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Autore: MrRaider    03/05/2015    1 recensioni
Dopo la morte di Terzo, Deus ha deciso di sostituirlo con un altro partecipante, e ha scelto l'eroe americano Jack Bauer, che ha da poco salvato Londra da un altro attentato terroristico e che ha accettato di partecipare. Se la caverà Jack? Riuscirà a vincere il Survival Game?
____
"-Credetemi.- disse ora Jack. -Voi non sapete di cosa sono capace. E se qualcuno di voi si metterà sulla mia strada lo ucciderò.-"
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yukiteru Amano, Yuno Gasai
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Il nascondiglio


Mancava un soffio e per poco Yukiteru non precipitava dal palazzo. Ma per fortuna Jack era riuscito ad afferrarlo e a farlo salire nell’elicottero. Lui e Yuno gli furono riconoscenti per tutto l’aiuto che Jack gli stava dando, anche se Yuno si chiedeva ancora perché: cosa voleva fare Jack nel salvarli? Tecnicamente erano nemici, facevano parte del Survival Game, e prima o poi si sarebbero uccisi a vicenda. Ma lei non conosceva bene Jack, non come lo conoscevano Kurusu o Tsubaki, e non sapeva fin dove egli poteva spingersi per salvaguardare le vite degli altri.
I tre erano ancora a bordo dell’elicottero. Yuno e Yukiteru non sapevano dove li stesse portando Jack ma rimasero tranquilli. Tuttavia Amano era curioso, così alzò dalla sedia, lasciando Yuno lì, e si avvicinò a Jack, che stava parlando col pilota.

-Jack?-

Lui sentendolo diede una pacca sulla spalla al pilota e si sedette di fronte a lui, e Yukiteru lo imitò.

-Cosa c’è?- chiese lui.

-Volevo sapere… come hai fatto a sapere che noi eravamo ?-

Lui ci pensò su, guardando un po’ verso il basso, ma alla fine rialzò il capo guardando il ragazzo

-Intuito. Quando lavori per anni per il governo impari qualcosa. Vi spiegherò meglio più tardi, quando saremo con Kasugano.-

Sentendo il nome Kasugano, Yuno si alzò adirata, guardando negli occhi Jack
-Sesta?! Quella che ha cercato di portarmi via Yukki?!-

-Yuno…-  Yukiteru le tenne la mano per calmarla, facendole cenno di sedersi ma lei continuava a guardare Jack, che decise di rispondere

-Yuno, devi stare calma. Se non fosse per Kasugano, non sarei riuscito ad arrivare qui.-

-Eh? Che intendi?-

-Questo elicottero è suo.-

 Yuno e Yukiteru rimasero sorpesi dalla risposta di Jack.

-La sacerdotessa possiede un elicottero personale?!- chiese Yukiteru

-Sì. Infatti, ora ci stiamo dirigendo al tempio dell’Occhio Sacro.-

-Perché lì?- domandò Yuno, dopo essersi seduta e calmata

-E’ l’unico posto sicuro. Inoltre è buio e, non riusciranno a capire dove atterreremo.-

-Ma Jack…-  si intromise di nuovo il ragazzo
-Ma prima o poi troveranno l’elicottero.-

Alle sue parole Jack gli porse un sorriso, dicendo: -No affatto. Lo scoprirete fra poco. Siamo quasi arrivati.-

Dopo circa due minuti l’elicottero si trovava sopra la struttura del tempio. A quel punto Jack prese una ricetrasmittente dalla borsa e parlò
-Murai, sono Jack. Aprite il passaggio adesso.-

I ragazzi guardarono fuori e notarono il lago del tempio che si stava… aprendo. Letteralmente. L’acqua si divideva in due e apriva un enorme passaggio buio, che portava sottoterra. I due erano a bocca aperta. L’elicottero cominciò a scendere, fino a quando non toccò terra. Jack scese per primo, seguito dai ragazzi.  Quello che si trovavano di fronte era inimmaginabile: si trovavano in una specie di eliporto sotterraneo, i muri erano di ferro, c’erano diverse porte nelle pareti,  tutta la zona era illuminata da delle luci bianche, dal soffitto ormai chiuso dove si trovava il lago scendevano fili d’acqua, che facevano un piccolo effetto cascata su una piccola piscina vicino all’eliporto.

