Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: TsunamiZN    04/05/2015    1 recensioni
Stranamente, si trovò a passeggiare sola per quel giardino, circondata solo dal silenzio che venne interrotto da uno sgradevole gracidìo che stava cominciando ad irritarla. Si sporse dal ponticello rosso che stava attraversando, scorgendo qualcosa nel fiume. Tese il braccio più che potè per salvare il povero malcapitato; ma ciò che tirò fuori dall’acqua non le piacque per nulla: un viscido rospo era adesso tra le sue mani.
Genere: Azione, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Avete mai desiderato poter modificare il corso della storia? Purtroppo nella realtà non è possibile, ma noi del Midori Mikan abbiamo trovato un modo divertente per farlo, con le doujinfiction!
Attraverso le pagine
di un doujinshi esistente proposto, i partecipanti dovranno reiventare la storia mantenendo solo gli elementi base che si vedono raffigurati. Questa iniziativa è nata anni fa per poi venire pian piano dimenticata, ma ora le utenti e lo staff vogliono riportare in auge questo evento, sperando di regalarvi delle piacevoli e ingegnose storie!
 
Per saperne di più anche a proposito del prossimo girone di questo evento, tieniti aggiornato sul forum!

Le pagine proposte per la prima turnata:
 

imagebam.com

 
CAPITOLO SECONDO

Nami fu fatta accomodare nuovamente nella maestosa stanza che le era stata riservata, ma non era tipo da starsene con le mani in mano ad attendere l’evolversi del suo destino: si mise a frugare nei cassetti della camera, alla ricerca dell’arma che le era stata sottratta.

La notte si era ormai imposta sul lungo giorno, e lei non aveva ancora trovato niente. Si buttò esausta sul morbido letto a baldacchino per rilassarsi qualche minuto, avrebbe continuato poi la ricerca sgattaiolando nelle altre camere. Un ticchettìo continuo, richiamò l' attenzione della ragazza verso la finestra dove scorse una piccola ombra muoversi nella notte: riconobbe il compagno trasformato in rospo in quella penombra.  Attenta non farsi notare dalla servitù, Nami andò ad aprire la finestra permettendo al rospo di introdursi in camera da letto.
<<Il tuo senso dell’orientamento è migliorato se sei riuscito a trovarmi!>> commentò sarcastica la cartografa. Zoro non poteva dirle di esserci riuscito solo dopo aver scorto la sua sagoma isterica illuminata dalla luce della stanza.

<<Nonostante il mio grandissimo sacrificio, non sei riuscito a tornare umano!>> lo guardò arrabbiata Nami ripensando al bacio elargito allo spadaccino che non aveva sortito effetto. Si mise supina sul pavimento fissandolo nell'occhio dalla sua stessa altezza, ma il rospo non potè che distogliere lo sguardo imbarazzato a quella visione. La ragazza gli prese il muso tra le mani, obbligandolo con fermezza ad affrontarla mentre i suoi occhi si velavano di tristezza:

<<E se non riuscissi più a tornare umano?>> proferì Nami liberando la presa per poi voltarsi a fissare il soffitto <<forse la tua maledizione è diversa da quella lanciata al servitore di prima!>>


Scosso da quelle parole il rospo gracidò arrabbiato per scuotere la compagna, cercando di ricordarle che durante il viaggio insieme, avevano imparato che ogni frutto del diavolo aveva un punto debole, portandoli a sconfiggere nemici all’apparenza impossibili. Sarebbe quindi bastato sconfiggere il Capitano Yubiwa per permettergli di tornare alla normalità.

La porta scorrevole si aprì facendo allertare entrambi, ma prontamente Nami nascose il compagno sotto al kimono sicura fosse un posto dove non avrebbero mai osato cercare. Tsubaki fece il suo ingresso salutandola con un inchino e avvicinandosi a lei, le porse il vassoio con la cena che la navigatrice rifiutò,  decisa a compiere lo sciopero della fame finchè non fosse stata liberata.

