Torniamo ancora una volta qui, a scrivere sta storia
ke non avrei creduto venisse così lunga…
O_________O la prossima volta devo rifletterci prima di scrivere come viene… XDDD no skerzo, mi piace
un sacco! E soprattutto sono contenta che le mie ff diventino
piano piano sempre più lunghe, mi diverte molto!
^______^ e soprattutto mi affeziono ai personaggi! Ke
poi, se vengono disegnati da una brava cm lucia c’è ank più orgoglio!! ^______^ Lucia, ma sai ke pure mio zio ha detto ke sei
brava a disegnare??? È incredibile, mio zio ke si
tiene informato sulle cose ke piacciono ai giovani, nn l’avrei mai detto, anke se cmq
pure lui nn è mica vekkio
U_____U… ha dei manga vecchi di tipo trent’anni e se li troviamo a casa di mia
nonna (ke oltretutto ha appena traslocato, quindi ank gli scatoloni sn lì… =____=’’’) mi ha detto ke
posso prenderliiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!! Waaaaaaaaaaaaaa, ahahahahahahah sn di sicuro manga ke ora nn metteranno più in vendita, ahahahahahahahahah!!!!!
Io gli faccio: ma sn roba tipo l’uomo tigre o ken il guerriero (ke sinceramente
nn mi piacciono… XP)? O sono
cm quelli ke dico io? E lui: no no,
sn proprio manga, cm questi (mentre vedeva le
immagini ke gli facevo vedere). Ke
figoooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!! Probabilmente
all’inizio dell’anno nuovo andrò a casa di mio zio e vicino c’è quella di mia
nonna, posso andarci in bici e mi farò una ricerca in quegli scatoloni pieni di
manga!!!!!!!! Uahahahahahahahahah, sn contentissima!!! Potrei considerarlo un regalo di natale
^_____^ caspita, sto occupando un casino con questa introduzione, meglio che
passo al cappy va’ XDXD buona lettura a tutti!!!
Cap.
24: Ritorni
Alla
Ice Place ci divertimmo
moltissimo per tutto il pomeriggio. C’è stato un momento in cui da lontano ho
visto Lucia e Shou, seduti per prendere fiato, che
parlavano un po’ sommessamente.
“Che
avranno in mente, quei due?” mi chiesi sovrappensiero.
Ma
Nao mi agguantò da dietro e così mi feci prendere di
nuovo dai nostri giochi. Notai che il ragazzo con le meches
viola mi teneva d’occhio, quasi si aspettasse che cadessi di nuovo, giusto per
farsi un’altra risata nel vedermi a terra. Però quando con la coda dell’occhio,
lo guardavo anche io, vedevo che non era uno sguardo divertito come quello che
mi aveva rivolto mentre ero a terra dopo esserci scontrati. Era uno sguardo
riflessivo, attento, quasi esaminatore. Ma che voleva quello? Scandagliarmi come
se lui stesso fosse stato una sonda? O mi stava facendo una specie di esame? Cercai
di non farci troppo caso, ma non era così semplice. Nao
notò il mio fastidio non si ingelosì.
“Devi
essere proprio carina se anche gli altri ti osservano come fanno i gufi!” rise
lui. “Ho fatto la scelta migliore, allora” aggiunse prendendomi per il mento.
“Ti
ricordo che siamo su una pista di ghiaccio, potremmo scivolare se non facciamo
attenzione” sussurrai languida.
“Non
c’è alcun pericolo, io sono assicurato” ribatté lui continuando a fare battute.
“Hai
un’assicurazione sulla vita? Allora potrò stare tranquilla quando tornerò in Italia…”
“Chi
ha detto che ci tornerai? È ancora tutto da vedere…”
“Lo
sai, Nao, che non posso restare…
devo fare l’università e trovarmi un lavoro, imparare ad entrare nel mondo reale… tutto questo sembra solo una fantasia, un mondo che nella realtà, là
fuori, non esiste…”
“Fantasy… può essere la nostra canzone, non trovi?” mi disse
lui come illuminato da un’idea geniale.
