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Autore: Claire Penny    28/04/2015    1 recensioni
[REVISIONATA]
C'era una volta una principessa.
Ora non più.
A sostituire la dolce, graziosa e bellissima fanciulla di sangue blu, adesso c'è un'anonima, goffa ed ingenua adolescente, con un'incredibile propensione a ficcarsi nei guai e desiderosa di darsi alla ribellione tipica della gioventù.
C'era una volta il principe azzurro.
Un nobile rampollo, alto, gnocco e affascinante, sempre pronto a salvare la vita alla bella di turno in sella al fedele destriero? Seh, una volta, forse.
Al suo posto ora c'è un misterioso, solitario ed asociale studente dal fascino tenebroso, circondato da un'aura che emana pericolo.
Ah, dimenticavo di aggiungere che è perennemente assetato di sangue, preferibilmente quello della sopracitata giovane donna. Contemporaneamente però, scopre di esserne innamorato.
Ora, chi di voi ragazze non ha mai sognato di vivere in una "fiaba moderna" con questi presupposti? Sembra tutto incredibilmente romantico, non è vero? Bene, vi posso assicurare che di romantico qui c'è ben poco.
Come lo so? Beh, perchè io, Serena Dale, e le mie amiche, ci siamo passate.
E credetemi, le nostre storie vi faranno sicuramente cambiare idea sui moderni principi azzurri.
Genere: Satirico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dal diario di Clare,10 ottobre:
«Dopo le Leggi di Murphy, sono lieta di inaugurare oggi, 10 Ottobre 2012, la prima Legge di Clare. Tale legge afferma: "Se durante la giornata trovi due o più vampiri sulla tua strada, non importa quanto tu sia stato felice e allegro fino a quel momento perché  dal secondo successivo in poi, le cose sono inesorabilmente destinate a peggiorare e incasinarsi fino a farti rischiare l'esaurimento". Tale legge è stata dimostrata giusto questa mattina a scuola, quando ho notato Tristan e Xavier che parlavano in corridoio. Normalmente non avrei minimamente fatto caso a quei due, visto e considerato che non ho quasi mai avuto a che fare con loro; li conosco solo perché sono gli ex di Serena ed Elise. In quel momento però, un brutto presentimento mi ha messa in guardia e pensandoci bene ho capito che la situazione in cui mi trovavo non aveva esattamente l'aria di una coincidenza.
Il vantaggio di essere stata la ragazza di un vampiro è che, per questione di sopravvivenza,  l’intuito viene costantemente stimolato e messo alla prova. Ormai potrei fare la veggente.
Come volevasi dimostrare infatti, pochi istanti dopo averli superati cercando di fingere di essere troppo persa nei miei pensieri per far caso a loro, ho udito una specie di sibilo ed uno spostamento d’aria. Mi sono voltata e loro non c'erano più. Sapevo che me li sarei trovati davanti ancora prima di girare la testa. I vampiri amano questo genere di trucchetti sfigati, peccato che ormai abbiano smesso di impressionarmi da secoli.
Infatti, eccoli lì: alti, bellissimi e con la loro solita aria beffarda di superiorità che sembra sempre dire “io so qualcosa che tu non sai”. Mi chiedo come ho fatto a trovarla affascinante, ora come ora  mi sembra solo terribilmente irritante, il promemoria che serve a ricordare quanto amino prendere perennemente in giro qualunque appartenente alla sottosviluppata comunità umana.
Ovviamente è stato Tristan a parlare per primo. Quel cretino si comporta sempre come se si trovasse un gradino sopra i suoi simili, oltre che, ovviamente, due gradini sopra l’intera umanità.

Sfortunatamente, tale convinzione è rafforzata dal fatto che le zoccole della scuola lo hanno eletto il più figo tra i vampiri che frequentano il nostro liceo.
Tutto merito di quei suoi capelli color bronzo scompigliati ad arte da testimonial della L'Oreal.
Max non lo ha mai sopportato molto, si lamentava del fatto che lui si ostinasse a comportarsi da capoclan quando invece è ampiamente risaputo che i vampiri sono tenuti ad obbedire solo a chi li ha creati e spesso diceva che Tristan era sempre stato solo un imbecille pieno di sé e che passa tre ore davanti allo specchio tutte le mattine per dare ai suoi capelli quell'aspetto ribelle che poi spaccia per "naturale".
