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Autore: Trish96    29/04/2015    2 recensioni
Questa Fanfiction vede come protagonista il giovane Killua 6 anni dopo l'elezione del nuovo presidente degli Hunter.
Il ragazzo è in viaggio con sua sorella.
Nuovi personaggi e nuove emozioni aspettano al nostro Killua. Che segreto si cela dietro all'artista di strada?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alluka Zaoldyeck, Altri, Killua Zaoldyeck
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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Davanti a loro si presentò un’ampia distesa verde ricca di vegetazione, con alberi qua e là e aiuole che esibivano con maestosità un’esplosione di fiori colorati. Un forte profumo pungente si sentiva anche a debita distanza.
Era una giornata d’estate molto calda, Killua si avvicinò ad una fontanella a forma di conchiglia in marmo, raccolse l’acqua corrente posizionando le mani a coppa e si rinfrescò il viso. L’effetto del liquido fresco sul volto dava una sensazione di rinascita come svegliatosi da un incubo, che in quel caso era il forte calore estivo.
Si sedette poi su una panchina a fianco, con i gomiti poggiati sullo schienale osservando il prato e guardando il cielo. Quelle poche nuvole che si vedevano erano mosse da una brezza di venticello fresco come cani che giovano a rincorrersi.
Davanti a lui c’era un’allegra famigliola, che si divertiva con due cagnolini lanciando loro un fresbee. Litigavano tra di loro per chi avrebbe preso il giocattolo lanciato dalla padrona.
Spostando lo sguardo a destra, vide altre persone chiacchierare e spettegolare allegramente sedute in terra, preparando un picnic.
Era un posto alquanto sereno.
Intanto Alluka passeggiava alla ricerca del famoso artista di cui in fiera tutti parlavano.
Alluka:- Dove sarà? Lo voglio trovare ad ogni costo.-
Come a voler esaudire il suo desiderio, seduta a terra gambe incrociate, poco più avanti, con un book in mano, c’era una ragazza dai capelli rossi che disegnava.
La ragazzina si avvicinò alla rossa osservando il movimento della matita che teneva fra le dita della mano destra, creava dei corpi di persone senza molto difficoltà con gesti semplici e delicati, quasi le venisse naturale.
Alluka:- Che meraviglia…-
La ragazza alzò lo sguardo in direzione di Alluka, la quale poté notare chiaramente le bellissime iridi cioccolato accompagnate da uno sguardo felino, risaltato da un contorno a matita nero.
-Ti ringrazio- Disse aggiungendo un sorriso delicato come la sua pelle.
Alluka:- Posso vederne alcuni?-
La ragazza tirò fuori da uno zainetto giallo canarino, che aveva appoggiato alla sua destra, a fianco alla coscia, un altro book da disegno e glielo porse.
La castana prese a sfogliarlo entusiasmata e ne rimase estasiata. Quei fogli di carta raffiguravano ritratti di persone talmente perfetti che sembrava uscissero fuori. Altri schizzi raffiguravano invece paesaggi o personaggi di fantasia, tutti estremamente perfetti. Da metà quaderno in poi però il genere dei disegni cambiò drasticamente, disegni di demoni e bestie terrificanti. In un’illustrazione che colpì la ragazzina figurava  un demone, dal busto alla testa umano e tutto il resto bestia. Aveva corna appuntite, mani artigliate portate al viso come a scorticarlo. Piangeva sangue nero, le lacrime colavano lungo il viso copiose. Riuscivano a percepire da esso emozioni che l’immagine stessa voleva trasmettere: Disperazione, odio, terrore. Notò anche che aveva un buco nel petto, lì dove doveva esserci posizionato un cuore che invece mancava, colava una striscia nera che andava a disperdersi sfocata nel disegno.
Legato con delle catene che si intrecciavano a collo e braccia, come per rendere impossibile il solo pensare ad un movimento, per tenerlo come prigioniero.
Alluka:- Sei.. sei bravissima.. questo deve essere un dono di natura. Ma questo disegno è così triste..-
Disse girandolo.
-Ecco.. disegno quello che mi viene in mente senza un motivo ben preciso, a seconda di come mi sento in quel momento.. ma solitamente faccio ritratti per le persone-
La castana continuò a sfogliare, ma non c’era un solo schizzo che trasmettesse serenità o amore, erano tutti malinconici o spettrali.
Alluka: - Qual è il tuo nome?-
Misao:- Io sono Misao, molto piacere. Tu invece?- Aggiunse poi con un grazioso sorriso.
