Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Kotoko_chan    24/04/2015    8 recensioni
Kuroko Tetsuya è un ragazzo timido e di poche parole, che entra nella squadra di basket del liceo Seirin, dove incontrerà Kagami Taiga, il suo esatto opposto. Tra i due si creerà una certa intesa anche se Kagami non riesce a spiegarsi il motivo per cui Kuroko odia essere toccato. Che sia colpa del suo passato? E qual è il suo legame con la "Generazione dei miracoli"? Cosa unisce questi sei ragazzi straordinari ma così altezzosi? Tra partite di basket e colpi di scena, riuscirà il nostro sesto uomo a liberarsi dei suoi vincoli? Lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kiseki No Sedai, Satsuki Momoi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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25. Il ritiro estivo: parte quinta
 
Ristorante dell’albergo.
Ore 19:00.
Il Rakuzan stava festeggiando la vittoria contro il Seirin. Di solito non festeggiavano, lo facevano solo in occasione delle finali ma, in questo caso, avevano battuto la squadra che li aveva umiliati alla Winter Cup. Anche i Miracoli decisero di sciogliere la tensione partecipando ai festeggiamenti: Akashi stava bevendo un cocktail analcolico ascoltando alcuni ragazzi del terzo anno che avevano giocato con lui nella partita contro il Seirin alla Winter Cup. Poteva leggere la loro gioia negli occhi per la rivalsa del Rakuzan, anche se non avevano giocato.
Murasakibara stava mangiando una grande fetta di torta, circondato dalle matricole. Lo avevano sempre guardato con un certo timore reverenziale però, in quell’occasione, il gigante era in vena di chiacchiere e stava raccontando qualche episodio divertente dei tempi delle medie.
Momoi e Midorima stavano parlando in un angolo, lontano da occhi indiscreti. Erano particolarmente rilassati e Midorima non stava protestando alla serie di selfie che la sua ragazza stava facendo ad entrambi, anche nelle pose più assurde.
Aomine stava ridendo forte perché Kise, a causa del suo volersi mettere in mostra, era caduto portando con sé la tovaglia insieme a tutte le portate. Attorno si formò una folla di persone armate di macchinette fotografiche e cellulari. Per l’imbarazzo, Kise si coprì il volto con la tovaglia ma, non aveva fatto i conti con Aomine che, con gesto fulmineo, si infilò anche lui sotto la tovaglia facendosi un selfie. Il flash accecò entrambi e, solo grazie all’intervento di Mursakibara, riuscirono ad emergere.
L’unico che mancava all’appello era Kuroko. Aveva deciso di mangiare qualcosina per poi ritirarsi in camera, il suo stomaco era decisamente in subbuglio. Solo che, a metà percorso, aveva cambiato idea dirigendosi in giardino. Desiderava godersi un po’ di aria fresca senza nessuno attorno per riflettere sugli avvenimenti della giornata. Vedere Kagami lo aveva da una parte rassicurato: stava bene. Però, dall’altra parte, stavano soffrendo entrambi. Pensava che quel bigliettino d’addio e la collana sarebbero bastati per allontanarlo invece, il suo Taiga era un osso duro e non voleva mollare.
Sorrise, una piccola incurvatura delle labbra che spezzò l’inespressività del suo volto, congelato al giorno della partenza di Kagami per l’America. Solo lui riusciva a farlo sorridere in modo naturale, in tutto quel periodo non aveva fatto altro che indossare una maschera. Però Kagami non poteva continuare così, doveva lasciarlo andare definitivamente e questo discorso non valeva solo per il suo Taiga ma anche per lui.
Un fruscio ruppe il silenzio del giardino. Gli unici suoni che aveva udito fino a quel momento erano il chiacchiericcio lontano dei suoi compagni al ristorante e le onde del mare. Rivolse lo sguardo verso il sentiero che conduceva all’albergo: immaginava già Akashi o una delle sue guardie del corpo che lo stavano cercando per portarlo in camera.
Una testa rossa emerse improvvisamente da un cespuglio di fronte a lui, facendolo sobbalzare. Perplesso, si chiese cosa stesse facendo Akashi nascosto lì. Le microspie erano finite e aveva deciso di pedinarlo di persona?
“Ehm… Akashi-kun?” lo chiamò avvicinandosi.