Impassibile di fronte a quella minaccia, la servitrice lasciò le varie portate sul pavimento per poi congedarsi silenziosamente dalla stanza.

Sconsolata dal non essere riuscita ad ottenere nulla, Nami scattò velocemente in piedi facendo cadere a terra il rospo,  determinata a distruggere il letto a baldacchino per ricavare un arma dai bastoni delle tende. Ora che non era più disarmata si sentiva più tranquilla e, sedendosi nuovamente sul pavimento, offrì al ranocchio la boccetta di Sakè della cena che trangugiò felice. La ragazza non abbandonó i suoi propositi di digiuno e in preda ai morsi della fame si addormentò, rimandando al giorno seguente i propositi bellici.


Un raggio di sole si posó delicatamente sui capelli rossi della ragazza illuminandoli, per poi affacciarsi timidamente sul suo viso per darle il buongiorno. Ignorando quella naturale sveglia si giró sul lato opposto coprendosi gli occhi con la coperta: non voleva ancora ordinare al suo corpo di iniziare un altra giornata a far da bàlia a quella ciurma di scapestrati, sicura si sarebbero cacciati nei guai anche quella volta.

Già. I guai.

Ricordandosi della sua posizione si alzó speranzosa di trovare i compagni ma l'unica cosa nuova in quel posto, era il suo mal di schiena: dormire sul pavimento forse non era stata una buona idea

Si strinse nuovamente nella coperta quando un soffio di vento arrivó a carezzarle le spalle insinuando in lei un dubbio: chi era stato a coprirla, lei non ricordava di averlo fatto.

Gli occhi le caddero sul rospo che nascondeva in realtà Zoro, mentre dormiva beato dall’altra parte della stanza in posizione sguaiata. Sorrise al pensiero che fosse stato lui a compiere quel gesto di gentilezza; oppure l’artefice era la serva del giorno prima tornata a controllare?


<<Decisamente più probabile...>> sbuffò delusa mentre lo stomaco iniziò a brontolarle per la fame.

Fissò il piatto con il cibo allontanandolo testardamente da sè con un leggero calcio: dopotutto, aveva deciso di ricorrere alla tecnica del digiuno solo la sera prima, ed era sicura non avrebbe continuato per molto tempo aspettando i compagni. Il vassoio le scivolò indietro,  colpendola leggermente ad un fianco: svegliato dal brontolìo dello stomaco di Nami, Zoro aveva ritenuto inutile il comportamento che la compagna aveva deciso di adottare e, zampe incrociate al petto e sguardo severo, la stava invitando a mangiare.

Tsubaki fece il suo ingresso nella camera chiedendole un resoconto su come avesse passato la notte ma  la prima cosa che notó furono i capelli rossi scarmigliati e i vestiti del giorno prima ancora addosso. Non faticò a comprendere che la loro ospite avesse dormito sul pavimento e con gentilezza la invitò a fare un bagno.

La navigatrice non se lo fece ripetere due volte: sognava una doccia dal giorno prima e seguì ubbidientemente l'ancella verso i bagni. Una seconda ragazza arrivó portando asciugamani e lozioni per il corpo e le proteste di Nami furono vane, quando si rese conto che le due avevano intenzione di svestirla. Le lasciò fare, pregustando la tranquillità che avrebbe avuto nell’acqua calda: era tanto che non si concedeva il lusso di una bella vasca; con tutte le avventure che avevano affrontato ultimamente, il tempo di rilassarsi era stato veramente poco e sapeva che presto i suoi compagni avrebbero interrotto il matrimonio.

