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Autore: Stella Di Mezzanotte    26/12/2008    4 recensioni
Robert si sarebbe ripreso presto. Si , sarebbe andata cosė. La mia mente pervasa dal panico riusciva a pensare solo questo... [...] Non sapevo che in quel giorno sarebbe iniziata la mia nuova vita...
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Buone feste a tutti! Io torno con un'altra storia, stavolta a capitoli, su Robert e Kristen. Anche questa storia è nata grazie a lisepotter che con le sue idee magnifiche mi aiuta a scrivere! E ringrazio tanto anche Malia che non fa altro che ascoltarmi!ahahah! Ok pronti? Vi lascio alla lettura! Non demoralizzatevi per il primo capitolo, il resto verrà dopo!Ciao!

 

                       Sorprese amare

 

Non vedevo l’ora di arrivare a casa , il viaggio sembrava non finire mai.

Guardavo le luci fuori dal finestrino del taxi, distrattamente. Era piuttosto tardi, ma a Los Angeles sembrava essere pieno giorno. Sorrisi. Mi mancava la mia città, nonostante fossero passate solo poche settimane dall’inizio delle riprese del secondo film della saga. Il nuovo regista si doveva occupare di alcune scene dove la mia presenza, insieme a quella di altri attori,  non sarebbe servita. Così aveva deciso di dare a noi quattro giorni di libertà. Senza pensarci troppo decisi di fare una sorpresa a Michael. Il giorno in cui ero partita mi promise che mi sarebbe venuto a trovare presto, stavolta sarei stata io ad andarlo a trovare. Il taxi impiegò una buona mezzora prima di arrivare a destinazione. Scesi velocemente e notai le luci accese nella stanza da letto, al secondo piano. Entrai in casa, silenziosamente, lasciai il borsone sul divano e presi la via delle scale. Dal piano di sopra sentivo una voce femminile ridere, evidentemente Michael aveva la televisione accesa. Dalle scale potevo vedere la porta socchiusa della nostra camera. Stavo per aprire la porta quando la voce di Michael mi bloccò.

<< Non avrei mai pensato che saremo arrivati a questo punto. >> disse a qualcuno. Pensai che stesse parlando al telefono.

<< Neppure io se è per questo, ma è successo, che ci vuoi fare? >> disse una voce vagamente familiare, per poi scoppiare a ridere. Riconobbi la stessa risata sentita poco prima.

<< Non che mi lamenti, anzi… >> iniziò a dire Michael un attimo prima che io spalancassi la porta con un colpo.

 Il mio mondo crollò in quello stesso istante. Nell’attimo in cui i miei occhi inquadrarono la scena che mi si presentò davanti. Sul mio letto Michael stringeva tra le braccia una ragazza mora, che conoscevo molto bene. In quel momento fu come risvegliarsi da un lungo sonno. La mia vita perfetta non c’era più , sparita insieme a quel ragazzo che per quattro anni mi era stato vicino.

Avrei voluto fare qualsiasi cosa, ma mentre incrociavo le loro espressioni scioccate me andai, correndo lungo le scale. Presi le chiavi della macchina, appoggiate su un tavolino all’ingresso , e uscì di corsa.

Corsi per quelle strade conosciute da anni, piangendo disperata. Le lacrime mi offuscavano gli occhi, rischiando di farmi andare a sbattere, ma spinsi ancora di più il piede sull’acceleratore, mentre la mia mente non riusciva a cancellare quell’immagine che mi aveva distrutto la vita.

Frenai bruscamente, quando riconobbi la casa dell’unica persona che avrei voluto vedere in quel momento.  Uscì dalla macchina e con passo tremante suonai più volte il campanello della casa che avevo di fronte.

Non dovetti aspettare molto prima che la porta si aprisse. Rimasi del tutto impreparata davanti a ciò che vidi.

<< Ciao Kris, che ci fai qui? >>

Rimasi a guardarlo, incapace di parlare. Che ci faceva Robert a casa di Nikki? Pure questo? Cos’altro dovevo aspettarmi?

Risi nervosamente, non sapendo più cosa fare. Per un attimo accantonai il pensiero di Michael e mi concentrai su quegli occhi azzurri, che mi fissavano preoccupati. Mi misi una mano sulla fronte, disperata. Cosa stava succedendo? Ora anche Nikki mi voltava le spalle in questo modo? Ma cosa stavo dicendo… Robert e Nikki potevano pure sposarsi, a  me non importava nulla.

Senza rispondere mi voltai nuovamente e corsi per strada, fino a  raggiungere di nuovo la macchina.

<< Kristen dove stai andando? Torna qui! Cosa è successo? >>

Non lo ascoltai. Ero stufa di persone che si prendevano gioco di me. Ma perché anche vedere Robert a casa della mia migliore amica mi faceva stare così male? Non riuscivo più a capire cosa era peggio. Vedere il mio ragazzo a letto con un'altra, oppure Robert a casa di Nikki.

Sbattei con forza lo sportello e, ancor prima che lui potesse raggiungermi, partì di corsa. Sbattei le mani sul volante, gridando di frustrazione. Ma cosa diavolo era successo alla mia vita?

