Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: jellyfish    25/12/2008    2 recensioni
Islanda è una ragazza molto particolare, ha una strana capacità che la rende libera e selvaggia; ma se un giorno qualcuno di poco gentile dovesse scoprire quel segreto? Allora inizia la fuga, la scoperta dell’amore e dell’amicizia, in un mondo magico, facendo lo slalom tra inseguitori, incantesimi e tradimenti…spero di avervi incuriositi!!^_^
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XXVI

XXVI

Al tramonto un contadino stava passando per il bosco, quando incontrò sulla sua strada una scena alquanto particolare. C’era una bella donna sdraiata per terra, come se stesse dormendo; aveva lunghi capelli rossi e ricci, che le ricadevano intorno al corpo disordinatamente e le labbra rosse erano serrate in un’espressione sognante. Accanto a lei c’era un ragazzo, anch’egli sdraiato per terra, con i capelli rossi, simili a quelli della donna, raccolti in una coda ormai scompigliata e le labbra stranamente sorridenti. Il contadino ipotizzò che i due giovani fossero fratello e sorella, o forse due amanti che, per qualche scherzo del destino, avevano lo stesso colore di capelli. Pensò che si fossero addormentati in quella strana posizione, ma che qualcuno avrebbe potuto far loro del male, quindi decise di svegliarli. Si avvicinò prima alla ragazza, affascinato dalla sua bellezza. La sua pelle era liscia, ma pallida e fredda come il marmo, il contadino però non si scoraggiò, non gli venne in mente all’inizio che potesse essere morta, e provò a svegliarla.

-Ehi, bella signora, dovreste svegliarvi! Non è sicuro dormire qui…

Niente da fare. La donna non si muoveva nemmeno di un millimetro e non dava segni di vita. Un’idea orribile allora cominciò a farsi strada nella sua mente. 

Che sia morta? No, non può essere…

Tentò poi di svegliare il ragazzo, ma nemmeno lui si muoveva né accennava a svegliarsi. Toccò la sua gola e non ne sentì i battiti. Indietreggiò inorridito. Come potevano essere morti e non emanare nessun tipo di odore? Poi pensò che in effetti quella zona era molto ventilata; il vento doveva aver portato l’odore di morte da un’altra parte, molto lontano da lì, come per non guastare quella scena così perfetta. Quello doveva essere stato un suicidio o un massacro, ma come potevano essere morti con il sorriso sulle labbra e in quella posizione così naturale? Forse stavano dormendo, quando erano stati uccisi da un mascalzone di passaggio.

E adesso cosa faccio? Non li posso lasciare qui così. Potrei seppellirli… giusto il tempo di tornare a casa a prendere una pala… tanto loro non scappano di certo…

Una risatina isterica e nervosa gli uscì dalle labbra a quella sua infelice battuta.

Il contadino si allontanò da quello strano spettacolo e tornò a casa, dove ad aspettarlo c’erano due bambini strillanti che litigavano tra loro per un giocattolo e sua moglie, una bella donna che iniziava ad avere qualche ruga sul viso stanco, ma ancora bello e delicato. Baciò sua moglie e corse a separare le due piccole pesti, che avrebbero finito per rompere il giocattolo conteso e la lite sarebbe terminata in una tragedia di pianto.

-Ti vedo strano, qualcosa non va?

Glielo si leggeva in faccia che non andava tutto bene. Ma chi sarebbe mai riuscito ad avere un’espressione felice al suo posto, dopo aver assistito ad uno spettacolo così ricco di macabra bellezza?

-Va tutto bene, cara, ma devo tornare un attimo indietro. Dov’è la mia pala per scavare?

-Qui, aspetta che te la prendo. Ma a cosa ti serve?

Non rispose per non turbare la moglie e per non far sentire una cosa del genere ai suoi bambini. Ricevuta la pala dalla moglie, tornò nel luogo dove aveva visto i due corpi. Arrivato lì, una strana sensazione lo avvolse completamente, come se ci fosse stato qualcosa di tremendamente sbagliato in quella strana e macabra morte.

Non c’è mai niente di giusto nella morte, non in quella di due ragazzi così giovani. Chissà chi ha fatto loro una cosa del genere… c’è gente strana in giro. L’unica cosa che posso fare per loro è seppellirli insieme, forse avrebbero voluto così, dovevano essere molto legati per morire così insieme. Spero che le loro anime siano in pace.   