Il cespuglio si mosse ancora e sbucò fuori all’improvviso Kagami Taiga in persona. Kuroko era talmente sorpreso che quasi urlò.
“SSSSSSHHHH” disse Kagami coprendogli la bocca con la mano.
Era talmente surreale quell’incontro che Kuroko non riuscì a reagire in nessun modo.
Un suono di passi provenienti dall’albergo li mise in allarme.
“Nascondiamoci!” disse Kagami.
Lo afferrò trascinandolo con lui dentro al cespuglio. Si accovacciarono rapidamente e, con la bocca ancora tappata, Kuroko sentì la sua schiena e la testa posata sul petto di Kagami. Le sue braccia lo avvolgevano tutto e il suo cuore iniziò a battere furiosamente così come quello di Kagami però, non sapeva se quello di Taiga stesse battendo per quella vicinanza o per l’agitazione di essere scoperto.
I passi si fecero più vicini ed entrambi trattennero il fiato. Kuroko era entrato in panico: se Akashi li avesse scoperti, sarebbe stata la fine.
Tirarono un sospiro di sollievo quando scorsero Momoi e Midorima mano nella mano. Stavano facendo una passeggiatina notturna in tutta tranquillità e intimità.
“Andiamo in un posto meno affollato” mormorò Kagami al suo orecchio.
Kuroko annuì seguendolo anche se non avrebbe dovuto farlo però, il suo cuore rifiutava di rispondere ai comandi della sua mente razionale. Dopo pochi minuti raggiunsero la spiaggia e Kagami si guardò alle spalle per assicurarsi di non essere stati seguiti. Erano abbastanza lontani dall’albergo e lì nessuno li avrebbe visti o sentiti, soprattutto grazie alla presenza degli ombrelloni e dei lettini da spiaggia.
Dal cielo giungeva la leggera luce soffusa della Luna crescente, quel poco che bastava per potersi guardare. Non seppero per quanto tempo rimasero in silenzio a guardarsi, scrutando ogni particolare dei loro corpi, cercando di cogliere ogni dettaglio per fissarlo permanentemente nella loro memoria.
Kuroko stava cercando di essere il più impassibile possibile, non facendo emergere quel caleidoscopio di emozioni che vorticavano nella sua mente. Non poteva credere di essere di nuovo così vicino a Taiga e, il contatto fisico che avevano avuto prima, lo aveva confuso ancor di più, tanto che aveva rischiato di cedere abbracciandolo forte.
“Mi sembri pallido” disse Kagami rompendo finalmente quel silenzio carico di elettricità.
“E’ la luce della Luna” rispose lui prontamente.
“E sei dimagrito”.
Kuroko spalancò gli occhi sorpreso. Come lo aveva notato al buio?
“Me ne sono accorto prima, quando ci siamo nascosti nel cespuglio” rispose Kagami alla sua domanda tacita.
“Ah…”
La conversazione non proseguì per un altro paio di minuti e l’agitazione in Kuroko stava crescendo. Quanto mancava al suo ritrovamento? Sicuramente lo stavano cercando e non poteva farsi trovare con Kagami. Lo avrebbe messo in pericolo.
“Se non c’è altro, io andrei” disse facendo cenno verso l’albergo.
“Aspetta! Ho bisogno di parlarti!” disse agitato.
“Io no”.
Il tono di Kuroko fu talmente lapidario che Kagami si pietrificò sul posto.
“Ho bisogno di qualche spiegazione…” continuò riprendendosi “mi hai lasciato così, improvvisamente, senza un motivo. Solo uno stupido biglietto e il ciondolo” batté una mano sui ciondoli che tintinnarono.
“Non credo che occorra una spiegazione. Mi sembra tutto chiaro” rispose lui gelido guardando altrove.
“Non mi sembra affatto chiaro! Stavamo così bene poi sei scomparso! Perché sei andato al Rakuzan? Akashi non ti intimoriva? E perché si sono trasferiti tutti i Miracoli? E perché mi ignorano??” Kagami quasi urlò, sfogando la frustrazione che per mesi aveva accumulato.
“Perché ho capito che provavo ancora qualcosa per Akashi” rispose impassibile.
Kagami spalancò gli occhi per la sorpresa. Aveva sentito bene?
“Io… io… a-amo Akashi-kun” balbettò non osando guardarlo.