“Perché
no?... Fantasy…” mormorai prima che lui mi
interrompesse dolcemente con un bacio.
“Quanto
miele!! Credo che anche Lucia si stia dando da fare” ci urlò Saga passandoci a
fianco mentre stava scivolando.
Poco
dopo lo sentimmo capitombolare, ma non ci facemmo caso, continuando a guardare
il vocalist e la mia amica conversare sciolti a bordo pista. Lucia si trovava
benissimo con Shou, ora che tutti avevamo legato
anche lei era riuscita ad aprirsi un varco verso la spontaneità. Mi dispiaceva
per Taro, ma dovetti proprio ammettere che Shou era
ad un passo dal ricevere una risposta affermativa.
“Ehi,
ma hai portato il tuo ragazzo qui tanto per cambiare il luogo per amoreggiare
oppure siete venuti per pattinare?” mi chiese il solito ragazzo con le meches, quando si avvicinò a me e Nao
pattinando con eleganza.
Sembrava
una piattola. Prima non smetteva di fissarmi e ora criticava il mio modo di
divertirmi.
“Senti
un po’, tu…”
“Ti
andrebbe di pattinare con me o il tuo ragazzo ha qualcosa in contrario?” mi
chiese prima che potessi cominciare con la mia sfilza di insulti e sbraiti.
“C-come, scusa?” gli chiesi io credendo di non aver capito.
“Pattini
con me sì o no?” mi chiese più esplicitamente, quasi spazientito.
“Ma
non vedi che…” ricominciai.
“Ale, va’ pure col tuo amico, non c’è problema!” mi fermò Nao.
Io
mi voltai verso di lui e lo guardai sorpresa. Il suo sorriso era sincero e i
suoi occhi limpidi. Non nutriva il minimo timore che quel tipo avrebbe potuto
farmi qualcosa.
“Ne
sei sicuro?”
“Sicurissimo”
mi rispose lui convinto con un altro dei suoi sorrisi che mi facevano cedere le
gambe.
“Va
bene, allora a dopo N…” ma lui si mise un dito sulle
labbra: stavo per dire il suo nome. “A dopo” dissi solo.
Il
mechato mi prese per un braccio e senza farmi alcun
male, senza strattonarmi o robe del genere, mi portò lontano. Decisamente
lontano, dall’altra parte dell’enorme pista, dove a malapena riuscivo a
distinguere i volti dei miei compagni.
“Ce
ne hai messo di tempo… hai sempre bisogno del
permesso?” mi chiese lui.
“Non
sono affari che ti riguardano…” gli risposi male.
Voltai
la faccia dall’altra parte e misi il broncio. Non mi andava di stare con quel
tipo, mi aveva già irritata abbastanza. Sulle prime non mi era sembrato così
appiccicoso, ma ora…
“Bè, se la metti così allora puoi anche tornare dai tuoi amici…” sospirò cominciando ad allontanarsi verso il centro
della pista.
“No,
aspetta!” lo chiamai.
Lui
si fermò e si voltò con un sorrisetto sicuro. Sapeva che lo avrei chiamato. Mi
dava sui nervi. Ero così prevedibile per lui?
“Sì?”
mi chiese.
“Io… non so ancora il tuo nome…”
gli dissi.
“Oh,
ma nemmeno io so il tuo… ho solo sentito quello che
mi è sembrato un’abbreviazione…” mi rispose lui
tornando vicino a me.
“Sì,
io mi chiamo Alessia…” gli dissi.
Poi
gli tesi la mano. Mi sembrava il caso di cominciare tutto da capo.
“Piacere”
e mi strinse la mano.
“E
il tuo nome?”
“Uhmmm… preferisco aspettare…”
rise.
Mi
stava prendendo in giro?
“No,
me lo dici ora!” mi infervorai.
“Perché
tutta questa fretta? Avremo tempo, no?”
“No!
Non so se tornerò in questa pista prima che io parta per tornare a casa quindi
datti una mossa!” gli dissi.