Le due ancelle la lasciarono sola nel bagno avvertendola che sarebbero rimaste fuori dalla porta per soddisfare qualsiasi suo bisogno. Abbandonó il corpo nell’acqua calda, osservando le leggere bollicine gassose che restavano attaccate alla sua pelle, per poi immergersi ed osservare quel mondo che le appariva adesso così distorto.  Immaginava Sanji, infiammato come con Absalom; e Rufy, che la salvava da una vita casalinga per averla al suo fianco; Robin che rideva per il pericolo in cui si era cacciata; Brook, disperato di non aver potuto godere della visione delle sue mutandine a causa del lungo kimono; Chopper, plagiato dai racconti di Usop su come le donne si trasformassero in mostri giganti dopo il matrimonio. E Zoro. Gli ordini di Rufy erano per lui sopra ogni cosa: quel capitano che aveva promesso di seguire e aiutare a diventare Re dei Pirati, anteponendo quel sogno al suo. Di lei non gli importava poi molto: l’aveva seguita e protetta solo perchè gli era stato ordinato. Riemerse velocemente ricordandosi di aver dimenticato Zoro in camera, ma era sicura se la sarebbe cavata anche da solo e rilassandosi nuovamente, lasciò cadere le braccia fuori dal bordo della vasca appisolandosi.

Le ancelle preoccupate la svegliarono dopo diverso tempo facendola uscire dalla vasca e Tsubaki cosparse dell’olio profumato sul corpo di Nami. La rossa approfittò quindi della loro disponibilità chiedendo un bel massaggio rilassante: se doveva essere prigioniera in quell’enorme maniero, avrebbe almeno colto i privilegi che offriva.
Quando venne riaccompagnata in camera vi trovò quattro ancelle all’interno, atte a preparare l’occorrente per il matrimonio: si congedarono al suo arrivo, lasciandola sola in previsione del promeriggio quando i preparativi sarebbero iniziati. A quel punto il ranocchio potè uscire da sotto il letto visibilmente arrabbiato: battè il piede a terra, rimproverandola di essersi allontanata senza curarsi di lui e alzando una zampa, indicò i nuovi oggetti che adornavano quel luogo lasciandole intendere il caos che ne era derivato.

Era stato molto combattuto il rospo se seguirla e rivelare così la sua presenza all’interno del castello, oppure restare tranquillo ad aspettare il suo ritorno: aveva scelto la seconda opzione, certo che non le avrebbero tolto un capello visto che la compagna serviva viva per farla sposare. Il matrimonio. Con lo scorrere del tempo quell’idea si delineava più chiaramente facendogli fremere le zampe.


<<Se lo rivendessi potrei ricavare un sacco di soldi da questo kimono bianco!>> proferì la navigatrice distogliendolo dai suoi pensieri: ora le zampe gli fremevano davvero. Pensava sempre e solo al denaro.

Il rospo afferrò un lembo della tunica di Nami, strattonandola con forza rederguendola per quei futili pensieri:

<<Sei sempre così serio Zoro, devo pur pensare al mio futuro una volta uscita da qui, e questo abito potrebbe essere un buon indennizzo!>> si abbassò sorridendogli furbamente, mentre il profumo dell’olio che le avevano dato penetrò nelle narici del ranocchio.

<<Avete perso qualcosa mia signora?>> Chiese Tsubaki entrando nella stanza.

<<Una lente a contatto!>> improvvisò Nami colta in flagrante mentre spingeva il rospo sotto il letto. Si voltò poi ad osservare la serva che teneva in mano il vassoio del pranzo, e ricordandosi del gesto che aveva compiuto Zoro quella mattina incoraggiandola a mangiare, decise di accettare quel cibo. Dopo averlo consumato, la ragazza decise di verificare un idea  che aveva avuto: porgendo il vassoio con i piatti vuoti alla serva la fece avvicinare a sè e sorprendendola, schiacciò il ranocchio sulle labbra della giovane. Ancora una volta non accadde nulla: non era lei ad avere un potere particolare che vanificava gli effetti del frutto del diavolo. Sotto shock, sia Zoro che l’ancella dai capelli neri, impiegarono qualche minuto per capire cosa fosse successo per poi cominciare a urlare; uno per la rabbia di essere trasformato in esperimento; l’altra per avvertire dell’intruso.

