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Autore: moni_cst    30/04/2015    11 recensioni
“C’era stato un omicidio nella 25th Avenue proprio al confine tra l’11° e il 12° distretto. L’omicidio era di competenza dell’11° ma la Gates chiese a Beckett di mettersi in contatto con la detective Martinez della Omicidi dell’11° in quello stesso pomeriggio.”
Tutto ebbe iniziò così….
e mentre risolvono il caso, Castle e Beckett discutono sulle particolarità del dottor Morgan (fantasia vs. razionalità) mentre una chiacchierata, inaspettatamente intima, tra le due detective crea il presupposto per un atteso confronto tra Henry Morgan e Jo Martinez.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Capitolo 2

 

Il detective Beckett era ancora alla sua scrivania in un distretto ormai quasi deserto. Voleva terminare l’incartamento del caso Duncan così da lasciarlo nell’ufficio della Gates e potersi prendere l’indomani come il primo dei giorni di recupero che le spettavano. Aveva lavorato un paio di domeniche per quel caso e, da quando le finanze della Polizia non erano più rosee, avevano sostituito gli straordinari con giorni di permesso, una sorta di banca ad ore a cui attingere. Beckett sorrise tra sé e sé mentre siglava l’ultimo foglio del fascicolo: qualche anno prima avrebbe preso malissimo quella nuova direttiva sul contenimento costi perché la sua vita era il lavoro, invece quando si era ritrovata nella Posta in Entrata la mail con il link al comunicato dei sindacati, pubblicato nella intranet del Dipartimento di Polizia, aveva accolto la notizia con gioia, pensando di avere così più tempo libero per lei e per Rick.

Chiuse il fascicolo e lasciò ricadere la schiena all’indietro appoggiandosi completamente allo schienale. Aveva gli occhi affaticati e le spalle indolenzite per le troppe ore passate davanti al monitor. Cominciò a chiudere le applicazioni aperte per fare lo shut down del computer, quando pensò che forse Lanie avrebbe potuto aiutarla.

Mentre si stava sistemando per uscire, mettendo in borsa le chiavi della cassettiera, prese il cellulare e la chiamò.

“Parish” rispose la dottoressa al  primo squillo.

“Ciao Lanie, sono Kate, sei ancora al lavoro?”

“No, sono in metropolitana, sto tornando a casa. Kate ma lo sai quanto tempo è passato dall’ultima volta che ci siamo sentite? Possibile che se non lavoriamo sullo stesso cadavere, non riusciamo a vederci?” rispose un po’ contrariata. Guardò fisso negli occhi la signora anziana seduta davanti a lei che, avendo sentito evidentemente la sua ultima frase, era rimasta con la bocca aperta e aveva stretto la borsetta al grembo come se potesse essere una ladra assassina.

Kate si ritrovò a riflettere che, in effetti, da quando aveva iniziato a lavorare sul caso Duncan insieme alla detective Martinez e al dr. Morgan, non aveva più visto Lanie. Imperdonabile da parte sua, soprattutto sapendo che l’amica stava di nuovo passando un periodo di burrasca con Esposito.

“Lanie, hai ragione. Dobbiamo rimediare al più presto con uno dei nostri girls night out.”

“Già va meglio. Volevi dirmi qualcosa?”

“Sì. Per caso conosci il dr. Morgan, medico legale dell’11° distretto?” chiese.

“Non di persona. So che è arrivato in città un paio di anni fa. Hai lavorato con lui questo mese?” si informò la dottoressa.

“Sì. Per questo ti chiedevo se lo conoscevi”.

“Non mi dire che ti sei trovata meglio con lui perché so essere vendicativa, Kate Beckett” la minacciò Lanie scherzosamente.

“No tranquilla, Lanie“ disse scuotendo la testa Kate “sei sempre tu la mia apricadavere preferita. Però il dr. Morgan è un uomo affascinante e brillante, senza dubbio, e per questo volevo sapere se avevi informazioni su di lui.”

“Cos’è? La vecchia Beckett è ricomparsa e vuole buttarsi in una torbida relazione extraconiugale? Presentalo a me, babe, piuttosto” ridacchiò prendendo in giro l’amica sapendo bene quanto quello era finalmente per Castle e Beckett un momento di tranquillità nella loro storia costellata da tanti situazioni  difficili.

