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Autore: Fireslot    21/04/2015    2 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Bang!_%28gioco_di_carte%29]
Seguito della Prima Stagione: Willy indaga ancora sul losco Lucky Duke, dopo essere stato coinvolto in travagliate peripezie a suon di pallottole! Riuscirà a scoprire qualcosa? Il suo viaggio sarà un buco nell'acqua? E chi è il misterioso cecchino in nero? Carlson gli da ancora la caccia? Dove sono tutti gli altri personaggi, tra buoni e cattivi?
Ogni carta verrà scoperta in "Bang! - L'avventura di Willy the Kid"
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Ogni personaggio appartiene al gioco di carte “Bang!”, proprietà esclusiva della Da Vinci Editrice S.r.l. Qualsiasi riferimento a un qualunque elemento del gioco è assolutamente Non a scopo di lucro.
 
Riassunto prima parte:
 
Il cacciatore di taglie Willy the Kid insegue un fuggiasco fino al deserto di Sonora. Quando Paul Regret, il ricercato, tenta di riscattarsi vuotando il sacco circa una tratta di schiavi illegale, un misterioso uomo in nero lo fredda con un colpo a distanza.
Willy ripercorre le tracce della vittima, senza cavarne un ragno dal buco: sconfiggendo il bandito Bart Cassidy a Las Cruces, il fuorilegge confessa di aver partecipato a quella stessa attività schiavista e suggerisce al cowboy di cercare indizi ad Amarillo.
Giunto a destinazione, Willy viene a sapere che il famigerato Jesse Jones ha cinto d’assedio il maniero del governatore e lo tiene prigioniero. Kid si lancerà al salvataggio, ma durante l’impresa si scontrerà con Kit Carlson, un vecchio comandante dei Ranger da tempo sulle tracce del nostro eroe. Si sbarazza di lui e scova il nascondiglio di Jones; dopo uno scontro a fuoco, il governatore Lucky Duke riesce a liberarsi e spara a tradimento il suo rapitore. Liquida con una grossa ricompensa il suo salvatore, che però s’insospettisce sul codardo comportamento del politico.
Si dirige a Fort Worth dal suo mentore, Sid Ketchum, uno zoppo barista e abilissimo detective, al quale chiede indizi riguardanti il governatore del Texas. In cambio di queste informazioni, Sid gli chiede di sbarazzarsi di Vulture Sam, un criminale che attacca diligenze private lungo il confine tra l’Oklahoma e il Texas.
L’operazione non va a buon fine e Willy fallisce la sua missione. Inoltre incontra una sua amica d’infanzia, Suzy Lafayette, della quale è segretamente innamorato ma non vuole accettare la sua infatuazione. La ragazza si dimostra impacciata e ostacola la caccia all’avvoltoio, costringendo il suo compare a fare tappa forzata a Ardmore.
Qui vengono sorpresi dal pericolosissimo bandito Jourdannais, che assieme alla sua numerosa banda ha conquistato l’intera città, nella speranza di trovare El Gringo, ladruncolo che lo ha ingannato. Con uno straordinario gioco di squadra, Willy e Suzy catturano l’intera gang e liberano la città.
Riprendono la caccia e ritrovano Vulture Sam: Suzy lo fredda con un colpo di pistola, aiutandosi con un mirino, strumento di precisione che Sid aveva donato a Kid per completare la missione. Dopo una lunga festa, Willy abbandona Lafayette a Hugo, ritornando lemme lemme dal barista.
Assistendo al tiro da maestro della compagna, si convince che il sicario in nero fosse dotato anch’egli di un mirino, così chiede a Ketchum di scoprire il nome di chi avesse acquistato quell’articolo. Sid accetta la sfida e mantiene la promessa, rivelando al cacciatore che il contatto in grado di informarlo sulla sinistra vita del governatore è un certo Black Jack.
 I due si congedano e l’avventura di Willy the Kid continua verso sud, destinazione Austin.
 