Il comandante Yubiwa accorse immediatamente per controllare la sua sposa, ma approfittando della confusione Nami lo tramortì con un colpo di bastone, partendo poi alla ricerca della sua arma dai poteri climatici. Era consapevole fosse solo un prender tempo, ma per quanto possibile, lo avrebbe fatto.

Con astuzia evitò le guardie che battevano i corridoi alla sua ricerca, mentre Zoro si teneva saldo al lembo del vestito della ragazza, cercando di non perderla di vista. Dopo diverso tempo i soldati cominciarono a stancarsi, e approfittando della calma, Nami potè introdursi nelle varie stanze e frugarle indisturbata. A giudicare dalla lussuosità di quell’arredamento, si era appena introdotta nella camera del Comandante Yubiwa, e infatti, vicino al letto, potè scorgere il suo bastone poggiato su un mobile.

<<La stavo aspettando!>> sussurrò a bassa voce una persona alle loro spalle facendoli sobbalzare. Tsubaki si rivelò uscendo dal suo nascondiglio e Nami, ricordandosi della forza sovraumana della ragazza, sguainò il bastone in posizione di difesa.

<<Credo di aver capito la situazione nella quale si trova, non voglio farle del male>> confidò l’ancella abbassandosi sul pavimento ad osservare la grossa rana <<questo ragazzo è il suo innamorato?>>

<<COSA?? Assolutamente no!!!>> indietreggiò imbarazzata scuotendo le mani.

<<Allora questo potrebbe essere un problema…>> osservò sconsolata la ragazza dai capelli neri, posando una carezza sul muso di Zoro che si scosse bruscamente.

<<Esiste un sistema per farlo tornare umano? Ieri ti ho visto rompere la maledizione con un bacio!>>

<<Posso farlo solo con Masahiko, io e lui siamo sposati, per questo ho potuto farlo tornare umano!>> sorrise felice al pensiero del suo amore <<Conosci la leggenda della Principessa Orihime e del mandriano Hikoboshi?>> domandò a Nami ottenendo un cenno positivo della testa come risposta.

<<In questo paese, il sette di Luglio è un giorno speciale, è la sera in cui questi due innamorati possono incontrarsi e rinnovare il loro amore. Per questo, le coppie vogliono unirsi in matrimonio stasera, così come il mio padrone con lei. Lui governa questo feudo con il suo potere, punendo i colpevoli con la trasformazione in rana. Solo gli amanti che si legano l’uno all’altro in questo giorno possono rompere la maledizione>>.

Nami sbiancò al pensiero che, visto il carattere distaccato di Zoro e il suo attuale aspetto, nessuna si sarebbe mai innamorata di lui entro la fine della giornata. Il rospo gracidò rumorosamente, fissando la compagna con sguardo severo, cercando di farla uscire dallo stato di trance nella quale era caduta. Una volta ottenuta la sua attenzione, cominciò a mimare delle mosse di combattimento contro il vuoto per farle capire il suo piano.

<<Giusto!! Possiamo sempre sconfiggerlo e far decadere gli effetti del potere!>> esultò felice la cartografa.

<<Non è così facile, vedete, il potere del mio padrone non deriva da…>>
<<ECCOLA!!>> urlarono in coro due guardie scorgendo la figura della rossa negli appartamenti del Comandante. Velocemente Nami afferrò il suo Sorcery Clima-Takt montando insieme le tre parti, e dopo averli tramortiti con un fulmine, prese con sè Zoro per uscire velocemente dalla finestra accomiatandosi dall’ancella con un occhiolino.