-Wow! Che posto è questo?! Sembra la Bat-caverna! – esclamò Yukiteru guardandosi intorno.

-Più o meno. Questo posto è un nascondiglio sotterraneo costruito anni fa, quando i genitori di Kasugano erano ancora vivi. Ha lo scopo di proteggere la sacerdotessa e i suoi adepti da qualsiasi attacco, anche uno nucleare. E’ fatto apposta per essere abitato, è dotato di armi, cibo, e anche di un elicottero, come potete vedere, in caso la situazione peggiori. Kasugano mi ha offerto l’elicottero per portarvi qui al sicuro. Nessuno a parte me, lei e gli adepti conoscono questo luogo.-

Ad un tratto si sentì l’eco di una porta che si stava aprendo. I tre si girarono, per vedere Kasugano camminare verso di loro.

-Sapevo che ce l’avresti fatta.- disse lei.
La sacerdotessa si  fermò al fianco di Jack, sorridendogli, per poi posare lo sguardo ai due ragazzi.
-Amano, Gasai… vi vedo bene.-

-Ti sei… messa gli occhiali?- chiese stupito Yukiteru.

-Oh… sì. Quando mi hanno portato all’ospedale, il giorno dell’incidente, oltre a ricucirmi la mano, hanno visto che avevo la vista molto debole. Jack mi ha portato da un oculista, e così mi sono messa gli occhiali. E ora ci vedo perfettamente.-

Yukiteru le sorrise , ma Yuno continuava a guardarla con disprezzo. Le due ragazze erano ormai faccia a faccia. Tsubaki però era tranquilla, aveva Jack al suo fianco e lui non avrebbe permesso che le accadesse qualcosa.
A fare la prima mossa fu la sacerdotessa che pose la mano a Yuno.

-Non ho avuto l’occasione per scusarmi… per ciò che è successo l’ultima volta. Spero che possiate perdonarmi.-

In quell’attimo dominavano soltanto il silenzio e la tensione. Jack osservava attentamente Yuno, aspettandosi una sua qualunque mossa, pronto a tirare un filo di sollievo o a difendere Kasugano; Yukiteru aveva paura, non voleva che Yuno rovinasse tutto. Ma alla fine Gasai decise di stringere la mano della sacerdotessa

-Tutto ok. Basta che non tocchi Yukki.-

-Stai tranquilla. Non ho mai avuto interesse per Amano.-

Sia Jack che Yukiteru fecero un lungo sospiro di sollievo. Per fortuna tutto si era risolto al meglio. La lite fra le due ragazze era ormai sciolta.

-Jack.- disse poi Kasugano dopo aver stretto la mano di Yuno.
-C’è una persona che vorrebbe parlarti.-

-Mh? In privato?-

-Nono, possiamo parlare anche noi. E’ nella sala riunioni.-

-E allora andiamoci. Yukiteru, Yuno: seguiteci.-

Dopodiche i quattro oltrepassarono la porta da dove era venuta Kasugano e proseguirono lungo un corridoio. Esso era ben illuminato da diverse lampade, sui lati c’erano diverse porte, dalle quali andavano e venivano alcuni adepti. Uno di questi vedendo i quattro si unì a loro.

-Signore.- disse rivolto a Bauer

-Cosa succede?- chiese Jack mentre continuava il tragitto con gli altri

-Mi ha chiesto un rapporto delle vittime, ecco… finora abbiamo 22 feriti, 17 morti. E stanno continuando purtroppo.-
All’ultima parola Jack abbassò il capo, mostrando una faccia dispiaciuta per quei morti e per i feriti.
-I feriti sono stati portati in infermeria. Per ora sono fuori pericolo.- continuò l’adepto.

