Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Teen Idle    12/05/2015    1 recensioni
La presidentessa Cora stava nel suo studio privato. In silenzio. Non una parola, un suono, oltre alle sue dita che tamburellavano sulla scrivania. Tic tac, tic tac. Spari. Sembravano degli spari nel silenzio.
Morte.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Distretto 7
L'accompagnatrice del distretto sette stava canticchiando l'inno di Panem mentre estrasse il nome della povera ragazza che sarebbe finita negli Hunger Games.
«Marian Wooden!» una ragazza di quattordici anni si avviò verso il palco. Aveva un vestito color panna e un lungo mantello viola per proteggersi dal freddo. Era così piccola e minuta, che sembrava essere sempre sul punto di essere spazzata via dal vento. Gli occhi neri pieni di terrore cercavano disperatamente un volontario che non arrivò mai. La  ragazza piangeva già quando salì sul palco, non aveva speranze, e abbracciando con lo sguardo le foreste del suo distretto accettò la sua morte.
«E adesso i ragazzi!» esclamò la capitolina sorridendo «Robin Hood!»
Il ragazzo di quindici anni sospirò e salì sul podio. Si sistemò i capelli color castano chiaro e si sforzó di sorridere al pubblico, mentre Marian piangeva disperata.
Tutti lo conoscevano, quel ragazzo era un ladro; forse per questo quasi tutti nel suo distretto furono felici nel sentire il suo nome.

DISTRETTO 8.
«Belle French» esclamò il giovane uomo vestito di rosa pallido.
La ragazza salì sul podio e l’uomo l’abbracciò, come se un suo abbraccio potesse servire di qualcosa se non per la scenata. Era una bella ragazza di quindici anni con un paio di occhioni blu dolcissimi. Quel giorno indossava un abito azzurro pallido, che la faceva sembrare una bambolina indifesa. Belle non voleva uccidere, e su quel palco decise che non avrebbe ucciso nessuno. Una lacrima solitaria le rigò una guancia. 
«I ragazzi adesso» la folla trattenne il respiro. «Tremotino Gold!»
Tra i ragazzi si aprì un piccolo corridoio, e un ragazzo di diciasette anni con un completo nero impeccabile salì sul palco zoppicando.
Aveva dei folti capelli color castano che gli cadevano sugli enormi occhi castani. Tremotino sapeva di avere poche possibilità, ma avrebbe lottato coi denti; strinse con foga il bastone cercando di nascondere tutte le sue emozioni.

DISTRETTO 9.
Anastasia Redheart  sembrava una fata il giorno della sua mietitura.
Quando si presentò alla Mietitura aveva paura come tutti, e quando udì il suo nome stava per svenire. Non aveva scampo. Doveva andare lì e provare a sopravvivere.
Mentre camminava il vento le appiccicava la camicia bianca e la gonna rossa addosso, e le spostava i capelli biondi all’indietro.
Non voleva morire a quattordici anni.
«Will Scarlet».
Il ragazzo ci mise un bel po’ a realizzare che era proprio lui. Gli occhi neri fissavano il microfono, ma non guardava niente in particolare. Non pensava neanche; cioè, ci provava, ma non ci riusciva: era sotto shock. Un suo compagno gli diede una gomitata sul braccio e gli intimò che era proprio lui, svegliandolo dal suo sogno vuoto.
Preferiva sprofondare nel più scuro degli abissi che partecipare a quei giochi. Ma dovevano farsi valere e cercare di vincere per non morire.

DISTRETTO 10.
Anna Frost fu chiamata il giorno dopo il suo dodicesimo compleanno. Sua sorella Elsa le diede un bacio sulla guancia. Per un folle istante Anna pensò che Elsa si sarebbe offerta volontaria, non ci fu nessun volontario.
Petto in fuori, pancia in dentro, ripeté a sé stessa. Doveva fare una buona impressione. Avrebbe voluto sorridere, ma non era l’occasione giusta e sarebbe stato comunque un sorriso tirato. Si sistemò le trecce che le incorniciavano il viso.
La capitolina preferì non notare la giovane età del ragazza  e le fece i complimenti per gli occhi.
Hans Stainer era un ragazzo strano. Aveva sedici anni, occhi freddi come il ghiaccio, anzi lui era freddo come il ghiaccio. Gli Hunger Games erano il tipo di gioco adatto ad Hans, e la maggior parte degli abitanti del distretto dieci era già convinta su chi sarebbe stato il vincitore dei primi Hunger Games.

DISTRETTO 11.
Ursula Darksea era una corazza di marmo.
Il marmo lo guardi da lontano e ti sembra una mollica di pane, vorresti mangiarla e sentire il suo sapore semplice ma particolare, ma appena lo tocchi è freddo e duro come il ghiaccio.
Chiamarono il suo nome. 
Si disse che avrebbe vinto, nonostante avesse solo quattordici anni.
Certo, tutti dicono che vinceranno.
E poi Sidney Glass, detto il “genio”. Diciotto anni. Occhi neri come la pece.
Camicia pulitissima, capelli tagliati al millimetro.
Va bene, bisognava apparire belli per la mietitura ma insomma, lui era estremamente curato.
Raggiunse la compagna facendo tutto –per quanto si possa dire tutto – in modo perfettamente calcolato. Ogni passo al posto giusto, guardando le persone giuste.

DISTRETTO 12.
Mary, detta Biancaneve, sembrava una bambola di porcellana. La pelle era candita, perfetta. Le labbra tinte di rosso fingevano un sorriso, mentre gli occhi azzurri erano lucidi e pieni di odio verso Cora, se fosse sopravvissuta l'avrebbe uccisa con le sue mani. Una ragazza di diciasette anni non dovrebbe andare a morire in una stupida Arena.
E poi c’era David Charming. Aveva una certa somiglianza con Mary, nonostante lui non avesse tutto quell’odio dentro.
Il suo motto era “ora o mai più”: vinci o muori.
Se voleva tornare a casa doveva vincere.
Già, peccato che tutti tranne uno moriranno.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Teen Idle