Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Shainareth    25/04/2015    4 recensioni
Se qualcuno mi avesse chiesto in che modo eravamo arrivati a un tale livello di degenerazione, non avrei saputo rispondere. L’unica cosa che posso dire è che era cominciato tutto durante quella che sembrava essere una normalissima assemblea di classe [...]
Long nata in un momento di pura follia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



RIUNIONE DI CLASSE - CAPITOLO SESTO




«Toh», commentò Castiel, non appena ci ripresentammo in scena. «È tornata Pornuccetto Rosso col Cacasotto.»
   «Posso cominciare da lui?» domandai disinteressatamente al mio Cavaliere, piantando due occhi di fuoco proprio su quel disgraziato dai capelli tinti.
   «Porta pazienza, mia giovane Draghessa», iniziò a rispondermi Kentin, allungando un braccio per ostruirmi la strada, affinché rimanessi buona e ferma dov’ero. Nonostante la tolleranza dimostrata, probabilmente per paura di ritorsioni, si vedeva che l’insulto di Castiel gli pesasse non poco.
   Fece per aggiungere altro, ma la sua voce fu coperta da un urlo straziante: Rosalya. Ci girammo giusto in tempo per vederla aggrapparsi con forza ad una delle zampe da cervo di Lysandre, gli occhi spiritati puntati su di me e la bocca spalancata in un rantolo morente. «Avete rovinato il mio costume!» strillò non appena riuscì a ritrovare la voce.
   «Questo costume l’ho pagato di tasca mia, perciò ci faccio quello che voglio», la informai seccata, incrociando le braccia al petto.
   Lei però parve non udirmi e scattò nella mia direzione, pronta probabilmente a schiaffeggiarmi. Lysandre l’afferrò appena in tempo, passandole un braccio attorno alla vita e tirandola verso di sé. «Andiamo, Rosa, la recita è ancora in corso», cercò di farla ragionare, benché lei continuasse ad urlare e a scalciare, come se qualcuno l’avesse oltraggiata oltre ogni dire. «E abbiamo bisogno di una narratrice…»
   «A questo posso provvedere io», si offrì subito Kim, prendendo in mano le redini della situazione con un sorriso dispettoso che non prometteva nulla di buono. Si schiarì la voce e cominciò: «Proprio quando il buon Mago Alexy decise di accorrere in aiuto del Principe Nathaniel e della Fata Melody, ecco profilarsi all’orizzonte una nuova minaccia: un prode Cavaliere in sella ad un Drago potente e… beh, forse un po’ piccolino», valutò, squadrandomi dall’alto come se fossi stata un folletto. Sapevo anch’io di non essere alta, anzi, ma che bisogno c’era di sottolinearlo in quel modo?
   «Cavaliere», s’intromise Armin, con espressione palesemente divertita, «la tua Draghessa è talmente piccina che, se te la ingroppi, rischi di toccare terra coi piedi.»
   «Taci, imbecille!» scattò Kentin, avvampando per l’imbarazzo che ci causò il termine assai fraintendibile adoperato da quel… marrano del nostro amico.
   «Ho cambiato idea, prima faccio fuori lui», ringhiai fra i denti, pronta a rimboccarmi le maniche – che non avevo – per andare a picchiare Armin.
   Quest’ultimo allargò le braccia ai lati del corpo con aria innocente. «E che ho detto mai?» domandò, fingendo di non capire.
   Castiel sghignazzò. «Mago», esordì, dandogli una piccola pacca sulla spalla, «mi sei simpatico.»
   «Ah, sì?» s’interessò di sapere lui, aprendo la bocca in un sorriso. «Quindi mi alzi lo stipendio?»
   «Prima sbarazzati di tutte queste perdite di tempo», pose come condizione il Malvagio, inducendolo a sospirare per la delusione.
   «Sì, ma se non si sbrigano ad arrivare, non posso fare un bel niente», gli fece notare Armin. «A meno che tu non voglia che ti lasci da solo con la Principessa», ponderò, lanciando uno sguardo ad Ambra che, con viso imbronciato, osservava ciò che stava accadendo in silenzio. Il che, lo confesso, mi parve assai strano e, soprattutto, preoccupante: quando stava zitta e buona non era sempre buon segno. Che avesse anche lei qualcos’altro in mente?
   Castiel rabbrividì visibilmente. «Narratrice!» chiamò con voce imperiosa, schioccando le dita. «Sbrigati a raccontare la storia!»
