Fanfic su attori > Johnny Depp
Segui la storia  |       
Autore: Hermes    02/01/2009    4 recensioni
“Excuse moi…on se sent bien?” (Scusi…si sente bene?)
Questa voce…
Apro gli occhi lentamente, e non mi volto per guardare il suo proprietario…sicuramente sto sognando!

La mia versione 'romanzata' di un incontro con Johnny Depp...e pensare che ci è mancato tanto così *indica la non distanza fra il pollice e l'indice* a incontrarlo!!!
Quindi mi sono chiesta...cosa sarebbe successo? Leggete per scoprire!^^
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Questa sensazione di disperazione e speranza,
questo profumo d’estate,
questo ricordo che mi chiama dalla finestra…”
Cathleen Schine

Quella sera d’agosto…
Nella notte…
Incontrando un mito…
Ormai tutto ha preso i contorni del sogno…niente sembra più reale della tazza di tea che tengo fra le mani e che espande i propri vapori nell’aria ghiaccia.
Il clima non è mite come in Francia ma ci si adatta.
Il calore della tazza s’irradia alle mie dita piacevolmente…e percorro i sentieri aggrovigliati del mio pensiero.
La mattina dopo, non ho detto ad anima viva di Johnny e della nostra chiacchierata…si sarebbe spezzato l’incanto che è rimasto vivo finora.
Sono passati quattro mesi…le luci intermittenti di centinaia di lucine colorate rompono lo scuro della notte che preme sul vetro della finestra.
Non manca molto al venticinque Dicembre e la neve ha coperto gran parte delle strade con uno spesso manto bianco…
Stasera parto.
L’ho deciso appena due giorni fa, ma non fa alcuna differenza ormai.
Tra un paio d’ore raggiungo la stazione di questa piccola cittadina di provincia, prenderò un treno diretto con i vetri fioriti da sculture di gelo e…chi lo sa?
Pochi mesi fa ho iniziato, più per gioco che per altro, un piccolo corso di recitazione…solo in quel momento mi sono resa conto che non ho intenzione di rimanere in questa cittadina per sempre.
A ventidue anni non posso sopportare di invecchiare qui, come hanno fatto i miei nonni.
Ripercorrerne le stesse tappe, fare gli stessi errori e prenderne le stesse abitudini.
Quale valore ha una vita già vissuta da altri?
Cercherò fortuna altrove, come gli emigranti.
Il tea si fa sempre più freddo, lo bevo a lunghi sorsi.
Cheers to me. (Salute a me!)