“Magari
alla chiusura della pista, che ne dici? Resterai con i tuoi amici fino a quell’ora?”
“Penso
di sì… non abbiamo niente da fare…”
ammisi.
“Allora
pazienta ancora un po’…” sorrise.
Era
davvero misterioso quel tipo. Ormai lo inquadravo come ‘il mechato’.
“D’ora
in poi, fino a che non saprò il tuo nome, ti chiamerò così” decisi quando ad
alta voce gli dissi come lo vedevo.
“Ahah, ok!” rise ancora lui. “Su, pattiniamo un po’ qui a
bordo pista. E parlami un po’ di te”
“C-che cosa dovrei dirti, scusa?” chiesi presa alla
sprovvista.
“Cosa
ti piace fare, il tuo cibo preferito, cose così…”
“Piuttosto
dimmi tu perché ti sei fissato con me, non sono mica l’unica ragazza in pista e
chissà quante te ne vengono davanti quando distribuisci pattini oppure con
quante hai parlato per dare i volantini” ribattei sulla difensiva.
“Oh
sì, ne ho viste molte… ma tu sei interessante…
riesco a capire che cosa pensi solo guardandoti negli occhi, come fossero due
lastre trasparenti!” mi disse senza troppi giri di parole.
“Non
hai peli sulla lingua, a quanto pare…” commentai,
arrossendo.
Non
mi piace essere così alla mercé di altre persone. Ogni tanto, mantenere qualche
pensiero per sé non è un male… invece per lui ero
come un libro aperto, sentivo che quello che mi aveva detto era vero…
“Ti
ho tolto le parole di bocca, eh? Però questo non mi succede con tutti… solo con le persone che reputo…
come dire… intriganti” mi disse.
Parlando
con lui, come affascinata da quel suo talento innato, non mi accorsi che dall’altra
parte della pista stava succedendo qualcosa. Qualcosa che non avrei gradito. Per
niente.
Nao pattinava per i fatti suoi,
lanciando ogni tanto un’occhiata fugace a me e il mechato,
tanto per controllare che la sua fiducia non dovesse venir meno. Sembra tutto
tranquillo, io parlavo normalmente con il tipo, quasi lo conoscessi da sempre. Nao fu sollevato. In quel momento, sentì posarsi sui suoi
occhi due mani morbide e ben curate.
“Indovina
chi è?” una voce femminile parlò al suo orecchio.
“Minami?”
chiese con tono più sorpreso che per rispondere allo scherzo Nao.
“Esatto!”
e le mani scivolarono giù, permettendo a Nao di
voltarsi.
Minami
era lì, di fronte a lui, stretta in un giubbotto argentato, un po’ sollevato
sulla vita, scoprendo così la maglietta rossa, le gambe coperte da jeans
attillati e ai piedi i pattini da affitto della pista, mentre i capelli erano
raccolti un due codini bassi con gli elastici con due strass vistosi.
“Cosa
ci fai tu qui?” chiese sconcertato Nao.
“Ci
sono venuta qui per caso! La mia amica Natsumi è il
dj ^_____^ e regola le luci” spiegò Minami indicando un punto in alto, dalla
parte opposta a dove mi trovavo io.
Là
vi era una cabina con un vetro trasparente che permetteva a chi stava dentro di
scrutare tutta la pista. Nao aguzzò la vista e scorse
al suo interno una ragazza dai capelli rosso vivo, quasi fossero fiamme, che
salutava l’amica giù in pista.
“E’
un vantaggio, sai? Posso usufruire di sconti ogni volta che vengo ^_____^ e in
ogni caso potrei perché sono socia, frequento spesso questa pista”
“Ah,
capisco…” mormorò Nao poco
convinto.
“Ehi,
ma la tua Alessia dov’è? Ho visto che c’erano anche gli altri quindi è
impossibile che lei non ci sia” disse con tono innocente.
“Infatti,
c’è ma è dall’altra parte della pista a chiacchierare con un…
amico” rispose Nao, poco sicuro di pronunciare la
parola ‘amico’ riferita a quel tipo.