   Kim fece una smorfia infastidita. «Oh, non sono mica la tua serva», gli ricordò, puntellando le nocche delle mani sui fianchi armonici.
   «Una Sguattera c’era», osservò ancora il Mago Armin, facendo cenno con la testa nella mia direzione, «ma s’è digievoluta in un Drago.»
   «Diamoci una mossa, sì?» prese infine parola Nathaniel, anche lui impegnato come sua sorella a fissarci con cipiglio piuttosto seccato. Probabilmente si stava chiedendo cosa diamine avessimo in mente e, per la verità, avrei voluto saperlo anch’io. Perché, toccava riconoscerlo, l’idea di sovvertire ogni avvenimento, all’interno della storia, andava anche bene, ma difettava di un non troppo insignificante dettaglio: occorreva un piano. Mi domandai se Kentin ne avesse uno, visto il suo sguardo serio e fiducioso.
   Kim tornò a schiarirsi la voce. «Ebbene, il prode Cavaliere, in groppa al suo fedele Drago…» riprese a narrare, facendo cenno a Kentin di salirmi sulle spalle.
   «Sei matta? Rischierei di ammazzarla!» la fermò subito lui, anticipando le mie proteste.
   L’altra sbuffò. «Senti, Hiccup», cominciò a dire, stufa di essere puntualmente interrotta. «Qua abbiamo una devastazione in larga scala da mandare avanti, e se non…» Si bloccò quando Violette le passò accanto di corsa, attraversando la scena per venire ad appiccicarmi qualcosa dietro le spalle.
   Kentin rise. «Sei un genio!» si complimentò con lei, facendola arrossire.
   «Ho pensato che così fosse più credibile…» spiegò lei sottovoce, fissando al meglio quelle che, a quanto avevo capito, dovevano essere delle ali di carta improvvisate. Forse non avrei potuto volare davvero, ma almeno avrei avuto un aspetto più minaccioso. Beh, più o meno, visto che di imponente non avevo un bel niente.
   Mentre Violette tornava con discrezione dietro le quinte ed io giravo su me stessa come un cane che cerca di mordersi la coda nel vano tentativo di dare un’occhiata alle ali, Nathaniel tornò a parlare. «Insomma, prode Cavaliere, cosa vuoi?»
   La sua era una domanda più che legittima. Kentin s’impettì e dichiarò: «Sono qui per porre fine a tutti i malefici presenti su questo mondo!»
   Alexy interruppe bruscamente la sua scena madre. «Aspetta un attimo!» lo fermò, seguendo con passo veloce le orme di Violette. Calò il silenzio per alcuni istanti. Poi, come se nulla fosse, quel matto tornò indietro con una lunga striscia di stoffa e, passandomi accanto, mi diede una sonora pacca sul fondoschiena. Castiel fischiò.
   «Bastardo!» urlarono in coro Kentin e Nathaniel, mentre io, pur rossa in volto per quella confidenza inaspettata, mi preoccupavo piuttosto di capire cos’avesse combinato Alexy: con lo stesso sistema usato già da Violet e da Kentin, anche lui aveva attaccato la striscia di stoffa al mio costume, più o meno all’altezza del coccige.
   «La coda!» esclamai allora, tutta contenta. Soprattutto perché sulla punta spiccava un vivace fiocchetto rosa – e pazienza che stonasse di brutto con il rosso della mantella. «In effetti mi mancava, grazie!»
   Alexy rise, divertito soprattutto per la reazione del mio Cavaliere e del Principe, tentati forse di prenderlo a pugni, ma ben consapevoli del fatto che non sarebbe servito a nulla – più che altro per via dei gusti sessuali del nostro amico. «Possiamo riprendere», sentenziò, dando il suo beneplacito a Kentin con un solenne gesto del capo e della mano. «Il nostro bel Cavaliere dagli occhi di smeraldo ci stava dicendo che era giunto fin qui per porre fine a tutti i malefici presenti su questo mondo», lo scimmiottò, impettendosi tutto proprio come aveva fatto lui un minuto prima. «Il punto, però, è che questi malefici sono tutti concentrati laggiù, nell’Antro del Malvagio», argomentò poi, allungando un braccio in direzione di Castiel, Armin e Ambra. «Anche noi stiamo andando là per fare piazza pulita. Quindi le cose sono due: o tu e il tuo Drago aspettate il vostro turno oppure vi unite a noi e, già che ci siamo, prendiamo tutti posto in groppa al Drago, così saremo sicuri di arrivare in un batter d’occhio, vista la possanza e la notevole apertura alare di questa splendida bestia», concluse, prendendomi una guancia fra le dita, pizzicandomela e tirandomela come se avessi avuto grossomodo la stessa età dei bambini presenti fra il pubblico.
