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Autore: Angelauri    17/05/2015    12 recensioni
A Miami è una splendida giornata estiva. Fa molto caldo e il team Austin e Ally si deve riunire. Il programma sarebbe quello di andare in spiaggia dopo aver discusso del nuovo video di Austin. Ma purtroppo succede qualcosa di inaspettato che trasformerà una bella giornata di sole e divertimento in un incubo per Austin, Ally, Trish e Dez. Come reagiranno i nostri protagonisti?
Dal testo:
"Pensai che al mondo ci sono diversi tipi di persone.
I simili, che vivono cercandosi a vicenda.
Gli opposti, che si attraggono come calamite.
Le anime gemelle, che si trovano sempre, anche se lontane.
E, infine, le persone come me ed Ally, che si cercano, si attraggono e si trovano nello stesso momento. Che sono simili, ma che sono anche agli opposti.
Quelle persone che sono complementari, fondamentali, indispensabili l'uno per l'altra.
Che da sole sono forti, ma che insieme sono indistruttibili, eccezionali.
E non importava se Ally non mi amava come l'amavo io, perché noi due eravamo quell'ultimo genere di persone.
Ci appartenevamo e nessuno avrebbe mai potuto cambiare questo."
Spero di avervi incuriosito e che leggiate questa mia prima fanfiction :-D
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ally Dawson, Austin Moon, Dez, Trish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per sempre

Ally

I remember life before
Faraway dreams and locking doors
Then you came, then you came”

Lo sguardo corse per l'ennesima volta sulle parole della canzone che avrei dovuto cantare quella sera, cercando di imprimerne il testo nella memoria. Una folata di vento, però, entrò dalla finestra aperta, facendo girare velocemente le pagine del mio diario. Sospirai : non sarei mai riuscita a ripassare, soprattutto se anche il vento mi giocava brutti scherzi.

- Fai un sonno di bellezza, mi raccomando! - aveva detto Trish la sera precedente, prima di andare via da casa mia.

E chi ci era riuscita a dormire?! Avevo passato tutta la notte a migliorare la base, le parole, gli accordi, e anche se sapevo tutto a memoria, non mi sentivo ancora pronta.
Mi ero già esibita su un palco, più volte, ma ero comunque agitata. Era come se ogni volta fosse stata la prima : le gambe fremevano impazienti, la mano scorreva sulla tastiera ansiosa di suonare, qualsiasi cosa sembrava andare storta. La stessa adrenalina pre-esibizione che mi assaliva ogni volta. Non so come spiegarlo, ma provavo come un mix di paura, eccitazione, felicità e ansia, che mi metteva lo stomaco sottosopra, che mi impediva di pensare a tutto il resto. Il ticchettio dell'orologio andava sempre allo stesso ritmo, eppure, avrei giurato che più desideravo che il tempo passasse, più il suo ritmo rallentava.
Mi lasciai cadere sul letto, consapevole che non sarei mai riuscita a chiudere occhio : ero piena di energie. Avrei potuto fare il giro dell'isolato a corsa senza fatica, ma dovevo aspettare che il resto del team arrivasse qui : avevamo deciso di partire tutti insieme per il teatro.
Sbuffai, impaziente. Mancava ancora mezz'ora e non sapevo cosa fare.
Il telefono squillò, segno che mi era arrivato un messaggio.

Da Austin a Ally
Hey, va bene se vengo in anticipo?

Inconsapevolmente, un sorriso comparì sul mio volto. L'effetto che lui mi faceva era straordinario, come se tutto il resto sembrasse improvvisamente lontano, senza importanza.

Da Ally ad Austin
Certo, ti aspetto.

Mi alzai, lasciando il telefonino sul letto, per andare a sistemarmi. Lo specchio mostrava una ragazza assai diversa da quella che avrebbe mostrato qualche anno prima. Ero cambiata, cresciuta, ora mi sentivo diversa : le mie paure e insicurezze erano sparite, una dopo l'altra, senza lasciar traccia. Ero più sicura di me, meno timida, e sì, anche più felice.
Sentii il campanello suonare. Austin era proprio in anticipo.
Diedi un ultimo sguardo a quello che indossavo : un paio di shorts, una camicetta rosa chiaro smanicata ed un paio di stivaletti scuri. I capelli erano sciolti, ma ordinati.
Scesi velocemente le scale ed andai ad aprire la porta.

