a spillo.
“E copriti!”, commentò Teresa dopo aver adocchiato una di loro, che esibiva una generosa scollatura sul davanti.
In quel preciso istante, il ragazzo al suo fianco le mise una mano sul fondoschiena, senza curarsi minimamente della presenza dei compagni alle sue spalle, che scoppiarono a ridere all’unisono.
Voi sarete i prossimi a morire, maledetti mocciosi, pensò la Claymore mentre li superava sgommando.
 
Le due guerriere trovarono parcheggio proprio di fronte al locale, le luci stroboscopiche che arrivano fino in strada.
Orde di ragazzi si riversavano sul marciapiede, facendo la fila per entrare.
Molti di loro erano truccati in modo vistoso e indossavano abiti scuri, come se stessero partecipando a una festa in maschera.
“Mmm, non credo che questi siano abiti da cocktail”, commentò Claire indugiando sulla sua tuta.
“Rilassati, sorellina. Siamo decisamente più sexy di quella massa di cagne in calore là fuori. Vedrai che tra cinque minuti ti sbaveranno tutti dietro”, rispose Teresa mentre contemplava il suo riflesso nello specchietto posto sopra il volante dopo essersi sistemata le lenti a contatto.
Mmm, non ricordavo di avere le guance così paffute. Devo ricordarmi di mangiare ogni quattro giorni, invece di due, pensò con stizza.
“Non intendevo questo”, la richiamò alla realtà l’altra. “Penso che le nostre spade siano fin troppo visibili”.
“Rilassati e pensa a fare il tuo lavoro”, ribatté Teresa saltando a terra. “In fondo, vorrei farti notare un piccolo dettaglio, cara sorella. Per gli umani, oggi è Halloween. E non credo che due streghe vere diano tanto nell’occhio, in mezzo a tanti mocciosi mascherati”.
Le due Claymore estrassero le loro spade dal bagagliaio, nascondendole sotto i mantelli; poi si avviarono fianco a fianco verso i ragazzi in fila davanti al locale.
 
Non appena le videro arrivare, molti di loro restarono a fissarle con aria inebetita.
“Che hai da guardare, ragazzino? Lo sa tua madre che sei uscito?”, lo redarguì Teresa con un’occhiata omicida.
“Stai buona, sorella. Cerca di concentrarti sul nostro obiettivo”, la redarguì Claire a bassa voce, assestandole una gomitata nelle costole.
“Fosse facile! La prossima missione, giuro che mi tingo i capelli”, rispose l’altra, prendendo a dondolarsi sui talloni per l’impazienza. “Ma cosa stanno aspettando, tutti quanti? Questa fila non scorre, miseria nera!”.
“Credo che ci sia l’addetto alla sicurezza”, osservò Claire, indicando un omone colossale che stava timbrando gli avambracci dei clienti man mano che entravano, non prima di averli letteralmente radiografati con lo sguardo.
“Ci penso io, al gorilla”, rispose Teresa con disinvoltura.
Non appena arrivarono di fronte a lui, la Claymore sfoggiò il suo sorriso più disinvolto.
“Ciao”, lo salutò, denudandosi il braccio con aria di sfida.
In tutta risposta, l’uomo le rivolse un’occhiata glaciale, contraendo la mascella quadrata.
“Siete minorenni?”, domandò con un forte accento romano.
Come osi?!?, pensò Teresa furiosa.
Mai si sarebbe aspettata una simile risposta.
“Vuoi vedere la carta d’identità?”, sputò nel tono più amichevole che riuscì a trovare, premurandosi di censurare il resto.
Con immenso sollievo da parte di Claire, l’uomo si limitò a timbrare gli avambracci di entrambe, borbottando qualcosa tra i denti.
Non appena si trovarono a distanza di sicurezza, Teresa ringhiò:
“Come si permette di darmi della ragazzina? Scommetto che, se mi vedesse con lo yoki all’ottanta per cento, farebbe molto meno lo spiritoso!”.
“Sta’ calma e ascolta”, intervenne Claire, le narici frementi.
 
Erano appena entrate in un corridoio buio, in cui il rombo cupo di una musica bassa e minacciosa risuonava contro le pareti.
“E questa sarebbe una serata horror? Tsk, insulsi umani”, commentò Teresa mentre superavano una coppia di ragazzi muniti di denti da vampiro.
“Di certo lo sarà, visto che tra gli invitati ci sarà sicuramente qualche yoma”, commentò Claire.
“Oltre a noi, non dimenticarlo”, soggiunse l’altra ridacchiando.
In quel momento, le due ragazze entrarono finalmente all’interno della sala.
La folla si agitava a tempo di musica ai piedi di un piccolo palco, su cui si distingueva chiaramente un’alta sagoma umana con indosso un enorme paio di cuffie nere ergersi dietro un mixer.
Alla sua vista, Claire restò per un attimo interdetta.
Zaki somigliava moltissimo a suo fratello Raki, se non fosse stato per il fatto che aveva i capelli più scuri e il fisico più asciutto e atletico, con un vistoso tatuaggio a forma di drago che gli ricopriva la spalla destra.
“Non male, il ragazzo. Mi sa che hai fatto un buon affare, sorella”, disse Teresa in tono malizioso.
“Un’altra parola e ti appiccico al muro”, sibilò Claire. “Coraggio, avviciniamoci”.
“Aspetta…Lo senti anche tu questo odore?”.
Le narici dell’altra fremettero.
“Sì”, rispose. “Maledizione, viene da più punti. Il che significa che ci sono almeno due yoma qui dentro. Dobbiamo muoverci”.
“Io propongo di dividerci. Non gli sarà facile fuggire, in mezzo a tutta questa gente”.
“Pensi di farcela, sorella?”.
In tutta risposta, Claire le rivolse uno dei suoi rari sorrisi.
“Nessuno yoma uscirà vivo da questo posto”, rispose un attimo prima di confondersi tra la folla mascherata.




Buonasera a tutti! :)
Come state? Passata una bella settimana?
La mia è stata a dir poco epica, tra il Romics e tutte le cose fantastiche che sono seguite.
Il merito lo devo soprattutto a mio marito Xephil e mia sorella Angelika, che in questi giorni non mi hanno mollata un solo istante * e che sicuramente saranno piegati in due dalle risate dopo aver letto questo capitolo, per motivi che è meglio non citare in pubblico *

Che ne pensate di questo capitolo?
A dire il vero, doveva essere molto più lungo, ma alla fine ho deciso di dividerlo in due.
Le danze, ovviamente, sono attese tutte il prossimo venerdì.
Ma ora passiamo ai ringraziamenti...
Per le recensioni: LKBmary, _joy, bienchen, AlanKall, Xephil, Angelika_Morgenstern, KING KURAMA e SognatriceAocchiAperti.
Vediamo un po' chi arriva alla numero 100 questa settimana... ;)
Nel mentre, colgo l'occasione per annunciarvi con immensa gioia che "Occhi d'argento" è ufficialmente la prima classificata tra le storie più recensite del fandom!
Che dire? GRAZIE, grazie di cuore a ciascuno di voi!
Credo che non esista storia che mi stia più a cuore di questa, specie dopo tutte le cose belle che sono accadute grazie ad essa! :)

Il nuovo capitolo tornerà regolarmente il prossimo venerdì.
Per qualsiasi cosa, ecco il link della mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra

Vi abbraccio tutti, ovunque voi siate! ;)

Vostra,
Fedra
 
 
 
 
 


 
   
 
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