Gerarchie vampire, valle a capire...
Ad ogni modo quest’ultimo, contrariamente a quanto mi aspettavo, ha saltato i convenevoli ed è andato dritto al sodo. Anche la falsa gentilezza con cui generalmente tratta le persone traspariva meno del solito e pur conoscendolo solo superficialmente, ho capito subito che un comportamento simile non si addiceva a lui, così come non si addice alla maggior parte dei vampiri. Loro non si arrabbiano mai. Se ritengono di aver subito un torto vi pongono semplicemente rimedio a modo loro, ossia vendicandosi nel modo più crudele possibile, ma non danno mai a nessuno la soddisfazione di vederli perdere il controllo. Devono dare l’illusione di avere sempre il coltello dalla parte del manico
[…]».
 
-Tu, quella psicopatica di Serena e le altre- esordì Tristan, con il tono calmo ma affilato mentre la guardava coi suoi felini occhi azzurri. -Dovete dare un taglio a questa storia, è chiaro?-
-Non ho idea di cosa tu stia parlando- rispose Clare, cercando di mantenere la calma almeno in apparenza mentre dentro di lei sentiva lo stomaco contorcersi per la preoccupazione.
Tristan avvicinò il suo volto a quello di Clare fino a quando tra loro non rimasero appena una decina di centimetri. -Non fare la finta tonta. Sai benissimo a cosa mi riferisco-
-Sopravvaluti la mia onniscienza, Tristan. Siete voi vampiri a sapere sempre tutto, io sono solo una povera ragazza mortale, lo hai dimenticato?- ribatté, fissandolo dritto negli occhi.
Clare sapeva che sfidare un vampiro, specie se protetto da un suo simile antico e potente come Xavier, era una delle mosse più azzardate e pericolose che potesse compiere ma subito dopo la rottura con Max si era ripromessa che nessun ragazzo, vampiro o umano che fosse, l’avrebbe più privata della sua dignità e, anche se sapeva che l’essere che aveva davanti era perfettamente in grado di passare da affascinante ragazzo coi modi da gentiluomo d’altri tempi ad assassino privo di scrupoli nel giro di uno schiocco di dita, era fermamente intenzionata a rimanere fedele a sé stessa.
Gli occhi glaciali di Tristan si rimpicciolirono in uno sguardo a dir poco ostile e la ragazza udì un verso simile ad un ringhio provenire dal profondo della gola del vampiro. Per un istante, Clare credette seriamente che l’avrebbe aggredita lì, in pieno giorno, nel corridoio della scuola dove tutti avrebbero potuto udire le sue urla. Xavier però scelse proprio quel momento per intervenire. Lui, al contrario dell’altro vampiro, non aveva un'aria ostile, anzi, sembrava seccato dal comportamento del suo simile.
-Tristan, mon ami, stai esagerando!- gli disse con il suo leggero accento francese, posandogli una mano sul petto ed invitandolo ad arretrare di qualche passo. Tristan gli lanciò un'occhiata non proprio amichevole, tuttavia gli obbedì, smise di sibilare e in meno di un attimo tornò alla sua aria superba e alla sua strategica posa da statua greca.
-Pardón- si scusò Xavier, sorridendo cordiale.
Clare, grazie a ciò che aveva raccontato Elise alle riunioni del club, sapeva che in realtà il vampiro che aveva davanti parlava perfettamente la loro lingua così come altri sei o sette idiomi. La cadenza derivante dalla sua terra d’origine serviva solo ad accentuare il suo fascino, che già di per sé non lasciava comunque indifferenti: Xavier era dannatamente bello e carismatico anche per gli standard dei vampiri.
Era capace di incantare chiunque grazie al suo bell'aspetto, alle parole, ai modi eleganti, ma anche solo attraverso un semplice sguardo. Era stata proprio questa sua capacità a renderlo un abile manipolatore e, dal momento che da quanto si diceva in giro, la sua età si aggirava intorno ai settecento anni, aveva avuto tempo a sufficienza per affinare questa sua sottile ma pericolosissima dote, che esercitava soprattutto sulle sue amanti.
