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Autore: _Nai_    02/05/2015    0 recensioni
"Gruppo C. Soggetto C17. Il Killer."
E se la C.A.T.T.I.V.O non avesse lavorato solo su due gruppi, ma anche su un terzo?
Il gruppo C, il gruppo dei Guerrieri.
Ma cosa avranno di diverso questi ragazzi? Cosa nascondono?
E cosa succederebbe se incontrassero gli altri due gruppi?
Genere: Avventura, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Capitolo 6 -

Justice sapeva di essere svenuta a causa del colpo di Elias, ma quello che non riusciva a capire era il motivo che aveva spinto l'amico ad agire in quel modo.
Intuì di essere in uno stato di trance quando provò a sedersi e non ci riuscì.
Era coscente, sentiva di essere su qualcosa di morbido, un letto probabilmente, e riusciva ad udire il rumore di un Monitor che le controllava i parametri vitali. 
La preoccupava il fatto di avere gli occhi chiusi e non riuscire ad aprirli o muovere il suo corpo. 
Sentì qualcuno stringerle delicatamente la mano, darle un bacio veloce su una tempia e poggiare poi la fronte contro la sua. 
Lo sconosciuto rimase in quella posizione per un paio di secondi e prima di allontarsi le diede un altro bacio, questa volta più lentamente, come se fosse l'ultima cosa che avrebbe fatto nella sua vita.
Non sapeva chi fosse stato a darglielo, ma era sicura di essere riuscita a percepire l'amore nei suoi confronti. Le fece ricordare qualcosa, una sensazione di quando era piccola, quando prima di addormentarsi una figura la salutava con un bacio, sua madre. Provò di nuovo, invano, ad aprire gli occhi.
D'improvviso sentì un dolore lancinante sulla tempia, qualcosa l'aveva punta e venne catapultata in un altro sogno-ricordo.
Questa volta, però, il sogno si stava svolgendo in un modo completamente diverso. 
Assisteva alla scena da esterna, non più dal punto di vista della Justice del passato. Poteva muoversi come voleva.
La Justice del ricordo deve avere 13 anni ed è seduta per terra all'angolo di una stanza completamente bianca. Non si riusciva nemmeno a capire dove si trovasse l'uscita ma alla piccola non importava cosa la circondava.
Nascondeva la testa tra le braccia incrociate, che poggiavano sulle ginocchia.
Il suo corpo tremava appena e si udivano dei leggeri singhiozzi. Stava piangendo.
Justice si accovacciò vicino alla piccola e istintivamente poggiò una mano sulla testa per consolarla.
Ma questa l'attraverso. 
Un brivido freddo le percorse la schiena prima di rendersi conto che quello era un ricordo e lei era come un fantasma, non poteva toccare le cose e tanto meno cambiarle.
La piccola alzò la testa e Justice riuscì a guardarle il viso, gli occhi erano rossi e gonfi a causa del pianto e i lunghi capelli spettinati. 
La bimba si guardò intorno alla disperata ricerca di qualcuno o qualcosa e si diresse di corsa verso una parete. 
Spalancò una porta e rimase ferma sulla soglia, guardandosi prima a sinistra e poi destra per poi controllare di nuovo l'interno della camera.
Se non fosse stato un ricordo Justice avrebbe sicuramente pensato che la piccola stesse aspettando lei prima di uscire. 
Tuttavia lo prese come un invito a seguirla e la ragazza si alzò per raggiungerla.
Fece appena in tempo ad avvicinarsi alla piccola che questa corse verso la fine di un lungo corridoio girando poi a sinistra.
Justice dovette correre per starle dietro ed era tempo che non correva in quel modo, le sembrava passata un'eternità. Amava correre, la faceva sentire libera e la distraeva dai suoi pensieri, e quasi -quasi- le mancava andare in giro per il Labirinto ogni giorno.
Le due si fermarono davanti all'Aula Magna. 