 

Capitolo 1: Sono a casa, Rose Doolan

 
Di fronte al panorama incontaminato e interminabile della campagna attorno a lui, Willy rievocava gli spettri di un’infanzia spensierata, così lontana che non riusciva a contare quanti anni prima si fosse lasciato quella vita alle spalle. Eppure l’oasi rurale di Temple era ancora lì, bella come una volta: era una piccola città a qualche miglio a nord di Austin, con un numero tanto esiguo di abitanti che si sarebbe potuto numerare con le dita. Appena fuori dal centro abitato, vari ranch* si alternavano sul sentiero, reclamando ognuno i propri appezzamenti.
Tuttavia Kid percepiva qualcosa di diverso dalla familiare e calorosa sensazione che Temple offriva, avvertiva un cambiamento che offuscava il clima gaio della città. Fu solo un attimo, lungo quanto il tragitto necessario al pistolero per scorgere la sua meta oltre le colline. Lanciò Branco al galoppo giù per i pendii, rendendo sempre più leggibile la grande insegna bianca “Doolan’s Ranch”. Oltrepassò la soglia accompagnato da un concerto di “Howdy”* dei mandriani che lo riconobbero, sfrecciando tra i campi verso l’abitazione.
Giunto in prossimità di essa, scorse la sagoma di una donna dagli splendenti riccioli d’oro seduta su una sedia a dondolo all’ombra del pianerottolo. Quando lei si alzò per salutare il cowboy con la mano, lui rispose al saluto impennando il destriero e sollevando il cappello solennemente.
Smontò da cavallo, le corse incontro e la abbracciò calorosamente, esclamando: «Sono a casa, mamma.»
«Lo vedo, ragazzo.» rispose lei con la stessa soffice voce di un tempo, «Quanto sei cresciuto. Cielo, sei diventato un vero un uomo.»
Più la guardava negli umidi occhi verdi, più Kid notava i primi segni della vecchiaia, quali sottili rughe tra le gote e le prime radici bianche nella corta chioma della donna. Nonostante tutto questo, lei era bella e solare come tanti anni prima.
Rose lo accolse per condividere del caldo caffè, deliziosi dolcetti e piacevoli risa. Gli chiese di narrare le sue gesta e lui raccontò tutte le sue disavventure: la perdita di Paul Regret, la cattura di Bart Cassidy e il salvataggio del governatore, episodio che anche la sua matrigna sembrava aver udito nella lontana Temple. Quando poi parlò del suo incontro con Sid Ketchum, la donna scoppiò a ridere, ripensando allo smilzo barista e ben conoscendo il rapporto che li legava.
«Cosa ti ha costretto a fare, quel diavolo incarnato?» gli chiese Rose.
«Nulla di particolare, testare le sue maledette invenzioni. Per colpa delle sue manacce, sono stato costretto a correre dietro un avvoltoio per quattro giorni.»
«Un avvoltoio? Intendi Vulture Sam?»
Willy la guardo sbigottito: «Come fai a saperlo?»
Rose sollevò da uno scrittoio una lettera dalla calligrafia elegante, spiegando: «Ho ricevuto questa da Suzy.»
Per quanto Doolan fosse in grado di leggere tra le righe degli occhi di Kid, lui tentò comunque di mascherare il suo sgomento e ribatté vago: «Mi ha battuto sul tempo. Quand’è arrivata?»
«Proprio ieri. Mi ha scritto che saresti venuto a trovarmi molto presto, ma non immaginavo così tanto.»
«Mi legge nella mente come un libro aperto. Non le avevo detto che sarei venuto qua, l’avrà intuito quando abbiamo parlato della sua pistola.»
«Ha comprato una Buntline Special*, lo so. Come se la cava?»
«Non male, direi. Mi ha rubato il mirino che Sid mi aveva chiesto di collaudare.»
Rose rise: «Che dire, è una ragazza piena di sorprese.»
Willy rispose con appena un cenno della testa, calando lo sguardo sul suo caffè per non affrontare gli smeraldi materni. Ci fu una sgradevole pausa.
«Perché l’hai abbandonata di nuovo?» chiese lei con un tono piatto, lasciando intendere però tutto il suo disappunto.
«Non lo so spiegare bene. Però una cosa è certa: in questi mesi in cui sono stato solo mi sono sentito… come dire… bene, soddisfatto di me stesso. Avevo bisogno di trovare libertà, disegnare i miei spazi, non dovermi legare a qualcosa o qualcuno...»
«Sei uno sciocco, William!» tuonò Rose, accigliata in volto.
Kid si sorprese di tanta foga: lei era l’unica a chiamarlo con il suo nome di battesimo e, quando lo faceva, non era mai un buon segno.
Rose riprese la rampogna: «Sai bene che questo tuo scorrazzare come cacciatore di taglie è solo una scusa per distrarti dai tuoi tormenti e dalle tue paure. Appena ti sei trovato in difficoltà, sei corso da Sid per trovare un appiglio nel buio delle tue indagini. Sei tornato qui da me nella speranza di trovare conforto per il rimorso di aver lasciato la povera Suzy un’altra volta. Nonostante tu sia cresciuto davvero tanto, per quanto questo tuo vagabondaggio ti stia formando, ancora non sei in grado di accettare il fatto che hai una famiglia e un posto dove stare. Mi dispiace infinitamente per i Navajo*, lo sai che erano anche miei amici. Ma ormai non puoi fare più niente per loro.»
Willy sospirò, esalando rammarico che si espanse nella stanza. Si prese del tempo per combattere la sua angoscia e poi trovò la forza per parlare alla sua matrigna: «Quando ho salvato il governatore, ho incontrato Kit Carlson.»