- Hey. - disse Austin sorridendo.

- Hey. - ripetei io.

E poco dopo le sue labbra erano sulle mie, in uno di quei baci così dolci che ci eravamo scambiati poche volte. Quando ci staccammo, il sorriso di entrambi era ancora più grande.
Salimmo le scale ed entrammo in camera mia.

- Stavi provando? - chiese, notando la tastiera e gli spartiti.

- Sì, ma non riesco a concentrarmi. -

- Se mi facessi leggere il testo della canzone, potrei aiutarti. - continuò avvicinandosi al mio diario.

Con uno scatto afferrai il prezioso oggetto.

- Non toccare il mio quaderno! - esclamai.

Lui scoppiò a ridere, contagiando anche me.

- Voglio solo leggere cosa hai scritto. - si giustificò - Ieri sei stata così misteriosa! -
 

Flashback
I ragazzi entrarono in casa e salirono al piano superiore; avevo proposto di fargli ascoltare la nuova canzone per sentire i loro pareri.

- Allora, come si chiama la canzone? - chiese Trish, curiosa.

- Ecco, non ho ancora pensato ad un titolo... - risposi sinceramente.

Di solito il titolo era una delle ultime cose a cui pensavo.

- Ma il testo l'hai scritto, vero? - aggiunse.

- Sì, certo. -

L'avevo finito poco prima, ma ne ero abbastanza soddisfatta : certo, servivano ancora delle modifiche, ma avrei potuto lavorarci quella sera.
Intanto, loro si erano tutti sistemati per la stanza : Dez era vicino alla finestra, Trish sul letto, Austin era accanto alla tastiera, pronto per ascoltarmi.
Presi il quaderno dalla scrivania e cominciai a cercare la pagina, ma mi venne in mente una cosa. Quella canzone era davvero speciale, una delle più importanti per me. Ed era per Austin.

- Però, voglio che il testo rimanga una sorpresa. - dissi alzando il capo e riponendo il quaderno al suo posto.

- Ma come? Sono curioso! - ribatté Dez.

- Lo so, ma voglio prima migliorarla. - spiegai - Se volete vi faccio sentire la melodia. -

Loro annuirono ed io cominciai a suonare. Era una melodia dolce, diversa da quelle allegre che di solito componevo per Austin, ma ne furono tutti entusiasti.
Poi passammo circa una mezz'oretta a metterci d'accordo su luci, costumi, orari vari, fino a quando decisero di tornare a casa. Dez e Trish se ne andarono quasi subito, ma Austin si trattenne ancora per un po'.

- Allora, di cosa parla la canzone? - domandò con un sorriso, mentre camminavamo per il giardino mano nella mano.

- Non te lo posso dire, ci tengo che sia una sorpresa. - ripetei.

L'aria era fresca, ma si stava benissimo.

- Daiii! - continuò, facendomi la faccia da cucciolo - Per favoreee -

Ammetto che era difficile resistere alla sua faccia da cucciolo, ma lo feci, seppur non riuscendo a rimanere seria.

- Mi dispiace, ma non funziona. - dissi ridendo.

- E se ti dessi un bacio? - ribatté.

Scossi la testa : ero decisa a non demordere.

- Okay. - si arrese con un sorriso - Il bacio, però, te lo do lo stesso. -
 

In effetti, non gli avevo dato neanche un indizio sulla canzone. Ma c'era un motivo, ed ero sicura che alla fine non gli sarebbe dispiaciuto aver dovuto aspettare un po' di tempo in più.

- Dimmi almeno come si chiama. - aggiunse.

Lo sapeva che non sarei riuscita a resistere ancora a lungo, soprattutto se lui continuava ad insistere.

- E va bene, si chiama “Parachute”. - gli rivelai.

- Posso leggerla? -

Il campanello suonò di nuovo : anche gli altri erano in anticipo.

- Mi dispiace, ma devo andare ad aprire. - risposi.

- Salvata in extremis. - commentò, per poi accompagnarmi giù - Vuol dire che aspetterò... -

E sorridendo, mi diede un veloce bacio sulla guancia.
 

Austin

Quando arrivarono anche Trish e Dez, il silenzio che era in casa scomparve completamente.
Dez, che era il più ansioso di tutti, cominciò a ripeterci da cima in fondo tutto il programma e, essendo molto informato, ci spiegò tutto nei minimi particolari. Si era infatti appuntato tutte le cose da fare, obbligato da Trish, che intanto si era già fatta licenziare da teatro.