Un fastidioso stridore improvviso indusse Beckett ad allontanare il telefono dall’orecchio.

“Cos’è stato?” chiese.

“Solo una frenata un po’ brusca del treno…”

“Ah.. ok.  Non sono in cerca di nessuna torbida…lascia perdere… e comunque il dottor Morgan non è il tuo tipo! Senti Lanie, non è che potresti prendere qualche informazione su di lui da qualche collega, così… notizie in generale”

Il silenzio che ne seguì fece pensare a Beckett che fosse caduta la linea.

“Pronto? Ci sei?”

“Si, Kate, sono qui… Posso dirti che la tua richiesta è strana? Aspetta un attimo che è la mia fermata, devo scendere…” Si sentì nuovamente uno stridio di freni,  anche se meno forte di quello di prima e Lanie che scambiava un saluto con un passeggero.

“Allora Kate, dicevamo… ah sì, tu che sei una detective, chiedi a me, anatomopatologa, di cercare informazioni su una persona. Viva, per giunta!”

“Mi servono notizie dall’ambiente di lavoro. Abitudini, comportamenti strani, anni di servizio… cose così. Lo farai per me?”

“Certo che lo farò ma ovviamente poi devo sapere tutto!”

“Lanie, grazie. E non ti fare strane idee, la ricerca è per Castle non per me.”

“Castle?”

“Sì. Lo devo salvare dalla pazzia.” disse con enfasi, meravigliandosi però di non crederlo assolutamente folle nonostante le sue tante strane teorie. Ormai spesso era stata smentita e sebbene quella sembrava essere una delle elucubrazioni più strambe che Castle avesse mai fatto, era suo compito trovare una spiegazione razionale e plausibile per le stranezze di cui parlava Rick. In fondo era da quando lo conosceva che non aveva fatto altro, prima come sua partner e poi ora glielo doveva anche come sua moglie. “E’ convinto che quell’uomo sia… “ proseguì abbassando la voce “…inumano, per non usare la parola che usa lui che mi innervosisco solo a pronunciarla”

“Meglio non chiedere oltre. Mi informo e ti chiamo. Ma ricordati…ad una condizione: voglio sapere tutto. Ah Kate… com’è?”

“Chi? Il dottor Morgan?”

“Sì”.

“Te l’ho detto, Lanie, Henry Morgan è bello, Lanie. Davvero molto bello. Ha anche una voce profonda e sexy”

“Interessante…Kate. Sembra che il suo fascino non ti sia passato inosservato…Magari posso uscirci per verificare di persona queste stranezze…”

“Il fatto che io sia innamorata di Castle non significa che sono diventata cieca e sorda. Comunque dai retta a me. E’ bello ma non è il tuo tipo, ne sono sicura. Oltre al fatto che secondo me è cotto della detective con cui lavora… anche se mi sa che non se n’è ancora reso conto.”

“Ahahahaha Se lo dici tu, sarà sicuramente vero. Sei stata una grande esperta in materia. Ciao Kate. Ti chiamo quando ho notizie e ricordati che mi devi un’uscita”

“Sicuro. A presto, Lanie”.

 

Durante la conversazione con la dottoressa Parish, Kate era salita in macchina, aveva inserito il viva voce ed era ormai quasi arrivata a casa. Decise di fare un’altra chiamata.

“Esposito”

“Ciao Espo. Sono Kate. Sei in servizio domani?” chiese la donna mentre con gli occhi diede una rapida scorsa allo specchietto retrovisore.

“Sono in servizio anche stanotte, ho fatto il cambio turno con Johnson che ha la moglie con l’influenza… l’ho inserito nello Shifts Calendar… non ti è arrivata la notifica per l’approvazione?” chiese agitato pensando di aver dato per scontato la risposta positiva .

“No, o non ci ho fatto caso. Meglio così. Potresti farmi un favore?”

“Certo”

“Espo… una cosa che deve rimanere tra noi…”

“Capito”

“Mi fai una ricerca su Henry Morgan, per favore?”

“Chi? Non è il medico legale con cui tu e Castle avete lavorato al caso Duncan?” domandò abbastanza stupito della richiesta.