-o-o-o-
Otto ore!
Vi rendete conto?!
Otto ore per raggiungere un paesino di mare appena dopo Nice!!!
Grazie mille…potevate dirlo un po’ prima…!
Nous sommes désolé, Mademoiselle! Trop neige!” (Siamo desolati, signorina! Troppa neve!)
Oui, je comprends!” (Sì! Capisco!) dico con un sorriso ironico in un francese appena comprensibile, appena il poveretto si volta per ascoltare altre lamentele da parte di un altro gruppo di viaggiatori sibilo fumante di rabbia “Al diavolo!”
Un signore seduto accanto a me, mi guarda da sopra l’orlo del quotidiano che ha aperto davanti a se ma non commenta l’imprecazione, sorride…solo i francesi sorriderebbero anche senza capire un accidenti!
Dopo interminabili minuti i freni del treno stridono, slittando sui binari ghiacciati.
Recupero i miei bagagli e scendo i gradini, toccando il pavimento piastrellato d’azzurro e giallo che scintilla sotto le luci di vecchie lanterne adattate per ospitare delle moderne lampadine ad incandescenza…la prima cosa che farò domani è venire a farmi rimborsare questo stramaledetto biglietto! A costo di farglielo capire con delle mazzate!
Mi guardo intorno, respirando l’aria che profuma di sale…d’oggi in poi si cambia!
Arranco fuori dalla stazione non prima d’aver buttato giù un bel café.
Lentamente iniziò a scendere la strada che dà sul mare, facendo attenzione ad alcune lastre di ghiaccio particolarmente pericolose, per fortuna il tratto non è lungo e il bel portone di Villa des éléphants sbuca fuori dal buio, illuminato da un lampione.
Mi dispiace suonare a quest’ora ma in fondo il ritardo non dipende da me.
“Sì?”
Finalmente una voce amica! Dopo ore e ore attorniata da soli francesi, sentire dell’italiano mi fa risvegliare dal torpore che nemmeno il freddo è riuscito a strapparmi di dosso.
“Sono Francesca, il treno ha ritardato più del previsto.” rispondo sollevata.
Il cancello si apre con uno scatto e un ronzio. Inizio a salire gli scalini piano…non ne posso più di queste borse…uff!
Supero la terrazza e raggiungo la porta aperta per metà, dove una donna sui trentacinque anni mi aspetta, stringendosi addosso un maglione di lana.
“Iniziavo a pensare che non saresti più arrivata!” dice, accogliendomi dentro con un sorriso.
Neo, il gatto, si avvicina miagolando e strusciandosi fra le nostre gambe, lei lo allontana.
“Non è ancora arrivato nessuno, ma è solo la quiete prima della tempesta! In due giorni questo posto sarà al completo e avremo un mucchio di cose da fare…” la seguo fino alla cucina dove mi versa una tazza di tisana allo zenzero “Da domani pomeriggio inizierò a spiegarti di cosa ti occuperai, nel mentre direi che dovresti pensare a riposarti e organizzarti…ah, sì, al mattino dovremo fare l’albero di natale, negli ultimi giorni non sono riuscita ancora ad addobbare…”
Questa donna è incredibile in tutto…la scorsa estate siamo venuti da lei per i quattro giorni di ferie che ci siamo presi io e i miei amici. È una persona pratica e molto disponibile nell’aiutare gli altri.
Italiana di nascita sa parlare correntemente il francese, il tedesco e l’inglese. Manda avanti questo Bed&Breakfast da otto anni tutto da sola e, come fa intendere il nome di battesimo della casa, adora gli elefanti e le religioni orientali. Ma, soprattutto, si merita una menzione speciale per la marmellata di limoni!
-o-o-o-
Non c’è proprio niente da fare…il francese lo odio sempre di più!
In compenso abbiamo due coppie inglesi che rimangono fin dopo il primo di Gennaio e non mi dispiace mai esercitarmi un po’ con l’inglese…le serate si passano in compagnia degli ospiti a chiacchierare.
Neo ha preso l’abitudine di acciambellarsi sulle mie gambe, mentre leggo i libri che mi sono portata dietro da casa…questa sera però quella palla di pelo dispettosa dovrà cercare un altro giaciglio…io esco!
La neve si è sciolta…qui nevica raramente grazie al clima mite.
La sabbia però è molto umida, sono tornata sul lembo di spiaggia dove ho incontrato per un puro scherzo del destino Mr. Depp.
L’ho fatto per malinconia? Forse…non so dirlo.
Il mare si lascia ancora andare sulla spiaggia, esattamente come l’ultima volta che l’ho visto. In compenso le notti invernali sono più scure, l’orizzonte è celato da una spessa coltre di nubi che si riflette nel mare grigio peltro.