“Non ci credo” replicò veloce Kagami.
“Fattene una ragione” Kuroko si voltò dirigendosi verso l’albergo ma, Kagami, con gesto fulmineo lo afferrò.
“Taiga!” disse Kuroko confuso.
Non riuscì ad aggiungere altro perché Kagami aveva catturato le sue labbra, imprigionandolo nella sua presa ferrea. Con tenacia riuscì ad aprirsi un varco tra le labbra di Kuroko che, non resistendo, assecondò il bacio, stringendolo forte. Era come se avesse trovato un’oasi nel deserto, abbeverandosi con gusto alla sua fonte per potersi salvare. Le loro lingue cominciarono una lotta estenuante, desiderando di più.
Kuroko e Kagami non si sentivano così vivi da molto tempo, caddero in uno stato di trance passionale, bramando i loro corpi. 
Kagami spinse di più la testa verso di lui, facendolo gemere quando, con la mano, cominciò ad accarezzare la sua schiena. Kuroko spalancò gli occhi rendendosi conto di cosa stesse succedendo. Cercò di svincolare ma Kagami era troppo forte. Con le lacrime agli occhi, gli morse il labbro, riuscendo a farlo staccare.
“Ahi!” disse Kagami portandosi la mano al labbro.
“Devo andare” disse Kuroko correndo via.
“NO!” Kagami lo afferrò nuovamente “non puoi andartene dopo quello che è successo! Non puoi dirmi di non amarmi! Ti prego Tetsuya, torna in te… io… non posso più vivere senza di te…” la mano gli tremò leggermente “io… ti amo…”.
Kuroko iniziò a tremare, non per la sua solita reazione ma per le lacrime che scendevano copiose sul suo viso. Deglutì nervosamente il magone, si asciugò con la mano libera le lacrime e si voltò verso di lui schiarendo la voce.
“Kagami-kun, io non ti amo più” disse con sicurezza guardandolo negli occhi “la persona che amo è Aka… no… Sei-chan. Con te credevo di poterlo dimenticare però, dopo che l’ho rivisto, ho capito che non ho mai smesso di amarlo. E questo non cambierà mai”.
Kagami lo liberò dalla presa lentamente, poi si portò le mani al petto. Kuroko lo osservava nervoso e con il cuore a pezzi, non riusciva a scorgere il volto in ombra del compagno e pensò che stava per sentirsi male.
“Kagam…”
Con un gesto fulmineo, Kagami si strappò i ciondoli buttandoli a terra sulla sabbia.
“Ho capito. Mi dispiace di averti infastidito così a lungo, Kuroko. Ed ora torna dal tuo Sei-chan e non farti più vedere!” detto questo, corse via lasciandolo da solo.
Kuroko si chinò per prendere i due ciondoli e se li mise in tasca con la morte nel cuore. Finalmente si era separato da Kagami, salvandolo da Akashi. Allora perché si sentiva come se stesse per morire? Perché desiderava corrergli incontro?
Dei suoni ovattati alle sue spalle lo costrinsero a voltarsi. Aomine lo aveva raggiunto e, da come lo guardava, aveva assistito a tutta la scena.
“Tetsu…” disse con sofferenza.
Kuroko corse verso di lui, urlando e piangendo. Lo strinse forte a sé e, Aomine non si ritrasse, appoggiando delicatamente la testa sulla sua, piangendo in silenzio.
“D-D-D-D-Da-a-aiii… chan… l’ho perso! L’ho perso!” singhiozzò forte.
Aomine non rispose, incapace di consolarlo perché l’unico che poteva farlo in quel momento era colui a cui aveva spezzato il cuore. Kagami Taiga.
 
***
 
Erano le 22:35 e Akashi camminava nervoso nella sua camera. Tutti erano impegnati nella ricerca di Kuroko, scomparso durante la cena. Lui era rimasto lì, nella speranza del suo ritorno ma, continuava a pensare al peggio, dopotutto la settimana precedente aveva tentato il suicidio. Guardò il cellulare per l’ennesima volta, nella speranza di un messaggio o chiamata in cui gli veniva comunicato il suo ritrovamento.
La porta della camera si spalancò e fece il suo ingresso Aomine con un addormentato Kuroko tra le sue braccia. Aveva gli occhi gonfi e la sua espressione non era serena.