- Allora, abbiamo orari ben precisi : alle tre e mezzo si parte da casa, per poi arrivare a teatro circa mezz'ora dopo. Lì, troveremo ovviamente molta confusione : ci saranno tecnici, il personale delle varie sale e cominceranno ad arrivare anche degli spettatori, nonostante lo spettacolo cominci intorno alle cinque. - cominciò - Probabilmente dovremo aspettare un po', ma ci verrà dato un camerino, dove potremo prepararci. Inoltre, ci hanno prenotato quattro posti, per farci guardare lo spettacolo. -

Ally, infatti, non sarebbe stata l'unica ad esibirsi. Lo show serviva a raccogliere fondi, che sarebbero stati poi donati in beneficenza a un'organizzazione che aiutava i bambini in Africa, e vi si sarebbero esibiti vari ballerini, cantanti e musicisti.

- Va bene, allora ci rimangono ancora due ore. - commentò Trish, per poi rivolgersi a noi ragazzi - Voi vi siete portati dietro un completo elegante? -

Io e Dez ci guardammo : nessuno dei due ci aveva minimamente pensato.
Lui osservò il suo outfit attuale : pantaloni zebrati e maglietta con la stampa di un gatto.

- Questi non vanno bene? - domandò.

Stavo per ridere, ma notando lo sguardo di Trish ci ripensai.

- Menomale che ci ho pensato io. - sospirò, prendendo da delle buste che si era portata due completi - Questi sono per voi, sono due smoking. -

- Grazie. - le dissi.

Poi, riferendosi solo al rosso, lei continuò - Il tuo è stravagante, come piace a te. -

- Awww grazie! - esclamò lui, abbracciandola.

La scena che ne seguì fu piuttosto comica : Trish cercava in tutti i modi di non scacciare malamente Dez, ma si capiva che le faceva piacere essere stata d'aiuto.
Quando lui si staccò, lei prese le altre due buste rimaste.

- E questi sono per noi due. - disse con un sorriso ad Ally - Spero che ti piaccia! -

Anche lei la ringraziò.
Era bello sapere che qualunque cosa servisse, ci saremmo sempre aiutati. Era qualcosa che ti faceva sentire bene, quasi al sicuro, perché era come avere sempre a disposizione un'ancora di salvezza. Ed era anche quello di cui più ringraziavo la musica : non di avermi fatto diventare famoso, non dei premi e dei concerti, ma di avermi fatto realizzare il mio sogno e, soprattutto, di avermi fatto trovare degli amici come Ally, Trish e Dez.
Noi non eravamo quel tipo di amici che non litigano mai, anzi, sarebbe stato strano non bisticciare. E non eravamo neanche quel tipo di amici che se ne stanno tutti tranquilli...
Quante ne abbiamo combinate! Canzoni rubate, innamoramenti, torte in faccia, scherzi, gare di chili, notti in campeggio, lotte con un canguro... Ma, ve l'assicuro, non cambierei nulla di quello che abbiamo fatto, neanche una virgola.
Tutto quello che abbiamo affrontato ci ha resi quello che siamo ora.
Ci siamo cambiati a vicenda, essendo sin dal principio persone con caratteri assai differenti tra loro, rimanendo però sempre gli stessi : Dez, che si emoziona ad ogni film romantico, con i suoi vestiti color arcobaleno e la telecamera in mano, la fissa degli Zalieni e quel modo di fare che ci ha fatto sempre ridere, spazientire e ancora ridere; Trish, con il suo carattere schietto, ma allo stesso tempo dolce, e con i suoi mille lavori, che ci ha sempre aiutato a diventare gli artisti che desideravamo, nonostante gli orari e i contratti che spesso non erano quelli giusti; Ally, con quell'adorabile vizio di mordersi i capelli quando è nervosa, che cerca sempre di darti una mano e che, pur di non farti soffrire, non critica mai quello che fai; lei, che ama l'amore e che lotta per quello in cui crede, che riesce a partecipare a qualsiasi club e che passa tutta la notte a comporre una canzone con te. Ed io, che ho imparato a prendere decisioni importanti senza cambiare idea un centinaio di volte, che faccio ancora fatica a comunicare i miei sentimenti, che vado matto per i pancakes e che senza una chitarra in mano mi sento perso.
Diversi ma sempre gli stessi : più maturi (si spera), meno infantili (anche se ho qualche dubbio in proposito) e ancora più uniti.
E mi piaceva pensare che lo saremmo stati per sempre.

