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Autore: Giada in the universe    25/04/2015    1 recensioni
Poteva strizzare gli occhi; poteva scuotere la testa; poteva darsi un pizzicotto per capire se stava sognando.
Ma alla fine doveva ammettere che quel che stava vivendo era reale. Paesaggi, edifici, abitanti e stili di vita, di cui nessuno scienziato era a conoscenza, le scorrevano davanti agli occhi.
Così questa era diventata la sua avventura, non riusciva ancora a crederci. Ma quella ragazza che volava da un pianeta all'altro, o che si difendeva da nemici con poteri soprannaturali, era proprio lei
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giada aveva raggiunto il limite, va bene i sogni, le visioni, le perdite di sensi, le persone che appaiono dal nulla... Ma una nana!!! Una nana fluttuante!!!
Era troppo! Troppo!
E il microbo pensò di dare il colpo di grazia "beh? Conti di rimanere lì per terra ancora per molto?" domandò con aria spocchiosa.
Ah, parlava anche?! Parlava e la prendeva in giro?!
Nel pieno di una crisi nervosa, afferró il coso fluttuante e le urló contro "ma che diamine?!"

Nella camera di Giada il clima era completamente diverso, la ragazza della visione aveva appena aperto gli occhi. Gli schiamazzi del giardino erano arrivati fino a lei e per questo si era tirata su, ancora un po' intontita.
Guardò la tenda blu che copriva la vista sul giardino, l'urlo sembrava venire da dietro a essa.
Scostò un poco la tenda per sbirciare, ma la scena che vide le fece strabuzzare gli occhi. Svelta aprì la portafinestra e uscì.
Giada, che stava strangolando e sballottando la minuscola creatura, si giró di scatto al suono della maniglia che cigolava.
Vide la ragazza dai capelli argentati in piedi, davanti a lei. La fissava incantata. 
Anche Giada fissava la ragazza, senza rendersene conto, la sua presa si allentò e la piccola ragazza poté liberarsi. Forse capiva perché non si era agitata nel vederla svenuta nel suo letto.
Lei era stata prima visione e poi persona reale. 
Ma non era diventata reale nel momento in cui l'aveva trovata svenuta nel suo giardino. In quel momento era stato solo un corpo, privo di conoscenza. Quasi reale, ma non ancora del tutto.
Questo era il momento, in cui la ragazza "della visione" diventava persona fisica, ora che stava di fronte a lei e la guardava, con gli occhi chiari persi in quelli marroni di Giada.
Uno sguardo sveglio e vivo, che ora esprimeva serenità, accompagnato da un sorriso rassicurante.
"Piacere, sono Luna"
E Giada rimase immobile.
Capiva che le sarebbe toccato abituarsi alle frasi enigmatiche, visto quanto piacevano a queste persone. Luna... forse era solo un nome proprio, ma sarebbe stata una coincidenza troppo grande.
Insomma, la visione l'aveva avuta proprio guardando intensamente la luna. E la ragazza piangeva in un luogo sterile, desolato, pieno di crateri, molto simile alla luna. 
Luna si abbassò verso Giada, che era ancora seduta per terra dall'impatto con la nana.
"Dai, ora alzati" le disse piano, con tono gentile "abbiamo tanto di cui discutere".