Nami era sicura non l’avrebbero trovata troppo presto nascosta sopra al tetto di quel palazzo. Sorrise felice nello scoprire che da quell’altezza, le mura non gli impedivano di scorgere il mare; in quel modo avrebbe potuto tenere sotto controllo l’arrivo della Sunny e della sua ciurma. Sollevata, la ragazza si sdraiò sul a braccia aperte, ignorando i gracidìi di protesta di Zoro, contrariato da quel rapimento nei suoi confronti: lui voleva combattere già dal giorno prima, non scappare. Mosso dalla speranza che qualcuno si fosse accorto della loro presenza in quel luogo andò a controllare, tornando però deluso a stendersi al fianco della compagna. Il sole estivo aveva di poco superato la sommità del cielo e lui non aveva mai apprezzato così tanto il calore solare, da che era diventato anfibio.

<<Quella ragazza è convinta non sia facile sconfiggere il suo padrone perchè non vi conosce>> Interruppe il silenzio Nami, continuando a parlare delusa dalla mancanza di risposte da parte del rospo <<anzi, dovrei dire che non conosce Rufy, visto che te sei stato battuto!>> Lo stuzzicò con l’intenzione di riempire il tempo dell’attesa ottenendo quello che voleva. Ma la lite venne interrotta quando il ranocchio si trovò improvvisamente davanti la schiena nuda della compagna e gesticolando, le intimò di coprirsi visivamente imbarazzato.

<<Ho caldo!>> disse lei tirandogli un nocchino facendolo cadere a pancia in sù <<resta in quella posizione e non guardarmi mentre mi spoglio!>>

Sanji non si sarebbe lasciato sfuggire quell’occasione, ma il senso dell’onore di Zoro non lo avrebbe fatto abbassare al livello da maniaco di quel cuocastro. Il ranocchio scattò sull’attenti quando uno scricchiolìo sospetto risuonò sul tetto facendolo allertare; ma un colpo sul muso lo mise subito fuori combattimento.

<<Ti avevo detto di non guardare!!!>> urlò Nami, un braccio a coprirsi il seno. Il rospo ribattè arrabbiato a quell’accusa: dal giorno prima aveva preso più pugni dalla navigatrice che durante tutto il loro viaggio.

<<Vedo che vi state divertendo!>> disse una voce familiare alle loro spalle scorgendo quella scenetta: Nico Robin era in piedi di fronte a loro con il suo solito sorriso. Nami, scordandosi delle sue nudità, si buttò felice tra le braccia della compagna abbracciandola, ma quando un forte profumo di fiori le penetrò le narici, la situazione le fù chiara. Quella era solo una copia dell’amica, nata grazie al potere che l’archeologa possedeva.

<<Robin, quell’uomo di ieri mi vuole sposare!>>

<<Lo so, abbiamo appena scoperto fosse questo il luogo in cui ti hanno portato, stiamo venendo a salvarvi!>> lanciò uno sguardo verso il rospo, consapevole che quelle sembianze nascondessero un altro suo compagno <<ma cercherò di  prendere altro tempo per lasciarti concludere le tue cose con Bushido-san!>> alluse sorniona indicando il corpo mezzo nudo della cartografa. La rossa agitata cercò di spiegarle l’errore, ma la durata della tecnica della compagna terminò, lasciando al suo posto tanti petali che vennero trasportati via dal vento.

<<Ora per colpa tua devo prolungare la mia permanenza!>> lo additò infuriata Nami incalzandolo. Ma tanto era inutile arrabbiarsi, non aveva modo di contattare Robin per spiegarle il malinteso; avrebbe atteso pazientemente il loro arrivo. Quella giornata era tremendamente afosa e salire sul tetto non si era rivelata una buona idea. Si legò la cintura del kimono sul seno abbassando l’abito sui fianchi, lasciandosi scoperta una gamba. Quei sandali di legno erano tremendamente scomodi per scappare ed era certa lo avrebbe fatto più liberamente a piedi nudi, quindi se ne liberò scagliandoli via.