Al momento qui non c’è felicità…le località di mare finiscono per diventare desolanti e ingrigite nelle stagioni fredde…
Mi avvicinò fino al limite del bagnasciuga. I doctor martens che sfiorano appena la risacca e affondano nella sabbia umida. Il volto per metà fra le pieghe della sciarpa ruggine che porto al collo. Lo sguardo perso verso l’orizzonte.
Per un attimo mi era sembrato di sentire il suono delle cicale, il profumo dell’estate…l’eco di una voce.
Oh…look what we have here!” (Oh…guarda cosa abbiamo qui!)
Mi volto fulminata…cosa ci fa lui qui?!
Mi ha raggiunto con passi lunghi, sorridendo attraverso il pesante sciarpone grigio perla che spunta fuori dal suo malconcio giaccone nero.
It’s a long time since I last saw you, isn’t it?” (È da molto tempo che non ti vedo, eh?)
Non so cosa dire…non ero ritornata qui per lui…non ci avevo più nemmeno pensato a lui.
Noto che porta un paio d’occhiali e alcune nuvolette di vapore gli sfuggono mentre respira, non riesco a scorgergli le labbra.
A very long time…yes…” (Davvero molto tempo…sì…) dico, poco convinta, deve esserci un trucco nascosto da qualche parte. Le coincidenze non si ripetono!
How are you doing? Still sad?” (Come ti va? Sempre triste?) è al mio fianco, calmo come sempre, imbacuccato come pochi. Non deve amare molto il freddo a quanto pare…
Not too bad, actually…and I never been sad!” (Non va male…e non sono mai stata triste!) replico risentita…come fa a sapere, a sentire ciò che penso?!
Ok…
Ok…” mi guarda, gli occhi che sorridono ironici, mi provoca questo maledetto uomo! Stizzita gli volto le spalle e faccio due passi poi mi volto, guardandolo con un cipiglio serio “What do you want from me?” (Che cosa vuoi da me?)
Nothing…” (Niente…) scuote la testa “You’re back on holiday, again?” (Sei di nuovo in vacanza?)
No…I work here…” (No…lavoro qui…) rispondo quasi preoccupata. Perché ho visto un luccichio nei suoi occhi? O era solo il riflesso delle lenti?!
That’s interesting…” (Interessante…) riponde pensoso, i suoi occhi si sono fissati nei miei “How is your French?” (Come va il tuo Francese?)
It’s not good…as always…” (Non bene…come sempre…)
I knew it…” (Lo sapevo…) sorride di nuovo, smuovendo appena la sabbia con un piede “It seems easy at first…then it becomes a living hell when comes to pronounce…” (Sembra facile all’inizio…poi diventa un inferno quando si arriva alla pronuncia…)
Lo stavo guardando stupita, adesso si metteva anche a parlare di se?! Il mondo deve aver iniziato a girare al contrario allora…!
Please, forgive me if I’m rude…but why are you here of all places? It’s Christmas Eve…not really a day for solitude!
(Per favore, perdonami se sono maleducata…ma perché sei venuto ‘proprio’ qui? È la Vigilia di Natale…non un giorno fatto per la solitudine!)
Le parole mi sono uscite così, mi accorgo subito di non aver voce in capitolo alle sue scelte…ma è talmente strano!
Yours isn’t rudeness…it’s curiosity!” (La tua non è scortesia…è curiosità!) risponde ridacchiando, e puntandomi un indice contro quasi stesse facendo la predica ad un bambino particolarmente scalmanato
That’s why I ask you the same question…Why are you here?
(È per questo che ti pongo la stessa domanda…perchè sei qui?)
Vorrei rispondergli che sono qui per milioni di motivi differenti, che non riguardano i suoi!
Fisso immusonita il mare e mi viene solo una parola in mente…
Tranquilité.” (Tranquillità.) mormoro appena più forte delle onde.
I knew this, too…” (Sapevo anche questo…) replica lui quieto, un altro sorriso che non riesco a scorgere a causa del suo sciarpone.
What?” (Cosa?)
I guessed you like quiet places, missy…
(Supponevo che ti piacessero i posti tranquilli, signorinella…) spiega alla Jack, riprendendone lievemente i gesti con le mani.
Stop mocking!” (Basta prendere in giro!) dissi con un sorriso che tradiva tutta la mia irritazione.
Ok, ok…” ha alzato le mani poi aggiunge “Besides…I think we have much things in common…” (Oltretutto…penso che abbiamo molte cose in comune…)
Would you be so kind to tell me what we have in common, Mr. Smith?
(Sareste così gentile da dirmi cosa abbiamo in comune, Mr. Smith?) replico con un sorriso diabolico, subito imitato dal suo.
Uh…let me think…we’re not French. We’re both of English countries, I guess. We like solitude and, in a strange way, we love to argue on everything?
