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Autore: _unintended    24/04/2015    2 recensioni
I My Chemical Romance, due anni dopo la fine. Nessuno avrebbe mai pensato che si sarebbero ritrovati, in un assurdo scherzo del destino, nel posto più impensabile al mondo.
Separati. Soli. Alla ricerca di una via d'uscita nel caos più totale.
Un labirinto impossibile, un gioco mortale, in una corsa contro il tempo, contro il mondo intero e contro le loro stesse scelte passate.
E no, non è proprio la situazione giusta per pensare a vecchi amori e rancori, ma c'è Gerard e c'è Frank... e sappiamo tutti come va sempre a finire.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER THREE
 
 
FRANK
 
Avere Gerard così vicino che potrei sfiorarlo soltanto allungando il braccio non è una bella cosa.
Non è assolutamente una bella cosa.
Specialmente dopo due anni di silenzio assoluto, un silenzio egoista e freddo, un silenzio che mi ha lacerato più di qualsiasi altra cosa.
Ma no, non lo darò ovviamente a vedere. E conosco Gerard, lo conosco meglio di chiunque altro, lo conosco meglio di quanto io conosca me stesso. Se gli è successa la stessa cosa, non lo darà assolutamente a vedere neanche lui.
Perciò sì, continuiamo a comportarci come se fosse tutto normale, tranne il fatto che ci troviamo chissà dove e ci siamo solo io e lui ed è già abbastanza frustrante e imbarazzante.
Almeno fino a quando non vediamo Ray e Mikey dall’altra parte della stanza.
In questo momento, ogni cosa torna al suo posto, come tanti pezzettini di un puzzle gigantesco a cui non ero ancora riuscito a dare una soluzione.
Ma certo.
Io e Gerard, e poi Ray e Mikey. Ci siamo tutti.
Vedo Gerard aprire la bocca per pronunciare il nome di suo fratello, e non ho neanche il tempo di dare un’occhiata a Mikey e Ray, e rallegrarmi nonostante tutto di rivederli dopo così tanto tempo, e capire se anche loro sono contenti di vedermi, se anche per loro questa situazione non è nulla in confronto alla gioia mista a imbarazzo che sto provando in questo momento; non ho il tempo neanche per chiedermi come mai la porta si è richiusa alle mie spalle.
Perché un attimo dopo tutto comincia a tremare.
Io e Gerard ci appiattiamo istintivamente contro la parete alle nostre spalle, e così fanno Ray e Mikey dall’altro lato della stanza. Sento il pavimento vibrare sempre più intensamente, e quando alzo lo sguardo vedo il soffitto che comincia a spaccarsi in due.
Letteralmente.
Si apre a metà, e le due metà si allontanano sempre di più, e man mano che si allontanano al loro posto scende una specie di radio gigantesca sorretta da un’asta metallica.
Una radio.
Dio, questo è il colmo. Non so se scoppiare a ridere o a piangere o a urlare. È un incubo, non ne sono mai stato così convinto fino ad ora. È un incubo e basta, non c’è altra spiegazione.
Spero solo di svegliarmi presto.
Dopo qualche istante, tutto si ferma. La terra smette di tremare, il soffitto smette di aprirsi, l’aggeggio si blocca a qualche metro sopra le nostre teste.
Siamo tutti e quattro con i capi sollevati e gli occhi fissi su di esso.
All’improvviso si sente un fischio assordante, poi il silenzio.
Un colpo di tosse.
E infine una voce, una voce metallica da un timbro irriconoscibile, proveniente dalla radio.
-Benvenuti.
Vedo Gerard, al mio fianco, fare qualche passo in avanti e avvicinarsi di più alla radio. Ha lo sguardo allucinato e curioso, e so che sta cercando di capire. Sta cercando di capire, come fa sempre, perché lui deve sempre analizzare tutto e trovare difetti e mancanze e soluzioni e dio, quanto mi era mancato.
-Chi sei?-chiede Ray, avvicinandosi anche lui, seguito da Mikey. A questo punto, non mi resta che raggiungerli al centro della stanza.
-Dove siamo?-incalza Mikey, fissando sospettosamente la radio.
Gerard continua a scrutarla, socchiudendo gli occhi.
E io rimango in silenzio, estraniandomi come sempre. Lasciamo fare agli altri tutto il lavoro. Non c’è nessun bisogno di me.
La voce non risponde a nessuna delle domande. –Spero abbiate gradito il giochetto iniziale. Sappiate che i prossimi saranno ancora più divertenti- e mi sorprendo di scorgere nel suo tono una specie di gioia mista a eccitazione.
Siamo stati rapiti da un maniaco psicopatico, ok.
-Ma di cosa cazzo stai parlando?- chiede Mikey, quasi spaventato. –Che significa giochetto? Stavamo per morire schiacciati da quelle pareti!
-Lasciaci andare- interviene Ray ponendosi proprio di fronte alla radio. –Hai preso anche i nostri familiari? Hai preso Christa? Ti ammazzo brutto pezzo di…
-Ho preso soltanto voi, Ray. - ride la voce - O per meglio dire, non vi ho preso. In fondo, siete stati voi a venire volontariamente qui. In fondo, lo volevate.
- Tu sei pazzo.
-Ma chi diavolo sei?
Guardo Gerard che continua a scrutare la radio in silenzio. Alla fine, parla.
-Io ti conosco, vero?
La voce rimane senza parole per la prima volta.
-Ti conosco, tutti noi ti conosciamo di persona. Lo sento.
La voce scoppia a ridere sonoramente. –Beh, se lo dici tu, non voglio negartelo. La mia identità è irrilevante, fidati. La cosa importante adesso, è spiegarvi le regole del gioco.
Fissiamo tutti la radio, in una sorta di panico.
Regole.
Quali regole.
E quale gioco.
-Se sbagliate, morite. È semplice, ho voluto farlo molto semplice, e so che così non c’è gusto ma dovevo lasciarvi almeno un po’ di vantaggio, purtroppo. Al minimo errore, per voi è finita. Proprio finita. Sbam. Spacciati.
Ray è scioccato, Mikey disgustato. Gerard guarda l’apparecchio con una sorta di perplessità mista a curiosità. Mi chiedo come faccia a essere così calmo quando tutta questa situazione sfiora il caos più totale.
Mi chiedo come faccia io ad analizzare tranquillamente le facce dei miei compagni e a non soffermarmi nemmeno un istante sul panico che mi sta crescendo dentro.
Gerard fa un passo indietro. –Cosa succede se invece vinciamo?
-Tornerete a casa, sani e salvi. Ovviamente ad una condizione.
La voce si ferma, lasciando appositamente qualche istante di silenzio carico di ansia. –Rimettere insieme i My Chemical Romance.
A questo punto, intervengo per la prima volta da quando è iniziata questa assurda conversazione. –E’ questo il premio? Obbligarci a fare qualcosa che non vorremmo fare?
Gerard mi lancia un’occhiata indefinibile, ma decido di ignorarlo.
Posso quasi sentire la voce sorridere. Ammesso che una voce sconosciuta possa sorridere. –Sì. È questo il premio, e dovreste ringraziarmi. Senza di me, avreste continuato a sprecare la vostra vita fino ad una misera vecchiaia. In un certo senso, vi sto salvando.
-Tutto questo è una follia- commenta Mikey, prendendosi la testa tra le mani.
-Suppongo sia troppo per il tuo piccolo cervellino-replica sarcasticamente la voce, e vedo Gerard fare un passo avanti per proteggere prontamente il fratello.
-Calmi, calmi. Scherzavo. Bene, suppongo che il vostro silenzio implichi che avete accettato regole e condizioni?
-Abbiamo alternativa?- chiede Ray stringendo i pugni.
-Direi di no, miei cari. Vedete, io voglio che voi torniate insieme. Perciò, per me sarebbe perfetto vedervi sopravvivere tutti. Purtroppo, il gioco sarà duro e io sarò costretto ad osservare in silenzio. Se morite, sarà un vero peccato, ma dovrete accettarlo come giusta penitenza per i vostri errori passati. Se vivete, vi sarà concessa un’ultima possibilità. E vedete di non sprecarla. Buona fortuna.
Accade tutto in un istante. Vedo Mikey precipitarsi verso il congegno come una furia e afferrarlo, cercando di staccarlo dall’asta alla quale è attaccato. –Stronzo stronzo stronzo! Dicci chi sei! Brutto stronzo te la faccio pagare, io…!- continua a gridare dando pugni alla radio. Ray gli corre dietro, cercando di tirarlo via.
Improvvisamente, la radio si muove, ritirandosi di nuovo in su fino a sparire. Il pavimento ricomincia a tremare, e il soffitto si richiude.
Dopodiché, dietro di noi si apre una porta che prima non c’era.
Ci guardiamo.
Attimi, istanti spezzati dai nostri respiri terrorizzati, e poi la consapevolezza nuda e cruda di cosa sta succedendo veramente.
-Mikey- sussurra Gerard, e corre verso il fratello, abbracciandolo. –Stai bene?
Mikey annuisce, facendo un piccolo sorriso. –E’ tutto ok.
Ma ovviamente non è tutto ok.
Vedo Ray venire verso di me e darmi una pacca amichevole sulla spalla. –Ehi.
-Ehi, Ray.
-Bel casino.
-Già.
Ray è Ray. È sempre stato di poche parole, ma un amico come pochi. E cazzo, no, non devo dirlo, non voglio dirlo ma in questo momento vorrei solo abbracciarlo come si stanno abbracciando Gerard e Mikey e far finta che questa sia una semplice reunion, quella per cui hanno sperato tanto tutti i nostri fans, quella per cui ho sperato tanto anch’io e che non è mai arrivata.
E che, a quanto pare, non arriverà mai.
Quando Mikey si stacca da Gerard, mi fa un cenno e mi sorride, chiedendomi silenziosamente come sto. Annuisco in risposta, e ci basta.
Adesso non è il momento, no.
Non so cosa ci aspetta oltre quella porta, ma non sarà facile e non ci resta che fare ciò che ci ha detto quel bastardo.
 
