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Autore: moni_cst    04/05/2015    8 recensioni
“C’era stato un omicidio nella 25th Avenue proprio al confine tra l’11° e il 12° distretto. L’omicidio era di competenza dell’11° ma la Gates chiese a Beckett di mettersi in contatto con la detective Martinez della Omicidi dell’11° in quello stesso pomeriggio.”
Tutto ebbe iniziò così….
e mentre risolvono il caso, Castle e Beckett discutono sulle particolarità del dottor Morgan (fantasia vs. razionalità) mentre una chiacchierata, inaspettatamente intima, tra le due detective crea il presupposto per un atteso confronto tra Henry Morgan e Jo Martinez.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Capitolo 3

 

 

Il vapore caldo dell’acqua della doccia aveva offuscato lo specchio e bagnato tutte le piastrelle del bagno. Kate prese il phon nel mobile sotto il lavandino e diresse il getto di aria contro la superficie riflettente finché non apparve una parte sempre più grande della sua immagina riflessa. Nel lavandino gemello Rick stava facendosi la barba alla cieca così spostandosi leggermente pulì nello stesso modo anche l’altra porzione di vetro rimasta ancora appannata.

La donna iniziò a spazzolarsi i capelli con una gestualità ritmica, quella di un gesto ripetuto milioni di volte, sempre uguale e con cadenza regolare. Rick la osservava divertito con la coda dell’occhio. Le piaceva vedere sua moglie che si prendeva cura di sé e trovava molto intimo e piacevole il tempo che dividevano in bagno, ognuno intento nelle proprie faccende.

“Allora Kate, non mi hai ancora detto se stanotte sono riuscito a convincerti su Henry Morgan” chiese rivolto verso di lei mentre controllava di sbieco lo specchio attento a non tagliarsi.

“Non mi sembra che la tua dialettica si sia sforzata molto” lo provocò.

“No, ma te l’ho detto che ti avrei convinto con altro” disse posando il rasoio sul lavello e spostandosi verso di lei. La strinse a sé cingendola con un solo braccio, attento a non sporcarle i capelli con la schiuma da barba che aveva in viso e su una delle mani. “E non mi dire che non hai gradito le mie… attenzioni” concluse pavoneggiandosi.

“In effetti avresti potuto dare di più” rispose Kate non riuscendo neanche per un secondo a mantenere l’espressione seria.

Era mattina e lei non doveva andare al distretto, aveva un giorno libero. Si sentiva felice e spensierata e aveva voglia di leggerezza, aveva voglia di giocare.

Queste erano le giornate che preferiva.

Si alzavano con calma, godevano della propria compagnia anche durante le fasi di preparazione alla giornata, quelle che di solito si fanno in fretta e furia perché altrimenti si fa tardi. Condividevano tante cose: prima un risveglio lento e tranquillo, poi il bagno e le attività connesse e poi si dedicavano ad una ricca colazione. Da quando si erano sposati stavano vivendo un momento molto focoso e passionale, dopo un periodo difficile in cui la distanza prima fisica e poi mentale non li aveva di certo aiutati a cacciare nefasti pensieri per vivere al meglio la loro intimità. Era sicura che quella mattina sarebbero tornati di nuovo a letto e che avrebbero fatto l’amore, ancora non sazi della splendida serata che avevano trascorso. Più lo facevano e più ne avevano voglia come in una spirale infinita di desiderio. Essendo giorno feriale, Alexis era già a lezione e Martha alle prove del nuovo spettacolo di cui era la protagonista, quindi non c’era nessun ostacolo a quel programma.

“Dare di più? Kate mi offendi!” rispose Rick un po’ risentito non avendo compreso le intenzioni canzonatorie della moglie che prese un po’ di schiuma da barba con un dito e gliela mise sul naso. Gli regalò uno splendido luminoso sorriso, poi passò la mano sulla sua bocca per togliere almeno un po’ di quella bianca spuma e lo baciò. Quando si staccarono Kate cercò di rassicurarlo anche se sapeva bene che quello era uno dei tanti copioni della loro vita privata, scherzavano, ridevano e si prendevano in giro a vicenda per poi capitolare con chiarimenti piacevoli e stuzzicanti.