<<E’ ora di prepararsi mia Cara!>> la esortò una voce inquietante emergendo dal tetto, uno zoccolo conficcato tra gli occhi: a causa degli schiamazzi che si stavano verificando da un pò, il Comandante Yubiwa era stato messo al corrente della presenza della futura sposa in quel luogo. Inizialmente impietrita da quella visione, Nami reagì sfoderando l’arma, che ripose subito al fianco quando si vide minacciata dalla mano priva di guanto dell’uomo.

Anche se gli effetti di quel potere avevano terrorizzato la compagna, Zoro già possedeva le sembianze di rospo, e senza indugio si scagliò contro il Marine affondando ancora più in profondità la scarpa che aveva in viso. L’uomo finì di scoprirsi il braccio meccanico sfoderando una gomitata contro il ranocchio che schivandolo, usò l’arto come trampolino di lancio per eseguire un nuovo attacco, mirato a far sbilanciare l’avversario all’indietro. Caddero insieme nel vuoto mentre l’urlo di Nami echeggiava disperato: delle ancelle apparirono alle sue spalle immobilizzandola, per poi accompagnarla a prepararsi per le nozze.


Fatta accomodare nuovamente nei suoi appartamenti, le quattro serve si divisero i compiti: avevano appena visto il loro padrone cadere giù dal tetto, eppure assolvevano tranquille ai loro doveri. Il viso familiare di Tsubaki apparse sull’uscio della porta, facendosi avanti per porgerle il kimono bianco che avrebbe dovuto indossare per la cerimonia. Nami la fissò negli occhi alla ricerca di risposte e la giovane capì immediatamente i pensieri che le attraversavano la mente.

<<Sta bene>> proferì a bassa voce vicino al suo orecchio <<è rimasto appeso a un angolo del tetto, impigliato nella fascia che indossava!>>

<<La sua solita fortuna!>> sospirò rincuorata Nami.

<<Ma presto il suo destino sarà comunque segnato: se non si lega alla sua anima gemella questa notte, sarà costretto ad aspettare un anno, mantendo quell’aspetto di rospo!>>.

<<Basterà sconfiggere Yubiwa e tutto tornerà come prima! I miei compagni sono fortissimi!>> tesse le loro lodi Nami.

<<Il problema è che il mio Padrone non possiede un Frutto del Diavolo. Il suo potere viene tramandato di padre in figlio nella famiglia nobile di quest’isola!>>

Nami sbiancò terrorizzata a quelle parole: significavano che non avrebbe più potuto rivedere Zoro.

Il sole era calato dietro le alte mura del castello, e quando la prima stella fece la sua comparsa nel cielo, le giovani serve uscirono solerti dalla stanza. Tsubaki, rimasta per ultima, invitò Nami a seguirla nel luogo della cerimonia, ma quando un potentissimo urlo squarciò la notte invocando il suo nome, la navigatrice potè scorgere la sagoma della Sunny nel mare davanti a lei. Le mura che circondavano il castello erano state abbattute da uno dei potenti colpi di cannone della nave e il rumore di una battaglia, andava propagandosi nella tenuta.
Nami non potè far altro che gioire dell'arrivo dei compagni attesi, che corse ad accogliere scendendo le scale. Brook le venne incontrò a metà strada e felice comunicò a gran voce la posizione della navigatrice al resto del gruppo: quando la polvere del combattimento si diradò, la ragazza poté scorgere i volti familiari degli amici accorsi a salvarla, compresa la figura dello spadaccino dai capelli verdi.

<<Zoro!>> urlò sorpresa osservandolo impugnare le tre spade, mentre un sorriso le nasceva spontaneo sul volto <<sei tornato umano!>>

Lo spadaccino le risposte rivolgendole un sorriso spavaldo per poi buttarsi nuovamente nella mischia. Nami ancora non riusciva a capire come fosse possibile, secondo Tsubaki l’unico sistema per invertire la trasformazione era un bacio, eppure Zoro possedeva nuovamente il suo aspetto. Quando vide la serva osservare lo scompiglio dalla cima delle scale, la navigatrice non poté far altro che percorrere velocemente i gradini che le separavano, per chiedere delucidazioni.