Quest’ultima cosa Elise non l’aveva mai ammessa chiaramente, Clare però l’aveva supposto dal modo in cui lei parlava del suo ex e dal modo in cui si comportava quando lo faceva - come se fosse ancora sotto la sua influenza. A parer suo, Elise era quella che più di tutte era stata plagiata, forse anche più di Aly…e quest’ultima era già di per sé un caso piuttosto grave.
C’era poi un’altra caratteristica che distingueva quel vampiro alto quasi due metri coi capelli biondi come il grano e gli occhi di un caldo color nocciola dagli altri della sua specie, un dettaglio che le era stato rivelato da Max quando ancora stavano assieme: al contrario della maggior parte dei suoi simili, Xavier non era stato trasformato per caso, lo aveva voluto. Era sempre stato talmente ossessionato dalla sua avvenenza e dal suo fascino da essere disposto ad accettare qualunque compromesso pur di conservarli. Anche quello che implicava la definitiva rinuncia alla sua vita, alla sua identità, alla sua anima.
Qualunque cosa, in cambio della giovinezza eterna. A Clare ricordava la storia raccontata in uno dei suoi libri preferiti, Il ritratto di Dorian Gray.
-Volevamo solo avvisarti- disse Xavier, fissandola intensamente negli occhi.
Clare capiva il motivo per cui Elise era ancora così ossessionata da lui: la sua voce era profonda, dolce, rassicurante ed al contempo misteriosa. Una specie di canto delle sirene al maschile. Avrebbe potuto parlare per ore anche delle previsioni del tempo o dei mille modi in cui preferiva bere il sangue delle vergini...il suo tono sarebbe risultato comunque ammaliante.
-Veniamo anche per conto di Max, Eli e Will. Siamo preoccupati per il vostro...ehm, gruppo di studio?- azzardò, fingendo di sapere poco o niente di quello di cui stava parlando.
Seh, credici.
-Chiamalo pure club- lo corresse Clare, con un tono molto meno deciso e distaccato di quello che avrebbe voluto uscisse dalla sua bocca.
-D’accordo, club- ripeté Xavier con un mezzo sorriso. -Il fatto è che sappiamo che è stata Serena a fondarlo e perciò siamo qui: per mettervi in guardia-
-Cos’è, una specie di minaccia?- chiese la ragazza, tentando inutilmente di sfoderare uno sguardo ostile.
Xavier, per tutta risposta, rise.
Se la sua voce era ammaliante, la sua risata era a dir poco ipnotica. Clare si accorse che si stava sforzando più di quello che aveva creduto necessario per resistergli. Non aveva mai avuto una così forte tentazione di pendere dalle labbra di qualcuno.
-No, anzi, non vogliamo che tu, Elise, Emily, Rachel e Alyssa veniate prese in giro da quella pazza-.
Nonostante la diffidenza che Clare si stava letteralmente imponendo di provare, il tono di Xavier sembrava così sincero che la ragazza prese la pericolosa decisione di provare a scoprire dove intendesse arrivare il vampiro. Ragion per cui, anche se conosceva bene il rischio a cui andava incontro, lo assecondò.
-Cosa vorresti dire?- chiese, sempre cercando di mostrarsi indifferente.
-Serena sta facendo il doppio gioco, ecco cosa voglio dire- rispose lui, calmo. -In realtà è ancora innamorata di Tristan. Sapevi che ha continuato ad inviargli messaggi quasi ogni giorno fino a poco tempo fa? Sono serio, non ti sto prendendo in giro. Tristan, passami il tuo cellulare, così può vederlo coi suoi occhi-.
Tristan, obbedì senza proferire parola. Xavier digitò qualcosa e poi passò il telefono a Clare, che lesse: “Non posso credere che di punto in bianco non t’importi più niente di me!” risaliva a circa un mese dopo la loro rottura.
-Vai pure avanti, leggili tutti-.