La piccola cercò di origliare poggiando l'orecchio sulla porta, e Justice la imitò. Riusciva a sentire solo una voce femminile ma era sicura che non ci fosse solo lei all'interno e pure la bambina al suo fianco lo aveva capito. Si era allontanata dall'entrata e aveva uno sguardo serio, come se stesse prendendo coraggio per entrare. E così fece.
Spalancò le porte e Justice si ritrovò davanti una trentina di bambini, solo maschi, seduti, che seguivano il discorso di una signora bionda seduta ad una scrivania accompagnata da altre due figure. 
Justice riconobbe la prima, L'Uomo Ratto ma non aveva mai visto la seconda. Era una uomo imponente vestito di bianco. Aveva il viso coperto interamente da bende, tranne che per gli occhi.
Ritornò ad osservare i bambini e li riconobbe, erano i Radurai.
"Signorina Justice lei non dovrebbe essere qui" disse la donna.
Le due sussultarono all'unisono. 
La piccola era entrata impulsivamente e non aveva idea di come comportarsi e tutti i bambini la fissavano.
Un bimbo dai capelli castano rossiccio le corse incontro e si scusò con lo sguardo, alla donna bionda.
"Justice va via!" le sussurrò, poggiandole le mani sulle spalle per guardarla negli occhi, con uno sguardo preoccupato.
"Tommy.." riuscì a pronunciare la bimba prima di iniziare a singhiozzare. Il fratello la strinse forte cercando di calmarla e lei si aggrappò alla maglietta del bambino. Nessuno parlò o fece nulla.
"Bene.." disse infine la donna rassegnata, avvicinandosi con passo svelto ai due. 
Li staccò e prese per un braccio la piccola accompagnandola fino alla scrivania, e costringendola a sedersi vicino all'uomo bendato. 
Justice capiva che l'uomo la spaventava: lei lo guardava con bocca e occhi spalancati, di sicuro era la prima volta che lo incontrava, e cercò disperatamente lo sguardo del fratello.
Avrebbe voluto fare qualcosa ma si limitò, con grande dispiacere, ad assistere.
"Prima che la nostra amica ci interrompesse" la donna rivolse un sorriso sforzato alla piccola "stavo spiegando come vi rimuoveremo la memoria" si interruppe per appoggiarsi alla scrivania prima di continuare "vi impianteremo nel cervello un chip che ci permetterà di controllare i vostri parametri e, appunto, non farvi ricordare la vostra attuale e passata vita" un brusio si alzò nella stanza.
I bambini iniziavano ad agitarsi così come la piccola, che aveva iniziato a tremare e mordersi il labbro inferiore.
"Calmi calmi, non è un'operazione invadente e non sentirete alcun male! Ora vi chiedo gentilmente di mettervi in fila indiana così da assegnarvi ai corrispettivi gruppi di chirurghi" concluse la donna tornando dai suoi colleghi.
Nonostante la paura i bambini obbedirono e iniziarono a posizionarsi, mentre dall'entrata facevano ingresso delle persone vestite con una strana tuta verde.
Questa volta fu l'Uomo Ratto ad avvicinarsi ai bambini con un elenco in mano, e iniziò a catalogare diversi Radurai, che Justice non conosceva, e i bambini uscivano dalla stanza accompagnati dai dottori.
Rimase, infine, un gruppo formato dai piccoli Minho, Newt, Frypan, Alby e Thomas.
Prima che la donna desse le indicazioni, la piccola Justice corse tra le braccia del fratello ricominciando un pianto disperato.
"Justice.." fece il bambino accarezzando i capelli della sorella.
"Ti prego Tommy non andare! Ti prego!" urlò. 
Uno dei dottori si era avvicinato alla bimba e prendendola da sotto le ascelle tentava di dividerla dal fratello.
La piccola iniziò a scalciare riuscendo a colpire lo stinco dell'uomo che gridò di dolore. 