Alluka:- Io sono Alluka.- Imitando il gesto della ragazza.
La rossa era una ragazza minutina dal corpo delicato e magro, ma formoso. La folta chioma rossa fino al seno, risplendeva dei raggi solari come un faro illumina il mare nella notte.
Portava un abitino a bretelle bianco candido molto corto, che le ricopriva a fatica le cosce.
Il sorriso che proveniva da quelle labbra era così sincero e puro che alla ragazzina parve di aver incontrato una vera e propria dea.
Misao:- Posso farti un ritratto? In onore del nostro incontro oggi, che ne dici?-
Alluka:- Ooh si! Mi piacerebbe molto!.-
La rossa riprese il suo album da disegno e impugnata la matita incominciò la sua opera, quando ad un tratto una figura di un ragazzo dai capelli argentei si avvicinò verso di loro. Si sentì una voce in lontananza.
Killua:- Alluka.. non pensi che sia ora che ce ne andiamo?-
Alluka:- Un momento fratellone! Mi sta facendo un ritratto!-
Ella alzò gli occhi che un momento prima erano impegnati a seguire i movimenti della matita per tracciare un contorno di uno schizzo di un viso, e incontrò quelli del ragazzo ormai arrivato davanti a lei.
Rimase affascinata dalla bellezza misteriosa del giovane alto e con un fisico tonico e mascolino, le iridi azzurre e limpide come l’acqua del mare. Portava una canottiera nera aderente e dei pantaloncini di jeans fino al ginocchio. Le braccia possenti e muscolose stavano conserte mentre osservava incuriosito il suo lavoro.
Killua:- è lei l’artista che cercavi?-
Alluka:- Si!-
Gli occhi indagatori di lui la guardavano come se fosse una principale sospettata di un omicidio.
Ella si sentì addosso uno sguardo pesante e provò disagio, cercò poi di non pensarci tornando a ritrarre.
D’un tratto Alluka, intenta ad osservare il lavoro della ragazza, perse i sensi. Il fratello la sorresse al volo e la prese in braccio. La testa di lei poggiava sulla spalla di lui.
Killua:- Ecco.. io lo sapevo.. non devi esagerare a stare troppo fuori casa.-
Misao:- Cosa le è successo?- Disse con tono preoccupato mentre si alzava posando tutto sul suolo.
Killua:- Niente di allarmante, adesso ce ne torniamo a casa.- Disse girandosi di scatto e cominciando a camminare.
Misao:- Aspetta! Ho un appartamento proprio qui vicino! Possiamo distenderla li fin quando non si riprende, non puoi portarla in giro così!-
Il ragazzo si voltò e ci pensò un istante. Aveva ragione lei, la loro baracca era piuttosto lontana,e forse in quel momento non era proprio il caso di girare con Alluka in braccio svenuta e poi ogni appartamento era migliore del loro, quindi acconsentì finché non si fosse ripresa, anche se era piuttosto titubante. Andare nella dimora di una sconosciuta non era il massimo che ci si potesse aspettare.
***
L’appartamento della ragazza era molto accogliente, ma piuttosto piccolo e con lo stretto indispensabile.
Appena si entrava, vi era uno stretto corridoio prima di vedere la cucina, con le pareti bianche e il pavimento in parquet.
Al centro della stanza c’era un grosso tavolo bianco rotondo e 4 sedie di legno. Il salotto era poco più avanti, comprendeva un solo lungo divano che dava sul viola e una televisione a schermo piatto grossolana.
A destra partivano due stanze, il bagno e la camera.
Killua poggiò delicatamente la sorella sul letto, mentre la rossa aveva già preparato uno straccetto imbevuto d’acqua da metterle sulla fronte.
Misao:- Oggi fa proprio molto caldo..- Disse guardando fuori dalla finestra.
Killua: -Già- Si limitò a rispondere.
L’albino si sedette per terra, di fronte al letto dove riposava la sorella, appoggiato con la schiena al muro, le gambe portate al petto e le mani ai rispettivi lati che toccavano il pavimento. Guardò per un po’ la fanciulla, poi spostò lo sguardo verso la finestra alla sua destra.  Scrutava gli alberi mossi dal vento e le foglie cadere volteggiando nell’aria in un turbinio,come stessero danzando.
Il sole stava tramontando e adornava il cielo con un colore arancione intenso, misto al grigio.