Anche se Clare sapeva che sapeva che così facendo avrebbe assecondato il volere dei vampiri, non riuscì a resistere alla tentazione e obbedì. Il messaggio seguente diceva: “Potresti almeno degnarti di darmi una spiegazione!”;
Non ti sei ancora stancato di fare il baby-sitter a quella sfigatissima matricola???”;
DOBBIAMO PARLARE!!!”;
Ti credi tanto onnipotente??? Sei solo uno stupido cadavere!!!”;
Ho sconvolto totalmente la mia vita per te e non mi merito nemmeno di sapere perché mi hai gettato via come un sacco dell’immondizia?? RISPONDI, SE HAI ANCORA UN PO’ D’INTEGRITÁ!!”;
Ti amo, Tristan…se davvero hai provato quello che io sto ancora provando, dimmi almeno come fare per non sentire più niente, visto che per te è stato così facile. Mi devi almeno questo”.
I messaggi erano tanti, troppi e provenivano proprio dal numero di Serena, erano autentici. Alternava sfoghi rabbiosi conditi di insulti indirizzati a Tristan e alla sua nuova ragazzina, a struggenti dichiarazioni d’amore eterno. Clare cercò di non scomporsi, ma quando si accorse che l’ultimo messaggio risaliva a fine agosto di quello stesso anno, quindi poco più di un mese prima, il suo smarrimento iniziale evolse rapidamente in una rabbia indescrivibile: Serena, la ragazza che aveva fondato il club, lo presiedeva, che si era sempre comportata come se fosse più forte delle altre…era solo una facciata. Improvvisamente, tutti i preziosi consigli che aveva elargito fino a quel momento, le parole di conforto e le rassicurazioni che Clare aveva sempre tenuto a mente, persero ogni significato. Erano parole vuote, frasi fatte e adeguate alle circostanze, niente di più.
Restituì il telefono a Xavier senza dire una parola e cercando di mantenere un'espressione impassibile. Far capire a lui e a Tristan quanto fosse arrabbiata e delusa era l’ultima cosa che desiderava fare, non intendeva dare loro anche questa soddisfazione. Purtroppo però perfettamente consapevole del fatto che che ai vampiri basta un’occhiata per comprendere lo stato d'animo di chi hanno davanti ed infatti a Xavier bastò un’occhiata per comprendere di aver raggiunto quello che sicuramente era stato il suo obbiettivo fin dall’inizio.
Clare abbassò lo sguardo e si morse un labbro. Sentì qualcosa di appena percettibile muoversi accanto a lei e, ancora prima di alzare gli occhi, capì di essere di nuovo sola.
 
***
Una volta a casa, Clare poté finalmente concedersi di pensare a ciò che aveva scoperto quella mattina senza doversi preoccupare di perdersi qualche passaggio importante nelle spiegazioni dei professori.
Innanzitutto, ormai era chiaro che i loro ex erano a conoscenza del club e, anche se Xavier durante la loro conversazione era rimasto sul vago, Clare aveva capito che in realtà la sapeva lunga sull’argomento: chi l’aveva fondato, chi ne faceva parte, che scopo aveva, e, purtroppo, anche il modo migliore per seminare zizzania tra le componenti. Ma perché avevano rifilato a lei la patata bollente su Serena? E soprattutto, ora che ce l’aveva, cosa doveva farne?
Quando c’erano di mezzo i vampiri, niente accadeva per caso. Era tutto studiato nei minimi dettagli, erano preparati a qualunque mossa, anche la più ingegnosa, e sembravano sempre un passo avanti a chiunque cercasse di tenergli testa in qualche modo. Quindi non era un caso se a parlarle erano stati Tristan e Xavier. Avevano impersonato perfettamente la versione vampiresca di “poliziotto buono e poliziotto cattivo”.
Per essere certi di riuscire a farsi ascoltare da lei dovevano aver studiato il modo più efficace, probabilmente Max li aveva informati su com’era meglio comportarsi per assicurarsi di avere la sua completa attenzione, Clare ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Del resto, come aveva detto Xavier, erano venuti anche per conto di Elijah, Will – l’ex di Rachel – e, appunto, Max.
