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Autore: KiarettaScrittrice92    15/05/2015    4 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
E così avete conosciuto Giada... Ricordatevi di lei perché sarà un'insopportabile spina nel fianco per i nostri eroi. 
Ma andando avanti... Oggi vi faccio fare un bellissimo giro della mia città :) Vi farò visitare posti splendidi con solo la forza della scrittura! E inoltre farà il suo grande ritorno anche l'altra vera protagonista della storia! Quindi godetevi appieno questo capitolo!
Come al solito ringrazio i miei lettori, sperando che chi è rimasto indietro riesca a recuperare.
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



In giro per Torino
 

«Wow ancora non ci credo... insomma è il museo dell’automobile! Sai quante auto sportive ci saranno là dentro?!» esclamò Kikuito. Si erano seduti nei quattro posti in fondo al pullman.
«Io continuo a ripetere, che c’erano un sacco di città migliori di Torino.» sentenziò Shinichi.
«Uffa, come sei noioso!» sbuffò la ragazza tirandogli un buffetto sul braccio.
«Ha ragione Sonoko, – continuò Ran – goditi la gita senza lamentarti come al solito! Non eri tu che volevi vederti tutti i tipi possibili di Ferrari?»
«Sì sì certo, – rispose lui – il fatto è che sono automobili su cui poi non potrai mai salire. Insomma ti viene solo l’invidia e basta!
«Su questo concordo.» aggiunse Kikuito.
Poco tempo dopo avevano già preso i biglietti e stavano entrando alla mostra. Girarono un sacco di sale, suddivise in tre piani, e in ognuna di esse c’era sempre qualcuno che scattava foto o commentava le macchine.
«Ahahahahah... Ran vieni a vedere questa!» la chiamò Sonoko, indicando una nuova 500 fatta con modellini della stessa macchina.
«Assurdo Shinichi, qui c’è la storia della Ferrari!» disse Kikuito sgomitando a uno sbalordito Shinichi. 
Davanti a lui c’erano tutte le Ferrari della Formula 1 dalla più nuova davanti a lui, alla più vecchia in fondo messe in ordine di partenza. Mentre dall’altra parte, c’erano le Ferrari sportive.
La visita passò veloce, anche troppo, perché Shinichi iniziava a prenderci gusto. L’ultimo giro fu su un trenino che mostrava la vera e propria storia dell’automobile, che si concludeva con un prototipo di macchina che non sarebbe mai andata in commercio.

 

Tutta la classe decise di fare una cena di gruppo a una cascina vicino all’hotel, che aveva il menù fisso di sette euro. Dopodiché femmine e maschi si divisero per andare nelle loro stanze.
«Allora Kudo, – iniziò un ragazzo – ce lo vuoi raccontare o no, com’è andata quest’estate con Mouri?»
«Non c’è niente da raccontare ragazzi. – fece lui, togliendosi la maglietta e rimanendo in canotta – Insomma l’ho invitata fuori a cena e... e basta!»
«Ma quanto sei bugiardo! – disse un’altro – Sonoko ci ha detto del corso estivo di teatro!»
«Quindi avete passato tutta l’estate assieme?»
«Sì, ma non è successo niente!» rispose di nuovo lui buttandosi sul letto.

 

La bottiglietta continuava a girare, fino a che non si fermò con il tappo rivolto verso Sonoko.
«Bene Sonoko, – disse una ragazza dai capelli neri raccolti – decidi!»
«Uffa... paragone!»
«Ce l’ho io! – disse Ran maliziosa – Preferisci Makoto o Kikuito?» mentre vedeva l’amica che già spalancava la bocca, sconvolta e indignata.
«Mi rifiuto di rispondere!»
«E dai Sonoko... se ti rifiuti dovrai fare penitenza.»
«No, no, non lo dico sono domande meschine.» protestò la ragazza incrociando le braccia e facendo il muso. Tutte scoppiarono a ridere per il suo modo di fare, ma lasciarono stare la penitenza e fecero girare di nuovo la bottiglia che questa volta si fermò verso Ran.
«Ran tocca a te.»
«Obbligo.» disse subito la ragazza.
«Ora mi vendico, – disse Sonoko sorniona – devi andare nella camera dei ragazzi e, in modo molto sexy, afferrare Shinichi e baciarlo davanti a tutti i maschi, poi augurargli buonanotte e tornare qui... e per essere sicuri che non imbrogli verrò con te.»
«Cosa? Vestita così?» chiese Ran stupita.
«Esatto!»

 

I ragazzi se le stavano dando di santa ragione, ridendo come dei pazzi. Alcuni venivano lanciati sui materassi da altri. Altri ancora erano stati bloccati con la faccia a terra. Kikuito lanciava tutti i cuscini che gli capitavano a tiro. Quando qualcuno bussò alla porta, si fermarono tutti e il ragazzo, che era il più vicino alla porta, andò ad aprire con il cuscino ancora in mano. Alla soglia c’era Ran vestita solo di una camicia da notte rosa molto corta, che la copriva neanche fino a metà coscia. Aveva uno sguardo intenso e determinato. Si avvicinò a Shinichi che si trovava al fondo della camera, mentre gli sguardi di tutti gli altri la seguivano. Lo prese dalla maglietta e lo dirò a se baciandolo.
Shinichi rimase con gli occhi spalancati per qualche secondo, poi la prese per i fianchi e ricambiò il bacio, nel giubilo dei maschi che li applaudivano. Dopodiché lei si staccò, tutti si zittirono di nuovo e lei con un buonanotte li congedò tutti chiudendosi la porta alle spalle.
Shinichi era ancora impalato lì, scioccato, mentre tutti gli altri già lo attorniavano con complimenti. Ran, invece, appena uscita diventò rossa come un pomodoro, mentre Sonoko, che l’aveva vista, sghignazzava dietro di lei, nel tornare alla camerata.
La serata continuò fino a mezzanotte per le ragazze, e l’una le due per i ragazzi.

