Capitolo 3: Il consiglio della sacerdotessa
"CHE COSA HA FATTO?!" urlò una
giovane kitsune infuriata, mentre saltava addosso ad Inuyasha, cercando di afferrarlo per il collo con le sue
piccole mani.
Inuyasha scaglio via rabbiosamente
la kitsune. "Diavolo, togliti da me monello! Non
è colpa mia se lei se n'è andata!"
"Proprio come non fu colpa tua il fatto che lei abbia visto te e Kikyou assieme, giusto?!" strillò Shippou,
mentre si alzava velocemente e tentava di mordere Inuyasha
alla gamba.
Inuyasha scacciò via dal
proprio arto l'agitata palla di pelo e l’afferrò per la nuca. "Ascoltami,
dannazione! Vi ho raccontato tutto questo perché voglio che mi aiutiate a farla
tornare, non perché ve ne restiate lì seduti ad insultarmi!"
"Stupido cane! Lei non tornerà mai
indietro perché tu sei sempre un grandissimo stupido con lei! È tutta colpa
tua!" urlò Shippou, accasciandosi nella presa di
Inuyasha, con gli occhi sull'orlo delle lacrime.
Miroku, che se ne restava
in disparte ad ascoltare la storia di Inuyasha, appoggiato
al suo bastone, si limitò a sospirare. "E così, pensi che questa volta lei
fosse realmente seria riguardo al fatto di andarsene?"
Inuyasha gemette, la sua
pazienza si stava esaurendo velocemente. "Non è ciò che ho appena detto?"
"Era solo per esserne sicuro. Tu hai la
tendenza ad esagerare un po' le cose quando sei arrabbiato" affermò Miroku.
"Che cosa--?!" ringhiò Inuyasha, mentre faceva cadere Shippou
e assaliva Miroku.
Miroku scrollò le
spalle, mentre si sedeva a controllare il fuoco. "È vero".
"Perché non ti sei limitato ad entrare
nel pozzo e a riportarla indietro!?" gridò Shippou.
Prima che Inuyasha
avesse la possibilità di rispondere rabbiosamente alla kitsune,
Miroku intervenne, fermando una nuova sessione di
litigio prima che si infuocasse. "Non è andato a prenderla perché sapeva
che Kagome-san si sarebbe subito arrabbiata con lui e
probabilmente non avrebbe voluto tornare. Ha solo bisogno di un attimo di tempo
per calmarsi, poi Inuyasha andrà a prenderla".
Miroku fece cenno ai due
demoni di sedersi vicino al fuoco con lui. "Non ha senso esagerare su una
cosa che probabilmente si raffredderà comunque da sola. Suggerisco di rimanere
qui attorno per un po', sono sicuro che a suo tempo lei ritornerà".
Shippou scavalcò Miroku e si avvolse nella coperta che entrambi, lui e Kagome, avevano di frequente condiviso durante i loro
viaggi. I suoi occhi erano lucidi e riflettevano la danza delle fiamme del
fuoco, e il suo labbro superiore tremava. "Spero che sia così"
bisbigliò, asciugandosi il naso con un lembo della manica, prima di alzare lo
sguardo per lanciare ad Inuyasha una delle occhiate
più cattive che lui avesse mai visto provenire dal bambino.
Guardandolo con occhio torvo, Inuyasha camminò verso il fuoco del campo e si sedette,
incrociando le braccia al petto. Poteva sentire la bottiglietta dei frammenti
della sfera dentro le pieghe dei suoi vestiti, così come il fazzoletto di Kagome, che avrebbe dovuto dare a Shippou.
Inuyasha strinse
gentilmente il fazzoletto e la bottiglietta.
Non l'avrebbe dato a Shippou
in quel momento. Non credeva di essere in grado di sopportare il cambiamento
nel volto di Shippou e di ascoltare quel terribile
lamento che lui faceva quando piangeva. Kagome sarebbe ritornata, anche a costo di
vederlo con i propri occhi.
Miroku aveva
probabilmente ragione, Kagome aveva solo bisogno di
tempo per calmarsi e poi sarebbe ritornata, come aveva sempre fatto.
Che facesse pure alcuni di quei
"test" che sembravano piacerle e per i quali si agitava così tanto. Che
trascorresse del tempo con le sue frivole amiche a fare tutte quelle cose che
le ragazze umane del suo tempo facevano. Diavolo, che passasse anche del tempo
con quello stupido Houjou, se ciò l’avrebbe poi fatta
tornare!
Inuyasha aggrottò la
fronte mentre si sdraiava al suolo, le mani congiunte dietro la testa. "Feh!"