L'uomo era piegato in due e la bimba colse l'occasione per dargli un calcio nello stomaco, facendolo cadere di schiena. 
Osservò un attimo la sua vittima agonizzante e tornò da suo fratello.
"Tommy rimani con me" pregò. 
Mentre i due si guardavano, dietro di loro partirono degli applausi.
Erano le tre figure sedute alla scrivania.
"Avevamo ragione su voi due!" disse la donna continuando ad applaudire e sorridendo.
"Avete del grande potenziale! E mio caro Thomas.." continuò l'Uomo Ratto accarezzando i lunghi capelli della piccola Justice "ringrazia tua sorella. Eravamo indecisi se mandarti ora o tenerti ancora con noi per lavorare con voi due, e Teresa. Ma dopo questa dimostrazione dovremo posticipare la tua partenza al Labirinto"
A quelle parole il volto della piccola si illuminò e sorrise al fratello che però non ricambiò. Guardava preoccupato i suoi amici.
"Bene. Voi quattro potete pure andare!" concluse la bionda.
I bambini con i volti tristi iniziarono a seguire i dottori.
Un bimbo biondo si allontanò dal gruppo e si fermò davanti Justice, le sorrise e l'abbracciò "Facciano quel che vogliono, io non mi dimenticherò di te JJ. MAI" si sciolse dall'abbraccio, le diede un bacio sulla fronte e dandole un'ultima carezza sulla guancia si girò verso l'amico "Tommy ti affido JJ" sorrise all'amico, ed era un sorriso vero e preoccupato.
Newt stava affidando JJ al fratello, voleva che fosse al sicuro ora che lui doveva andare. 
I due si scambiarono un'ultimo abbraccio prima che il biondo raggiunse di corsa i compagni che lo aspettavano sulla soglia dell'uscita.
Prima di varcarla i quattro si girarono e sorrisero ai due amici, salutandoli con un gesto della mano.
Justice si accorse che stava piangendo quando iniziò a vedere sfocato, quella scena era stata straziante per lei. 
Si asciugò le lacrime ma quando riaprì gli occhi non si trovava più nell'aula Magna.
Era vicino ad una piccola Justice distesa su un letto, non stava piangendo e non aveva paura, stava fissava il soffitto.
Una figura irruppe nella stanza, era l'Uomo Bendato. 
La piccola si accorse della sua presenza e si sedette, rivolgendogli un sorriso.
Justice non capiva il suo comportamento, nel ricordo di prima la bimba era terrorizzata dall'uomo mentre ora era felice della sua presenza.
"Justice.." disse ricambiando il sorriso. 
Justice riconobbe quella voce. L'aveva già sentita prima. Era la voce dell'uomo che le aveva sussurrato "Ne ha bisogno tuo fratello" all'orecchio quando le stavano prelevando il sangue. Un brivido freddo.
La piccola e l'uomo si abbracciarono.
L'uomo si sedette su una sedia e iniziò a togliersi le bende.
Justice aveva paura di cosa avrebbe rivelato, forse una faccia maculata o un viso deforme. Aveva paura, tanta.
Ma ciò che vide non era nessuna delle opzioni, l'uomo aveva un volto normalissimo tranne per una cicatrice che gli attraversava la guancia. Aveva i capelli castani con qualche ciocca grigia, e due grandi occhi nocciola che trasmettevano sicurezza. Justice continuava a capire, perchè coprirsi un volto normale?
"Sai vero che adesso ti rimuoveranno la memoria? E che ti manderanno nel Labirinto?" chiese lui e la piccola annuì.
"Bene. Non devi avere paura. Ma devi sapere una cosa.."
"Cosa?"
"Sarai l'unica del tuo gruppo a non ricordare."
"Perchè?"
"Beh, con il tuo gruppo vogliamo fare un esperimento diverso dagli altri due."