In realtà aveva sbagliato ad interpretare la sua sensazione; non era sbagliata la loro strana morte, ma era sbagliata la sua idea di seppellirli insieme. Erano stati sì legati in vita, ma non come credeva lui. Se avesse potuto vedere gli spiriti, avrebbe capito; avrebbe visto due figure spettrali che si disperavano e che gli urlavano di non unirli per l’eternità, come lo erano stati alla fine della loro breve vita. Purtroppo non poteva sapere il terribile torto che stava facendo loro. Iniziò a scavare una grande buca, abbastanza profonda per ospitare i due sventurati per sempre. Dopo circa un’ora di lavoro pesante per la sua schiena, che aveva già sopportato una giornata di lavoro nei campi, riuscì a raggiungere una dimensione adatta; trascinò prima il corpo del ragazzo nella buca e poi fece lo stesso con quello della donna, che cadde pesantemente sul primo corpo. Li guardò un attimo, soddisfatto del suo lavoro. Richiuse la buca con la terra che aveva spalato via e costruì una rudimentale croce di legno, per segnalare ai viandanti la presenza di una tomba. Ci mise sopra anche un fiore colto da un prato lì vicino, di più non poteva fare, non poteva fare nessuna incisione perché non conosceva i nomi delle due vittime. Se ne tornò poi a casa, con la coscienza più leggera.

*****

Il gruppetto di avventurieri era giunto quasi al capolinea. Per Islanda il viaggio era finito, era arrivata a Benn ed era pronta a iscriversi ad un’accademia di combattimento. Si ricordò di come le era piaciuto combattere sotto la pioggia e una nuvola di ricordi felici la avvolse piacevolmente. Quando aveva combattuto sotto la pioggia che le batteva sul viso, era riuscita a sfogarsi di tutte le sue preoccupazioni, visto che non poteva correre trasformata in tigre. Ora che ci pensava, con tutti i problemi che c’erano stati in quegli ultimi tempi, era da un pezzo che non andava a correre. L’ultima volta che si era trasformata era stata per un attimo di amara follia, per sfogare tutte le sue tensioni e i suoi dolori, ma, a dirla tutta, non aveva poi tutta questa voglia di trasformarsi e andare a correre come invece succedeva un tempo. Le sue debolezze le aveva già pagate care una volta e non voleva ripetere gli stessi errori, andandosene in giro per i prati a correre come un animale selvaggio.

Era giunto il momento di dire addio ai suoi amici. Era ancora mattina quando erano arrivati a Benn, quindi Marse e Jìrkan potevano tranquillamente continuare il loro viaggio. Questo voleva dire che si dovevano dire addio, forse per sempre. Dopo tutto quello che era successo, come potevano separarsi? Islanda non lo capiva, non riusciva a immaginare come poteva separarsi dai suoi amici, che l’avevano protetta fino a quel momento; soprattutto sarebbe stato difficile separarsi da Jìrkan. Marse infondo era arrivato tardi e si era riuscito a conquistare la rabbia della ragazza per non aver fermato Zaphir e il suo folle piano suicida, ma comunque aveva fatto tanto per loro, aiutandoli a scappare e proteggendoli e la rabbia nei suoi confronti era svanita. Ma per Jìrkan era diverso. Lui c’era stato sempre per Islanda, anche quando lei era scontrosa con lui perché il ragazzo sembrava volersi mettere tra lei e Zaphir. Tra i due non c’era mai stata calma e tranquillità a causa del loro amore per la ragazza e per questo erano stati sempre rivali, ma Islanda gli voleva bene comunque. Era innamorata di Zaphir, ma per lei era molto importante il giovane marinaio e l’idea di dover perdere anche lui, la distruggeva.

Erano sulla porta della camera di Islanda. La ragazza si era appena sistemata nella camera che l’avrebbe ospitata per tutto il periodo dell’addestramento come guerriera. Immaginandosi come guerriera le fece venire un attimo da ridere; ma come, lei, una semplice ragazzina nata e cresciuta in un piccolo villaggio di contadini, che si addestrava per diventare una guerriera? Alla ragazzina dovevano essere successe parecchie cose per cambiare così radicalmente il suo stile di vita. In effetti di guai gliene erano capitati abbastanza da convincere anche un santo a farsi guerriero.

-Come mai ridi?