- Che ne dite, si pranza? - chiese Dez, il cui appetito non era mai diminuito.

Noi tre annuimmo, con un sorriso.

- Chiamo Steve (il pizzaiolo) per quattro pizze metà funghi e metà salsicce? - aggiunse allora.

Sì, credo che anche le famose pizze di Steve rimarranno per sempre con noi...

- Io passo. - disse Ally.

- Io pure. - concordò Trish.

Ed io mi unii a loro.

- Okay, allora prepariamo qualcosa! - esclamò lui - Sapete, sono un ottimo cuoco! -

- Sì, ma penso che cucineremo io e Trish - ribatté Ally - Mio padre ci tiene alla cucina. -

Dez, senza nulla da fare, mi propose una partita ai videogiochi. E chi poteva rifiutare?
 

Ally

Le tre e mezzo si stavano ormai avvicinando e quella che prima era agitazione, penso che in realtà fosse solo la calma prima della tempesta.

- Avete preso tutto? - chiese papà, tornato dal Sonic Boom e già pronto con il suo smoking.

- Penso di sì. - risposi.

Austin e Dez stavano mettendo in macchina tutti i vestiti e le varie cose da portare, mentre Trish era al telefono con i dirigenti del teatro.

- La mia piccolina si esibisce a teatro. - commentò poi, con gli occhi lucidi - Io e tua madre siamo fieri di te. -

Senza pensarci due volte, lo abbracciai. In fondo, era anche merito suo se mi ero così appassionata alla musica, vivendo sempre a contatto con spartiti musicali e strumenti. Ed era anche grazie al Sonic Boom se stavo finalmente realizzando il mio sogno.

- Mamma non può venire, ma Dez registrerà tutta la tua esibizione, così potrà vederla. - aggiunse.

Io mi staccai e lo ringraziai.

- Su, ora andiamo. - disse - O sconvolgeremo tutto il programma. -

Gli diedi un bacio veloce sulla guancia e insieme agli altri, ci dirigemmo in macchina.

- Pronta? - mi chiese Austin, che si era seduto vicino a me.

Scossi la testa.
Lui, in risposta, mi stinse forte la mano.

- Ce la farai, tranquilla. - mi sussurrò - E se hai paura, basta che mi stringi la mano e troveremo un modo per affrontare tutto il resto. -

Gli sorrisi, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Per me è sempre stato così, ho sempre avuto quella paura che si ha prima di dover fare qualcosa di importante, prima di un'interrogazione o di un'esibizione.
Paura, ma non di andare male...
Paura di deludere gli altri.
Il mio sguardo viaggiò per quella macchina, da Trish a Dez, fino ad Austin. Avevano fatto di tutto per me, sin dall'inizio, ed ora è solo grazie a loro se posso esibirmi.
Ma se rovinassi tutto?
Non posso neanche immaginare come mi sentirei dopo.

- Sai che ci saranno un sacco di altri cantanti famosi? - domandò Dez.

- Ce lo hai ripetuto un centinaio di volte. - commentò Trish.

Lui la guardò abbastanza male, ma la sua battuta non diminuì il suo entusiasmo.

- Spero di incontrare Taylor Swift! - continuò - Sono un suo grande fan! -

- E sappiamo anche questo. - borbottò Trish.

Sembrerà strano, ma era rilassante sentirli punzecchiarsi a vicenda : era come se fosse un giorno qualunque, era la normalità.
Il viaggiò duro poco, come previsto, e arrivammo a teatro in perfetto orario, cosa che fece tranquillizzare Dez. Entrammo dalla porta secondaria, alla ricerca di qualcuno del personale che ci desse informazioni, ma erano tutti davvero impegnati.

- Io vado nella sala principale. - mi disse papà - Qui sarei solo d'intralcio e poi, devo prendere un posto per lo spettacolo. -

- Okay. -

- Buona fortuna tesoro. - mi augurò.

- Aw grazie signor Dawson! - esclamò Dez abbracciandolo.