“E
tu la lasci andare? Non hai paura che ti tradisca?”
“No,
non lo farebbe mai” stavolta Nao era sicuro di ciò
che diceva.
“Se
lo dici tu… quella alessia non mi è piaciuta molto
quando l’ho vista la prima volta…”
“Non
deve piacere a te, Minami, lo sai” ribatté Nao
cominciando ad andarsene.
“Ehi,
aspetta, Nao! Perché non stiamo un po’ insieme, è
tanto che non ci vediamo… vorrei poter parlare un po’…”
lo fermò Minami afferrandolo per la felpa che lo copriva.
“Uff… va bene… ma cinque minuti,
dopo torno da Alessia” sbuffò Nao.
“Ok,
come vuoi” acconsentì Minami. Cinque minuti le sarebbero bastati.
Minami
pattinò vicino a Nao a lungo. D’un tratto scese sulla
pista una musica lenta, romantica e anche le luci si abbassarono.
“C-che cavolo…?” protestò Nao.
“E
dai, hanno messo questa bella canzone, le luci basse…
riviviamo i nostri momenti, Nao” lo trascinò piano
Minami.
Io
invece venni convinta dal tipo mechato a pattinare
vicini con quella musica, come se mi avesse invitato a ballare. Mi prese per le
mani e cominciò a farmi volteggiare, facendomi prendere dal panico di cadere,
ma ogni volta lui mi afferrava prima che potessi cascare. Aveva anche degli
ottimi riflessi. Lo odiavo per questo. Era davvero quel classico ragazzo che
mostra tutte le sue qualità, facendosi odiare, e poi…
oh maledizione! Ecoo dove voleva arrivare!!
“Non
ti tornano in mente i momenti passati insieme, Nao? I
nostri momenti intimi, le nostre effusioni d’amore…
sai, vorrei che tutto quello non fosse finito…”
sussurrava Minami.
Si
appoggiò al petto di Nao, cingendolo per la vita. Nao la prese per le spalle, volendo allontanarla, ma non ci
riuscì, voleva farle capire come stavano le cose senza doverla ferire. Lei
aveva già ferito lui una volta con quella proposta dello scioglimento degli A9,
non si sarebbe abbassato al suo livello.
“Minami…”
“Nao, non sai quanto mi sei mancato…
in tutti questi anni non ho smesso di pensarti, di riflettere su ciò che ti
avevo detto, a quanto ti avessi fatto penare…”
“Minami… non solo volevi che il gruppo si sciogliesse… ma ti ho trovata a letto con un altro… cosa dovrei pensare di te?”
“Mi
dispiace, Nao, tanto… ti
prego, proviamo a ricominciare da capo… con Alessia
non hai futuro… lei è italiana, dovrà tornare a casa
e chi ti assicura che la rivedrai ancora? Nessuno… io
invece posso darti la certezza di avermi sempre al tuo fianco…”
continuò Minami.
Alzò
il viso verso quello di Nao, che la guardava
supplicandola di non dirgli quelle cose. Lo facevano stare solo più male. Come
se non avesse pensato che un giorno sarei ripartita. Lui però nutriva speranze
e Minami gliele stava estinguendo una dopo l’altra, come un pompiere fa con gli
incendi.
“Sei
un elemento molto interessante, sai?” mi disse il mechato
in un sussurro.
Ero
terrorizzata dal fatto che avesse preso a parlare sottovoce, con quella musica
romantica, che d’un tratto mi sembrò persino più alta di volume. Lui ora mi
stava ad una spanna di distanza e non accennava a fermarsi. Volevo scappare,
correre da Nao… ma non ci riuscivo…
mi aveva congelato con i suoi occhi acquamarina, diventati ghiaccio come me.
Era sempre più vicino…
“Allora,
Nao?” chiese Minami.
Minami
si alzò in tutta la sua statura e cinse il collo di Nao
con le mani, accarezzandoglielo.
“M-Minami… n-non…”
Nao non terminò mai la frase.
