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Autore: my shining world 7    17/05/2015    2 recensioni
Quanto può segnarti un avvenimento? Quanto puoi cambiare per qualcosa che neanche ricordi? Quante scelte difficili sarai costretto ad affrontare? Riuscirai a sconfiggere la tua paura?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo noioso ma che (mia Cara Marianna) non si può skippare u.u
Buona lettura

Non sapeva se mettersi o no a ridere. Quella situazione aveva un che di ironicamente comico. Forse era una semplice coincidenza, una davvero brutta coincidenza. Ma proprio il giorno del suo compleanno doveva succedere? Per giunta la seconda volta.
Si passò una mano fra i capelli bagnati e fece un lungo respiro. Poi guardò Marco e indicò con lo sguardo l’asciugamano che aveva indosso e Marco annuì “Karel... vieni.” Disse conducendola fuori dalla soffitta.
Karel fissava il vuoto. Perché Denis le assomigliava in maniera impressionante? Perché quel viso si era formato nella sua mente senza che lo avesse mai visto? Perché stavano succedendo tutte quelle cose strane?
Marco la scrutò con la coda dell’occhio sentendosi in colpa come non mai. Momento auto-coscienzioso che durò poco.
Denis uscì dalla soffitta stranamente calmo, scese al piano di sotto e raggiunse Marco e Karel, che lo aspettavano ansiosi in salotto, si sedette sul bracciolo della poltrona blu su cui sedeva Marco e prese un altro lungo respiro, innervosendo Marco. L’atmosfera era asfissiantemente tesa. Ma il racconto partì dalla bocca di uno dei due ragazzi in maniera così spontanea e scorrevole che pareva che vi fosse un narratore che raccontava una favola.
Per cercar di comprendere al meglio questa storia bisogna partire fin dal principio.
In un profumato giorno di primavera dalla casa Jason si udiva gran fermento echeggiare nell’aria tiepida. Tanta era la gioia che contagiava chiunque stesse lì nei pressi: era finalmente nata la piccola figlia di Alecsandr!
Quante persone andarono a vedere la neonata, quante persone l’avevano adorata! Zia May tra le più entusiaste, quanti regali che le portò.
Durante l’organizzazione della festa genitori e parenti erano indaffarati a decorare, cucinare, sistemare e la piccola Karel se ne stava silente nella sua culla . Ma non era sola, un bambino accanto a lei la guardava con le labbra storte in una smorfia molto corrucciata, che diceva tutto il contrario dei suoi occhi verdi, che brillavano di un’innaturale luce, brillavano di pura gioia.

Il bambino, nonostante all’apparenza paresse disprezzare Karel, dentro si sentiva come realizzato, fiero di essere accanto a quella bambina che aveva gioia e d energia infinite. Quei due convissero in una tipica aria di Amore-Odio.
 
Karel inarcò il sopracciglio e poi pensò ai due nomi che facevano spesso capolino nella sua testa “Quel bambino... è Diens?”  chiese guardando il vuoto  “Sì” le rispose Denis torturandosi le dita, Marco la scrutò “Ricordi qualcosa?” chiese speranzoso ma Karel scosse la testa “No, c’è solo questo nome che rimbomba spesso nella mia testa” disse mogia “Mh” mugugnarono i due sulla poltrona blu. Karel li scrutò per qualche minuto di silenzio.
Di colpo sbuffò e fece per uscire di casa “Non so cosa diamine stia succedendo e non voglio saperlo.” esclamò uscendo dal salotto e  dirigendosi verso l’uscita, Marco si alzò di fretta per raggiungerla “Karel aspetta” disse afferrandola per un polso. Pessima mossa. Karel si voltò verso di lui a gli puntò addosso uno sguardo glaciale, che Marco non le aveva mai visto fare, pieno di disprezzo “NON MI TOC-CA-RE!” sibilò per poi strattonare il suo polso, liberarsi dalla presa di Marco ed uscire da quella casa sbattendo la porta.
Marco rimase immobile e, se aveva previsto una brutta reazione da Karel, quella che aveva appena visto, era stata la peggiore.
Si passò una mano fra i capelli pensieroso. Voleva contenere la sua reazione.  Temeva di poter dire qualcosa di tremendamente sbagliato.
Karel si guardò intorno, prese il cellulare dalla tasca, digitò un numero che ormai aveva imparato a memoria e si portò il telefono all’orecchio attendendo “Si?” “Hei mi vieni a prendere?” chiese cercando di parlare con più dolcezza possibile “certo” “davanti casa mia” disse e chiuse la chiamata, rimise il cellulare in tasca e si avvicinò  alla strada.
In breve tempo arrivò la Jeep nera che Karel stava aspettando, Karel salì e l’auto si allontanò fulminea.