Il pensiero più definito di quell'individuo, Houjou, non gli
piaceva poi particolarmente.
"Hm, stai bene, Inuyasha?"
chiese Miroku che se ne stava seduto pacificamente,
con la kitsune addormentata accanto a sé.
"Bene" replicò lui ostinato, mentre
guardava nello spazio.
Non aveva nulla in realtà ma... Da qualche
parte, nelle profondità della sua mente, sapeva che Kagome
non se n'era andata solo per un po’. Lo sguardo sul suo volto ed il suo odore
proprio prima di partire ne erano la prova.
"Se lo dici tu" replicò Miroku, decidendo di non indagare ulteriormente. Inuyasha ascoltò il fruscio degli abiti di Miroku mentre si metteva comodo, appoggiandosi contro il
retro di un albero. Inuyasha restò in ascolto, con
gli occhi chiusi, finché non udì il suono ritmico del respiro di Shippou e Miroku, il che stava a
significare che si erano addormentati.
Non attendendo oltre, Inuyasha
si alzò e guardò in basso verso le forme dormienti di Miroku
e Shippou. "Sarò di ritorno presto" bisbigliò.
"Devo parlare a Kaede-baba". Detto ciò, Inuyasha decollò nella foresta, saltando dalla cima di un
albero all'altra, in direzione del piccolo villaggio.
Doveva parlarle stanotte.
Kagome si rigirò nel
letto, tirandosi le coperte il più possibile sopra la testa. Si sentiva malissimo
per ciò che aveva fatto, sebbene sapesse che fosse la cosa giusta. Ad ogni modo
Inuyasha non era suo. Sarebbero stati tutti bene
senza di lei.
Anche se questa era la realtà delle cose, non
la aiutava affatto il sentirsi male per ciò che aveva deciso. Lo sguardo sul
volto di Inuyasha quando se n'era andata la
ossessionava. Sembrava un miscuglio tra il sorpreso, il confuso ed il triste.
"Ti
ha chiesto di restare..."
Kagome si strinse nelle
spalle. Senza che Inuyasha lo sapesse, lei gli aveva
fatto un favore. Senza di lei, non ci sarebbero state lotte feline tra loro due,
niente più distrazioni nella ricerca dei frammenti e il gruppo sarebbe stato in
grado di spostarsi più velocemente, senza che lei fosse loro d'intralcio.
In
più, pensò tristemente Kagome, ciò mi toglie dalla strada di Kikyou.
Restò là, sdraiata in silenzio, per qualche
minuto, desiderando di addormentarsi in modo da non doverci più pensare, ma più
lo desiderava e più il sonno tardava ad arrivare. Scese dal letto e camminò piano
verso la finestra aperta, osservando le luci della città mentre una brezza le
soffiava tra i capelli.
Non c'era modo di riuscire a dormire quella
notte. Domani sarebbe stata stanca morta in classe, ma ciò non sembrava
interessarla quanto avrebbe dovuto. Aveva troppe altre cose per la testa.
Guardando fuori, nel cielo, poteva vedere
alcune deboli stelle in contrasto con lo splendore delle luci della città. Il
cielo era lo stesso di Inuyasha, solo che poteva
vederle molto più facilmente nell'epoca di lui rispetto alla propria. Ne
avrebbe di sicuro sentito la mancanza.
"Kikyou, spero
che tu sia felice" disse dolcemente ad alta voce, desiderando quasi che la
sacerdotessa potesse udire le sue parole, ma la brezza se le portò via.
Inuyasha si fermò appena
fuori dalla capanna di Kaede, cercando di controllare
il proprio respiro. Le luci erano ancora accese. Bene. Ciò significava che la
vecchia sacerdotessa era ancora alzata. Allora non c'era bisogno di spaventarla
svegliandola nel cuore della notte.
Lo zerbino tintinnò debolmente mentre lo
attraversava e lui lasciò che i suoi occhi si adeguassero alla luce della
stanza. Kaede era là e, benché sembrasse in profonda
meditazione o che non si fosse chiaramente resa conto che lui era entrato o che,
almeno, non fosse riuscita a percepire la sua presenza, si era, al contrario,
accorta del suo ingresso.
Inuyasha osservò la
vecchia sacerdotessa e si diresse verso la parte opposta del focolare (rispetto
a quella da lei occupata, NdT), sedendosi a gambe incrociate.
Non desiderava interrompere la profonda concentrazione dell'anziana donna.
Avrebbe aspettato finché lei non avesse finito qualsiasi cosa stesse facendo
prima di chiederle consiglio.