<<Durerà poco quell'aspetto, è l’effetto prodotto dalle stelle>> proferì l’ancella mettendola a conoscenza dei motivi di quella trasformazione <<appena questa notte passerà, lui ritornerà come prima!>>

<<E io non lo rivedrei…>>La cartografa si sentì afferrare con forza alle spalle, ritrovandosi stretta tra due potenti braccia che la esortavano a non preoccuparsi: vestito di tutto punto, il Comandante Yubiwa aveva fatto la sua apparizione in quel luogo, cercando di proteggere la sua futura sposa da quegli invasori. Peccato che il problema per lei fosse lui.
Usop, ben nascosto, prese la mira con la sua fionda per poi scagliare uno dei suoi micidiali semi contro il rapitore della compagna, colpendolo in pieno volto. Sanji si preparava a lanciarsi in direzione della cartografa per strapparla a quell’abbraccio ma fu preceduto da Rufy e Zoro che, a suon di colpi, si facevano strada tra i soldati. Il cuoco si ritrovò così circondato da una serie di graziose ancelle che lo distraevano con le loro grazie.

Sentendosi in pericolo, il Comandante tolse il vincolo al suo potere liberandosi del guanto, e impugnando un enorme lancia nell’altra si mise in posizione d’attacco. Zoro non aveva la benchè minima idea di come avesse fatto a tornare umano, ma quello che gli premeva in quel momento era sfogare tutta la rabbia che teneva dentro, anche se significava togliere parte del divertimento a Rufy, con cui lottava spalla a spalla.

Nami cercò di fuggire dal campo d’azione del Comandante sgattaiolando silenziosamente tra le sue gambe, ma quando cominciò a correre, due soldati le furono addosso per bloccarla.

<<Se non posso sposarti e riparare al mio onore, vorrà dire che farò in modo tu non possa più parlare per evitare di diffamarmi!>> tuonó il comandante muovendo dei passi verso la cartografa, che immobilizzata, non poté fare altro che subire passivamente l'evolversi della situazione.

<<Zoro, occupati di quel gruppo di soldati, penso io a Nami!>> lo esortó Rufy pronto ad affrontare il Comandante; ma contrariamente ai suoi ordini, lo spadaccino si gettò sul Marine, scagliando un fendente che gli tranció di netto il braccio meccanico prima che potesse posarsi sul volto di Nami. La ragazza teneva gli occhi chiusi, consapevole che una volta  riaperti, avrebbe trovato una figura diversa ad attenderla nello specchio. Quello che Nami sentì, fu solo un forte rumore metallico, la presa intorno al suo corpo allentarsi per essere cinta nuovamente da un abbraccio familiare che la sollevava.


<<Rufy occupati di lei!!>> L'aveva afferrata Zoro per poi lanciarla con ben poca grazia tra le braccia del capitano, mentre la navigatrice urlava colorite proteste in direzione dello spadaccino.

Il Comandante Yubiwa cominciò a tremare al cospetto dello sguardo furioso di Zoro, mentre si portava l’impugnatura della Wado Ichimonji alla bocca: quell'unico attacco che lo spadaccino usò, raccoglieva tutto il rancore provato nelle ventiquattro ore appena vissute, e il Marine non potè che soccombere inesorabilmente.

Messi di fronte a quella dimostrazione di forza, i soldati rimasti decisero di fingersi morti, consapevoli del divario che correva tra loro e la ciurma di Cappello di Paglia.


Per concludere al meglio quella vittoriosa invasione, Rufy ordinò ai compagni di saccheggiare la dispensa del castello, visto che lui aveva già provveduto a svuotare la stiva della nave e c’era da festeggiare il recupero di Nami.