“Marco?” lo richiamò Denis “il piccoletto ha preso fondo..” disse indicando Dan, Marco gli si avvicinò e gli accarezzò i capelli, poi lanciò uno sguardo verso la finestra, dove un’ombra saliva su un’auto. Tornò a guardare il bambino “Dorme qui oggi” esclamò infine.
“Che bello rivederti” sussurrò Karel prendendogli la mano facendolo voltare il tempo giusto per un largo sorriso “Dove la porta mia signorina?” le chiese gentile “Ovunque, mi basta stare insieme” disse lei. Girarono per la città e si divertirono molto.
Arrivò mezzanotte “Hei tesoro, non si è fatto tardi per te?” le chiese Luca premuroso ma Karel scosse la testa “Perché non andiamo a casa tua?” chiese con voce tenera “A casa mia?” ripeté lui sorpreso e Karel annuì accennando un sorriso , che si allargò non appena tornarono in auto.
“Sei fortunata,  i miei sono fuori” disse Luca prendendola per mano ed entrando in casa. Accese la luce di ingresso “casa mia non è niente in confronto a quella di M...” Karel lo baciò “Non m’importa della casa, m’importa di te” disse baciandolo di nuovo e facendolo sorridere “beh non vorrai mica rimanere qui, spero. Vieni!” disse conducendola nella sua camera dove, una volta entrati, Karel prese la rincorsa e si tuffò sul letto “Woah è morbidissimo!” esclamò entusiasta facendo ridere il ragazzo “sei adorabile” le disse giusto in tempo prima di essere tirato  e finire sul letto a pancia all’aria “Ma che piccola burlona” le disse iniziando a farle il solletico, facendola ridere e contorcere “PIETA’, CHIEDO’ PIETA’!” strillava lei implorante “Non posso mia signorina, dovrebbe darmi qualcosa in cambio” disse dandole una pausa per  riprendere fiato, poi riprese a solleticarla “po...sso...con...cedere... un... bacio” disse lei tra una risata e l’altra facendo fermare Luca “Un bacio ha detto? Umh interessante” disse lui avvicinando i loro volti e facendo aderire le loro labbra, che si mossero in un bacio dolce e famelico “Più che interessante” disse lei in un momento di pausa.
Karel lo attirò a sé, sentendo il bisogno di un contatto fisico maggiore, un contatto che le togliesse dalla mente l’immagine di un bacio che non avrebbe mai dovuto dare.
Luca le baciò il collo, la mascella, tornò a baciarle dolcemente le labbra, aveva capito di cosa avesse bisogno la sua ragazza, ma non era sicuro che fosse la cosa giusta “Amore... sicura?” Karel annuì maledicendosi.
Con un tocco lieve Luca le sfilò la maglietta e Karel gli tolse la camicia accarezzando la pelle nuda “sei così caldo” gli disse e Luca la baciò con foga.
La fece stendere, le sfilò i pantaloni e rimase ad osservarla nel chiarore di luna che illuminava la sua pelle bianca “sei davvero meravigliosa” le disse chinandosi su di lei a baciarla sulle labbra, sul mento, sul collo, sulle clavicole e tornando alle labbra “sei ancora libera di rinunciare” le sussurrò guardandola nella semi oscurità, lei gli accarezzò il viso, facendogli intendere che doveva continuare.
Le lasciò un bacio fra i seni e scese a baciarle la pancia sino ad arrivare al linguine dove smise di baciarla e si mise ad accarezzarle le gambe, poi l’interno coscia, poi passò una mano sulle mutandine e ci giocò un po’, sentendo il corpo di Karel fremere ad ogni carezza. Le sfilò. Continuando ad accarezzarle l’interno coscia “Lu” soffiò lei e il ragazzo passò ad accarezzarla fra le cosce, preparandola, mentre l’accarezzava, indugiava con un dito all’entrata e quando la sentì abbastanza bagnata fece entrare un dito facendola sussultare. Iniziò a muoverlo provocandole piacere, aggiunse un secondo dito, il corpo di Karel aveva continue scosse di piacere sin che Karel arrivò all’orgasmo, gemendo.
Luca le porse una sua maglietta e si mise sotto le coperte accanto a Karel “grazie amore, è stato... è stato... bellissimo” esclamò lei felice accoccolandosi al suo ragazzo “grazie a te Karel, ti amo” le sussurrò sulla fronte “ti amo” disse lei addormentandosi fra le braccia del suo ragazzo.

Denis e Dan dormivano sereni nella camera di Marco che, al contrario, non era per nulla sereno e se ne stava in salotto, sulla poltrona blu a guardare la finestra.
Nel frattempo inventava varie scuse credibili da dire alla madre di Karel che, una volta tornata da lavoro non avrebbe trovato i figli a casa; per Dan le scuse potevano essere infinite, il problema era Karel. Non aveva la più pallida idea a che ora potesse tornare. Sempre se l’intenzione di tornare ce l’avesse.
Dopo averci rimuginato a lungo si decise, prese il cellulare e le inviò un messaggio ‘Dimmi almeno quando hai intenzione di tornare a prendere tuo fratello’ lo inviò e attese la risposta.

Luca non chiuse occhio, rimase ad osservare Karel che dormiva fra le sue braccia e l’accarezzava ogni volta che si agitava nel sonno, facendola calmare. Notò una luce lampeggiare e si guardò intorno cercando di vedere cosa la emanasse. Il cellulare di Karel. Si voltò a guardare la sveglia che segnava le 4.30 del mattino , ci rimuginò un po’ ma poi uscì delicatamente dalle coperte e colse il cellulare da terra: un messaggio da Marco. Strinse i denti costringendosi a non lasciar perdere appena vide la parola ‘fratello’ così torno al letto e smosse Karel per svegliarla “Che?” mugugnò lei,  lui le mostrò lo schermo del cellulare che le infastidì gli occhi, ma dopo un po’ riuscì a leggere e infine digrignò i denti sibilando ‘stronzo’. Luca la osservò rimanendo per un po’ in silenzio “Ti accompagno?” chiese piano e lei annuì. Si rivestirono e uscirono di fretta di casa.
Nel tragitto sino a casa di Marco rimasero in silenzio.
Luca accostò al marciapiede e Karel aprì la portiera “domani, stessa ora, davanti casa mia” disse lasciandogli un frettoloso bacio e scendendo fulminea dall’auto sbattendo lo sportello.
Luca non ripartì sin ché non vide Marco aprire la porta.
“Dov’è Dan?” chiese lei secca e fredda come ghiaccio “è di sopra a dormire” disse Marco atono, Karel lo spinse di lato e salì al piano di sopra entrando silenziosamente in camera di Marco “Karel?” bisbigliò un voce che la fece sussultare “Denis, che  ci fai qui?” chiese lei stupidamente avvicinandosi al letto  e guardando il suo fratellino dormire beatamente, poi spostò il suo sguardo nella penombra della stanza ed incontrò quello di Denis che la guardava con insistenza in modo strano  “Che c’è?” chiese lei ma lui non rispose, semplicemente scosse in modo lieve la testa, senza però smettere di guardarla “Die... Denis... smettila”  lui la guardò perplesso “Che sto facendo?” chiese preoccupato “mi fissi... in quel modo... strano... è inquietante!” lui sgranò gli occhi “sì, inquietante. E’ inquietante guardare i tuoi occhi , sono identici ai miei” disse lei affievolendo sempre di più la voce, Denis non poté trattenere un piccolo sorriso “lo so, lo so” “e allora smettila!”  “non posso” disse continuando a sorridere e intanto, in un momento di silenzio, un ricordo tornava a galla nella mente di Karel, un ricordo che mise a posto tutte le tessere del puzzle.

Allora splendori miei, come va? 
Vi ho fatti soffrire ancora? Se la risposta è sì vi dedico un bel PUAHAHAHA!
Detto questo spero abbiate capito quale rapporto c'è fra Karel e Denis.
Chissà cosa farà Karel, chissà come reagirà, come si svilupperà la situazione...
Ma niente panico! Purtroppo non vi lascerò sulle spine per molto tempo.
Ditemi cosa ne pensate di tutto sto casiiiino e chi è il vostro personaggio preferito.
BBBBaaacioni
La sempre vostra Jade

 
   
 
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