“Sei il mio stallone, ok? Il problema è che non mi basta mai…” lo disse con grande naturalezza e semplicità, come se avesse detto che aveva appena comprato il latte. Si girò, prese il phon e si cominciò ad asciugare i capelli ormai solo umidi.

Rick era rimasto dietro di lei, compiaciuto, a guardarla.

Amava quanto lei quei momenti e adorava quando Kate gli diceva così chiaramente quanto gli piacesse fare l’amore con lui. Non era comune alle donne, per lo meno  non a quelle con cui si era intrattenuto in passato, essere così esplicite e allo stesso tempo così dolci. Mentre si rispalmava col palmo della mano la schiuma sul viso fece un sospiro che era tutto un programma.

“Kate, lo so che ti sembro un idiota per la questione di Morgan, solo che quell’uomo è davvero intrigante e  sono sempre stato attratto da simili cose” prese il rasoio e con una lentezza studiata lo iniziò a passare contropelo.

“Forse non hai tutti i torti.”

“Ti sei convinta che è immortale?” chiese stupito di quanto fosse stato semplice.

“No. Mi sono persuasa che è un tipo strambo. Ho chiesto ad Espo di cercare qualche informazione.” Spense il phon e si interruppe.

“Eh…. Su non mi tenere sulle spine…”

“Espo mi ha mandato una mail stanotte. Sembra che il caro dr. Morgan non abbia la fedina penale pulita. E’ stato arrestato diverse volte mentre passeggiava completamente nudo sulle rive dell’Hudson. Si è beccato alcune denunce per oltraggio al pudore.”

“Davvero? Io non ci ho mai pensato…” mormorò Castle quasi senza rendersi conto di averlo detto veramente ad alta voce.

“Già Castle, tu sei stato arrestato una sola volta nudo su un cavallo a Central Park, non reggi il confronto. Ti ha stracciato.” Lo prese in giro.

Lo scrittore fece un verso stizzito per essere stato battuto in originalità da quel dottore che tutto sembrava tranne essere un trasgressore quindi chiese con curiosità

“E come n’è uscito fuori? Lavora in stretto contatto con la polizia, non deve essere stato semplice per lui e per la Martinez”

“Pare che si sia giustificato dicendo che è affetto da sonnambulismo. Sembra che ne sia sempre uscito fuori senza conseguenze con l’ammonimento a comprarsi dei pigiami…” aggiunse perplessa Kate.

“Scommetto però che ogni volta viene ritrovato lo stesso nudo”

“Già! E’ strano, vero?” chiese Kate appendendo l’accappatoio.

Castle non riusciva a toglierle gli occhi di dosso nonostante avesse visto la moglie intenta a mettersi la crema idratante sul corpo decine di volte. Ma la vista di quel corpo nudo che tanto amava, con quella gamba appoggiata sulla vasca per facilitare l’applicazione del fluido anche nel retro del polpaccio, gli stava di nuovo mandando il sangue al cervello e anche più in basso. La vista di Kate intenta a spalmarsi la crema lo stava eccitando al punto di dimenticarsi del dottor Morgan. Tolse la maglietta con cui aveva dormito e si avvicinò alla moglie con un’espressione inequivocabile. Lei fece finta di rimanere sorpresa e stette al gioco, in fin dei conti anche lei non vedeva l’ora di passare al round successivo.

Lo squillo del telefono di Beckett però li riportò alla realtà.

“Non rispondere…” la voce rauca di Rick era supplichevole.

“Fammi vedere chi è..” rispose andando a recuperare il cellulare sul comodino.

“Aspetta Rick, rispondo. E’ Lanie”

“Pronto? Ciao Lanie!”

“Kate ho buone notizie per te.”

“Già? Come hai fatto?” chiese incuriosita la detective.

“Be’ diciamo che ieri sera ho fatto qualche telefonata e ho scoperto che l’assistente del dr. Morgan è un certo Lucas Wan…” raccontò la dottoressa.

“Sì, vero. L’ho conosciuto anche io”

“Perfetto. Quello che non sai è che Lucas è un mio vicino di casa…”

“Non ci credo”

Castle si mise a sedere sul letto accanto alla moglie che inserì il vivavoce.