La bambina si ammutolì e fissava a terra.
"Perchè io e non Will?" chiese in un sussuro quasi udibile.
L'uomo aspettò dei secondi prima di rispondere "Perchè tu sei speciale"
Justice si aspettava che la piccola chiedesse delle spiegazioni a riguardo, lei voleva sapere ma la bimba si limitò ad annuire.
"Ma loro possono dirmi di ricordare vero? Mi aiuteranno a riacquistare i miei ricordi, no?"
"Non potranno. Glielo vieteremo. Ricordi? I chip ci permettono di controllarvi. Appena qualcuno cercherà di dirti la verità noi lo fermeremo." le prese una ciocca di capelli e gliela sistemò dietro l'orecchio.
"Perchè noi abbiamo le armi e gli altri no?" i due ora si guardavano negli occhi.
"Te l'ho già detto, con voi stiamo facendo un diverso esperimento"
"E quando potrò rivedere Tommy?" la domanda lo aveva sicuramente colto alla sprovvista. L'uomo spalancò gli occhi e strinse i pugni talmente forte da far diventare le nocche bianche.
"Quando uscirai dal Labirinto Justice" l'uomo capiva la paura della bimba e le prese delicatamente il volto.
"Andrà tutto bene piccola.." le sorrise.
"Rimarrai con me?" chiese la piccola cercando di trattenere le lacrime.
"Certo! Che domande!" rise. I due si abbracciarono di nuovo.
"Grazie ... papà"
Justice era sicura di aver smesso di respirare per un minuto buono, la scena davanti ai suoi occhi stava svanendo per portarla in un nuovo ricordo. 
"No!" provò ad urlare correndo verso i due. Voleva, doveva sapere!
Ma la scena cambiò.
Si ritrovava nella stanza dove l'aveva portata Elias.
Era il momento dopo che le aveva rivelato che Thomas era suo fratello.
Elias la guardava negli occhi, disperato, mentre lei gli supplicava delle spiegazioni.
"Justice mi dispiace! Mi dispiace davvero tanto! Io non potevo farlo!" le disse afferrandola dalle spalle. Odiava che tutti la prendessero in quel modo, si sentiva piccola e indifesa.
"Volevano che gli uccidessi tutti! Ma io non potevo! No! Loro sono miei amici!" urlava, ma lo sguardo in Justice faceva intendere che lei non aveva idea di cosa stesse parlando.
Poi di nuovo l'uomo. Era entrato nella stanza e cercava di calmare Elias sbattendolo contro il vetro. Justice era corsa all'angolo, impaurita.
L'uomo si accorse, o meglio notò la sua paura e la raggiunse, accovacciandosi per essere alla sua altezza.
"Piccola.. va tutto bene!" le disse accarezzandole delicatamente la guancia. 
Ma Justice lo allontanò bruscamente. 
"Chi sei? Cosa vuoi da me?" urlò lei, non capendo nulla. Desiderava andarsene, prende suo fratello e tornare dai suoi amici.
L'uomo parve ferito e tornò a guardare Elias.
"Spero che tu sia felice! Ora dovrò toccare di nuovo il cervello di mia figlia per farle dimenticare quello che sta guardando! Pensi che mi piaccia?" Elias sembrava impaurito da quell'uomo e non rispose.
"Ora la porteremo di là e le cancelleremo la memoria, e poi dovrai inventarti qualcosa per farti odiare.. intesi?"
Il ragazzo non rispose, riusciva solo a fissare la ragazza impaurita con uno sguardo di scuse.
"Signorino Elias devo ricordargli che abbiamo sua madre?" quella minaccia attirò l'attenzione del ragazzo che annuì di malavoglia.
"Bene" disse suo padre prima di uscire dalla stanza.
Elias si avvicinò a Justice, che era entrata in uno stato di shock e non si muoveva. 
Le prese il volto tra le mani.