Papà roteò gli occhi, ormai abituato al nostro amico, e si allontanò da noi.
Poco dopo, una ragazza dello staff si accorse di noi e ci portò a dei camerini : ci saremmo potuti cambiare tutti qui, grazie alla grande quantità di spazio.
Arrivati alle porte ci separammo : io e Trish entrammo in una, Dez ed Austin in un'altra.
Prima però diedi un ultimo sguardo ad Austin e lui capì quanto la mia agitazione fosse aumentata.

- Ci vediamo tra poco, okay? - mi tranquillizzò.

Annuii e mi preparai psicologicamente ad una seduta di trucco e acconciature con Trish.
 

Austin

Diedi un'ultima sistemata ai capelli, guardandomi nello specchio, e indossai la giacca. Il mio completo era semplice, bianco e nero, con un cravattino : elegante ma giovanile. Quello di Dez, che invece si stava mettendo le scarpe, era... come dire... alla Dez : colorato e appariscente; lui ne era entusiasta.

- Direi che siamo pronti. - dissi.

- Sì, penso che farò conquiste stasera. - esclamò - Sarò l'uomo che sussurra all'amore! -

Stavo per fargli notare, per l'ennesima volta, che nessuno lo ha mai chiamato così, ma decisi di non intaccare il suo entusiasmo.
Uscimmo dal camerino e aspettammo che arrivassero anche Ally e Trish.

- Siamo in ritardo con la tabella di marcia... - borbottò Dez.

Cosa che non era vera, ma ripeterla sembrava tranquillizzarlo. Bussò al loro camerino e in risposta una voce, quella della riccia, ci informò che avevano quasi finito.
E così, poco dopo, anche loro ci raggiunsero : Trish indossava un vestito rosso, con lo spacco laterale, mentre Ally portava un abito viola, corto davanti e lungo dietro. Era bellissima.

- Allora? - chiese Trish.

- Wow ragazze, siete uno schianto. - rispose Dez, avviandosi verso il corridoio che ci avrebbe portato al palco - Ma ora dobbiamo andare. -

Trish lo guardò piuttosto male, forse per aver così minimizzato il suo lavoro, ma lo seguì.
Io presi Ally per mano, mentre ci incamminavamo anche noi, e le sorrisi.

- Sei meravigliosa, lo sai? - le sussurrai.

Lei arrossì, cercando di non darlo tanto a vedere.

- Anche tu stai molto bene. - ricambiò.

Sembrava tranquilla, ma mi bastò guardarla negli occhi per capire quanto fosse agitata in realtà.

- Non essere nervosa. - le dissi - Sei una cantante straordinaria. -

- Non ci riesco... - ribatté.

Le strinsi più forte la mano, che tremava più ci avvicinavamo al palco.
Avrei voluto tranquillizzarla, ma non sapevo che dire. Era una battaglia che si svolgeva dentro di lei da sempre, tra lei e le sue paure, ed io purtroppo non potevo fare molto. Era lei che doveva vincere, da sola; io potevo solo supportarla.
Come aveva previsto Dez, c'era un gran via-vai di gente dietro le quinte e mancava poco all'inizio dello spettacolo. C'era una strana frenesia nell'aria, come di trepidante attesa. E anche se io non mi sarei dovuto esibire, mi feci coinvolgere da quella sensazione di agitazione mista a felicità : era una delle parti più belle di uno spettacolo, l'attesa di esibirsi.
Un ragazzo dello staff, con in mano una lista dei partecipanti allo show, ci si avvicinò.

- Ally Dawson? - domandò. Stava probabilmente controllando che fossero arrivati tutti.

Lei annuì.

- Sarà la quinta ad esibirsi. - comunicò, per poi girarsi verso di noi - Gli accompagnatori devono cominciare a prendere i propri posti. -

- Non potrei restare qui? - chiesi. Non volevo lasciare Ally da sola, non nel momento in cui aveva più paura.

- Sì, ma gli altri devono andare in platea. Non c'è molto spazio qui. -

Detto ciò, il ragazzo corse verso un'altra direzione.

- Allora noi andiamo. - disse Dez - In bocca al lupo Ally! -

Trish invece l'abbracciò.

- Siamo tutti felicissimi per te. - bisbigliò - Sapevo che saresti riuscita a realizzare i tuoi sogni. -

- Grazie Trish, ti voglio bene. - rispose lei.