“Insomma ieri sera l’ho chiamato e sono uscita a bere qualcosa con lui e tutto sommato Kate ho fatto proprio bene. Non solo ho avuto un po’ di informazioni sul tuo amico ma ho passato anche un bel …”

“Lanie! Fermati qui. Sei in vivavoce”

“Ciao Lanie” disse prontamente Castle.

“Kate ti ho detto mille volte che quando azioni l’altoparlante devi avvisarmi a meno che non stiamo parlando di cadaveri…” dall’altro capo del filo si sentì un rumore particolare, come di una risata sommessa.

“C’è qualcuno con te Lanie?” chiese Kate incredula. Espo era di turno al distretto e la situazione tra loro era ancora poco chiara. Non poteva credere che Lanie si stesse intrattenendo con qualcuno e che stesse per darle informazioni sul dr. Morgan alla presenza di un estraneo …. A meno che l’estraneo non fosse la fonte delle informazioni stesse. Lanie  e Lucas? No, c’era decisamente qualcosa che non quadrava.

“Noooo…. Sìììì” fu la risposta poco coerente della anatomopatologa “Insomma Kate non è il momento. E comunque non è quello che pensi”

Dall’altro lato del telefono ci fu solo silenzio.

Castle e Beckett si guardarono spaesati.

“Va bene. Vuoi sapere o no cosa ho scoperto sul tuo dottore?” chiese Lanie spazientita.

“Certo” risposero all’unisono i due.

“Il dr. Morgan è arrivato circa un anno fa a New York o, per lo meno, è da allora che lavora nell’ufficio di Medicina Legale che dipende dall’11° distretto.”

”Mmh”

“Sembra che sia un genio per le sue intuizioni e ha la particolarità di effettuare le autopsie iniziando il lavoro con un pugnale antico affilatissimo… pare che per lui sia una sorta di rituale ma di certo non è uno strumento in dotazione nei nostri uffici.”

“Strano…” mormorò Kate.

“Non strano, Kate. Stranissimo. Considera che nessun anatomopatologo usa nulla di diverso dalla strumentazione che ha a disposizione perché ti assicuro che non è possibile trovare una lama di un coltello più affilata e precisa di un bisturi. Quindi, da collega, trovo davvero questa cosa eccentrica e senza senso”.

“Capisco” fece piano Kate mentre con gli occhi si consultava con Castle.

“Aggiungo poi un’altra cosa. Il dr. Morgan non possiede un cellulare e sembra avere una particolare ritrosia nei confronti di tutte le innovazioni tecnologiche. Ma non è uno stupido, infatti Lucas mi ha confermato che fa eccezione per la strumentazione diagnostica di cui in obitorio si avvale esattamente come gli altri.”

“Interessante Lanie. Grazie. C’è altro?”

“No, è tutto. Anzi sì, una cosa: quando usciamo?”

“Dopodomani sera, stacco alle 18 e ci andiamo a bere qualcosa insieme, ok per te?”

“Bene. A dopodomani cara”.

Beckett chiuse la comunicazione e appoggiò il telefono.

Promise a Rick che sarebbe uscita con la Martinez che l’aveva invitata a bere una birra per ringraziarla della collaborazione, come era d’uso tra poliziotti, e ne avrebbe approfittato per fare qualche altra domanda. Poi spinse indietro Castle fino a farlo cadere con la schiena sul letto, gli si mise cavalcioni  e, abbassandosi lentamente, gli fece promettere che fino a quando non fosse uscita con la Martinez non avrebbero più parlato di Henry Morgan. Altri erano gli argomenti che voleva affrontare e altre le cose di cui si voleva occupare.

E lo baciò con rinnovata passione.

 

Angolo di Monica:

Una Beckett particolarmente disponibile a scavare e indagare sulle folli teorie di Castle… ah l’amore che fa fare!

E i Caskett caskettosi sono sempre irresistibili.

Henry Morgan e Jo Martinez sono ancora sullo sfondo di questa storia ma abbiate pazienza, arriverà anche il loro momento.

Ringrazio davvero tutti quelli che stanno seguendo questa storia.

 

 

 

 

 

 

 

  
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