(Uh…fammi pensare…non siamo Francesi. Siamo entrambi di paesi dove si parla l’inglese, suppongo. Ci piace la solitudine e, stranamente, adoriamo litigare su qualsiasi cosa?)
Tutto questo l’ha detto d’un fiato, contando sulle dita. Stavolta rido anch’io per l’assurdità della scena...
You guessed wrong…I’m not English...” (Supposto male…non sono Inglese…) rispondo.
Really?!” (Davvero?!) esclama lui, espressione stupita che gli da un’aria buffa e tremendamente…tenera?
Ja!” confermo con un ghigno “I’m Italian…
Wow…it’s interesting…you’re good at it!” (Wow…è interessante…sei brava!) nasconde il suo stupore velocemente, sta diventando serio…perché?
You know, lass…I start to like our ‘arguing’…
(Sai, ragazzina…inizia a piacermi il nostro ‘litigare’…)
You know, sea dog…we don’t argue…” (Sai, pirata…non litighiamo…) preciso, Johnny non capisce dove voglio arrivare “We haggle!” (Mercanteggiamo!)
Adesso lo vedo il suo sorriso…anche i suoi occhi sorridono, bello sapere che sorride senza farlo perché c’è scritto su un copione.
I will add ‘with vehemence’!” (Aggiungerei ‘con veemenza’!) ribatte lui, muovendo l’indice piano.
Agreed…” (Certo…)
Questa conversazione da tesa che era è diventata divertente…ci sarà un motivo per cui le mie labbra sono piegate all’insù, no?
Passa un po’ prima che Johnny riprenda a parlare
I was thinking…if we’re going to be friends, I’ll be very pleased to know your name…would you be so kind to let me inquire about it, young lady?
(Pensavo…se diventiamo amici, sarei molto lieto di sapere il tuo nome…saresti così gentile da lasciarmi indagare, signorina?)
Lo guardo confusa…perché adesso parla come un perfetto damerino del 1900?!
What’s with all this politeness?! After all, it’ll be a one-way introduction…there’s no need fo-
(Cos’è tutta questa gentilezza?! Alla fine, sarà una presentazione a senso unico…non c’è bisogno-)
A name is always important…” (Un nome è sempre importante…) mi interrompe, quieto.
Well…you wanted it! Uh…it’s complicated…I think the best translation in French is ‘Françoise’ or something like that…I don’t know in English, though…
(Beh…l’hai voluto tu! Uh…è complicato…credo che la migliore traduzione in francese sia ‘Françoise’ o qualcosa del genere…non so in inglese…)
It’s Frances.” (È Frances.) risponde calmo “So, Frances…I’m very glad to meet you. You can call me Johnny...” (Allora, Frances…sono molto contento di conoscerti. Puoi chiamarmi Johnny…)
Non chiedetemi perché sono arrossita…non lo so…
You’re so weird!” (Sei così strano!) replico, aggiungendo a causa della sua espressione contrariata
I mean…where in the world someone became friend of someone else in this manner?!
(Voglio dire…in quale parte del mondo qualcuno diventa amico di qualcun’altro in questa maniera?!)
Oh…I think there’s always a very first time for everything, even if it is bizarre…don’t you agree, my friend?
(Oh…penso che ci sia sempre una prima volta per tutto, anche se è bizzarro…non sei d’accordo, amica mia?)
Dicendo così mi aveva teso la mano, spoglia d’anelli per una volta.
Per quanto la ‘mia’ logica fosse contrariata…non potevo evitare di pensare che, in un certo qual modo, la ‘sua’ logica aveva un senso.
E, mentre stringevo la sua mano grande quasi il doppio della mia, mi ritrovai a sorridere.
Non importava come era accaduto o perché…restava il fatto che c’era una parte di lui, chissà quanto piccola, di cui ero custode.
Una parte di lui senza maschere.
Una parte di lui che che mi era amica.

“Un amico è come il Sole; che tu lo veda o no, c’è sempre.”
Anonimo

-o-o-o-

Credetemi, ero assolutamente convinta che non avrei mai più toccato Changing latitudes se non per darle uno sguardo ogni tanto…
Poi, all’inizio di Dicembre, ho iniziato a scrivere…ed eccomi qui! ^^
Ho dei tempi di attesa mostruosi ma spero che questo capitolo in aggiunta alla storia originale non deluda, e se mai fosse questo il sentimento vi prego di dimenticare ciò che ho scritto!!!
Naturalmente le recensioni sono apprezzate e se avete suggerimenti sarò felice di leggerli.
Inoltre ne approfitto per ringraziare le persone che all’epoca hanno commentato: Scissorhands, Dogma, Mediana e DJ Kela e chi ha aggiunto la storia fra i propri preferiti.
Grazie a tutti voi!!!
Hermes

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Johnny Depp / Vai alla pagina dell'autore: Hermes