Le ragazze si spostarono in casa. Lì Luna e la nana volante, che si presentò come Apollonia, spiegarono la situazione a Giada; ma la situazione si rivelò più dura di quanto si aspettassero, non perché Giada non fosse in grado di capire, ma perché la realtà che le due ragazze le presentavano era qualcosa di completamente fuori dal suo mondo. 
Le raccontavano di altri mondi abitati, le raccontavano di viaggi fra galassie e poi, cosa che le risultava più assurda di tutte, le raccontavano la loro storia, quella che riguardava anche lei. Quella che la ragazza con la coda aveva chiamato "missione", un attimo prima di sparire.
Ma questo era tutto davvero troppo incredibile, scosse la testa. Ora che aveva le risposte non le accettava.
"Avanti, terreste, non rendere il mio compito ancora più duro di quello che già è!" sbottò Apollonia, incrociando le braccia.
"Senti non lo sto facendo a posta! Scusami, ma proprio non riesco a crederti."
"Devo ricominciare??"
"No! Ho capito, solo che non mi convince..."
"Cosa ti convincerebbe, Giada?" intervenne la voce calma di Luna
"Non lo so, solo che... che prove ho che quello che mi state dicendo è vero?" 
"Insomma, terrestre!" irruppe Apollonia "ti sembro una tua simile?? Cioè, insomma, volo!!" 
-E sei poco più grande di un insetto- pensò Giada. Ma doveva proprio ammetterlo: se due così ti dicono che sono aliene devi dare loro ragione.
"Okkei, ricominciamo da capo" mormorò Giada, ignorando le proteste di Apollonia "Giove, no aspetta, come si chiamava? Giove? Giusto? Ecco, Giove, cosa vuole da me?"
Apollonia sospirò, irritata "Vuole che ti unisci ad un gruppo di sette ragazzi e ragazze per raggiungere il pianeta Giove, per incontrare Giove, in persona"
"E perché dovrei unirmi a questo viaggio? Che interesse dovrei avere?"
"Ma sei sorda?? Incontrerai Giove! La somma divinità che ha creato tutto ciò che vedi intorno a te e molto di più!"
"Ecco, vedi, questo è già un problema... Io non credo molto alle divinità e altro. Sono piuttosto atea.."
Apollonia si girò verso Luna, confusa "Che dice? Atea? Che significa?"
"Che non credo agli dei, l'ho appena detto!" intervenne "mi sa che non sono io quella sorda" sorrise soddisfatta.
"Non credi agli dei???" urlò "Ma che idiozie dici?? Come fai a non credere a qualcosa che chiaramente esiste??"
Prima che Giada potesse ribattere, Luna si rivolse a lei, tranquillamente "Ma proprio perché non ci credi, questa sarebbe un'ottima occasione. Potresti vedere una volta per tutte come stanno davvero le cose"
Non sembrava granché come ragionamento, era troppo semplicistico. Ma probabilmente aveva anche la sua logica.
"okkei, punto a vostro favore" ammise
Apollonia rivolse a Luna un sorriso vincente e proseguì "Quindi... La cosa è semplice. Tu vieni via con noi; andiamo a prendere gli altri, così vediamo un po' gli altri pianeti, e poi ce ne andiamo su Giove"
Semplice. Semplice un corno. Questa storia non faceva che diventare sempre più complicata. 
Ma c'era qualcosa che la attirava in quel viaggio. No, non era spirito di avventura, quello non l'aveva mai avuto... Forse perché era intelligente e ci teneva alla sua vita.
Qualcosa, però, le nasceva dentro. Era quasi una curiosità per quei popoli che nessuno scienziato aveva mai visto.
Dove si erano nascosti gli abitanti di quei pianeti, che tutti gli astronauti avevano cercato invano?
Ora lei poteva entrare in contatto con gli alieni! Vedere culture mai studiate!
Ma come aveva già detto, non era affatto semplice. Per cui cercò di tenere a freno l'entusiasmo.
"Okkei, facciamo finta che accetto... Cosa succede dopo?"
"Ottimo!" esclamò Apollonia, vedendo che Giada sembrava sempre più convinta "beh, prima faremo tappa su Mercurio, prenderemo...".
"No, ehi! Aspetta un attimo!" la interruppe Giada "ma in tutto, questo viaggio quanto durerà?"
Apollonia piegò il capo di lato e assunse un'aria pensosa "mmh da uno a tre mesi, molto approssimativamente"
Giada spalancò gli occhi "che?! Ma non è un po' troppo?"
"Guarda che dobbiamo girare cinque pianeti! Ti sembra poco?! E ringrazia di poter contare sui miei sofisticatissimi strumenti creati appositamente nelle migliori officine di bla bla bla..."
Giada aveva smesso di ascoltare, c'era qualcosa di strano nel discorso della ragazza. Una discrepanza che aveva già avvertito prima...
"Ma perché solo cinque pianeti?" se ne uscì di punto in bianco, ignorando l'espressione contrariata che aveva Apollonia, dopo essere stata interrotta.
"Perché? Quanti ne vuoi visitare?! Per Giove! Prima è troppo e ora è troppo poco, sei una lagna!"
"Sì, ma non ti agitare!" Giada guardò Apollonia, stupita "l'ho chiesto perché c'è una cosa che non capisco. Hai detto che andremo prima su Mercurio, quindi visiteremo il sistema solare, no?"
La ragazza in miniatura annuì "sì, voi terrestri lo chiamate così"
"Ecco: il sistema solare è fatto di otto pianeti, quindi perché ne visitiamo solo cinque?"
Apollonia la guardò sconcertata, come se avesse detto la più grande cretinata della storia. Poi, però, intervenne anche Luna "è vero! Anche a me avevano detto così. Aspetta quali erano?" li contò sulle dita "Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno e...".
"Uranio e Nettuno" la aiutò Giada, sorridendo
"Aaah" esclamò Apollonia "ovvio, voi non lo sapete..."
Giada e Luna la guardarono, curiose.
"Giove governa Mercurio, Venere, Terra, Marte e il suo pianeta omonimo. Gli altri tre non sono sotto il suo comando"
"E perché?" chiese Luna
"Perché non sono nati dalle sue sapienti mani, ma da quelle dei suoi fratelli"
Giada non aveva il tempo di chiedersi se tutto questo fosse vero o no. Era troppo appassionante!
Voleva fare altre domande sulla famiglia di questo Giove, ma Luna parlò per prima "E perché non possiamo vedere anche gli altri pianeti?"
"Perché questo è un viaggio voluto da Giove, quindi sono autorizzata a portarvi solo nei suoi territori. Piuttosto..." tagliò corto Apollonia "la signorina cosa ha deciso, ci viene o no?"
Giada fu colta alla sprovvista, non ci aveva neanche pensato.
Abbassò la testa "ecco... Io... In realtà dovrei parlarne anche con mio padre... Anche se ho già 19 anni".
"No, no, no, no! Nessuno deve sapere di questo viaggio. Giove ha sempre preferito tenere gli abitanti di un pianeta all'oscuro dell'esistenza di vita negli altri pianeti! Se raccontassi a qualcuno di quello che ti ho detto si spargerebbe la voce!"
"E noi che siamo? Dei prescelti?" Giada la guardò scettica.
"Un esperimento, in realtà" annuì Apollonia "negli altri pianeti i viaggi interplanetari sono di routine. Giove ha organizzato questo viaggio per vedere se una politica simile è attuabile anche da noi"
"Che bello sarebbe!" esclamò Luna, felice.
"Allora che hai deciso?" Apollonia si rivolse a Giada.
"Ma come faccio a sparire per due mesi senza dire niente a nessuno? Mi daranno per dispersa!"
"E allora?" Apollonia assunse un espressione di sufficienza.
"Stai scherzando, vero?! Mio padre si spaventerà a morte! Le mie amiche anche!".
Non poteva davvero dare questo dispiacere alle persone a lei care. Divertirsi andando in giro per i pianeti, mentre loro, qui sulla terra, piangevano e si preoccupavano per lei. "No, scusate. Ma io così non parto"
   
 
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