Poi, come richiesto, si avviarono verso i loro posti.
Ally si girò verso di me.

- Grazie per essere rimasto. -

Io le sorrisi e ci andammo a sedere insieme ad altri artisti, in attesa che iniziasse lo spettacolo.
Poco dopo il brusio che proveniva dalla platea aumentò sempre di più, fino a quando la presentatrice, una donna bionda con un abito verde e lungo, salì sul palco.

- Benvenuti in questo magnifico teatro. - esclamò sorridendo - Io sono Emily Smith e, per questa sera, presenterò i vari artisti. Come sapete il ricavato della serata andrà in beneficenza e vi ringraziamo in anticipo per le donazioni. Ma ora, senza indugio, vi presento la prima artista, la violinista, Beatrice Robotham. -

Una dopo l'altra si esibirono persone davvero talentuose : una cantante lirica, un pianista e un comico. Erano tutti bravissimi e mancava solo un'altra esibizione al momento di Ally.
La quarta artista era una ballerina di danza classica, che metteva in scena un balletto de “Il lago dei cigni”.
Ally, seduta accanto a me, cominciò a battere ritmicamente il piede sul pavimento, agitata.

- Vieni con me. -

La presi per mano e la portai lontano dagli altri artisti, dietro a una serie di macchinari.

- Austin, io non ce la posso fare. - disse - Sono tutti così bravi, ed io... -

La guardai negli occhi e capii che era nel panico. L'abbracciai senza pensarci due volte.

- Io non voglio deludervi. - sussurrò contro il mio petto.

Mi staccai leggermente, per vederla in viso.

- Tu non potresti mai deluderci. Sei fantastica! - ribattei - E poi, in questo momento, non devi pensare a noi, devi pensare a te stessa e alla musica. Lascia che ti entri nel cuore, vivila. È il tuo momento. -

- E se sbagliassi? -

- Non importa, lo sai. L'unica cosa che conta è che tu salga su quel palco e faccia vedere a tutti che cosa sai fare. - continuai - Ally, la musica fa parte di te. Ti basterà toccare i tasti del piano per dimenticarti di tutto il resto. E ci sarete solo tu e la musica. -

Lei mi sorrise, mentre l'esibizione della ballerina stava per finire.

- E se mi blocco? - domandò.

- Guarda me. - risposi - O immagina tutti in mutande. -

Rise e la sua risata contagiò anche me.
Poi ritornammo ai nostri posti, poiché di lì a poco sarebbero venuti a chiamare Ally.
 

Ally

- Signorina Dawson. - mi chiamò la ragazza che aveva avvisato anche gli artisti che era giunto il loro turno - Ora tocca a lei. -

Annuii e strinsi forte la mano di Austin. 

- Pronta? - mi chiese.

- Pronta. - affermai.

E seguimmo la ragazza che mi aveva chiamato fino alle scalette che mi avrebbero portato sul palco. Nascosti dal sipario, osservammo la fine del balletto.

- Io sarò qui a guardarti. - mi comunicò Austin.

Gli sorrisi.
La musica terminò e un applauso si levò dalla platea.

- E questa, era la straordinaria Cecilia. - esclamò la presentatrice, con il suo solito sorriso.

E mentre la ragazza faceva un inchino e se ne andava, notai che stavano già portando il pianoforte sul palco.
Le mani formicolavano, le gambe tremavano leggermente, ma ero pronta.

- Ed ora, signore e signori, una fantastica cantante emergente, Ally Dawson! - continuò Emily Smith.

Lanciai un ultimo sguardo ad Austin e salii sul palco. Venni accolta da un caloroso applauso e mi sedetti al pianoforte.
Il cuore batteva all'impazzata.
Il pubblicò fece silenzio, in attesa che iniziassi.
Inspirai. Espirai.
E posai le dita sui tasti del piano : loro sapevano cosa fare.
Cominciai a suonare e mi lasciai avvolgere da quella dolce melodia.

I remember life before
Faraway dreams and locking doors
Then you came, then you came
Afraid to fall, to be free
Always mine own worst enemy
Isn't what, what you see
I took time to realize
That I couldn't do it by myself, myself”

Le dita scorrevano sicure sui tasti, ormai non avevo più paura. Ero solo felice, immersa nella mia musica, come avevo sempre desiderato.