"Mi dispiace tanto!" fece una pausa "Io ti amo così tanto Justice, non ti farei mai del male! E neanche a loro! Devi credermi! Ma se non faccio quello che mi dicono la uccideranno capisci?" disse disperato, le mani del ragazzo tremavano e sudavano freddo.
"Ti amo così tanto..." concluse appena prima che la scena cambiasse di nuovo.
Ritornò nel suo corpo, e riuscì ad aprire gli occhi. 
Le ci volle un pò per abituarsi alla luce. 
Era distesa sul letto in cui si era svegliata dopo che l'avevano prelevata dalla Zona Bruciata.
Nonostante il dolore in tutto il corpo e la testa che le girava vorticosamente, provò a sederti.
"Piano piano!" disse un uomo aiutandola.
Suo padre.
Justice lo guardò terrorizzata. Aveva tante domande da fargli, ma aveva ricordato troppo cose tutte insieme e non riusciva a parlare.
L'uomo guardò dietro di sè preoccupato.
"Piccola abbiamo poco tempo!" disse allarmato, aspettandosi una risposta o una domanda. Ma Justice non riusciva a parlare.
"Tuo fratello sta affrontando una prova in questo momento. Teresa e Aris lo hanno preso! E ai tuoi amici hanno tolto le armi" continuò, sedendosi su una sedia.
"Sto rischiando molto a dirti questo, e ancora di più nell'averti fatto ricordare alcune cose estremamente importanti" controllò di nuovo dietro di sè. 
"Devi promettermi che non dirai niente, per il tuo bene e quello di tuo fratello! Nessuno deve sapere di questa conversazione Justice chiaro?" chiese in un sussurro.
Justice continuava a tacere e l'uomo la scrollò delicatamente, sperando in una sua reazione. Lei annuì appena.
"Ora arriva la parte difficile. Da un momento all'altro verranno a prendermi per uccidermi." a quello parole Justice si riprese. Aveva appena ricordato di avere una famiglia e gliela volevano portare di nuovo via. Prese la mano del padre e gliela strinse.
"Oh, piccola. Non mi farò prendere! Da chi credi di aver preso le tue doti da Guerriera?" rise "mi aiuterai a stenderli. E poi ti dovrò lasciare su una montagna. Se non sbaglio ci dovrebbe essere tuo fratello, devi raggiungerlo." aveva parlato talmente veloce che Justice riuscì a malapena a capire quello che le stava spiegando, ma nonostante tutto aveva chiaro il piano in testa.
"Al momento giusto mi farò trovare e vi spiegherò tutto" concluse.
Improvvisamente la porta si spalancò e cinque figure in tutta verde si lanciarono contro l'uomo.
Suo padre ne stese uno, colpendolo alla nuca. Nonostante l'eta era veloce, agile e forte. 
Justice balzò giù dal letto e si unì nello scontro mirando al secondo. Non erano abituati a combattere, e la ragazza riuscì a colpirlo al viso facendolo svenire.
Insieme al padre riuscì a stendere anche il terzo, ma gli altri due scapparono fuori dalla stanza.
Pochi secondi dopo si sentirono delle urla e un tonfo provenire dal corridoio. 
Justice si affacciò e vide Elias in piedi, di fianco alle due figure prive di sensi.
Justice ed Elias si sorrisero. 
Ora lo sapeva, l'amico non era cattivo, era stato costretto. E ora si era alleato a suo padre per ribellarsi alla C.A.T.T.I.V.O.
Justice gli corse incontro e i due si abbracciarono.
"Mi dispiace tanto.." le sussurrò.
"Non fa niente, l'importante è che non lavori con loro." rispose Justice stringendolo ancora più forte a sè.
"Elias devo ricordarti che sono suo padre?!" esclamò suo padre ridendo e contagiando i due.
"No di certo Jonathan!" rispose il Guerriero.