-Bene… grazie. Avete già chiamato i familiari delle vittime?-

-Ci stiamo lavorando.-

-Ok... Questa sarà una brutta nottata. Puoi andare.-

Lasciato il monaco il gruppo continuò il cammino, svoltando diversi corridoi fino a quando non si fermarono ad una porta posta alla fine dell’ultimo corridoio. Appena Jack la aprì…

-Primo, Seconda! Quanto tempo!-

 La stanza erano enorme. Al centro si trovava un lungo tavolo , sul muro davanti c’era un enorme schermo che mostrava diverse telecamere dell’esterno e dell’interno del tempio. E di fronte a loro, proprio sotto lo schermo, c’era Uryuu Minene, sorvegliata da due adepti. Yuno e Yukiteru vedendo la donna si spaventarono, mentre Jack, quasi adirato, si girò verso Kasugano.

-Hai portato Nona qui?!-

-Calmo Jack. Posso spiegarti: si è costituita a noi.-

-Eh?!-

Jack riguardò Minene, notando che portava le manette. Lei però sorrideva, un sorriso quasi sadico.

Cosa diavolo ha da sorridere?!

 A interrompere quel silenzio fu Kasugano

-Jack. Mentre stavi salvando Amano e Gasai, Nona è venuta qui senza opporre resistenza. Guarda.-

Prese da una tasca della sua divisa un cellulare, porgendolo a Jack. Lui non ci fece molto a riconoscerlo: era il Diario di Nona.

-Esatto! Non hai niente di cui preoccuparti, Zero. Ho detto ai tuoi stessi uomini di mettermi le manette. Non c’è bisogno che mi torturi come l’ultima volta. Sono disposta a dirvi tutto ciò che so.-

Alle sue parole Jack si avvicinò a lei, guardando i suoi occhi viola, mentre la donna continuava a sorridergli

-E perché mai ti sei costituita a noi?!- chiese lui, con una faccia seria. Molto seria.

-Perché abbiamo tutti quanti un nemico comune.-

Alla fine Jack decise di calmarsi, disse ai due uomini di uscire. Poi si girò verso gli altri dietro di lui e gli fece cenno di sedersi.
Jack si mise a capotavola, alla sua sinistra si sedette Kasugano, e alla sua destra Minene. Vicino a Tsubaki c’era Yukiteru, seguito a sua volta da Yuno.

-Partendo dall’inizio.- cominciò Jack
-Oggi, verso le 19 di notte mi era stata attivata la DEAD END: sarei morto in casa mia, ucciso da degli uomini armati. Sono però riuscito a scampare alla DEAD END, e a tenermi vivo uno dei miei assalitori: lo interrogai, ed egli mi disse che il mandante era Quarto, Keigo Kurusu, disposto a farmi fuori. Allora gli ho chiesto di Kasugano, dato che il mio Diario della CTU mi aveva avvisato che lei era in pericolo, e mi rispose che anche lei era nel suo mirino.-

-Esattamente.- continuò Tsubaki.
-Anche a me era stata attivata la DEAD END. Tutte le mie guardie del corpo non sarebbero riuscite a proteggermi. A quest’ora sarei morta, se non fosse stato per Jack. Riuscì a salvarmi, e mi disse che Quarto voleva farmi fuori.-

-Scusate…- chiese Yukiteru
-Ma… perché noi siamo stati portati in commissariato? Potevano uccidere facilmente me e Yuno.

A rispondergli fu Minene
-Pensaci bene, Primo. Voi due siete bersagli molto facili, in confronto a loro: Zero è molto pericolo, e Quarto lo conosce bene, sa di cosa è capace. Sesta invece ha un intera setta pronta a proteggerla. Doveva sbarazzarsi dei più forti, per poi uccidervi senza troppi problemi. Peccato che qualcuno ha deciso di intromettersi.- e all’ultima frase si rivolse a Jack, sogghignandogli.