   «Vuoi toglierle le mani di dosso?» protestò Kentin, infastidito dalla confidenza che Alexy continuava a prendersi con me.
   Ridacchiando, lui rispose: «Vuoi che le metta addosso a te?»
   Con un balzo, il Cavaliere fu alle mie spalle e, passandomi un braccio attorno al collo, neanche fossi stato un ostaggio, mi incitò: «Drago, inceneriscilo!»
   «Esagerato!» ci rimase male Alexy.
   «Prode Cavaliere!» vociò Nathaniel, indignato per l’essere stato messo da parte, dal momento che il ruolo dell’eroe avrebbe dovuto essere suo. In realtà, immaginai fosse anche stizzito per altro, e difatti lui non si curò di nasconderlo. «Lascia che prenda il tuo bellissimo Drago e raggiunga l’Antro del Malvagio: ho una missione da compiere e non ho alcuna intenzione di lasciare mia sorella ancora in balia di quel pusillanime che si nasconde alla nostra ira!»
   «Ripetilo e ti inforco le chiappe!» gli gridò dietro Castiel, saltando finalmente giù dalla sedia su cui si era accomodato ed impugnando di nuovo la propria arma.
   «Uhm…» mormorò Alexy, lanciandomi uno sguardo complice che mi lasciò inorridita. «Lo spettacolo si fa interessante.»
   «Principe», intervenne Kentin, stringendo con fare possessivo la presa attorno al mio collo. Aveva forse intenzione di strangolarmi? «Il mio Drago», cominciò, enfatizzando l’aggettivo possessivo, «obbedisce unicamente ai miei ordini.»
   Inarcai un sopracciglio. «Ah, sì?» m’interessai di sapere, non sapendo se trovare la cosa divertente o, piuttosto, irritante.
   «Pertanto non ti porterà in nessun luogo, senza di me», continuò lui, ignorandomi e chiarendo con Nathaniel che non mi avrebbe mollata neanche sotto minaccia.
   Quello lo prese in parola, perché subito affermò: «Se le cose stanno così, allora mi batterò, per averlo!» E, dicendolo, mise mano alla cintola, dove non trovò alcuna spada. Solo dopo ricordò di averla persa durante lo scontro contro Armin. Alexy subito accorse in suo aiuto e la recuperò per lui, passandogliela. «In guardia!» esclamò allora Nathaniel, tornando a rivolgersi a noi con la spada laser sguainata.
   Peccato solo che, nel frattempo, Kentin avesse già imbracciato il fucile e lo avesse puntato fra gli occhi del Principe con la precisione di un serial killer. «In guardia», ripeté con aria da sfottò, ma uno sguardo mortalmente serio in volto. Mi fece paura, lo confesso.
   «Ehi, ehi!» intervenne a quel punto Kim, spazientita. «Via le armi! Ci sono dei bambini!»
   «Soprattutto, via i draghi!» sbottò Ambra, messa sempre più in ombra dall’evolversi degli eventi. «Non ne abbiamo bisogno! Sono brutti, cattivi e maleodoranti!»
   «Ringrazia il cielo che non posso sputare fuoco per davvero!» ribattei, le mani sui fianchi.
   Lei atteggiò le labbra in un sorriso divertito. «Suvvia, sono certa che puoi fare miracoli, con il tuo alito pesante.»
   Sforzandomi di non darle corda, lasciai il Principe e il Cavaliere a bisticciare fra loro con la sola mediazione del Mago Alexy, e mi avvicinai alla Fata. «Melody, andiamo noi due a salvare quell’oca?» proposi, sia pur di malavoglia.
   Quella mi fissò con una certa esitazione nello sguardo. «Ehm… ma non credi che sia il caso di lasciarla lì dov’è?» ebbe il coraggio di domandare, nonostante sapessi che Ambra le facesse paura. O forse lo domandò proprio per questo?
   Mi venne da ridere e non mi sforzai di nasconderlo. «Oh, guarda, fosse per me…» le assicurai, scrollando le spalle con noncuranza.
   «E allora che si fa?»
   «Ce ne torniamo a casa a riprendere la vita di tutti i giorni?» suggerii con leggerezza. «Tu accanto al tuo bel Principe, io ad allattare i miei dodici cuccioli, sebbene non sappia ancora in che modo sbrigarmela», osservai, abbassando lo sguardo ai miei seni. Anche se non li avessi avuti così piccoli, era indubbio che me ne sarebbero servite altre cinque paia per allattarli tutti.