 

Il pullman si era fermato facendo scendere la classe.
I ragazzi si ritrovarono in un grandissimo spazio aperto. Davanti a loro, al fondo della piazza ornata da quattro fontane zampillanti si ergeva un palazzo bianco, mentre sulla destra uno più piccolo dello stesso colore.
I ragazzi rimasero incantanti.
«Bene ragazzi, questa dove ci troviamo ora è Piazza Castello. Quello che vedete di fronte a voi è il Palazzo Reale, dove vivevano i Savoia, che per molto tempo furono sovrani d’Italia. Sta mattina visiteremo il Palazzo Reale, mentre di pomeriggio Palazzo Madama – e indicò l’edificio sulla destra – e la chiesa di San Lorenzo.» disse la professoressa, mentre i ragazzi scattavano foto alla magnifica piazza. 
La visita al Palazzo Reale entusiasmò tutti. Già da fuori si capiva l’importanza architettonica di quel maestoso edificio, ma gli interni colpirono ancora di più i ragazzi, a cui purtroppo era stato vietato di fare foto e riprese, per non rovinare gli affreschi dipinti in ogni stanza. Ogni sala era un “Ohhh” generale di sorpresa.
Ran si guardava attorno stordita da tutta quella bellezza, mentre i professori raccontavano la storia delle varie sale. Shinichi, invece, era intento a guardare l’ampiezza delle varie stanze. Quella struttura lo affascinava, non tanto per l’idea di dimora, ma per lo spettacolo architettonico che rappresentava.
Uscirono da Palazzo Reale che era ormai già ora di pranzo. I professori congedarono i ragazzi, dicendo loro che si sarebbero rivisti due ore dopo nella stessa piazza davanti a Palazzo Madama.
Ran e Shinichi si separarono dal gruppo, chiedendo scusa a Sonoko e Kikuito.
«Andate piccioncini... e buon pranzetto romantico!» disse Sonoko.
In realtà Shinichi si era separato dal gruppo per parlare da solo con Ran. Quella mattina aveva ricevuto un messaggio da Kaito, che lo metteva in guardia dicendogli che il Giardino aveva contatti anche in Italia e che avrebbe affiancato loro una persona per aiutarli nel caso si fossero trovati nei guai.
Shinichi raccontò tutta la storia alla ragazza, mentre passeggiavano sotto i portici pieni di negozi e di vita, di una via.
«Beh finora non ci è successo niente no? Magari lo vuole fare solo per precauzione. – disse Ran, poi dopo un po’ di silenzio – Sai comincio a pensare che quel ragazzo ci tenga davvero a te.»
«Già, lo penso anch’io.» rispose lui.
Stavano ancora passeggiando nella via, mano nella mano quando una ragazza attirò l’attenzione di entrambi. Era sicuramente occidentale, anzi quasi sicuro italiana, eppure stava parlando in giapponese al telefono.
«Ti ho detto che ieri ho avuto da fare e stamattina avevo lezione... adesso li cerco, ok? – poi voltò lo sguardo verso i due – Scherzavo li ho trovati... ci sentiamo ciao!»
La ragazza si avvicinò ai due e per un attimo Shinichi pensò di scappare assieme a Ran, con il forte presentimento che fosse una del Giardino. Poi però vide quel sorriso, che ricordava di aver già visto da qualche parte.
«Ciao, sono Chiara.» disse lei presentandosi in perfetto giapponese.
«Kiaretta?» domandò Shinichi, sbalordito.
«La conosci?» domandò Ran sbalordita, mentre lei sorrideva e lui arrossiva leggermente.
«Beh... in realtà... ecco... la conosci anche tu... sì insomma... ti ricordi...»
«Mamma mia Kudo, spiego io se no qui stiamo fino a domani! – disse la ragazza, poi si rivolse a Ran con il solito sorriso – Quasi due anni fa ho fatto l’ultimo anno di superiori in Giappone e sono diventata la compagna di Kaito Kid. Ti ricordi quella volta che Shinichi si era presentato a voi con la sua ragazza, Akime? Beh quella ragazza ero io e Shinichi era Kaito.» concluse.
«Ora ricordo... hai anche mangiato a casa mia a pranzo.» disse Ran finalmente cosciente.
«Esatto... Allora vi piace Torino?»
«Fantastica!» rispose Ran.
«Sì non è male...» disse invece Shinichi.
«Non è male? Stai scherzando per caso? Torino è una delle città più belle d’Italia!»
«Lo potrò dire solo quando la visiterò tutta.» rispose lui con aria superiore.
«Come vuoi te... Beh allora che ne dite se mangiamo qualcosa? Volete mangiare qualcosa di qui oppure no? Perché conosco un buon ristorante di sushi in piazza Vittorio.»
«No no, la cucina italiana è molto meglio... facci strada!» disse Ran.

  
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