Misao le si sedette accanto.
Misao:- Hai.. fretta di andartene?- C’era come un tono malinconico nella sua voce.
Killua:- Non proprio..- Il ragazzo teneva gli occhi fissi ancora verso la finestra, come perso nei suoi pensieri.
Misao:- Allora perché fissi la finestra incessantemente?-
Il ragazzo si voltò con lentezza verso di lei, guardandola intensamente nelle pupille per qualche istante, senza parlare,poi distolse lo sguardo.
Killua:- Ti ringrazio per averla accolta qui.-
Misao:- Ma figurati..-
Killua chiuse gli occhi e portò le mani dietro alla nuca schiacciandole contro il muro.
Misao si sentì quasi ignorata, si alzò di colpo e andò verso la cucina.
Poco dopo Alluka si riprese e si mise a sedere sul letto.
Alluka:- Fratellone? Dove siamo?-
Killua:- Alluka sono qui. Siamo a casa di quell’artista che hai conosciuto oggi. Ti ha ospitata dato che sei svenuta..-
Alluka: - Devo ringraziarla! Dov’è ora?-
Misao:- Eccomi. Ho preparato un po’ di tè, ne vuoi?- Disse rientrando nella camera in modo euforico, portando in mano un vassoio con 3 tazze di tè.
Alluka:- Grazie mille Misao! Grazie per tutto!-
Misao sfoggiò uno dei suoi sorrisi più belli e si accomodò vicino alla ragazzina porgendole il tè.
Ormai si era fatto quasi buio e l’artista concesse loro di rimanere lì per tutta la notte.
All’inizio Killua non era molto d’accordo, ma vedendo Alluka felice per aver trovato finalmente un’amica, decise di accettare. In questi sei anni stando sempre con il fratello per lei era difficile trovarsi amici con cui parlare, anche se l’albino la spronava a trovarsene alcuni,lei non ci riusciva. Un po’ per la sua indole molto timida e riservata, ma anche perché in tutti gli anni precedenti era stata rinchiusa in casa,  le uniche persone che vedeva tutti giorni incessantemente erano al massimo i membri della famiglia Zaoldyeck. Non era abituata a relazionarsi con le persone.
Per tutto il resto del tempo Misao e Alluka parlarono e scherzarono fino ad addormentarsi insieme.
***
Il ragazzo riposava in uno stato di dormi veglia sul divano, appoggiato con la testa su un bracciolo e disteso. Per questioni di altezza era costretto a tenere le gambe piegate. Dormiva profondamente molto raramente. Gli bastavano anche 3 ore di sonno al giorno per sentirsi rinvigorito e durante la giornata non  risentiva minimamente della stanchezza.
Specialmente ora che non provava poi questa grande tranquillità, dato che doveva coricarsi in una casa non sua.
Non riusciva proprio a chiudere occhio.
 
D’ un tratto sentì dei passi.. anche se leggeri, alle sue orecchie esperte risuonavano perfettamente.
L’albino sbarrò gli occhi.
Killua:- Dove stai andando?- La voce echeggiò nel salotto.
Erano all’incirca le 3 di notte, fuori stava incominciando a piovere e il vento si era fatto gelido.
La figura in penombra si bloccò all’istante.
Il giovane si alzò dal divano e con fare fulmineo,  in pochi secondi si posizionò dietro di essa. La riconobbe nonostante l’oscurità, quei capelli così lisci e lucenti sfavillavano sotto il chiarore della luna che usciva fievole da una finestra.  Era “lei”.
Misao impallidì, ma tentò comunque di continuare nel suo intento di avvicinarsi alla porta e uscire, stava per poggiare la sua mano delicata sul pomello, quando l’albino la precedette mettendoci la sua forte, bloccando l’unica via d’uscita che tanto ardiva la ragazza. Per renderle le cose ancora più difficili e impedirne la fuga, l’altra mano andò ad appoggiarsi sulla soglia a pochi centimetri dal viso di lei.
Come temeva era tutto inutile. Impossibile sfuggirgli.
Erano vicini,forse troppo, poco spazio andava a separare i loro corpi, ella si sentiva come in trappola. Prigioniera dalle forti braccia di lui.
La ragazza sentiva il suo caldo respiro andarle a solleticare la spalla scoperta. Era vestita con abbigliamento comodo, una canotta nera e pantaloncini neri.
Si voltò lentamente verso di lui.
Misao: - Lasciami andare..-
  
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