D’accordo, ma perché proprio lei? Con uno charme e una voce come i suoi, Xavier avrebbe potuto persuadere chiunque di loro a dargli retta: per Aly sarebbe stato come trovarsi di fronte la versione francese di James e quindi, se anche lui le avesse chiesto di rotolare su un fianco e abbaiare, lei avrebbe obbedito senza pensarci due volte. Rachel, per quanti progressi avesse fatto, a sentire anche solo pronunciare il nome di Will sarebbe andata in paranoia e avrebbe fatto qualunque cosa pur di sapere qualcosa di più su ciò che aveva detto il suo caro ex. Elise…beh, il solo fatto di trovarsi davanti Xavier sarebbe bastato per annullare completamente la sua forza di volontà. Per quanto riguardava Serena, invece…Clare non sapeva più che pensare. Solo il giorno prima era certa che, in una situazione come quella, la fondatrice del loro club avrebbe ignorato i due vampiri e sarebbe passata oltre anche se Tristan le avesse personalmente sussurrato all’orecchio paroline dolci per rabbonirla, ma quanto accaduto poche ore prima, il dubbio insinuato dai due vampiri non accennava a lasciarla in pace, mettendo in questo modo in discussione qualunque cosa avrebbe potuto pensare della fondatrice del loro gruppo prima della conversazione di quella mattina.
Per quanto riguardava Em, invece, Clare non riusciva proprio ad immaginarsela mentre ascoltava inebetita le parole di Xavier con gli occhi da triglia lessa tuttavia, se era entrata a far parte del club un motivo doveva esserci. Parlava pochissimo di Eli e della relazione che avevano avuto, questo era vero, ma se anche il vampiro con il quale aveva avuto una relazione faceva parte dei Magnifici Cinque, allora doveva senz’altro aver parlato di quello che sapeva di Em agli altri e, per qualche ragione, non l’avevano ritenuta idonea per quella conversazione. Forse, molto semplicemente, avevano concluso che parlare con il muro sarebbe stato più produttivo.
E forse era proprio per questo che avevano scelto Clare.
La rivelazione arrivò all'improvviso, cominciando finalmente a dare un senso a tutta quella strana storia: i vampiri non erano interessati alla persona più influenzabile, ma nemmeno a quello più testardo. Sapevano che lei era sveglia ma ragionevole, decisa ma non del tutto insensibile al fascino dei vampiri come sembrava esserlo Em.
A volte Clare si chiedeva come avesse fatto Eli a conquistarla. Di sicuro doveva essere stato un lavoraccio.
Alla fine di quella lunga riflessione, giunse alla conclusione che le pareva più sensata: il clan formato dai loro ex aveva scelto lei perché contavano sul fatto che le altre l'avrebbero ascoltata e le avrebbero creduto abbastanza facilmente.
Sapevano che c’era una forte possibilità, anzi, era praticamente una certezza, che le ragazze si sentissero tradite, esattamente come lei, e che, di conseguenza, si rivoltassero contro Serena.
Clare tuttavia, pur sapendo di fare il gioco dei vampiri, non riusciva a reprimere un fremito di rabbia ogni volta in cui veniva anche solo sfiorata dal pensiero della ragazza che aveva fondato il loro gruppo e che aveva incoraggiato tutte loro ad essere forti mentre mandava messaggi disperati a Tristan, supplicandolo di tornare sui suoi passi.
Il suo lato impulsivo cercava di convincerla a rivelare alle altre quanto aveva scoperto il prima possibile, ma il suo lato ragionevole l'avvertì che in quel modo avrebbe fatto esattamente il volere dei loro ex e che in questo modo avrebbe sancito la fine del club, dando loro esattamente ciò che desideravano. Quindi, anche se la cosa le costò non poca fatica, mise da parte tutte le emozioni negative che al momento provava verso la ragazza che fino a quella mattina aveva tanto ammirato e decise che, alla fine della riunione successiva, l’avrebbe affrontata apertamente.


*NdA: mi scuso per gli aggiornamenti lenti, purtroppo ho avuto qualche problema col computer (e anche con l'ispirazione). Ringrazio tutti quelli che hanno messo la mia storia tra le seguite, le ricordate o le preferite e, soprattutto, PinkyRosie FiveStars, per le sue gentilissime e graditissime recensioni. Alla prossima! :)*

   
 
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