Ancora una volta, il loro dialogo sprofondò nel silenzio, poiché quelle poche parole di Willy riesumarono il dolore comune che provarono anni prima. Senza che chiedesse spiegazioni, senza incuriosirsi di cosa fosse successo tra il Ranger e il figlioccio, Rose strinse l’audace pistolero tra le sue braccia, consentendogli di tornare, per un attimo, il bambino che era stato tra le campagne di Temple. La tempra dell’uomo che era diventato impedì al cacciatore di taglie di versare calde lacrime, però avvertì il piacevole bisogno di sentirsi protetto tra le affusolate mani dell’unica donna che potesse riconoscere come madre. Nelle poche ore di quell’incontro, Willy the Kid era tornato davvero a casa.
Il magico momento fu interrotto bruscamente da un mandriano che, a gran voce, segnalò l’ingresso di un uomo nei confini del ranch. Rose sciolse l’abbraccio e portò il viso alla finestra. Si diresse con un’andatura spedita verso l’ingresso e Willy la seguì, percependo la sua inquietudine. Tre ospiti a cavallo smontarono dalle loro selle: due armadi sui fianchi e un basso, rachitico elegantone, con lunghi capelli platino e lo sguardo avido color ghiaccio, si disposero minacciosi davanti all’ingresso.
Rose sospirò e forzò ogni muscolo mimico a mascherare la sua angustia con un fascinoso sorriso: «Mister Brennan! Qual buon vento vi porta di nuovo da queste parti?»
«Suvvia, signora Doolan, saltiamo i convenevoli.» rispose con un odioso tono gutturale, trasudando ipocrisia da ogni parola.
«Ho saldato ogni debito che avessi con lei, sceriffo.»
«Vede, Rose, abbiamo dovuto aumentare il taglio della tassa di proprietà, ora che i proprietari terrieri sono diminuiti sempre più. Le casse di Temple raschiano il fondo senza contribuenti.»
«Comprendo la necessità di recuperare soldi pubblici, ma è la terza volta che la tassa aumenta improvvisamente negli ultimi dieci giorni. Cosa dovrebbe pensare un brava cittadina come me? Non vorrete mica spillarmi altri soldi per quella sua faccenda personale, Pat?»
Il pallido volto dell’uomo si colorò di un rosso acceso, spingendolo a rispondere con una vocetta ancor più acuta e irritante: «Non m’importa niente dei nostri trascorsi, sono acqua passata! Avete tempo entro domani sera per saldare i vostri debiti, oppure dovrò riaprire quell’occhio che avevo chiuso per la faccenda del passaggio di proprietà.»
«Credo proprio che lei debba chiuderli tutti e due, mister.» intervenne Willy con durezza, ponendosi a qualche centimetro di distanza dal mingherlino Pat e irritando le guardie del corpo fino a circondarlo da ambo i lati.
Tremante come una foglia, Brennan trovò comunque la forza di rispondere con acredine: «Chi è lei, per osare rivolgersi allo sceriffo di Temple in questo modo? Potrei farla arrestare!»
«Mi chiamo William Doolan, diretto discendente di Rose e Simon Doolan. Poiché non sono state pervenute le ultime volontà del suddetto, la legge impone il passaggio di proprietà al primogenito, vale a dire me.»
«Ci hai provato, figliolo, ma tutti sanno che Simon Doolan è morto senza avere figli, perciò la proprietà è passata di diritto a Rose. Purtroppo la legge prevede che alle donne non sia data la possibilità di possedere terreni intestati a loro.»
«Questo non cambia la situazione: in quanto figlio adottivo dei Doolan, anche se solo di mia madre, sono il loro diretto erede, in quanto unico discendente dei due e senza fratelli naturali. Di conseguenza lei è nella mia proprietà come ospite solo perché lo voglio io. Ora fuori dai piedi, o coi piedi la scalcio io da qui.»
Trovandosi dalla parte favorevole della legge, Willy squadrava il basso Pat con lo stesso sguardo con cui un lupo osservava una lepre braccata. Tremolando sulle ginocchia, il vile sceriffo squittì ai suoi uomini di rimontare a cavallo e tornare sui propri passi.
«Non crediate che finisca qui, signora Doolan, questa terra sarà mia in un modo o nell’altro!» minacciò Brennan, nella speranza di avere l’ultima parola e dimostrare un briciolo di virilità.
Quando le code dei cavalli furono lontane all’orizzonte, Willy guardò la sconfortata Rose e le chiese: «Chi diavolo era quel coyote? Cosa vuole fare alla tua terra? E perché non l’ho ancora crivellato?»
«Si chiama Pat Brennan, è subentrato come sceriffo quattro mesi fa. Da allora le tasse sono aumentate ogni giorno per ordine del governatore: uno per volta, tutti i proprietari del ranch lasciavano la terra o ne vendevano pezzi sempre più grandi per poter coprire l’aliquota delle tasse.»
«Ecco perché in città non c’era quasi nessuno.»
«Sì, ma questa è solo la punta dell’iceberg: credo che Pat si serva dei suoi vicesceriffi per danneggiare intere piantagioni o pascoli, così da costringere i proprietari a vendergli le terre per un pungo di spiccioli. E c’è di più: molti mandriani sono spariti.»
«L’ho notato anche io, dove sono finiti tutti i tuoi cowboy?»
«Rapiti, morti, fuggiti, chi lo sa? Però non tutti, solo i miei vaqueros indiani e molti dei miei mandriani neri.»
«Insomma, tutta gente adatta al traffico di schiavi.»
«Che intendi dire?»
«Paul Regret, prima di morire, mi ha confessato di aver partecipato ad un traffico di schiavi illegale. Lui era vicesceriffo di Odessa, può darsi che anche Pat Brennan possa essere della partita.»
«Si spiegherebbero molte cose. Conosco bene Pat, è un mollaccione: non sarebbe in grado di organizzare qualcosa di così complesso, ci sarà di sicuro qualcuno più in alto di lui a tirare le redini.»
«Questo vuol dire che è arrivato il momento di dettar legge contro lo stesso Brennan. Se vuole giocare a fare lo sceriffo di Nottingham, ha appena incontrato Robin Hood.»
 