-No, niente. Mi immaginavo nei panni di una spietata e coraggiosa guerriera.

Anche Jìrkan rise per un attimo, prima di tornare serio per salutare la ragazza.

-E così è ora di salutarci.

-È un addio Jìrkan?

-Credo di sì.

La voce del giovane aveva perso completamente la freddezza che aveva avuto in certe situazioni. Gli si poteva leggere in faccia la tristezza per la separazione. Tutto nel suo viso preannunciava quasi al pianto: la curvatura delle labbra che segnava indubbiamente verso il basso, il mento e il labbro inferiore quasi tremanti, le sopracciglia leggermente unite al centro, la fronte corrucciata e per concludere gli occhi lucidi, pronti a lasciarsi andare al pianto. Tutto di lui sembrava che stesse per sciogliersi di pianto. Islanda da parte sua non stava molto meglio; lo stomaco minacciava di contorcersi talmente tanto da non farla stare in piedi, al solo pensiero di doverlo salutare, magari per sempre.

Si stavano guardando negli occhi, quando il ragazzo non resistette più alla tentazione e abbracciò Islanda. Anche lei avrebbe voluto farlo e fu contenta della decisione di Jìrkan. Mentre si abbracciavano dagli occhi di entrambi iniziarono a scendere delle lente e salate lacrime, che bagnavano le une le guance dell’altro. Stettero per un po’ in quella posizione, ma il tossicchiare molto eloquente di Marse li riportò alla realtà.

-Forse è il caso di… ehm… andare…

I due non ci fecero molto caso e restarono ancora per un attimo abbracciati, ma poi Jìrkan si staccò lentamente da lei, per paura di non riuscire più ad andarsene se non l’avesse fatto in fretta.

-Resta…

Quella parola era stata a mala pena sussurrata, ma il ragazzo l’aveva sentita forte e chiara, come se l’avesse urlata ai quattro venti. Stava quasi per cedere e dire di sì, ma all’ultimo secondo non se la sentì, anche se lo desiderava con tutto il cuore.

-Non posso… mi dispiace

Anche le sue parole erano state poco più di un sussurro, un leggero alito di vento nella calda mattinata della città, che però travolse in pieno la ragazza che le ascoltava.

Con un ultimo sguardo triste i due amici si separarono e Islanda fece un cenno di saluto anche a Marse, troppo lontano da lei per un saluto più affettuoso.

Islanda era infine rimasta lì, sulla soglia della sua camera da letto. Sola. Sola, dopo tanto tempo di quella strana compagnia che non l’aveva più abbandonata da mesi. Sarebbe stato difficile riabituarsi alla solitudine, così di colpo. Il vuoto adesso sembrava insopportabile, ma sperava che in futuro sarebbe riuscita a riempire di nuovo quel profondo cratere, che si creato inesorabilmente nel suo petto.

Stava ancora pensando alla sua nuova solitudine, quando un suono di campana annunciò che era ora della colazione prima dell’allenamento del mattino. Strappata così dai suoi pensieri, Islanda si recò in sala pranzo, pronta alla sua nuova e, forse più tranquilla, vita.

Così finiva un’avventura. Un importante periodo della vita di questi ragazzi. Per qualcuno magari si era conclusa bene, per altri un po’ meno e per qualcuno meno fortunato degli altri era stata l’avventura conclusiva della vita. La cosa certa era che, per coloro che avevano superato quella prova, sarebbe stato molto difficile, anzi impossibile, dimenticarsene. Ne avrebbero sempre avuto il segno nel cuore, un po’ come una cicatrice invisibile, che accompagna quelle già visibili sulla pelle.    

 

 

FINE!!! credevo che non l’avrei più finita!! Però un po’ mi dispiace che sia finita… grazie a tutti quelli che l’hanno letta e spero che sia piaciuta! Lo so è da matti postare la sera di Natale… però non resistevo!!

X Yum: la fine è un po’ brusca… però pensavo che magari più avanti potrei scrivere il seguito perché qualche ideuzza ci sarebbe… per ora no perché c’è un’altra storia che mi frulla in testa da un pezzo e ho iniziato a scrivere l’inizio prima di dimenticarla!! Spero che sarà apprezzata anche quella… comunque nel seguito di questa potrebbe sempre esserci un futuro per la coppia Islanda-Jìrkan! È tutto per ora! Bye!!! ^.^

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: jellyfish