-Ma c’è una cosa che non capisco.- si intromise Yuno
-Perché tradirci? Ha lavorato tanto per creare questa alleanza, e ora l’ha mandata in frantumi.-

-Questo purtroppo non lo sappiamo.- rispose Tsubaki, scuotendo il capo.

E sorprendentemente rispose di nuovo Minene
-Ma io sì.-

Tutti quanti si girarono verso Nona, stupiti dalla sua risposta

-Lo sai?!- chiese Jack.

-Già. E ora vi spiegherò tutto. Ieri Quarto è venuto nel mio nascondiglio completamente indifeso, senza armi. Mi disse che voleva fare un patto con me. Lui non mi avrebbe più preso di mira e avrebbe continuato a fornirmi informazioni. Mi disse che potevo farlo solo io: Primo e Seconda non avevano intenzione di diventare Dio, Sesta era troppo presa dalla vendetta, per quello che aveva subito anni fa, mentre Zero… beh, non aveva intenzione di chiedertelo, perché sapeva che non avresti mai accettato. Diceva che eri troppo preso dalla alleanza, dalla possibilità di fermare il gioco assieme agli altri concorrenti. Ha voluto chiederlo a me perché le mie intenzioni di diventare Dio non sono malvagie.-

Jack ascoltò con attenzione ogni parola che diceva Minene. Ma la cosa che la incuriosiva era l’ultima cosa che aveva detto, ossia che le sue intenzione non erano malvagie.

-E tu in cambio?- chiese Jack in modo serio, ma mantenendo un po’ di curiosità.

-Lo avrei aiutato a farvi fuori.-

-Sì ma…- si intromise nuovamente Yuno, che guardava furiosa Nona
-Non ci hai ancora detto perché Quarto ci ha traditi!-

-Va bene, va bene. Ci stavo arrivando. Dunque, all’inizio del Survival Game, Quarto aveva molta intenzione di fermare il gioco. Non aveva interesse a diventare Dio, fino a quando non ha scoperto una cosa, un fatto personale… che riguarda la sua famiglia. Per essere precisa, suo figlio: Kurusu You. Lo scorso mese i medici gli hanno dato tre mesi di vita. Per questo Quarto ha deciso di rompere l’Alleanza.-

-Per salvare suo figlio.- mormorò Kasugano.

-Corretto. Ma se per caso fosse rimasto ucciso nel gioco io mi sarei presa cura di suo figlio, fino a quando non sarebbe arrivata la sua ora. Però ho deciso di non aiutarlo. Si stava spingendo troppo oltre.-

-Ecco perché ha ucciso Decimo, davanti ai miei occhi…- concluse Jack.

Ci fu un piccolo silenzio di tomba. Tutti quanti pensarono a Kurusu, a come li aveva traditi per salvare suo figlio.
Jack dopotutto lo capiva: anni da gli avevano rapito la moglie e la figlia, e per salvarle fu costretto a mettersi contro la  stessa CTU per salvarle. Capiva cosa provava Keigo in quel momento. Ma ora non era più dalla sua parte. Ora era un suo nemico.

Dopo che il silenzio aveva dominato per un po’ quella stanza, Jack decise di alzarsi
-Beh… per ora non possiamo fare nulla. Ora è meglio riposarci, penseremo a tutto domani. Keigo non conosce questo posto, perciò siamo al sicuro.-

Poi uscì dalla porta, chiamando i due che sorvegliavano prima Nona, che anche lei si alzò e si avvicinò a Jack. Lui la guardò, per poi dirle

-Per ora dobbiamo collaborare. Ma fino a quando non risolveremo questa faccenda resterai sotto la nostra completa custodia.-

-Mi sta bene, se sconfiggeremo Quarto.- rispose lei, sfidando Jack con lo sguardo:

Lui si girò verso i due adepti, ordinando di scortare la donna nella cella e che poi avrebbe parlato più tardi con lei. I due annuirono e portarono con se Nona, che li seguì senza opporre resistenza.