   Melody ridacchiò. «Immagino però che dovremmo comunque andare ad affrontare il Malvagio…» mi fece notare, facendo cenno in direzione del pubblico. «I bambini se lo aspettano.»
   Sbuffai. «Oh, sì, pupe, venite a me», ci prese in giro Castiel, pregustando già la magra figura che avremmo fatto nel momento in cui saremmo state costrette a batterci con lui. Risbuffai.
   «Venite a noi», lo corresse Armin, accigliato. «Sono due, possiamo dividercele.»
   «Non so», ci pensò su l’altro. «Pornuccetto Rosso ha un nome che alletta, ma…» Schioccò la lingua sotto al palato. «Difetta di qualità», aggiunse poi, mimando due grossi palloni all’altezza del petto.
   «Ti fracasso le corna, rosso!» proruppi, saltellando su un piede perché impegnata a togliermi con foga l’altro stivale col proposito di gettarglielo appresso. Manco a dirlo, persi l’equilibrio e piombai a sedere per terra con un tonfo sordo. Preoccupata che mi fossi fatta male, Melody si precipitò ad aiutarmi a rimettermi in piedi.
   A quel punto, Ambra tornò alla carica, impettendosi e facendo ondeggiare vistosamente ciò che strizzava nel corpetto dell’abito. «Oh, mio Oscuro Signore!» Ma che era? Una Mangiamorte? «Non lasciare che i tuoi meravigliosi occhi si insudicino posandosi su una tale, infima creatura!»
   Castiel sospirò. «Non potevamo rapire la Fata?» domandò al suo compare. «Di sicuro parla meno.»
   «Basta chiedere», rispose Armin, agguantando malamente Ambra per un gomito e trascinandosela dietro, nella nostra direzione.
   «Ehi!» protestò quella, cercando di opporre resistenza. «Lasciami subito, razza di…!»
   «E sta’ zitta!» la redarguì lui, strattonandola con forza e spingendola via, verso gli altri. «To’, Principe!» disse al contempo. Preso alla sprovvista, Nathaniel non riuscì a fermare lo slancio di sua sorella, che gli cozzò contro in un goffo abbraccio. «In cambio, ci prendiamo la tua bella!»
   Per un terribile attimo temetti che si riferisse a me. Peccai di presunzione, perché invece, seguendo il canone del copione – se così si può chiamare – che avevamo stabilito all’inizio, Armin avvolse Melody nel proprio mantello scuro. Lei soffocò un’esclamazione sorpresa ed io l’afferrai per un braccio, nella speranza di impedire quel rapimento.
   E dal momento che non mollavo la presa e che, se entrambi avessimo forzato, avremmo rischiato di fare del male alla povera Fata, Armin ideò un subdolo stratagemma. «Guarda, Drago! La Principessa sta cercando di pomiciarsi il Cavaliere!»
   Se qualcuno mi avesse osservata in quel momento, probabilmente sarebbe giunto alla conclusione che, in confronto al mio modo di ruotare la testa di centottanta gradi, la bambina dell’Esorcista fosse soltanto una pivella. Fatto sta che le parole di Armin mi offuscarono la ragione ed io mi voltai di scatto per vedere cosa stava succedendo alle mie spalle: un bel nulla, in realtà, dal momento che Nathaniel, che ci guardava sconvolto, sorreggeva ancora Ambra, palesemente imbarazzata, mentre, poco distante da loro, Kentin impugnava ancora il fucile, sia pure con aria disgustata per la trovata del suo amico.
   «Armin!» berciai allora, tornando a prestare attenzione al rapimento della Fata. Che, mio malgrado, era avvenuto senza che potessi accorgermene, visto che, in preda alla gelosia, avevo mollato di colpo la presa. Masticai un’imprecazione, osservando come, a passo di danza, quel disgraziato di un nerd se ne tornava nell’Antro del Malvagio tirandosi dietro la povera Melody. «Questa me la paghi!» gli assicurai, mostrandogli il pugno. Non ottenni la reazione sperata, dato che quello si mise a ridermi in faccia.
   «Ora sì che si ragiona», affermò Castiel, rivolgendo uno sguardo d’apprezzamento alla bella Fata. Che uggiolò. «Di’, Principe», riprese poi il Malvagio, tornando a prestare attenzione all’altro gruppetto. «Come la mettiamo, adesso? Vieni o non vieni a salvare la tua promessa sposa?»
