Ciao
a tutti! Buone feste a tutti! Io
torno con un'altra storia, stavolta a capitoli, su Robert e Kristen.
Anche
questa storia è nata grazie a lisepotter che con le sue idee
magnifiche mi
aiuta a scrivere! E ringrazio tanto anche Malia che non fa altro che
ascoltarmi!ahahah! Ok pronti? Vi lascio alla lettura! Non
demoralizzatevi per
il primo capitolo, il resto verrà dopo!Ciao!
Sorprese amare
Non
vedevo l’ora di arrivare a casa , il viaggio sembrava non
finire mai.
Guardavo
le luci fuori dal finestrino del taxi, distrattamente. Era piuttosto
tardi, ma
a Los Angeles sembrava essere pieno giorno. Sorrisi. Mi mancava la mia
città,
nonostante fossero passate solo poche settimane dall’inizio
delle riprese del
secondo film della saga. Il nuovo regista si doveva occupare di alcune
scene
dove la mia presenza, insieme a quella di altri attori, non
sarebbe
servita. Così aveva deciso di dare a noi quattro giorni di
libertà. Senza pensarci
troppo decisi di fare una sorpresa a Michael. Il giorno in cui ero
partita mi
promise che mi sarebbe venuto a trovare presto, stavolta sarei stata io
ad
andarlo a trovare. Il taxi impiegò una buona mezzora prima
di arrivare a
destinazione. Scesi velocemente e notai le luci accese nella stanza da
letto,
al secondo piano. Entrai in casa, silenziosamente, lasciai il borsone
sul
divano e presi la via delle scale. Dal piano di sopra sentivo una voce
femminile ridere, evidentemente Michael aveva la televisione accesa.
Dalle
scale potevo vedere la porta socchiusa della nostra camera. Stavo per
aprire la
porta quando la voce di Michael mi bloccò.
<< Non
avrei mai pensato che saremo arrivati a questo punto. >>
disse a
qualcuno. Pensai che stesse parlando al telefono.
<<
Neppure io se è per questo, ma è successo, che ci
vuoi fare? >> disse una
voce vagamente familiare, per poi scoppiare a ridere. Riconobbi la
stessa
risata sentita poco prima.
<<
Non che mi lamenti, anzi… >> iniziò
a dire Michael un attimo prima che io
spalancassi la porta con un colpo.
Il
mio mondo crollò in quello stesso istante.
Nell’attimo in cui i miei occhi
inquadrarono la scena che mi si presentò davanti. Sul mio
letto Michael
stringeva tra le braccia una ragazza mora, che conoscevo molto bene. In
quel
momento fu come risvegliarsi da un lungo sonno. La mia vita perfetta
non c’era
più , sparita insieme a quel ragazzo che per quattro anni mi
era stato vicino.
Avrei
voluto fare qualsiasi cosa, ma mentre incrociavo le loro espressioni
scioccate me
andai, correndo lungo le scale. Presi le chiavi della macchina,
appoggiate su
un tavolino all’ingresso , e uscì di corsa.
Corsi
per quelle strade conosciute da anni, piangendo disperata. Le lacrime
mi
offuscavano gli occhi, rischiando di farmi andare a sbattere, ma spinsi
ancora
di più il piede sull’acceleratore, mentre la mia
mente non riusciva a
cancellare quell’immagine che mi aveva distrutto la vita.
Frenai
bruscamente, quando riconobbi la casa dell’unica persona che
avrei voluto
vedere in quel momento. Uscì dalla macchina e con
passo tremante suonai
più volte il campanello della casa che avevo di fronte.
Non
dovetti aspettare molto prima che la porta si aprisse. Rimasi del tutto
impreparata davanti a ciò che vidi.
<<
Ciao Kris, che ci fai qui? >>
Rimasi
a guardarlo, incapace di parlare. Che ci faceva Robert a casa di Nikki?
Pure
questo? Cos’altro dovevo aspettarmi?
Risi
nervosamente, non sapendo più cosa fare. Per un attimo
accantonai il pensiero
di Michael e mi concentrai su quegli occhi azzurri, che mi fissavano
preoccupati. Mi misi una mano sulla fronte, disperata. Cosa stava
succedendo?
Ora anche Nikki mi voltava le spalle in questo modo? Ma cosa stavo
dicendo…
Robert e Nikki potevano pure sposarsi, a me non importava
nulla.
Senza
rispondere mi voltai nuovamente e corsi per strada, fino a
raggiungere di
nuovo la macchina.
<<
Kristen dove stai andando? Torna qui! Cosa è successo?
>>
Non
lo ascoltai. Ero stufa di persone che si prendevano gioco di me. Ma
perché
anche vedere Robert a casa della mia migliore amica mi faceva stare
così male?
Non riuscivo più a capire cosa era peggio. Vedere il mio
ragazzo a letto con
un'altra, oppure Robert a casa di Nikki.
Sbattei
con forza lo sportello e, ancor prima che lui potesse raggiungermi,
partì di
corsa. Sbattei le mani sul volante, gridando di frustrazione. Ma cosa
diavolo
era successo alla mia vita?
Dallo
specchietto retrovisore vidi la macchina di Robert seguirmi.
Cosa voleva
fare? Non volevo vedere lui ne nessun altro.