“There's no gravity when you're next to me
You will always break my fall, like a parachute
When you're holding me so weightless I can barely breathe
You will always break my fall, my fall
Like a parachute
You're my parachute”

Guardai nella direzione di Austin, e notai che sorrideva. Aveva capito che la canzone parlava di lui, di come mi facesse sentire. Lo guardavo ed era come se il pubblico non ci fosse.
C'eravamo solo noi due e la musica.

“With you it all begins
Feeling okay in my own skin
So alive, I'm so alive
I know this life isn't gonna be perfect
The ups and downs are gonna be worth it
As long as I'm, I'm with you

There's no gravity when you're next to me
You will always break my fall, like a parachute
When you're holding me so weightless I can barely breathe
You always break my fall, my fall
You're my parachute”

Ogni parola veniva dal mio cuore e non serviva altro per comunicargli quello che provavo.
A noi non sono mai servite le parole, o i “ti amo”. Ci bastava una canzone, un abbraccio, uno sguardo. Ed io lo guardavo e mi sentivo a casa, mi sentivo bene.

“When I'm standing at the edge
It's such a long way down
And I second-guess myself
You better catch me now
Woah-oh, woah-oh
Woah-oh, woah-ooh
Never touch the ground

There's no gravity when you're next to me
You will always break my fall, like a parachute
When you're holding me so weightless I can barely breathe
You will always break my fall, my fall
Like a parachute
You're my parachute”

La canzone finì e un forte applauso mi riportò alla realtà. Guardai verso la platea ed il pubblico era di nuovo lì, entusiasta della mia performance.
Mi alzai e raggiunsi la conduttrice, che intanto era salita sul palco.

- Una canzone bellissima, complimenti. - disse attraverso il microfono - Signore e signori, Ally Dawson. -

Feci un piccolo inchino e, accompagnata dagli applausi, scesi dal palco.
 

Austin

Ally mi raggiunse, con un sorriso meraviglioso in viso, ed io la baciai.

- Vedo che la canzone ti è piaciuta. - commentò allontanandosi di qualche centimetro, mentre io la tenevo in vita con le braccia.

- Tantissimo. - bisbigliai con un sorriso, posando di nuovo le mie labbra sulle sue.

Sarei rimasto lì con lei per sempre, ma dovevamo raggiungere gli altri.

- Grazie di tutto, senza di te non ce l'avrei mai fatta. - disse mentre, mano nella mano, ci dirigevamo verso la platea, alla ricerca dei nostri posti.

- Io non ho fatto nulla. - ribattei - Hai fatto tutto da sola, te l'ho detto che sei fantastica! -

Lei mi sorrise.

- Oh, ecco Dez! - esclamò.

In effetti, il completo di Dez spiccava tra tutti gli altri, nell'originalità del suo color arcobaleno. Accanto a lui c'erano anche Trish e il signor Dawson e poi due posti liberi per noi.
Li raggiungemmo e ci sedemmo ai nostri posti.

- Bravissima Ally! - si congratulò Trish - Sei stata fantastica. -

- Sono orgoglioso di te. - continuò il signor Dawson, commosso.

- Ed io ho ripreso tutto! - aggiunse Dez.

Ally li ringraziò e finalmente ci godemmo lo spettacolo.
Si esibirono molti altri ragazzi, uno più bravo dell'altro. Il tempo passò velocemente, tra risate, applausi e performance, e verso le sette la conduttrice ci annunciò la fine dello spettacolo.

- E questa, era la nostra ultima esibizione. - disse - Vi ringraziamo di aver assistito a questo show e di aver donato soldi per la nostra causa. -

Un ultimo applauso inondò la sala e uno dopo l'altro, tutti i vari spettatori se ne andarono. Noi invece andammo prima a cambiarci e poi uscimmo dal teatro, ritrovandoci nella fresca aria della sera.

- È stata una serata perfetta! - esclamò Trish.

- Io sono anche riuscito a farmi fare un autografo da Taylor Swift! - ci annunciò Dez.

- Davvero? - chiesi.

- Sì, l'ho incontrata mentre andavo a comprare qualcosa da mangiare. - spiegò mentre mi mostrava il pezzo di carta con la firma della cantante - Non ho trovato nulla da mangiare, ma guarda cosa ho ottenuto! -

Dire che era entusiasta sarebbe stato poco.
Io intanto, osservavo Ally : non l'avevo mai vista così raggiante. Era felice e lo ero anche io.
Incontrai il suo sguardo e non sentii nemmeno quello che stava dicendo Dez.
Difatti lui mi passò una mano davanti agli occhi.