   Nathaniel esitò e Alexy gli diede una gomitata. «Un Principe che si rispetti deve salvare la fanciulla in pericolo!»
   «Sì, suppongo di sì…» considerò lui, non proprio convinto di voler accorrere in aiuto di Melody. «Ma forse, ripensandoci, sono troppo giovane per sposarmi.» Melody uggiolò di nuovo.
   «Che uomo senza cuore!» non si trattenne dall’esclamare l’altro. E, francamente, non me la sentii di dargli torto: illudere una ragazza e poi abbandonarla in una situazione di pericolo era un comportamento da mascalzoni – per esser fini. «Kentuccio, fagli vedere com’è che si comporta un vero uomo», ricominciò Alexy, seriamente indispettito con Nathaniel.
   «Ehm…» prese a balbettare il Cavaliere, soppesando la situazione: finché la fanciulla in pericolo era Ambra, potevamo infischiarcene a dovere del Malvagio; adesso, però, toccava salvare la povera Melody, e per farlo bisognava scontrarsi con Castiel. «Di solito sono i Principi a fare questo genere di cose», risolse di rispondere, infine, facendomi ruotare gli occhi verso l’alto.
   «Mi sa che abbiamo di nuovo preso l’ostaggio sbagliato», considerò Armin, accigliandosi davanti a quella misera dimostrazione di volontà e di coraggio.
   «Oh, siete davvero una delusione!» sbottò inaspettatamente Melody, non riuscendo a mandare giù la faccenda. Come biasimarla?
   «Sì, ma se ti ricordi», cercava di farlo ragionare Nathaniel, «all’inizio della storia è stato detto che la Fata è malvagia e che ha maledetto mia sorella e ha irretito anche me con le sue arti magiche.» C’era da riconoscergli una certa coerenza, purtroppo. «Adesso che è lontana, tutto può tornare alla normalità.»
   «No, che non può!» si lagnò Ambra, che era passata per l’ennesima volta in secondo piano e che, soprattutto, poteva dire definitivamente addio alla sua storia d’amore – fittizia – con Castiel. «Se non riceverò il bacio d’amore del Malvagio, il mio cuore rimarrà inaccessibile a chiunque altro!»
   «Il cuore», precisò Kentin per lei. «Tutto il resto no. Quindi va’ e divertiti, visto che ti riesce bene fare la gatta morta con gli sconosciuti.»
   Questa Ambra proprio non la mandò giù e, presa da un raptus, fece per avventarsi su di lui. Purtroppo inciampò sul piede di suo fratello e perse l’equilibrio, andando a calpestare l’orlo del proprio abito che produsse un rumore sinistro, come di stoffa lacerata. Benché Nathaniel si mosse per afferrarla prima che cadesse, la mancò clamorosamente ed Ambra crollò in avanti, finendo addosso al Cavaliere; che, a sua volta, franò all’indietro, ritrovandosi aggrovigliato con lei al suolo.
   E la furia del Drago si scatenò.
   Un ruggito, quasi pari ad un boato, si propagò nell’aria, facendo ammutolire tutti, ed io spiccai per davvero il volo, pronta ad atterrare a peso morto su quella dannata Principessa dalle poppe quasi al vento per strapparle i capelli a morsi, uno per uno. Mio malgrado, non riuscii neanche a controllare il numero e la gravità delle parole che mi uscirono di bocca, perciò tutti accorsero a separarci e lo spettacolo fu sospeso, soprattutto quando si avvidero della prima goccia di sangue versata davanti al pubblico.
   Ma, ehi: mai toccare il compagno di un Drago, se non volete ritrovarvi monchi di qualcosa.












Giuro che il prossimo sarà l'ultimo. E giuro anche che non avevo previsto che la situazione sarebbe degenerata a tal punto. ;_;
Ah, una precisazione che volevo fare da tanto tempo. Avrete notato che Castiel e Armin vanno piuttosto d'accordo, in questa storia. Non me lo sono inventato, perché pare che nel manga i due abbiano un certo rapporto (magari non di amicizia, ma arrivano persino a passare la pausa pranzo insieme ad un fast-food e Castiel afferma che si trova bene a parlare con lui).
Che altro dire? Mah, credo nulla. Nel caso, prometto di annotare tutto da parte e di scriverlo alla fine della long.
Ora corro a rispondere ai messaggi e alle recensioni lasciate in sospeso, perdonate il ritardo!
Grazie a tutti e buon fine settimana! :*
Shainareth





  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth