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Autore: Ormhaxan    16/05/2015    1 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salire le scale che conducevano alle stanze private di Isabel non fu facile, ogni gradino fu per lei una fatica, una prova da superare.
Anne aveva lasciato il festoso banchetto subito dopo la sorella maggiore, decisa ad affrontarla una volta per tutte, ad avere con lei il confronto che aveva rimandato per troppo tempo.
Il loro primo incontro dopo mesi era stato freddo, calcolato, nella voce di Isabel non vi era stato alcun calore; nessuna emozione era trapelata in quelle parole di rito, frasi di circostanza, e per tutta la serata la Duchessa di Clarence si era tenuta ben lontana dal ligneo tavolo riservato ai due giovani sovrani.
Arrivò davanti la porta della stanza da letto della sorella con un leggero fiatone – la pancia era diventata troppo grande per lei, per la sua costituzione minuta e fragile, per consentirle liberi movimenti – e preso un respiro profondo bussò un paio di volte in attesa di essere invitata ad entrare.

Isabel Neville stava cullando tra le sua braccia la sua unica figlia, Margaret, quando sentì qualcuno bussare alla porta.
Certa che fossa Maude, la balia della piccola venuta per riportare quest’ultima nella sua nursery, la invitò ad entrare, rimanendo successivamente colpita nello scoprire che la donna ferma sulla soglia della sua stanza non fosse quella che aveva creduto ma niente di meno che sua sorella minore Anne, la Regina.

“Maestà! – esclamò Isabel, alzandosi di scatto dalla sedia e facendo una riverenza – Cosa vi porta qui?”
Maestà? – chiese retorica la minore, stupita negativamente da quella freddezza, dal modo in cui sua sorella si era rivolta a lei – Izzy, siamo solo io e te in questo momento, non c’è alcun motivo di usare certi appellativi altisonanti.”
Isabel non disse nulla: chiamò con voce alta la balia – la donna si precipitò nella stanza dopo pochi istanti -  affinchè prendesse la piccola e la portasse via, consentendole così di restare davvero sola con sua sorella e poter parlare liberamente.
“E’ una bellissima bambina, Isabel, è cresciuta tantissimo dall’ultima volta che l’ho vista a Londra: devi esserne orgogliosa.”
Aye, lo sono. Margaret è l’unica gioia della mia vita, anche se alle volte il solo guardarla rende tutto più triste, la sua somiglianza con il mio George riporta alla mente ricordi dolorosi. – confessò pacata la giovane – Presto diventerai madre anche tu, Anne, e capirai quello che intendo…”
Lasciò la frase in sospeso e poi concluse: “Anche se il tuo bambino, a differenza della mia, avrà un padre nella sua vita.”
“Isabel… - Anne aveva capito dal primo momento che il rancore e il dolore erano ancora fortemente presenti nell’animo di sua sorella, ma aveva sperato inutilmente in qualche istante sereno con la maggiore, minuti per ritrovare il loro legame perduto e ricordare i vecchi tempi. – Quello che è successo a George è stato difficile per tutti da affrontare, ma Richard non ha avuto altra scelta, ha dovuto fare quello che andava fatto per il bene del regno e…”
“Così adesso lo difendi? – chiese lei con sdegno, sorridendo algida – Ma certo che lo difendi, dopo tutto è tuo marito, il tuo sovrano, il padre del figlio che cresce nel tuo ventre.”
“Dimmi, Anne, - continuò – com’è essere Regina? Avere il potere nelle tue mani, tutto il popolo ai tuoi piedi, deve essere una sensazione unica. Poco importa quello che il tuo amato sovrano ha fatto, le persone che ha ucciso; sono bastate delle parole dolci, un paio di scuse frettolose, e tutto è stato dimenticato: io, George, il tuo defunto marito, la tua famiglia. Tutto dimenticato per una corona e per il potere.”
“Se pensi che sia stato facile per me andare avanti, accettare la proposta di matrimonio di Richard, una vita insieme a lui, allora ti sbagli: per mesi la nostra unione è stata un incubo, una serie continua di accuse spregevoli da parte mia, parole velenose che non meritava. – confessò Anne guardando la sorella negli occhi – Ma poi ho capito che Richard è una vittima tanto quanto noi: ha dovuto accettare una corona troppo pesante per i suoi diciannove anni, prendere decisioni che ancora lo tormentano, e tutto per il bene del regno, una pace che vale molto più di me, di te, o di una corona posta sul capo.”
“Così hai infranto la promessa che mi hai fatto: lo hai perdonato per i crimini commessi e farlo non è stato poi così difficile. – disse amara Isabel – Dio, ti credevo cresciuta, pensavo che l’esilio prima e il matrimonio con Edouard poi ti avessero cambiato, invece sei ancora la solita sciocca ragazzina di sempre.”
“Sei crudele,Isabel, sai benissimo quanto io abbia sofferto per la morte di Edouard e per quella di nostro padre, quanto rancore ho covato nei confronti di Richard e…”
“Eppure farlo entrare nel tuo letto è stato un gioco da ragazzi, trasformarti nella sua fedele e amabile moglie uno scherzo, ma dopo tutto cosa ci si può aspettare da uno che ha come consiglieri i Woodville? Dimmi, è vero che tu e quella donna siete diventate amiche, che adesso è lei quella che ti bisbiglia nell’orecchio e ti consiglia?”
“Io…” Anne boccheggiò, non sapeva cosa rispondere a quelle accuse, confermarle avrebbe reso Isabel ancora più collerica.
“Io cosa, Annie? – Isabel scosse la testa – Gesù, se questa è tutta la forza e la tempra di cui disponi non c’è da stupirsi che la Woodville abbia tanto potere su di te, o peggio che Richard sia riuscito a domarti e a metterti incinta con una tale facilità. Ma, dopo tutto, il fascino dei Plantageneti è noto, così come la tua tendenza a struggerti facilmente per lui, e Richard sicuramente ha faticato ben poco prima di farti cadere nuovamente tra le sue braccia e condurti nel suo letto come una qualsiasi meretrice.”
“Perché sei così cattiva, Isabel, perché hai tanto odio nei miei confronti?” chiese con voce tremante Anne, gli occhi velati dalle lacrime, profondamente ferita dalle crudeli parole della sorella.
“Perché tu hai sposato l’uomo che più odio al mondo, mi hai voltato le spalle, hai ciò che spettava a me, che sarebbe dovuto essere mio, – un marito, il primo di molti figli, ma soprattutto la corona che nostro padre aveva promesso a me e a Gorge, al legittimo erede degli York – e questo non posso sopportarlo! Non posso, Anne, mi dispiace!”
“Così è questa la verità: mi odi, odi tutti noi?”
Isabel ebbe un esitazione – non odiava sua sorella, non per davvero, ma ciò che aveva fatto era imperdonabile – ma alla fine disse: “Ti odio per quello che hai fatto, sì, per aver scelto lui invece che me.”
“E cosa avrei dovuto fare, Isabel? Cosa avrei potuto fare?” chiese con rabbia Anne, stringendo a pugno le mani fino a farsi sbiancare le nocche.
“Avresti potuto rifiutare, prendere il velo, tutto eccetto sposare quell’ignobile fratricida!”


“ADESSO BASTA!” urlò una terza voce ben nota ad entrambe, l’ombra dell’uomo dagli occhi furenti rimasto fino a quel momento ad ascoltare dall’altra parte, spalancando bruscamente la pesante porta.
“Non vi permetterò di dire altro, di screditare così il nome di vostra sorella, di mia moglie, di continuare con le vostre cattiverie. – disse severo e furente – Avete già fatto abbastanza, l’avete praticamente ridotta in lacrime, e non vi permetterò di farla agitare ancora di più, di stressarsi nella sua delicata posizione.”
“Siete preoccupato per lei, Maestà, o solo per l’erede che porta in grembo?” chiese con tono di sfida Isabel, affatto intimorita da Richard.
“Entrambi, Duchessa, la mia preoccupazione va ad entrambi. – rispose piccato – Vostra sorella è la mia amata moglie e Regina come ben sapete, e dentro al suo ventre cresce nostro figlio, un figlio che non vi permetterò di mettere in pericolo.”
Si avvicinò ad Anne e cinse il suo corpo con un braccio, le baciò il capo, e le chiese premuroso: “State bene, mia cara?”
Anne annuì in risposta, stringendosi a sua volta a lui, e Richard tornò a prestare attenzione alla vedova di suo fratello: “Sapevo che mi odiavate per quello che ho fatto a George, sapevo che questa visita sarebbe stato difficile, ma questo… - scosse la testa – Portare tanto rancore verso vostra sorella, il vostro stesso sangue, e qualcosa di cui dovreste vergognarvi!”
“Lei ha preso la decisione più saggia, – continuò – quella migliore per sé stessa, per mantenere una posizione a corte e riscattare il buon nome dei Neville; lo ha fatto perché sapeva che l’avrei tenuta al sicuro e resa felice come meglio avrei potuto, che sposandomi avrebbe esaudito il desiderio di vostro padre, e se pensate che mi abbia fatto sconti allora vi sbagliate!
Anne non è stata affatto gentile con me, con il mio passato e le mie azioni, non si è fatta intimorire ma alla fine ha capito: ha capito che non sono io il nemico, che quando indossi la corona ci sono cose che sei costretto a fare nonostante tu sia il Re, e che di molte di queste mi vergogno.
Non mi aspetto che mi crediate, Isabel, non mi aspetto un perdono, tantomeno mi aspetto che crediate ai miei buoni propositi, quando dico che amo sinceramente vostra sorella e voglio solo renderla felice.”
“E lei, Maestà, lei vi ama come voi amate lei?”
Richard si scambiò uno sguardo con Anne, la quale abbozzò un sorriso fugace, e poi rispose: “Un tempo mi ha amato, e con il tempo tornerà ad amarmi profondamente, come io la amo.”
“Ma queste non sono questioni che vi riguardano, - continuò piccato – piuttosto dovreste iniziare a pensare al vostro di matrimonio: presto vi risposerete ed ho già designato il lord che vi prenderà in sposa.”
“Cosa? – la singola parola uscì strozzata dalle labbra di Isabel, i suoi occhi verdi si sgranarono, la sua bocca si spalancò – Con quale diritto avete disposto un tale accordo, con quale diritto?”
“Con il diritto di vostro tutore, Milady, diritto che il consiglio mi ha dato quando ho deciso di farvi lasciare la Torre e tornare a Tewkesbury. – rivelò lui, che fino a quel momento aveva tenuto la questione ben nascosta – Pensavate davvero che avrei lasciato voi, la vedova di un traditore, libera di disporre della vostra vita? Specialmente dopo le voci che mi sono arrivate?”
“Voi… voi non potete farlo, non potete! Io sono la Duchessa di Clarence!”
Aye, lo siete, e io sono il Re d’Inghilterra e posso togliervi questo stato che tanto amate con estrema facilità. – sottolineò – Quindi adesso siete voi, mia cara sorella, a dover decidere: matrimonio o prendere il velo? Dopo tutto nella vicina Abbazia c’è un ordine di suore, e sono sicura che saranno più che orgogliose di avervi come sorella, magari anche come loro Badessa.”
“Annie… - Isabel si rivolse alla sorella, ma quest’ultima mantenne lo sguardo basso e non le prestò attenzione – Anne, ti prego, dì qualcosa!”
“Mi dispiace, Isabel, ma non posso aiutarti. Ti sei cacciata in questa situazione da sola e Richard ha ragione. – prese la mano del ragazzo e la strinse con la sua – Lui è il Re, mio marito, e io devo rispettare le sue decisioni.”
“Partiremo alla volta di York tra due giorni, nel frattempo vi consiglio di rivedere le vostre priorità, Duchessa. – avvertì Richard poco prima di lasciare la stanza insieme a Anne. – Venite, mia cara, andiamo.”
Anne annuì stringendosi ancor di più al braccio di Richard e, prima di lasciare la stanza come lui aveva ordinato, lanciò un’ultimo sguardo con la coda dell’occhio in direzione di sua sorella e sospirò tristemente.