Dovevano riprendere il mare il più velocemente possibile, prima che qualcuno allertasse qualche vertice della Marina, mettendoli  in una brutta situazione.


<<Anche se mi stavo abituando all’idea di avere un rospo in ciurma, Rufy potrebbe non perdonarmelo!>> disse la cartografa rivolta a Zoro quando lo trovò fuori dal castello, accovacciato sulla riva del fiume che tagliava in due lo stupendo parco della tenuta. Lo spadaccino stava in silenzio ad osservare la via lattea che stagliava sopra di lui, riflettendosi nell’acqua insieme alla sua figura. La visione di quel cielo stellato catturò magneticamente anche l’attenzione di Nami che si soffermò a studiarlo con il naso rivolto verso l’alto.

<<In qualche modo sono riuscito a tornare me stesso!>> disse compiaciuto alla ragazza facendola voltare verso di lui <<Ad un tratto ho sentito una strana energia fluire in me, e mi sono reso conto di quello che mi stava succedendo quando potevo osservare nuovamente le mie mani>>.

<<Stasera dovrai ringraziare tutta la via lattea, non solo la tua buona stella!>> disse Nami incrociando le braccia sotto al petto: dopotutto era davvero merito di quel fenomeno naturale se Zoro aveva avuto nuovamente la possibilità di impugnare le sue amate katane.

<<Conosci la leggenda di Orihime e Hikoboshi che si narra in questo paese?>>

<<No>> rispose Zoro portando le braccia dietro la testa continuando a guardare verso l’alto.

Invece lei, quella leggenda l’aveva ascoltata anche troppo volte in quella giornata e sapeva quale destino attendeva Zoro di lì a poche ore.  

<<Prima hai disubbidito a Rufy, non è un comportamento da bravo Vice!>> gli ricordò Nami facendolo sussultare.

<Mi aveva ordinato di proteggerti>>.

<<Ti aveva ordinato di tenere a bada dei soldati mentre lui sconfiggeva il mio futuro maritino!>> gli rinfrescò la memoria sfoderando un sorriso ironico.

<<Il primo ordine aveva la priorità!>> disse scocciato da quell’interrogatorio, inconsapevole di aver fatto battere forte il cuore di Nami con quelle parole. La cartografa lo afferrò con forza per il mento costringendolo a voltarsi, fissandolo con uno sguardo talmente arrabbiato, che il ragazzo dai capelli verdi non potè che indietreggiare lentamente, impaurito da quell’aria combattiva. Dopo avergli piazzato un leggero scappellotto sulla fronte, lo sguardo della ragazza si addolcì, e afferrando nuovamente il viso dello spadaccino con entrambe le mani lo avvicinò alle sue labbra posandovi sopra un caldo bacio.

Zoro sbiancò improvvisamente, scattando all’indietro per liberarsi di quel contatto che gli aveva fatto fermare il cuore; ma la ragazza, preparata ad assistere a quella reazione, gattonò verso di lui posando la mano destra su quella fredda di lui.

<<So quello che faccio...>> respirò Nami sulla bocca dello spadaccino mentre scrutava il suo animo riflesso nella profondità dell’occhio. Zoro abbassò lo sguardo cercando di riappropiarsi del suo spazio ma non ne ebbe modo, perchè Nami gli impedì ogni via di fuga abbracciandolo dietro al collo, legandolo nuovamente a sè con un nuovo e più intenso bacio, che gli fece calare ogni difesa.

Volontariamente, deliberatamente, volle attirare l’attenzione dei due amanti celesti distraendoli l’uno dall’altro quella notte, dimostrando loro la forza dei suoi sentimenti che li univa grazie alla passione infusa in quel bacio. Far capire a Orihime e Hikoboshi che lei aveva bisogno della presenza di Zoro, come lui bramava lei.

Spezzando così la maledizione che li avrebbe tenuti separati.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: TsunamiZN