Appena Jack si risedette Kasugano si rivolse ai due ragazzi sorridendo amichevolmente
-Scommetto che avrete fame. Vi farò preparare qualcosa nella mensa. Dopo cena vi porteremo nelle vostre stanze. Abbiamo dei ricambi per la vostra taglia, per cui non dovrebbero esserci problemi.-

Yukiteru infatti aveva molta fame, così ringraziò entusiasta Kasugano. Jack intando guardò Yuno. L’aveva osservata per tutto il tempo: sicuramente lei non sopportava quella situazione, non voleva scendere a patti soprattutto con Tsubaki. Ma Jack dedusse che avrebbe aspettato per poi andarsene con il suo ragazzo, e magari non avere più a che fare con la sacerdotessa.
Guardò il suo braccio, notando che aveva una ferita d’arma da fuoco.

-Yuno, sei ferita.-

-Uh? Questo? Non è niente, è solo una ferita superficiale.-

Lui si alzò dalla sua sedia, avvicinandosi alla ragazza sorridendo

-Vieni. Ti porto in infermeria per farti guarire quella ferita. Tranquilla, dopo che avremo fatto ti porterò subito da Yukiteru.-

Lei non fece obiezioni, così seguì Jack mentre Yukiteru seguì Kasugano che lo portò nella zona della mensa.
Jack e Yuno passarono per diversi corridoi, mentre gli adepti continuavano ad andare e venire, alcuni salutarono Jack chiamandolo “signore” o “signor Bauer”

-Allora… vedo che ti conoscono tutti qui…- commentò Yuno guardandosi intorno durante il tragitto.

-Sì. Kasugano era molto riconoscente verso di me per averle salvato la vita, così per ripagare sono diventato il vice della sue setta. Non faccio rituali religiosi o cose del genere, non sono il tipo. Mi baso sull’azione sul campo, coordinandomi con lei e gli altri adepti, come ad esempio, tenervi d’occhio.-

-Ecco, perché ci tenevate d’occhio?!- chiese lei guardandolo in cagnesco. Lui però non era affatto intimorito dalla sua espressione.

-Vi proteggevamo. Facevamo parte dell’Alleanza di Kurusu, e in questo modo potevamo aiutarvi quando era necessario. Però quando ho rotto l’Alleanza con Keigo ho ordinato ai miei uomini di ritirarsi. Se non l’avessi farro vi avrei salvato prima che Keigo vi mettesse le mani.-

-Non… non mi aspettavo che fossi così… determinato.-

Jack sorrise alle sue parole, ma decise di non continuare il discorso, anche perché erano appena arrivati in infermeria.
Jack bussò e un’infermiera li fece accomodare. Questa controllò la ferita di Yuno e in un attimo gliela curò, coprendola con una benda e dandole degli antidolorifici.
Appena finirono Jack ringraziò l’infermiera e uscì con Yuno. Qualche minuto di camminata e i due giunsero in un’enorme sala: lì c’erano diversi molto lunghi, dove gli adepti erano seduti e mangiavano tranquillamente. Da un lato della stanza c’era un tavolo con tantissima roba da mangiare. 
In uno dei tavoli si trovavano Yukiteru e Kasugano, seduti da soli.

-Oh… ci avete messo poco.- disse Yukiteru vedendo i due che si sedevano.

Poi porse un piatto a Yuno, dicendole che l’aveva preso lui per lei. Yuno arrossì, ringraziando il suo ragazzo.
Jack invece si alzò, e Kasugano gli chiese dove stava andando

-Voglio andare a vedere i come stanno i feriti. Poi andrò a parlare con Nona e andò a letto. Ci vediamo ragazzi. Dormite bene, ne avrete bisogno.