Dallo specchietto retrovisore vidi la macchina di  Robert seguirmi. Cosa voleva fare? Non volevo vedere lui ne nessun altro.

Corsi per le strade sperando di seminarlo. Non volevo che mi raggiungesse. Non conosceva bene la città, quindi l’avrei distanziato facilmente.

Presi tutte le stradine più strette che potevo prendere. Ero arrabbiata moltissimo, con entrambi. Adesso Nikki e Robert. Sarebbero stati una nuova coppia? Beh… che bella migliore amica che avevo. Si era tenuta tutta per sé. Chissà da quanto andava avanti quella storia. Evidentemente io quel giorno ero stata scelta per svelare tutti i misteri. Avevo un futuro come detective,  piuttosto che come attrice, ne ero certa.

Guardai lo specchietto retrovisore ancora una volta, ma l’Audi argentata di Robert era ancora lì. Svoltai di colpo verso la strada principale, fino ad arrivare ad un incrocio con un semaforo, per fortuna era ancora verde quindi non fui costretta a fermarmi. Dopo pochi secondi sentì una brusca frenata, guardai ancora una volta lo specchietto e inchiodai di colpo. In preda al panico accostai e scesi immediatamente. Vedevo solo una macchina di lato, rispetto alla strada, e la macchina di Robert che fino a un attimo prima era dietro di me, non c’era più. Impossibile che si fosse fermato prima, dato che c’era ancora il verde. Arrivai in prossimità di quello che sembrava un incidente  e un urlo uscì dalle mie labbra. La macchina di Robert era completamente accartocciata, come una scatola di lamiere, e un'altra auto era di lato, distrutta quasi allo stesso modo. Mi feci spazio tra tutte le persone che erano accorte all’incidente e in preda al terrore cercai di avvicinarmi all’auto.

 

<< Robert! ROBERT! >> urlai quando lo vidi dentro la macchina, con un lungo taglio sul viso.

Speravo che fosse solo svenuto, perché aveva la testa appoggiata al volante e gli occhi chiusi.

Stavo per toccarlo quando mi sentì trascinare via. Mi dimenai come una pazza pur di farmi liberare. Non potevo fare nulla, così vidi i poliziotti intimare agli altri di allontanarsi , mentre i soccorritori cercavano di far uscire Robert da quello che rimaneva della sua macchina.

Mi accasciai a terra, prendendomi la testa tra le mani. Era tutta colpa mia, avrei dovuto fermarmi invece che sperare che smettesse di seguirmi. Qualcuno cercò di consolarmi, ma urlai di lasciarmi in pace. Un poliziotto mi si avvicinò per chiedermi se sapevo cosa era successo, ma scossi la testa. Tutto era successo in un paio di secondi. Vidi i soccorritori mettere sia Robert che un’ altra ragazza, estratta dall’altra macchina, in una barella.

Mi alzai subito raggiungendoli, ma lo stesso poliziotto di prima mi tenne lontana.

<< Ditemi almeno dove lo portate. >>  dissi tra le lacrime.

<< Se vuole la accompagno io, signorina. >>

Annuii lentamente. Salii sulla volante e ricominciai a piangere. Cosa avevo fatto? Ora Robert rischiava la vita per colpa mia. Mi sentivo morire. Per fortuna impiegammo pochissimo tempo per arrivare all’ospedale e scesi tremante dall’auto della polizia per seguire i medici che trascinavano, correndo, la barella dove si trovava Robert.

Li vidi entrare in una sala operatoria e mi sedetti in una delle tante sedie. Il forte odore di alcool mi colpì e la luce dei neon mi infastidirono. Appoggiai la testa al muro, scossa dai singhiozzi. Non riuscivo a pensare nulla di concreto. La mia mente era presa dal panico. Cosa sarebbe successo? Come stava? Cosa aveva?

Vidi uno dei medici uscire dalla sala e mi precipitai su di lui. Lo afferrai per il camice e lo strattonai un pò.

<< Mi dica come sta? Cosa succede? >>

<< Si calmi, signorina. Chi è lei, un parente? >>

<< Non ha importanza, mi dica subito che cos’ ha! >>

Il mio tono disperato lo convinse a dirmi tutto.

<< Ascolti, il ragazzo ha subìto un colpo violento. E’ ancora da stabilire quali sono le sue condizioni. Ha una forte commozione celebrale e non ha ancora ripreso coscienza. Oltre un braccio rotto e varie contusioni non ha nient’altro, ma siamo preoccupati per il fatto che ancora non si risveglia. Stiamo facendo tutte le analisi possibili, non si preoccupi. >>

Non si preoccupi? Non si era ancora risvegliato e io non dovevo preoccuparmi?

<< Mi dica la verità. >>  dissi a bassa voce.

<< Non sappiamo nulla, mi creda >>

Lo mollai bruscamente e cercai di ricordarmi come si faceva per respirare. Non poteva essere… no… Robert si sarebbe ripreso presto. Si , sarebbe andata così.

La mia mente pervasa dal panico riusciva a pensare solo questo. Presi il telefonino dalla tasca dei jeans e chiamai Nikki. Tremante le dissi di raggiungermi subito e mi accasciai a terra con la testa tra le mani.

 

  
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