 
**


Più tardi, stesi nel letto a baldacchino, abbracciati l’uno all’altro, entrambi continuarono a pensare e ripensare a quello che era accaduto, alle parole scambiate durante la spiacevole conversazione con Isabel.
Anne non trovava pace, tantomeno sonno, e stava cercando in tutti i modi di combattere le lacrime di disperazione che stavano cercando una via per uscire e calmarsi per il bene suo e del bambino che portava in grembo.
“Mi dispiace per quello che è successo stasera, ma belle, mi dispiace che tua abbia dovuto sopportare tanta cattiveria.”
“Perché non mi avete detto che siete stato nominato suo protettore? – chiese lei alzando il capo – Perché lo avete tenuto nascosto?”
“Speravo che vostra sorella riuscisse a calmare il suo animo, superare il dolore e il lutto, e vivere una vita tranquilla a Tewkesbury con vostra madre. Purtroppo mi sono sbagliato, e ora sono costretto a prendere in mano la situazione, usare questo potere che avrei preferito non usare mai.”
“Come può odiarmi così tanto?” chiese Anne, forse più a se stessa che a Richard.
“Non vi odia, mia amata, non per davvero: lei odia me, quello che ho fatto alla sua famiglia, e sapere che voi avete scelto me piuttosto che lei le ha fatto dire parole che non pensava.”
“E allora perché mi sento così? – chiese alzando lo sguardo – Perché mi sembra di aver perso la mia unica sorella?”
Finalmente le lacrime tanto a lungo trattenute uscirono copiose, rigando le guance della bella Anne, e prontamente Richard la strinse più forte a lui e iniziò a cullarla come fosse una bambina.
“Va tutto bene, amore, va tutto bene. – le sussurrò all’orecchio – Sfogati, piangi, stringiti a me: domani andrà meglio e presto saremo a York, a Middleham, e quando torneremo a Londra stringerai tra le braccia il nostro Edward e tutto sarà dimenticato.”
Le baciò il capo, continuò a cullarla dolcemente, a lenire il suo dolore come meglio poteva. Anne continuò a singhiozzare per un tempo indefinito, disperata, e solo quando fu completamente stremata e sopraffatta dalla stanchezza riuscì a contenere il pianto e addormentarsi tra le forti e rassicuranti braccia di Richard.
“Mi dispiace, ma belle, - le sussurrò una volta che si fu addormentata – mi dispiace d’averti recato nuovamente dolore. Perdonami.”



 
*


Angolo Autrice: Quanto #mainagioia con questi Plantageneti. Spero non ci siate rimasti troppo male per l'atteggiamento di Isabel, tantomeno che la consideriate una str*nza, ma a modo suo anche lei soffre moltissimo.
Il prossimo dovrebbe essere più allegro, prevedo finalmente la nascita del figlio di Richard e Anne, e.... nulla, spero che il capitolo vi sia piaciuto nonostante il dramma e il ritardo nell'aggiornamento.
Alla prossima,
V.
  
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