I ragazzi lo salutarono e Jack uscì. I tre mangiarono tranquillamente. Yuno guardò più di una volta Kasugano, e mentre lo faceva notò come quella ragazza era cambiata. Non era più interessata a Yukiteru, perciò non portava più rancore nei suoi confronti ed era in parte felice che tutto si fosse risolto tra loro tre.
Parlarono più del meno fino a quando Yukiteru non chiese una cosa alla sacerdotessa.

-Tsubaki. Vorrei sapere una cosa. Tu sei stata più tempo con Jack, quindi ti tutti noi sei la persona che lo conosce meglio. Che tipo è?-

Lei rimase sorpresa dalla domanda del ragazzo. Pensò un po’ su come rispondergli a quella domanda, poi riuscì a parlare

-Beh… E’ un tipo determinato. Quando ha un obiettivo è molto deciso nel portarlo a termine. A volte può sembrare un uomo freddo, senza nessuno su cui contare. Un po’ è così, ma non è colpa sua.-

-Che intendi?- chiese curiosa Yuno.

-Jack ha passato la sua vita a servire il suo governo, gli Stati Uniti d’America. Ha salvato il Paese da diverse crisi, soprattutto terroristiche, ma questo lo ha portato a perdere parte della sua umanità, a diventare freddo  distaccato anche verso gli altri. Ha visto persone morire: innocenti,  colleghi, amici, parenti… persone che lui voleva bene. E’… distrutto, ormai gli rimane ben poco della sua famiglia. Ha una figlia che vive a Los Angeles. Quando tutto questo sarà finito vorrebbe tornare da lei e dimenticarsi tutto quanto.-

-Un po’ mi dispiace…- disse Yukiteru.

Guardò il suo piatto, pensando a quell’uomo che gli aveva salvato la vita un paio di volte. Gli dispiace di quello che aveva passato. E lui cosa aveva fatto per ripagarlo? Niente. Ha solo pianto ed era stato difeso da Jack e da Yuno. Non aveva fatto proprio nulla.

 
Aprì con la chiave una porta situata nelle segrete del tempio. Entrò in una piccola stanza, divisa a metà da una grata. Da un lato, ossia da dove era entrato, c’erano due sedie e un tavolo, dove erano buttati dei vestiti. Vide una canottiera viola, dei pantaloni da ginnastica marroncini, scarpe e un reggiseno. Dall’altro lato dalla stanza c’era Minene: era seduta per terra, le gambe incrociate e le braccia sospese in aria, dato che aveva i polsi legati con delle catene appese al soffitto. A parte le mutande, non indossava nulla, era completamente nuda, e le ciocche dei suoi capelli le coprivano il seno. Russava ma appena sentì la porta sbattere si svegliò. Guardò davanti e vide Jack che aveva messo sul tavolo un piatto pieno di cibo e aveva preso i suoi vestiti buttati sulla scrivania.

-Bauer…- sussurrò lei, guardandolo.

Lui prese dalla tasca un mazzo di chiavi e aprì la grata dove era tenuta la donna, poi si avvicinò a lei e le liberò i polsi.

-Che stai facendo?- chiese lei vedendo Bauer mentre la liberava dalle catene.

-Ho un pensiero diverso per come bisogna trattare i prigionieri. Vestiti.-

Lui uscì dopo averle dato i vestiti, poi si sedette vicino al tavolo, facendo cenno alla donna di sedersi. Lei lo guardò, tenendo ancora un po’ di stupore, ma alla fine decise di vestirsi, poi uscì dalla cella, e si sedette vicino a Bauer.

-Certe volte non capisco i miei uomini. Sarà il fatto che io sia americano, e loro giapponesi. In America non teniamo i prigionieri incatenati, per di più nudi e senza dare loro da mangiare. Perciò mangia.-

Lei guardò il piatto pieno di cibo, poi di nuovo Jack, rimanendo a bocca aperta.