“No,
lasciami andare!” urlai.
Spinsi
lontano il mechato e cominciai a pattinare più veloce
che potevo dall’altra parte della pista, da Nao. Ma
quello mi seguì. Non servì lui a fermarmi comunque. Mi bastò vedere quello che
vidi.
“N-Nao…”
Minami
staccò le sue labbra da quelle di Nao e mi guardò con
arroganza.
“Alessia”
mormorò Nao vedendomi, sul suo volto un’espressione
di panico.
Sentii
salirmi agli occhi le lacrime. Forse si sarebbero congelate al freddo che c’era
nella pista… così non le avrebbe viste nessuno… ma uscirono lo stesso.
“Alessia,
posso spiegarti… non è come credi…
lei…” cominciò Nao.
Si
scrollò di dosso Minami e fece qualche pattinata verso di me. Io arretrai.
“L’hai
perso, Alessia, è inutile…” disse solo Minami, con
sguardo trionfante.
“No,
non è vero, non mi hai perso, Ale, non ascoltarla…”
“Anche
s-se… n-non la a-ascoltassi…
cosa cambierebbe? C-cosa mi farebbe d-dimenticare
quello c-che ho appena v-visto?” balbettai, mentre sentivo le prime lacrime
scivolarmi sulle guance.
“Ti
prego, Ale…”
Arretrai
di più e sentii il petto del mechato dietro la mia
testa. Solo ora mi accorsi di quanto era più alto di me.
“Lasciala
stare…” disse avvolgendomi con le braccia.
Quel
contatto ora non mi interessava, non rientrava nelle mie preoccupazioni in
quell’istante…
“Cosa
c’entri tu? Toglile le mani di dosso” rispose Nao.
In
quel momento arrivarono gli altri.
“Ehi,
Nao, Alessia, Lucia e Shou se
ne sono andati uno dopo l’altra, dicevano che avevano degli impegni..,”
annunciò Saga.
“Minami?
Che ci fai qui?” si accorse Hiroto.
“T-tu…”
Quel
bisbiglio balbettato era venuto da Taro. Lo vidi immobile, come una statua, e
guardava verso di me. Però non fissava me, con quegli occhi ne ricarichi ora di
odio e di rabbia repressa da tempo… guardava il tipo mechato dietro di me, che mi aveva lasciato andare come gli
aveva detto di fare Nao. Mi voltai con il viso bagnato
dalle lacrime verso di lui. Sul suo era comparso un piccolo sorrisetto,
sembrava di scherno, rivolto proprio a Taro.
“Quanto
tempo… eh, Taro?”
“Keichi…” ringhiò il mio amico contro il ragazzo mechato.
Non
ci capivo più niente. Fuggii. Nao mi urlò dietro,
chiamandomi per nome, di fermarmi e prese a seguirmi. Corsi più forte, volevo
lasciarmi alle spalle tutto ciò che avevo visto, tutto quello che avevo
sentito, andarmene da quel posto per poter piangere come una fontana in santa pace… proprio ora che mi serviva, Lucia non c’era… sicuramente era con Shou,
dato che anche lui se ne era andato… chissà cosa
facevano loro… se loro ora erano felici, se Lucia non
stava soffrendo come me…
Sto capitolo è stato faticosissimo!!! Mi sono dovuta
fermare un attimo per riflettere su come far entrare tutto in scena… un bel casotto in effetti XDDDD finalmente abbiamo
capito chi era il tipo mechato!!!! (alleluia!!!! ndTutti)(non hanno tutti i torti…
ndLucia). Che scandalo, eh??? Tutto collegato, tutto connesso… un intreccio si può dire abbastanza complicato… ma nei prossimi capitoli sarà chiarita ogni
cosa! Spero che sia piaciuto, ci ho messo proprio tanto tempo a scriverlo che
spero sia venuto bene… uff…
e adesso mi riposo un po’… no skerzo, torno presto
con il nuovo cappy!! Kisu a
tutti by Luna The Moonlight