 
MIKEY
 
Forse non avrei dovuto reagire così prima, ma non mi importa. Per me è assolutamente inconcepibile una situazione del genere. Non ho retto, e probabilmente sono ancora in preda ad una crisi di nervi.
Mi massaggio le tempie, desiderando ardentemente che qui accanto a me ci sia Kristin.
Ma ho Gerard. E ho Ray, e Frank, ed è già qualcosa.
Dio, ma che sto dicendo. Loro sono sempre stati abbastanza per me. Da quando questa cosa è cambiata?
Gerard indica la porta. –Andiamo?
-Gerard, cosa dobbiamo fare? Vuoi davvero seguire le istruzioni di quel pezzo di merda?- chiede Ray, quasi sconcertato.
Mio fratello scuote la testa. –Ovviamente no. Ragazzi, è semplice. Noi siamo qui, e c’è sicuramente una via d’uscita. Dobbiamo soltanto trovarlo.
Beh, la fa semplice lui. L’ha sempre fatta semplice. Per Gerard è quasi un gioco, proprio come ha detto la voce. Sì, è sicuramente così. Lui ama queste cose, adora i misteri e gli piace svelarli, o almeno così è sempre stato in passato e questa situazione ha risvegliato il suo vecchio ego.
Vorrei poter essere come lui. Ho sempre voluto essere come lui, o essere lui. Essere Gerard Way, il famoso Gerard Way, l’attraente Gerard Way, il carismatico Gerard Way. L’ho sempre ammirato, imitato, seguito. In fondo è mio fratello maggiore, e avere lui come esempio mi ha aiutato tantissimo nella vita.
Mi ha aiutato anche a rialzarmi quando ne ho avuto bisogno. Se non ci fosse stato Gerard… probabilmente ora sarei ancora in un letto in quella clinica per tossicodipendenti, a smaltire la sbornia o chissà quale altra sostanza.
Gerard mi fa un mezzo sorriso, e tutti e quattro ci dirigiamo verso la porta.
Noi quattro.
Insieme.
 Di nuovo.
Forse, in realtà è questo l’aspetto più assurdo e impossibile di tutta questa storia.
 
 
 
AMIKEEE
Boh volevo un po’ spiegare il titolo di questa ff. L’entropia, cioè il caos inteso in una sorta di contesto chimico-scientifico(?). L’entropia è il caos che non fa che aumentare, aumentare a dismisura, e non si può mai tornare indietro. Una volta iniziato, il caos è inevitabile ed è destinato a crescere fino a… sbam.
Non so ancora cosa sarà questo sbam, ma immagino lo scopriremo insieme nell’ultimo capitolo lol
A presto, M.
   
 
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