-Beh… grazie. Ma… perché sei così indulgente?-

-Ho ripensato a quello che avevi detto prima. Che Quarto voleva patteggiare con te, che non volevi stravolgere il mondo…-

Lei si voltò, cercando di non guardare in faccia quell’uomo, mentre i ricordi della sua infanzia e dei suoi genitori tornarono a tormentarla. E mentre continuava a rimuginar enei suoi ricordi Jack le avvicinò il piatto, facendola tornare alla realtà

-Allora?- chiese lui tranquillamente.

Lei mangiò un boccone di sushi ma alla fine riuscì a rispondergli dopo aver ingoiato quel pezzo.

-Sì. E’ vero, ero una terrorista.  Ho seguito una causa inutilmente. Non mi importava a cosa credevo. Ero solo una ragazzina infuriata, che aveva perso la sua famiglia a causa della guerra, che voleva farla pagare cara a chi me l’aveva portata via...-

Le scese una piccola lacrima, che lasciò incuriosire ancora di più a Jack. Prima di allora vedeva in Minene una donna senza sentimenti, una terrorista che professava in qualcosa. E ora vedeva una donna sofferente, arrabbiata e sola…

-…Nonostante questo, non distruggerei mai il mondo, una volta diventata Dio. Lo renderei un posto migliore: niente più guerre, niente più povertà, niente più malattie, niente più fame…-

-Mm… lo sai? Ti avevo giudicata male. Ti credevo diversa. Non sei come mi aspettavo.-

-Intendi una cattiva persona? Eheh… te l’ho detto, ero furiosa. Furiosa per aver perso tutto ciò che mi era caro. Quando poi ho visto tutto quello che avevo fatto, le vite che avevo spezzato, mi si bloccò il cuore. Ero talmente presa dalla rabbia che non mi ero resa conto di quello che avevo causato agli altri… mi sentivo una merda.-

Raramente Jack vedeva terroristi come Minene, che nascondevano qualcosa di diverso dagli altri.

-Se sapevo come eri veramente, forse non ti avrei torturata così tanto la prima volta che ci siamo incontrati.-

-Oh quello. Beh ho ancora il segno…-
e mostrò la spalla destra,, assieme a una grande cicatrice causata dal coltello di Jack
-… ma Dodicesimo ci è andato pesante sin da subito. Mi ha staccato l’occhio.-

-Se non avresti parlato forse  lo avrei fatto anch’io.- disse lui ridendo, ma causando anche una piccola ma dolce risata anche a Uryuu.

-Comunque, Bauer…- disse lei dopo aver preso un altro boccone
-come ci si sente ad essere traditi da persone che credevi di conoscere bene?-

-Mm… mi fa tornare indietro. A quando venivo preso per il culo da persone di cui mi fidavo. All’epoca ero arrabbiato e anche deluso. Deluso da persone che ritenevo amici. Alcuni lo facevano per il loro interesse, altri erano anche costretti, come Keigo. Per quelli non provo odio. Kurusu ha agito per il bene di suo figlio, e non lo biasimo. La cosa che dovremmo fare ora sarebbe ucciderlo.-

-E farlo alla migliore occasione. Ma è meglio pensarci domani.-

-Già. Io vado. Ti farò portare un materassino da uno dei miei uomini. Ti ho già detto la mia sul come tenere i prigionieri.-

-Va bene. Alla prossima Bauer.-

E lui uscì dalla stanza, chiudendo a chiave, lasciando la donna da sola con la sua cena.


Angolo dell'autore:
Rieccoci con un nuovo capitolo! Siamo nel nascondiglio sotto al tempio di Kasugano, dove Jack e gli altri prepareranno la loro mossa per uccidere Quarto (non so se fare la stessa cosa dell'anime, ma mi sa che farò una strada diversa, vedrò poi)
E per fare precisazioni: non shippate Minene e Bauer, non ho intenzione di creare un qualcosa tra loro (Jack non è tipo da terroriste, lo conosco bene). Dopo questa precisazione... vi lascio e ci vediamo al prossimo capitolo! ;)
-MrRaider
   
 
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