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Autore: ELIOTbynight    09/05/2015    3 recensioni
Io sono Hanako Kitamura, la nuova manager della squadra di pallavolo maschile della Karasuno. Non lo sarò per sempre, perciò voglio essere la più brava manager che esista!
Amo la pallavolo e mi piace stare con i ragazzi; sono diventati la mia seconda famiglia. So tutto di loro, si confidano continuamente raccontandomi la loro vita, i loro pensieri, sentimenti, gioie e dolori. Cose che normalmente non sarebbero capaci di raccontare a nessuno, perché sono emozioni troppo forti e importanti.
Siete curiosi? Venite con me: vi farò leggere le loro anime.

*
Ambientata appena dopo la prima stagione anime, quindi saranno presenti alcuni spoiler per chi non è arrivato alla seconda.
Pairing: KageHina, AsaNoya, DaiSuga, TsukkiYama + accenni di UkaTake, KuroKen e IwaOi. Della serie, chi più ne ha più ne metta, perché di feels non ce ne sono mai abbastanza. Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Nuovo personaggio, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2
: Voglia di volare

 
Il giorno dopo fui la prima ad arrivare in palestra, proprio come ai tempi delle medie. Aprii la porta con le chiavi che mi aveva prestato Kiyoko ed inspirai a pieni polmoni non appena entrai.
Tanti ricordi mi tornarono in mente. Quasi senza pensarci, appoggiai la mia borsa in un angolo e mi diressi verso il ripostiglio dove stavano gli attrezzi e i palloni. Allo stesso tempo, tante immagini scorrevano davanti ai miei occhi: la mia squadra delle medie, i nostri allenamenti, le uscite insieme, i pianti prima delle partite, le risate quando vincevamo e i pugni sul muro quando perdevamo, lo stridere delle scarpe da ginnastica sul pavimento e il rumore della palla che viene colpita dal palmo della mia mano.
Mi ritrovai proprio uno di quei palloni tra le mani. Lo fissai come incantata, mentre tornavo in palestra e mi avvicinavo alla rete. Guardai anche quella e mi fermai proprio sulla prima linea.
Chissà come si sentivano i ragazzi della Karasuno quando si trovavano lì, nel pieno di una partita. Chissà quanti pensieri attraversavano la loro testa, in quella frazione di secondo in cui potevano toccare la palla. Chissà che sensazione provavano quando poi la colpivano e la seguivano con lo sguardo.
Fin da quando li avevo conosciuti, il giorno prima, avevo tanto desiderato avvicinarmi a loro, a quel mondo incredibile che pareva unirsi con il cielo ogni volta che la palla volteggiava nell’aria.
Desideravo volare di nuovo.
. . . Mi alzai la palla.
Un’alzata alta e lenta, che per me era l’ideale per prendermi tutto il tempo di saltare e schiacciare.
Misi forza nelle gambe e spiccai il mio salto migliore.
Sentii gli occhiali staccarsi leggermente dal mio naso, i capelli spargersi per aria e il corpo perdere peso.
Il tempo parve fermarsi.
Trasferii subito la mia forza dalle gambe al mio braccio, alla mia mano e alle mie dita.
I muscoli del viso mi si irrigidirono e seguii la palla ad occhi sbarrati.
Finalmente la toccai con il palmo, per un istante impercettibile, ma denso di emozione.
Schiacciai quella palla dritta sulla seconda linea dell’altra metà campo, con un tonfo secco che si sparse ovunque e rimbombò nelle mie orecchie come una musica dolce e leggera.
Dopo essere atterrata, respirai profondamente e mi resi conto di aver risvegliato la mia irrefrenabile voglia di giocare a pallavolo.
- Eri una schiacciatrice!-
La voce di Hinata mi sorprese. Era sulla soglia della porta; Kageyama alle sue spalle mi guardava con curiosità.
- Ho indovinato, vero?- fece ancora il piccoletto, guardandomi con entusiasmo.
Mi mancò la voce per rispondere e mi limitai a sorridere, alzando le spalle.
 
- Perché all’inizio eri un libero e dopo sei passata a giocare come schiacciatrice?-
Alzai il capo verso Kageyama ed appoggiai le mani sulla panchina, dicendo:
- Quando entrai in squadra, nessuna delle mie senpai era un libero, perciò usarono la mia altezza come scusa per darmi questo ruolo. Feci del mio meglio per le prime settimane, ma un’altra novellina si presentò e mi rubò il posto da titolare, perché era più brava di me.-
Hinata, che già faceva stretching, chiese:
- Era brava come Nishinoya-san?-
- No, ma di sicuro era meglio di me!- ridacchiai. - Decisi che dovevo trovarmi un altro ruolo, perché detestavo restare in panchina, e chiesi alle mie compagne se potevo giocare come schiacciatrice. Era il mio sogno.-
- Davvero?? Anche il mio!- esclamò ancora Hinata.
Lo guardai, stupita. Era quasi il più basso della squadra, come poteva essere uno schiacciatore?
- Kageyama! Alzami la palla!-
Lo vidi sollevarsi velocemente da terra e saltellare verso la rete, mentre l’alzatore sospirò e andò a prendere la palla che avevo lanciato io prima.
- Stai a vedere, Hanako-san!-
Non potei far altro che tacere e obbedire, lasciando la mia curiosità libera di essere soddisfatta.
Kageyama si mise sotto rete e Hinata indietreggiò, sfoderando un sorriso gigantesco. Quando la palla volò, il rosso corse verso la rete e spiccò un salto per schiacciare. Spalancai la bocca dalla sorpresa ad un salto del genere: era altissimo! Con quel corpicino agile e leggero, non sembrava neanche che stesse saltando.
Hinata volava, come un corvo in quel cielo di primavera, fiero e indipendente, verso il sole.
Colpì la palla senza scollarsi il sorriso dalla faccia e la mandò quasi dove l’avevo mandata io poco prima, sotto gli occhi vigili di Kageyama e il mio sguardo meravigliato.
- Hai visto, Hanako-san?- disse Hinata. - Grazie alle alzate perfette di Kageyama, posso fare questo e altro!-
Non ebbi la forza di proferir parola. Avevo appena assistito a qualcosa di incredibile e non seppi come reagire. Inghiottii a vuoto e balbettai:
- C-come hai fatto? Era un-un salto pazzesco!!-
- Già, reagiscono tutti così quando lo vedono per la prima volta.- esordì il moretto, con un vago sorriso. - E comunque il tuo salto di prima non era tanto diverso da questo … -
- E’ vero, Hanako-san. Hai fatto una bella schiacciata!-
- Non … Non me n’ero resa conto … - mormorai, sconvolta.
Non sapevo se credere a quei due, quando dicevano che il mio salto era lo stesso di Hinata. Io, saltare in quel modo? Non me lo sarei mai immaginato!
O forse, semplicemente, nessuno me l’aveva mai detto.
- Riprova, no?- disse candidamente Hinata, recuperando la palla. - Dai Kageyama, alza la palla anche a lei!-
- No.-
Fu una risposta talmente secca che persino io mi stupii. Di nuovo quell’espressione gelida, di nuovo quel senso di soggezione che avevo provato anche quando lo vidi la prima volta.
L’altro lo raggiunse e gli porse il pallone, esclamando:
- Cosa, e perché no? Dobbiamo dimostrare ad Hanako-san che è bravissima!-
- Non ne vedo l’utilità.- sbottò Kageyama, incrociando le braccia. - Non è un membro della squadra e sai bene che io alzo la palla solo quando serve a vincere.-
Di colpo mi tornarono in mente le parole di Ukai. In quell’istante avevo l’onore di avere di fronte il Re del Campo, o almeno così mi parve.
- Kageyama, sei insensatamente insensibile!!- fece Hinata, drizzandosi sulle punte come un gatto arrabbiato.
- Hinata-kun … Lascia perdere, non fa nulla.-
Quella frase mi sfuggì d’istinto, come se non volessi davvero pronunciarla. Da una parte mi sentivo solo una dei tanti sudditi del Re del Campo, autoritario ed irremovibile; dall’altra volevo insistere perché mi alzasse la palla, perché ero curiosa di scoprire se ero davvero brava come dicevano.
Ma se avevo deciso di lasciar perdere, forse era meglio così. Dopotutto non ero ancora nessuno di veramente importante per la Karasuno e dare tanto spazio ad una novellina come me rappresentava una perdita di tempo.
Mi sedetti in panchina e salutai i ragazzi che stavano arrivando in palestra proprio in quel momento, mentre Hinata rinunciò ad insistere con Kageyama, ma continuava a guardarmi con dispiacere. Io gli rispondevo con qualche lieve sorriso rassicurante; non volevo certo turbarlo con i miei scrupoli.
 
Terminati gli allenamenti, durante i quali avevo fatto conoscenza anche con il professor Takeda, misi in ordine le mie cose e i documenti sulla squadra che mi aveva dato Yachi. Volevo portarli a casa e studiarmeli: non vedevo l’ora di conoscere a fondo quei ragazzi così sorridenti e pieni di energia.
Fuori era già buio e al pensiero di aspettare l’autobus con il freddo che faceva, mi stiracchiai e mi trascinai stancamente fuori dalla palestra.
- Hanako-san!!-
Prima che potessi voltarmi completamente, Hinata era già alle mie spalle. Dopo qualche attimo in cui riprese fiato, mi trascinò verso la strada e cominciò a incamminarsi con me, dicendo:
- Non dar retta a quell’idiota di Kageyama. Tu sei brava a saltare, dico davvero!-
Le guance mi si tinsero come i suoi capelli e con un po’ di imbarazzo, ringraziai. Hinata si mise poi a commentare la mia schiacciata, usando strane parole e suoni onomatopeici che faticai a comprendere, ma lui era talmente coinvolto in quello che stava dicendo, che scoppiai a ridere.
- Ma alle medie non te l’hanno mai detto che salti così bene?- chiese il ragazzo con aria ingenua.
- Ero amica delle mie compagne di pallavolo, ma non mi elogiarono mai come stai facendo tu.- esordii, accennando un sorriso triste. - Quando chiesi loro se potevo giocare come schiacciatrice, mi risero in faccia. Potei iniziare a farlo solo perché durante una partita fui costretta a sostituire una mia compagna infortunata e siccome riuscivo a segnare, alla fine diventai schiacciatrice ufficiale.-
- Senti senti, questa storia mi interessa!- esclamò Tanaka, comparso improvvisamente vicino a me, insieme a Sugawara e il capitano Sawamura.
Quest’ultimo aggiunse, con un’occhiata amichevole:
- Ti accompagniamo almeno fino alla fermata dell’autobus, Kitamura-san. A quest’ora può essere pericoloso.-
- Vi ringrazio molto.- dissi, lusingata.
Hinata riprese il discorso, sotto lo sguardo interessato degli altri:
- Se alle medie saltavi e schiacciavi come ti ho visto fare oggi, dovevi essere bravissima! Potresti giocare ancora, lo sai?-
- Hinata, ti sei dimenticato che cos’ha detto ieri Kitamura-san?- disse Sugawara con tono di rimprovero. - Per colpa di un infortunio ha dovuto smettere.-
- Oh, chiedo scusa … -
- Va tutto bene, Hinata-kun. Anche se ora non gioco più, sono felice perché posso essere la vostra manager.- sentenziai, sorridendo.
Tanaka fece, guardandomi ad occhi sbarrati e giungendo le mani al petto:
- Accidenti, sei molto più gentile di Kiyoko-san! Ma forse è più bella lei … -
- Ma che modi sono, Tanaka??- lo riprese Sawamura.
Tra il rasato e il rosso spuntò Nishinoya, come per magia, che esordì:
- Non ci sai proprio fare con le donne, Ryu!-
- Ti ci metti anche tu, Noya-san?-
- Non ha tutti i torti!- disse Hinata, che cominciò a sghignazzare con Nishinoya, mentre Tanaka li fulminava con gli occhi.
Non ebbi la forza di contestare nessuno di loro. Non mi sentivo né offesa, né irritata, ma solo divertita.
Infatti non fui io a farli smettere, bensì Azumane, che lentamente ci aveva raggiunti:
- Calmatevi, ragazzi, non c’è bisogno di dare fastidio a Kitamura-san … -
- Bravo, Asahi!- esclamò Nishinoya, dandogli una sonora pacca sul braccio, tanto da farlo sussultare. - Tu sì che sei un gentiluomo! Dovresti imparare da lui, Ryu … -
- Hai finito di prendermi in giro??- ribatté il rasato, mentre tutti gli altri ridevano.
Quel gigante buono di Azumane si grattò una guancia con l’indice e borbottò:
- “Gentiluomo” è una parola grossa, Noya … Di solito le ragazze reagiscono male quando mi vedono.-
- Sono tutte delle stupide e delle superficiali!- fece il più basso, con una sicurezza disarmante.
A quel punto non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere. Poco dopo, anche gli altri mi imitarono e risero con allegria.
Non ricordavo di aver mai riso con tanto gusto, nemmeno con le mie ex compagne di pallavolo. Nel profondo di me stessa, sentivo che la squadra maschile della Karasuno avesse qualcosa di diverso …
Qualcosa di speciale.
- Beh, la cosa positiva è che Hanako-san si è messa a ridere! Giusto, Nishinoya-san?-
- E’ vero, Shoyo. Possiamo essere orgogliosi di noi!-
Non potevo continuare a non dire nulla, così aggiunsi:
- Vi ringrazio per il tempo che mi state dedicando, ragazzi. E non è solo Azumane-san ad essere un gentiluomo; lo siete tutti quanti!-
Scoppiai a ridere di nuovo quando vidi Hinata, Tanaka e Nishinoya dilatare le pupille in maniera esagerata e fissarmi con un’espressione d’adorazione dipinta in viso.
- Ecco, Kitamura-san … - fece Azumane, timidamente. - Se vuoi, puoi chiamarmi Asahi come tutti gli altri.-
Prima di acconsentire, lo scrutai dal basso. Era la prima volta che mi imbattevo in un ragazzo così alto e robusto, ma che nascondeva sotto i muscoli un gran cuore e una gentilezza non da tutti. Ne fui piacevolmente colpita.
- D’accordo, Asahi-san!- annuii.
E mentre all’orizzonte vedevo la fermata dell’autobus che mi attendeva, gli altri mi supplicavano di chiamarli per nome proprio come Asahi, ma mi divertii a dire di no e vedere le loro espressioni deluse, sotto lo sguardo vigile di Sawamura e di Sugawara.
Quel giorno mi ero sentita veramente bene dopo tanto tempo e perciò non smisi mai di essere riconoscente a quella piccola grande squadra di pallavolo chiamata Karasuno.
 
Con il controllo del coach, mi alzai la palla e ripetei la schiacciata del giorno prima, che fu ricevuta prontamente da Sawamura dall’altra parte della rete. Esultai nella mia testa; non volevo certo fare brutta figura e per fortuna quella palla era arrivata al mio palmo senza problemi per l’ennesima volta.
- Bel colpo, Kitamura-san!- esclamò il capitano. - Allora Hinata aveva ragione.-
Il rosso era accanto a me e gongolava, ma io non potei godere dei loro apprezzamenti, perché ero troppo curiosa di sentire l’opinione dell’allenatore Ukai. Quest’ultimo accennò un sorriso, mentre io ero col fiato sospeso:
- In effetti hai del potenziale, Kitamura. È vero, il tuo salto è simile a quello della nostra esca, ma si vede che hai più esperienza e tecnica di lui e in una vera squadra potresti dare tanto.-
Mi domandai quale colorito avesse assunto la mia faccia; sapevo solo che stavo sorridendo come un’ebete e non riuscii a trovare subito le parole giuste per ringraziarlo.
- Il coach ha ragione.- aggiunse Sawamura, passando sotto la rete. - Non hai mai pensato di unirti alla squadra di pallavolo femminile? Il capitano è una mia amica.-
- B-beh, ecco, io … - balbettai, imbarazzata.
C’era un motivo ben preciso per cui non mi ero iscritta al club femminile di pallavolo, ma se fino a quel momento ero riuscita a raccontare la mia storia senza problemi, al pensiero di rivelarne la fine mi si chiudeva lo stomaco, come in una morsa.
Il capitano della Karasuno sembrò notare il mio disagio, allora mi tranquillizzò:
- Posso parlarne io con lei, se sei interessata, e se non ci sono problemi ti farà entrare sicuramente in squadra!-
- Davvero? Grazie mille, Sawamura-san!- esultai infine, sentendomi subito meglio.
Ukai mise le mani sui fianchi, si stirò la schiena e sospirò:
- Bene, ora però cominciamo con gli allenamenti di questi scalmanati!-
- Certo!- dissi io, ridacchiando.
Ero così impegnata a ripensare a tutti quei complimenti, che quasi mi dimenticai di Hinata che era al mio fianco. Il ragazzo attirò di nuovo la mia attenzione, gridando:
- Hai visto, Kageyama? Hanako-san è bravissima!-
- Che scoperta!- ironizzò l’alzatore, che in quel momento stava trasportando la cesta con i palloni.
- Hinata-kun, così mi metti in imbarazzo … - mormorai, arrossendo ancora. - Non vorrai far arrabbiare il Re del-
Non feci in tempo a finire la frase, che mi ritrovai gli occhi di Hinata a due centimetri dai miei, mentre una delle sue mani leggere mi stava tappando la bocca. Stupita, lo sentii sussurrarmi:
- Sssh, non dire quel nome, altrimenti si arrabbia davvero!-
Quando realizzai le sue parole, spostai lo sguardo verso Kageyama, che si era fermato e ci fulminava silenziosamente con lo sguardo. Di fronte a quell’espressione intimidatoria, mi separai da Hinata e mi scusai:
- Mi dispiace.-
- … Non fa niente.- fece il moretto, riprendendo a trasportare i palloni con aria scocciata.
Conoscevo l’origine del suo soprannome, eppure la reazione di Kageyama mi sorprese lo stesso. Volevo solo scherzare ed attenuare il suo solito nervosismo, invece avevo ottenuto l’effetto opposto. Ricordai ancora una volta il discorso dell’allenatore, ma anziché concentrarmi sul ruolo autoritario di Kageyama e sul suo carattere scostante, riflettei su una frase in particolare.
“Una serie di errori portò alla sconfitta della squadra. Il suo peggiore incubo, a quanto pare.”
In quel momento capii che tutti odiavano il Re del Campo, ma a odiarlo più di tutti era lui stesso.
Mi voltai verso Hinata, curiosa di vedere se avesse di nuovo perso le staffe a causa dell’arroganza dell’alzatore, ma mi accorsi che nel suo sguardo non c’era rabbia, né rancore. Gli occhi con cui fissava Kageyama erano tristi e compassionevoli, come se stesse leggendo nella sua anima e vedesse tanta sofferenza. Ammutolita, mi chiesi se fosse veramente così.
- Hinata, non vieni ad allenarti?-
La voce era quella di Sugawara. Recuperando la propria energia, il rosso sorrise e raggiunse gli altri, mentre io continuai ad avere un’aria pensierosa.
- Qualcosa non va, Kitamura-san?- domandò Sugawara.
Lo rassicurai, dicendo che stavo bene e raccontandogli di quel momento di tensione vissuto con Kageyama.
- Non preoccuparti.- fece lui. - Kageyama sa benissimo di doversi fidare dei suoi compagni un po’ di più, se vuole giocare. Ha solo bisogno di tempo per abituarsi all’idea! Non è facile, perché non ha ancora imparato ad equilibrare talento e spirito di squadra, ma ce la farà.-
Quel tono di voce era così benevolo che mi affidai completamente alle sue parole.
- Hai ragione, Suga-san!- esclamai, sollevata.
Con aria nostalgica, sospirò e aggiunse:
- C’è di buono che il suo talento ci porta a vincere … -
- Che stai dicendo, Suga?- sbottò Sawamura, che era piombato alle sue spalle.
L’alzatore sobbalzò, ricevendo una pacca un po’ troppo forte sulla schiena, e replicò:
- Ma è vero, Daichi! Kageyama è più bravo di me.-
Il capitano lo squadrò con severità e disse:
- Non dire queste cose. Il talento di un alzatore non sta tutto nella tecnica. E poi hai più esperienza, giusto?-
L’altro ridacchiò, grattandosi la testa e arrossendo leggermente. Stava per aggiungere qualcosa, ma fu interrotto da Tsukishima, che poco più in là stava ancora facendo stretching:
- Di sicuro Sugawara è meglio del Re del Campo in quanto a simpatia.-
Da che pulpito veniva la predica! Non riuscii a trattenermi e sentenziai:
- Il cosiddetto “Re del Campo” sarà irritante, ma tu non sembri da meno, Tsukishima-kun.-
Quest’ultimo mi guardò malissimo, ma non mi rispose. Il malcapitato con cui però protestò fu Yamaguchi, che stava facendo stretching accanto a lui e che si era messo a ridere dopo la mia battuta.
- Piantala, tu!- sbottò il biondino.
- Scusami, Tsukki.- lo liquidò l’altro, divertito.
Non potei far altro che imitare la sua espressione, scambiando un’occhiata con gli altri due e lasciando che iniziassero l’allenamento.
 
*









Rieccomi tornata, gente!

Come pensavo, non è facile distogliere l'attenzione da Hanako, visto che lei è la narratrice in prima persona. Beh dai, poco male! Non vi pare una ragazzina interessante? c:

Per quanto riguarda invece gli altri... non si nota che il mio preferito è Tobio, no no. u.u

Vabbè che è difficile avere un preferito tra tutti questi bellissimi idioti, ma diciamo che Tobio, ecco, lo adoro proprio a pelle. A parte il fatto che io e lui condividiamo una parte di storia (anche io da piccola mi comportavo un po' da "regina" con chi mi stava intorno - e ancora lo faccio adesso ogni tanto), quindi sento di comprendere a fondo tutte le sfumature della personalità complicata di Kageyama. Perciò il primo ad essere soggetto di interesse di Hanako è lui.

Se state gridando a gran voce "vogliamo il KageHina!" e tutti gli altri pairing, temo che dovrete avere un poco più di pazienza. Giusto il tempo ad Hanako di prendere confidenza con tutti quei defic-EHM, quegli adorabili ragazzi e il romanticismo si farà presto sentire! ;)

Che altro aggiungere? Spero di essere rimasta IC coi personaggi... e se vi va di vedere un'immagine di Hanako, basta chiedere. ^w^

Al prossimo capitolo, dunque! Ringrazio infinitamente chi ha avuto la pazienza di spendere un po' del proprio tempo a leggermi. <3

Eliot ;D
   
 
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