“Daiki! Tetsuya! Cos’è successo?” chiese andandogli incontro.
Aomine lo ignorò, portandolo a letto.
“Mi sembra di aver fatto una domanda” disse con tono glaciale.
Con un moto di rabbia, Aomine afferrò Akashi per il colletto della camicia e lo spinse contro il muro.
“E’ colpa tua se sta così, brutto bastardo! Noi ce ne andiamo oggi stesso!” urlò furioso.
Akashi non si scompose di fronte a quell’esplosione di rabbia.
“Fatelo. Nessuno vi tiene legati qui però… poi non vi lamentate delle conseguenze”.
Aomine lo liberò dalla presa e fece qualche passo indietro cercando di controllarsi.
“Bene, vedo che ci siamo già capiti Daiki. Tetsuya non è l’unico che ha qualcosa da perdere. O meglio… qualcuno” si guardarono fissi negli occhi, Akashi con un sorriso sghembo e Aomine con rabbia.
Era in trappola.
Non aggiungendo altro, uscì fuori, sbattendo forte la porta tanto da far tremare i vetri delle finestre, lasciando soddisfatto Akashi. Riprese tra le mani il suo cellulare e comunicò il ritrovamento di Kuroko, poi lo spense, raggiungendolo. Si accomodò al suo fianco e scrutò il suo volto: si rese conto che nell’ultimo periodo aveva perso peso e il suo volto sembrava fragile. La sua espressione era corrucciata e si lamentava nel sonno, agitandosi di tanto in tanto.
“Oh, mio piccolo Tetsuya. Hai visto cosa si prova a perdere tutto?” mormorò scostandogli una ciocca di capelli umidi di lacrime “e non è ancora finita”.
 
***
 
La spiaggia era illuminata da una luce flebile e lui stava correndo, inseguendo un ragazzo.
Era alto e con i capelli rossi.
Era il suo Taiga.
Doveva raggiungerlo e parlargli, non poteva perderlo.
“Aspetta!”
Arrancava lentamente sulla spiaggia mentre Kagami diventava un figura in lontananza sempre più indistinta.
“TI PREGO! NON MI LASCIARE!”
Cadde di faccia a terra e non riuscì più a sollevarsi. Le lacrime scendevano copiose e avvertì un forte dolore al petto.
“Taiga…”
Una risata alle sue spalle lo fece trasalire. Non fece in tempo a girarsi per vedere chi fosse, perché delle forti braccia lo stavano trascinando indietro.
“NOOOOO!!!”
Si alzò di scatto mettendosi seduto sul letto. Stava respirando affannosamente e si guardò indietro, per accertarsi che non ci fosse nessuno.
“Ti sei svegliato” Akashi era seduto su una poltrona, vicino alla finestra, intento a bere un cocktail alla frutta.
La brezza marina gli scompigliava i capelli umidi e la sua espressione era tranquilla. Indossava un accappatoio e Kuroko intuì che aveva finito da poco di farsi la doccia.
Akashi si alzò, dirigendosi verso di lui. Si accomodò al suo fianco osservandolo attentamente. Kuroko guardò altrove, ancora spaventato dal sogno.
“Cos’è successo? Daiki ti ha portato qui addormentato e sembra che tu abbia pianto” disse.
“Io ho… incontrato Kagami-kun” rispose incerto.
Akashi si irrigidì e assunse un cipiglio nervoso.
“Gli ho detto addio adeguatamente perché insisteva a voler stare con me. Ora si è arreso” disse con tono apatico.
Silenzio.
“Cosa gli hai detto per farlo desistere?” chiese Akashi sospettoso, rompendo quel momento di silenzio.
“Che mi sono innamorato di te” rispose alzando lo sguardo.
Si guardarono per alcuni interminabili secondi, Kuroko impassibile e Akashi confuso.
“Di me? Dopo quello che ti ho fatto?” chiese stupito.
“Sì…” Kuroko allungo la mano verso di lui che si pietrificò.
La posò delicatamente all’altezza del suo cuore sentendo il battito del compagno.
“Perché sono sicuro che il mio Sei-chan sia ancora qui. Non so cosa sia successo e non capisco il motivo per cui hai detto che sia colpa mia se sei… cambiato… se è così, farò di tutto per rimediare” disse serio.