Ma, solo pochi momenti più tardi, l'anziana
donna aprì gli occhi stanchi e sospirò pesantemente alla vista di Inuyasha. "Immaginavo che saresti venuto".
Non ricevendo risposta alla propria
affermazione, Kaede si occupò semplicemente di
preparare il tè per il visitatore della tarda notte. "Non hai bisogno di
dirmi il motivo per cui sei qui. Ho già un buon sospetto del perché sei
arrivato alla mia porta a quest'ora spettrale".
Senza neanche attendere la replica di Inuyasha, gli porse una tazza calda di tè verde e ne prese
un'altra per sé, prima di ritornare al proprio posto e sedersi di fronte a lui accompagnata
da un grugnito. "Kikyou Onee-sama
è arrivata proprio poco fa’ nel posto in cui tu sei seduto ora . Mi ha detto che
cosa è successo nella foresta e mi ha chiesto se le rivendicazioni di Kagome a proposito di Naraku fossero
vere".
Tenendo la tazza tra gli artigli, ne ruotò
gentilmente il bordo facendo strisciare le dita sul suo margine liscio.
"Così deduco... che Kikyou sia ancora in vita".
"Heh, se vuoi
chiamarla così!" ridacchiò Kaede con un sorriso
divertito che danzava sul suo volto alla luce del fuoco. "Kikyou Onee-sama vive solo a
spese di altre anime".
"Sì, lei mi ha detto che ha fallito nel
portarti con sé all'inferno. Sono rimasta sinceramente colpita dal fatto che tu
sia sopravvissuto, ma i miei occhi non mi ingannano spesso. Tu sei ancora vivo"
replicò Kaede studiando il volto dell'hanyou con interesse. "Ma non è il voler parlare di Kikyou Onee-sama ciò che ti ha
portato qui, non è vero Inuyasha?"
Heh, la vecchia strega gli leggeva bene dentro.
"No, infatti, non è per questo" replicò solennemente. Si fermò per un
momento, ascoltando i rumori della notte suonare nelle sue orecchie prima di
prendere un respiro. "Quanti anni... aveva Kikyou
quando è morta?"
Kaede grugnì e spostò
il proprio peso sulla gamba migliore. "Perché desideri saperlo così all’improvviso?"
"Limitati a rispondere, vecchia."
dichiarò Inuyasha in un tono che normalmente sarebbe
stato abbastanza brusco, ma che in quel momento suonò quasi docile.
"Kikyou Onee-sama morì il giorno del suo quindicesimo
compleanno" replicò l'anziana donna."Questo, comunque, accadde più di
cinquant'anni fa’".
"Hmph" Inuyasha sbuffò. Fece una pausa prima di porre la seconda
domanda. "Ad ogni modo, quanti anni ha Kagome?"
Kaede agitò la tazza
prima di metterla sulla stuoia che stava sotto i suoi piedi. "Il
compleanno di Kagome cade precisamente cinquant'anni
dal giorno della morte di Kikyou Onee-sama.
Parecchio interessante, vero. Sembra che Kagome abbia
ripreso da dove la vita di Kikyou Onee-sama
era finita. Abbastanza misterioso..."
"Kagome se n'è
andata" rivelò Inuyasha fermandosi, poi, per
aspettare la risposta della vecchia donna. Lei avrebbe potuto reagire in molti
modi.
Kaede osservò interrogativamente
Inuyasha per un momento. "Se n'è andata?
Qualcosa mi dice che questo non è uno dei suoi normali e soliti viaggi nella
sua epoca".
"Kagome ha
deciso di non ritornare più" dichiarò Inuyasha,
la sua voce era calma, ma i suoi occhi ambrati non volevano girarsi ad
incontrare lo sguardo fisso di Kaede. "Ha
deciso, per il proprio bene, di andare nel suo mondo e di non tornare indietro.
Mi ha dato persino i suoi frammenti della Shikon
prima di andarsene".
"Vedo" replicò Kaede.
Le cose stavano iniziando ad avere un senso, mentre poteva solo immaginare che cosa
Kagome dovesse aver visto o udito quel giorno durante
l'incontro tra la sua vecchia sorella e Inuyasha. "Hai
preso in considerazione l’idea di seguirla?"
"Certo che l'ho fatto. Questa era la
prima cosa ho pensato di fare, ma qualcosa... nella sua voce mi ha detto di non
andare. Così, prima, deciso di chiederti un consiglio".
Kaede annuì. "Kagome è una ragazza misteriosa, ma ha un cuore puro.