Corsi
per le strade sperando di seminarlo. Non volevo che mi raggiungesse.
Non
conosceva bene la città, quindi l’avrei
distanziato facilmente.
Presi
tutte le stradine più strette che potevo prendere. Ero
arrabbiata moltissimo,
con entrambi. Adesso Nikki e Robert. Sarebbero stati una nuova coppia?
Beh… che
bella migliore amica che avevo. Si era tenuta tutta per sé.
Chissà da quanto
andava avanti quella storia. Evidentemente io quel giorno ero stata
scelta per
svelare tutti i misteri. Avevo un futuro come detective,
piuttosto che
come attrice, ne ero certa.
Guardai
lo specchietto retrovisore ancora una volta, ma l’Audi
argentata di Robert era
ancora lì. Svoltai di colpo verso la strada principale, fino
ad arrivare ad un
incrocio con un semaforo, per fortuna era ancora verde quindi non fui
costretta
a fermarmi. Dopo pochi secondi sentì una brusca frenata,
guardai ancora una
volta lo specchietto e inchiodai di colpo. In preda al panico accostai
e scesi
immediatamente. Vedevo solo una macchina di lato, rispetto alla strada,
e la
macchina di Robert che fino a un attimo prima era dietro di me, non
c’era più.
Impossibile che si fosse fermato prima, dato che c’era ancora
il verde. Arrivai
in prossimità di quello che sembrava un incidente
e un urlo uscì dalle mie
labbra. La macchina di Robert era completamente accartocciata, come una
scatola
di lamiere, e un'altra auto era di lato, distrutta quasi allo stesso
modo. Mi
feci spazio tra tutte le persone che erano accorte
all’incidente e in preda al
terrore cercai di avvicinarmi all’auto.
<<
Robert! ROBERT! >> urlai quando lo vidi dentro la
macchina, con un lungo
taglio sul viso.
Speravo
che fosse solo svenuto, perché aveva la testa appoggiata al
volante e gli occhi
chiusi.
Stavo
per toccarlo quando mi sentì trascinare via. Mi dimenai come
una pazza pur di
farmi liberare. Non potevo fare nulla, così vidi i
poliziotti intimare agli
altri di allontanarsi , mentre i soccorritori cercavano di far uscire
Robert da
quello che rimaneva della sua macchina.
Mi
accasciai a terra, prendendomi la testa tra le mani. Era tutta colpa
mia, avrei
dovuto fermarmi invece che sperare che smettesse di seguirmi. Qualcuno
cercò di
consolarmi, ma urlai di lasciarmi in pace. Un poliziotto mi si
avvicinò per
chiedermi se sapevo cosa era successo, ma scossi la testa. Tutto era
successo
in un paio di secondi. Vidi i soccorritori mettere sia Robert che
un’ altra
ragazza, estratta dall’altra macchina, in una barella.
Mi
alzai subito raggiungendoli, ma lo stesso poliziotto di prima mi tenne
lontana.
<<
Ditemi almeno dove lo portate. >> dissi tra le
lacrime.
<<
Se vuole la accompagno io, signorina. >>
Annuii
lentamente. Salii sulla volante e ricominciai a piangere. Cosa avevo
fatto? Ora
Robert rischiava la vita per colpa mia. Mi sentivo morire. Per fortuna
impiegammo pochissimo tempo per arrivare all’ospedale e scesi
tremante
dall’auto della polizia per seguire i medici che
trascinavano, correndo, la
barella dove si trovava Robert.
Li
vidi entrare in una sala operatoria e mi sedetti in una delle tante
sedie. Il
forte odore di alcool mi colpì e la luce dei neon mi
infastidirono. Appoggiai la
testa al muro, scossa dai singhiozzi. Non riuscivo a pensare nulla di
concreto.
La mia mente era presa dal panico. Cosa sarebbe successo? Come stava?
Cosa
aveva?
Vidi
uno dei medici uscire dalla sala e mi precipitai su di lui. Lo afferrai
per il
camice e lo strattonai un pò.
<<
Mi dica come sta? Cosa succede? >>
<<
Si calmi, signorina. Chi è lei, un parente? >>
<<
Non ha importanza, mi dica subito che cos’ ha!
>>
Il
mio tono disperato lo convinse a dirmi tutto.
<<
Ascolti, il ragazzo ha subìto un colpo violento.
E’ ancora da stabilire quali
sono le sue condizioni. Ha una forte commozione celebrale e non ha
ancora
ripreso coscienza. Oltre un braccio rotto e varie contusioni non ha
nient’altro, ma siamo preoccupati per il fatto che ancora non
si risveglia.
Stiamo facendo tutte le analisi possibili, non si preoccupi.
>>
Non
si preoccupi? Non si era ancora risvegliato e io non dovevo
preoccuparmi?
<<
Mi dica la verità. >> dissi a bassa
voce.
<<
Non sappiamo nulla, mi creda >>
Lo
mollai bruscamente e cercai di ricordarmi come si faceva per respirare.
Non
poteva essere… no… Robert si sarebbe ripreso
presto. Si , sarebbe andata così.
La
mia mente pervasa dal panico riusciva a pensare solo questo. Presi il
telefonino dalla tasca dei jeans e chiamai Nikki. Tremante le dissi di
raggiungermi subito e mi accasciai a terra con la testa tra le mani.