“Sì… e non chiedermi altro… ma se puoi farmi un controllo al volo, te ne sarei grata”

“Contaci! Ti chiamo quando so qualcosa. Ciao.”

Kate chiuse la comunicazione e si meravigliò con se stessa per tutta l’importanza che stava dando alle fantasie di Castle. Ma che l’avesse cambiata nel profondo?

 

Entrando in casa fu accolta da Love is stronger than pride, la canzone di Sade che Rick metteva in ripetizione continua quando voleva creare un’atmosfera particolare. Le aveva sempre detto che il testo gli faceva pensare un po’ alla loro storia d’amore e comunque era innegabile che creava un clima davvero romantico e un sottofondo musicale perfetto per certe occasioni.

Un effluvio di aromi provenienti dalla cucina la suggerirono che in forno c’era un arrosto. Le luci erano spente e l’ambiente era rischiarato solamente dalle calde fiamme del caminetto e dalle candele accese sul tavolo imbandito come nelle grandi occasioni. D’istinto prese in mano il cellulare per controllare la data e l’agenda. Di certo non poteva essersi dimenticata di una loro ricorrenza  ma voleva essere certa di non aver trascurato una delle date importanti per Rick, come il giorno in cui era stato pubblicato il primo libro di Derrick Storm o il giorno in cui aveva dato inizio alla saga di Nikki Heat.

Niente.

“Rick” provò a chiamare ma non ebbe risposta.

Appese la giacca nel guardaroba dell’ingresso e si diresse verso lo studio.

Tutto era spento e di lui nessuna traccia.

“Rick?” provò ancora.

Entrando in camera da letto sentì l’acqua della doccia che scorreva in bagno.

Si avvicinò piano alla porta e ma si fermò con la mano sulla maniglia. Girò su se stessa e iniziò velocemente a spogliarsi per fargli una sorpresa: era evidente che ancora non l’aspettava. Quando aprì piano la porta lo sentì canticchiare e immediatamente fu invasa da quel senso di beatitudine e serenità che provava da quando era diventata sua moglie e sembrava che il destino avverso avesse deciso per il momento di lasciarli in pace.

Rick aveva azionato tutte le bocchette dell’idromassaggio incorporato alla doccia e quindi non avrebbe sentito dietro di lui la porta scorrevole che si era aperta se non fosse stato per l’aria fresca che improvvisamente lo aveva investito. Non fece neanche in tempo a girarsi che Kate lo aveva cinto da dietro posandogli le labbra sulla base del collo.

Castle si appoggiò leggermente con tutto il corpo alla sua musa mentre un sospiro di soddisfazione gli sfuggì dalle labbra.

“Ehy”

“Ehy” fu la risposta di Kate mentre gli accarezzava con le labbra tutte le spalle.

“Tu-Sai-Rendere-Un-Uomo-Felice. Ti aspettavo più tardi”

“Ho immaginato” mugugnò mentre continuava il suo percorso esplorativo “Cosa si festeggia?” chiese sussurrando appena.

“Nulla….”

“Mi aspettavo di essere sommersa dalle parole…”

“Parole?”

“Pensavo che mi avresti inebriato con la tua dialettica fino allo stordimento pur di convincermi che Henry Morgan è un immortale…”

“Hai detto che ti potevo convincere con parole e altro… “ disse girandosi “…e io ho scelto altro” sussurrò impadronendosi della sua bocca.

 

Angolo di Monica:

La detective Beckett ha iniziato ad indagare sul conto del dottor Morgan mentre si apprestava ad essere sommersa dalle parole di Castle e invece …

Ringrazio chi sta leggendo questa storia e soprattutto chi l’ha messa nelle preferite e chi nelle seguite e un ringraziamento particolare a chi ha perso cinque minuti del suo tempo per lasciare una piccola recensione.

Inoltre, come ho scritto in risposta ad alcune di voi che me lo hanno chiesto, il titolo che contiene due parole così importanti per la serie di Castle e di Forever, è frutto della fantasia creativa della mia amica, co-autrice di altre storie e compagna di avventure, germangirl. Debora, grazie ancora.

Al prossimo.

Monica

 

  
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