"Forza, dobbiamo andare!" disse l'uomo dirigendosi alla cabina di pilotaggio. Dentro non vi era nessuno. La Berga era impostata su PILOTA AUTOMATICO e suo padre prese subito posto ai comandi.
"Allora Justice, ora ti porto su quella montagna" indicò con l'indice una figura a punta, poco lontano. "Ricorda.."
"Non dire niente per il tuo bene e quello di tuo fratello" concluse velocemente Justice. Voleva al più presto raggiungere Thomas  i suoi amici.
"Esatto" rispose Jonathan prendendo i comandi e avvicinando la Berga alla meta.
Dopo diversi minuti Elias l'accompagnò verso lo sportello, aiutandola ad aprirlo.
"Fai attenzione" le consigliò dandole un bacio sulla fronte.
"Come sempre!" esclamò lei facendogli l'occhiolino. 
Saltò giù, atterrando sui piedi. 
Si guardò intorno e vide ai piedi della montagna due gruppi. Ci avrebbe messo poco a raggiungerli.
Alzò lo sguardo e salutò Elias con la mano.
Rimase lì, guardando in alto, fino a quando la Berga sembrava un puntino in cielo.
Iniziò a correre verso gli amici, scivolando ogni tanto per via della pendenza.
Aveva le mani graffiate ma non le importava.
Non dire niente continuava a ripetersi. Avrebbe tanto voluto dire la verità a suo fratello ma se mantenere il segreto significava tenerlo al sicuro, non gli avrebbe detto nulla.
Ai piedi della montagna un gruppo si era fermato, era troppo numeroso per essere il suo e dei Radurai. Doveva sicuramente essere il Gruppo B.
Fortunatamente poco più in là un altro gruppo si stava dirigendo verso il primo.
Justice riprese a correre più veloce che poteva.
Altre tre figure si unirono al gruppo. Riconobbe Thomas e sorrise.
Ci impiegò un paio di minuti per raggiungerli.
"Cece!" Urlarono i Guerrieri correndogli incontro e stringendola in un abbraccio. I quattro ragazzi iniziarono a ridere ed esultare. Erano di nuovo insieme.
"Ci siamo Cece! Ci siamo!" esclamò Danny prendendola per la mano. Justice non capiva.
Si avvicinò ad un gruppo di ragazzi e ragazze che fissavano qualcosa. Danny si fece spazio e Justice vide immediatamente cosa aveva catturato l'attenzione di tutti. Nel terreno era piantato un semplice bastone. In cima c'era legato un nastro arancione, che sbatteva nel vento. Sopra vi era scritto qualcosa. 
PORTO SICURO
"Ditemi che è uno scherzo" esclamò incredula. Quello sarebbe il porto sicuro? Nessuno ad aspettarli o a congratularsi?
In risposta un tuono rimbombò in cielo, riportandola alla realtà.
Justice si alzò e si diresse dai Radurai seguita dai Guerrieri.
"Cacchio Justice! Cosa ti hanno fatto?" Newt la guardava da capo a piedi, preoccupato.
Justice non si era accorta di avere i vestiti graffiati e pieni di polvere. Chissà invece come era messo il viso.
Cercò di tranquillizzarlo, sorridendogli.
"Sto bene." Fu l'unica cosa che rispose, prima di alzare lo sguardo per osservare il cielo.
Stava per succedere qualcosa, lo sentiva.


Nota Autrice: SCUSATE L'IMMENSO RITARDO! La scuola mi ha uccisa, davvero!
Comunque ecco qui il capitolo! Non sono convinta dell'ultima parte ma fa nulla, dovevo pubblicare!
Detto questo, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensiate giusto per sapere se continuare o meno!
Beh, alla prossima (forse) :3

P.S Se qualcuno è interessato a un Gioco di Ruolo su Maze Runner, io ne conosco uno davvero carino che si tiene su Google+, per chi fosse interessato può contattarmi in privato! 


   
 
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