Qualcosa che Kikyou Onee-sama
non può più vedere o provare perché la sua anima ora appartiene a Kagome e non può esserle restituita". La vecchia strega si alzò e camminò piano, facendo
attenzione al suo piede malato mentre si dirigeva verso il vano della porta.
"Mia sorella e Kagome possono essere le stesse
nella carne e nelle ossa... ma non sono né una né la stessa. Condividere la
stessa anima non sembra aver influenzato il risultato di questa difficile
situazione".
"Cosa stai dicendo?" chiese Inuyasha "Io non posso limitarmi a dimenticare Kikyou".
"So che non puoi" disse la voce
burbera dell'anziana donna. "Sto solo dicendo che dovresti distinguerle,
separatamente. Loro non sono la stessa persona. Dovresti fare una scelta".
"Così... stai dicendo che dovrei andare
dietro a Kagome?"
"Se questo è ciò che vuoi, allora fallo.
Kagome non è Kikyou e Kikyou non è Kagome" replicò
lei, per una volta tralasciando il termine onorifico dopo del nome della
sorella.
"Kagome è Kagome..." replicò. "Fa come vuoi".
Senza pronunciare un'altra parola, Inuyasha si alzò e camminò verso il vano della porta che Kaede teneva aperta per lui. Con un cenno del capo e nulla
più, Inuyasha fuggì nell'oscurità della notte.
Kaede sospirò
stancamente mentre lo osservava allontanarsi, finché il solo suono che riuscì
ad udire fu quello del vento che danzava tra i rami degli alberi. Inuyasha era il solo che teneva legata Kagome
a quel mondo assieme alla Shikon no Tama. Che strano, lui e Kagome
parevano uniti a quel gioiello dal destino.
"Kikyou Onee-sama, per favore fa' riposare la tua anima e dimentica
il tuo odio per Inuyasha" disse Kaede, come in una preghiera, prima di ritornare in casa a
smuovere le braci del fuoco e a sdraiarsi per dormire.
…Continua…
Nota
della Traduttrice (2003): Ho appena notato che all'inizio della storia
non vi ho detto una cosa importante. ^__^
Allora,
vi avviso che alcune volte la mia traduzione non è proprio letterale:
dovete sapere che io sono MOOOOLTO pignola e cerco di rendere le frasi in modo
tale che non ci siano ripetizioni o errori vari. -__-'
Inoltre, alcune espressioni sono tradotte
così come siamo abituati solitamente a leggerle nelle fic
in italiano... per esempio: nella versione inglese di questa fic gli occhi di Inuyasha sono
definiti "yellow", ovvero gialli, ma io ho scritto
"ambrati", visto che solitamente vengono definiti in questo modo.
Spero non vi dispiaccia!!! :-P
Beh, per ora è tutto! : D
Ja-ne,
Elysa_chan
P.S.: Ah, come sempre critiche e commenti mi
fanno molto piacere! *___*
A tal proposito un'enorme "grazie"
a chi ha commentato la fic fino ad ora! Come ho già
detto, tutto ciò che scrivete, che sia un commento o anche solo un'opinione
personale su come si comportano i personaggi nella storia, mi da' stimoli
enormi per continuare questa traduzione!
Al prossimo capitolo!
Nota
della traduttrice (2008): Ecco fatto: questo era l’ultimo capitolo che avevo già
postato sul sito nel lontano 2004. Dal prossimo, arrivano gli inediti ^_-
Per rispondere a MyImmagination
che ha commentato i capitoli precedenti: la questione di come rendere, in una
traduzione, lo stile dell’autore è, a mio parere, molto complessa. Infatti, è
difficile dare ad una traduzione la stessa connotazione stilistica della
versione originale, in quanto autore e traduttore sono due persone diverse, ma,
soprattutto, in quanto ogni lingua ha le sue accezioni e le sue sfumature.
L’unico modo per riuscire in questo difficile compito è, secondo me, quello di non
procedere ad una traduzione meramente letterale, ma cercare, invece, di rendere
bene il concetto in italiano, anche utilizzando non propriamente le stesse
parole. Anche perché, spesso e volentieri la semplice traduzione letterale
rende la maggior parte delle frasi della fic in
inglese incomprensibili nella nostra lingua -_-°
Io spero di essere riuscita in questo
difficile compito… o almeno ci ho provato ^O^
Grazie anche a camoeight
per il commento. Sono contenta che la fic piaccia ad
entrambe… e spero continuiate a leggere ed esprimere la vostra opinione. Mi fa
un enorme piacere.
Alla prossima ^_^