Akashi non si mosse ponderando le sue parole. E così lui non aveva idea? Non capiva? Chiuse gli occhi cercando di calmarsi e, quando li riaprì, vide che Kuroko stava allontanando la sua mano da lui. Gliela fermò con gesto fulmineo.
“Dimostramelo” disse autoritario.
“Cosa?” chiese confuso Kuroko.
“Che mi ami”.
Lo trasse a sé impossessandosi delle sue labbra, come aveva fatto prima Kagami, non lasciandogli via di fuga. La sua lingua invase immediatamente l’incavo della bocca e Kuroko iniziò a rispondere al bacio. Chiuse gli occhi ripensando al passato con Akashi: i suoi baci erano timidi e impacciati, ora invece erano più maturi e sicuri.
“Sei-chan…” pensò passando le mani dietro al collo del compagno.
Akashi si chinò costringendolo a sdraiarsi, continuando a baciarlo con foga. Stava provando tante sensazioni contrastanti: rabbia, perché sapeva che Kuroko non lo amava ma stava facendo quello per Kagami; gioia, perché stava mettendo in atto la sua vendetta ottenendo corpo e anima del piccolo Tetusya; nostalgia… non sapeva il motivo però… tenerlo di nuovo così stretto tra le sue braccia, lo riportò con la mente al passato, ai giorni in cui Tetsuya si appoggiava a lui per tutto, quando nei momenti più bui era lì pronto a risollevarlo, i loro baci… le loro coccole… la loro prima volta… e l’espressione di Kuroko quando lo chiamava…
Addolcì il bacio, liberando le labbra e scendendo delicatamente sul collo, sentendo il respiro di Kuroko diventare più frettoloso. Lo liberò della maglia per potergli tormentare i capezzoli. Sentì il più piccolo inarcare la schiena al suo tocco e, quando passò la lingua su uno dei capezzoli, Kuroko si aggrappò alla schiena di Akashi. Respirava affannosamente e il suo corpo tremava.
Con la lingua Akashi percorse tutto il ventre giocherellando con la zip dei pantaloncini di Tetusya. Glieli tolse notando un leggero rigonfiamento. E così, Kuroko Tetsuya, nonostante il suo tanto decantato amore per Kagami Taiga, reagiva al tocco dell’Imperatore?
Mordicchiò la parte, ancora coperta dagli slip, facendolo gemere forte. Soddisfatto cercò nuovamente le sue labbra ma, si fermò quando vide che Kuroko stava piangendo. Era un pianto silenzioso perché con una mano si stava tappando la bocca, liberandola solo per gemere. Il suo volto era tutto bagnato e anche il cuscino aveva ricevuto la stessa sorte.
“Patetico” disse Akashi staccandosi da lui.
Si rimise in piedi aggiustandosi l’accappatoio per poi nascondere dalla sua vista Kuroko con il lenzuolo.
“Non sei in grado di mentire, Kuroko Tetsuya. Sei così patetico… pur di salvare quel tizio avresti finto di amarmi?” il suo tono era gelido, tanto che Kuroko rabbrividì avvolgendosi nel lenzuolo.
“Scommetto che per me non saresti mai arrivato a tanto”.
Silenzio.
Kuroko si mosse, mostrando il suo volto.
“Hai ragione…” mormorò “per te non l’avrei fatto. Ma per Sei-chan si”.
Akashi spalancò i suoi occhi aranciati. Ora era lui il mostro?
“Sei solo feccia” disse con tono lapidario.
Con gesto veloce si diresse verso l’uscita, lasciando da solo Kuroko. Nel pieno di una crisi di pianto, cercò i suoi pantaloncini recuperando i ciondoli a forma di “T”. Se li portò al cuore desiderando con tutte le sue forze di poter tornare insieme al suo Taiga.
 
 
Angolo della follia @.@
Ciaooo =)
Sono già tornata con l’ultimo capitolo del ritiro estivo. Ero ispirata e inoltre questo completa il capitolo precedente.
Sto già immaginando la reazione di alcuni: felici per il bacio KagaKuro, tristi per la separazione, felici per il quasi sesso AkaKuro, tristi per la conclusione… insomma un mix di emozioni contraddittorie xD
Nel prossimo capitolo i ragazzi torneranno al Rakuzan prima delle vacanze estive…
Ciao e alla prossima! ;)
   
 
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