 
*Note:
  • “Howdy” è il saluto dei veri cowboy, l’informale “Salve” che usiamo noi (ma decisamente più fico). E’ l’abbreviazione di “How do you do”, che significa “come va”.
  • I Navajo sono una famosa tribù pellerossa che vissero nei territori del sud degli U.S.A., in particolare nelle zone meridionali dell’Arizona, del New Mexico e del Texas. Durante il periodo di occupazione da parte dei nordisti, furono scacciati nelle riserve e si concentrarono maggiormente in New Mexico, sparendo quasi del tutto dal Texas. Sono famosi in Italia poiché Tex Willer (mi auguro di non dovervi spiegare chi sia) appartiene alle loro tribù con il nome di “Grande Capo Aquila della Notte”.
  • La Buntline Special è una vera leggenda del West: è una fuoriserie che la ditta “Colt” creò appositamente per lo sceriffo Wyatt Earp, famoso per aver partecipato alla sparatoria all’ O.K. Corral. Si tratta di una sei colpi con una canna da trenta centimetri e mezzo, insolitamente lunga rispetto alle altre rivoltelle, la cui misura media non superava i venti centimetri.
 
 
Un gran saluto a tutti voi, lettori della prima “stagione” di Bang! e nuovi arrivati. Questa seconda serie nasce da un’esigenza mia (ordine mentale) e dei nuovi lettori che, nel vedere una storia lunga come la prima stagione, si spaventano e non leggono oltre il primo capitolo XD.
Per quelli che mi hanno seguito con assiduità, noterete che sto apportando modifiche e correzioni nella prima stagione, anche in alcuni elementi della trama. E chiedo scusa se non ho rispettato la parola data, inserendo un personaggio delle espansioni, ma mi sono accorto di aver accoppato già mezzo cast del mazzo base in soli quattordici episodi.
Per coloro i quali vogliano godersi in santa pace questo primo capitolo senza doversi leggere tutta la prima stagione, avrete sicuramente letto il riassunto in cima. Dal prossimo capitolo, segnalerò quali episodi della prima parte vi conviene leggere per comprendere elementi della trama che, per ovvie ragioni, darò per scontato.
Se sarete così pigri da non voler leggere nient’altro che questa stagione, contattatemi privatamente, sarò a completa disposizione.
 
Howdy!
   
 
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