- Mi hai sentito? - domandò.

- Emh no... - risposi.

- Ho fame. - ripeté - Andiamo a mangiare qualcosa in un ristorante? -

- Possibile che pensi solo a mangiare? - ribatté Trish, facendoci ridere.

- Voi andate pure. - disse il signor Dawson - Io torno a casa. -

Ally lo salutò e in poco tempo quasi tutta la strada davanti al teatro si svuotò della gente venuta per lo spettacolo.

- Andiamo? - chiese Dez.

Presi Ally per mano e lei mi sorrise.

- Andiamo. -
 

Ally

La cena fu fantastica : mangiammo, chiacchierammo, ridemmo... Una di quelle serate che non dovrebbero finire mai. Una volta terminato il pasto, pagammo il conto e uscimmo dal ristorante, che era vicino alla costa.

- Non posso credere che sei riuscito a sporcarti la maglietta anche questa volta. - commentò Trish, osservando la maglia di Dez, dove appariva un'enorme macchia di sugo.

- Se non ti sporchi almeno un po', non c'è gusto a mangiare le polpette! - ribatté lui.

La riccia ovviamente roteò gli occhi, mentre io ed Austin ridacchiavamo.

- Ma se tuo padre è andato via, noi siamo senza macchina... - rifletté poi Austin.

Annuii. Non ci avevo ancora pensato.

- Quindi dovremo andare a casa a piedi? - chiese Dez - Evviva! -

Nessuno capì il suo entusiasmo, poiché eravamo stanchi e avevamo appena finito di mangiare.

- Se sei così felice, non ti dispiacerà portare le mie buste. - disse Trish.

Dez fece un verso di disapprovazione ma, in men che non si dica, le buste erano nelle sue mani.
Li salutammo e li vedemmo allontanarsi verso le loro case, che erano poco distanti.
Io e Austin rimanemmo soli.

- Allora, andiamo a casa anche noi? - domandai.

- Ho un'idea migliore. - rispose lui - Che ne dici di una passeggiata sulla spiaggia? -

- Mi piacerebbe molto. - affermai con un sorriso.

E così, mano nella mano, ci avviammo verso la spiaggia. Mi tolsi le scarpe, prendendole con la mano libera, e posai i piedi sulla sabbia ancora tiepida. Austin fece la stessa cosa.
Il sole stava tramontando solo in quel momento, tingendo il cielo di mille colori, che andavano dall'azzurro all'arancione, al rosa. Non c'erano nuvole ad oscurare il paesaggio e il sole, che aveva quasi i toni del rosso, cominciava a sparire dietro l'oceano, particolarmente calmo.
Guardai Austin, di nascosto, e notai come osservava ogni singolo angolo di quel pezzo di mondo, che da quel giorno sarebbe stato anche un po' nostro.
Sulla spiaggia non c'era quasi nessuno, tranne qualche surfista e una famiglia che stava ormai andando via.
Passeggiammo per un po', fino a trovare un posto perfetto per stare ad ammirare il tramonto.
Ci sedemmo, lasciando poco più in là le nostre scarpe, ed io appoggiai la testa sulla spalla di Austin, mentre il sole all'orizzonte si faceva sempre più piccolo. Illuminati da quegli ultimi raggi di sole, restammo in silenzio per qualche minuto, avvolti dal dolce rumore delle onde che si infrangevano debolmente contro qualche scoglio.

- Sai, penso che il mio desiderio si sia avverato. - dissi, immersa nei miei pensieri.

Austin mi guardò confuso.

- Quel desiderio che ho espresso quando siamo andati al cinema, lanciando la monetina nella fontana. Ricordi? - spiegai.

Lui annuì.

- Ho affrontato le mie paure. Sono felice. - pensai ad alta voce - E sono qui con te. -

- Avevi chiesto questo? - chiese.

- Sì, beh l'ultima parte no, perché ero convinta di non provare più nulla per te, ma penso che faccia parte del mio “essere felice”. - continuai.

- Fa parte anche del mio “essere felice”, allora. - aggiunse sorridendo - Ma penso che tutto questo non sia merito della monetina o della fortuna : io ti ho sempre amato. E mi piace pensare che, in qualche modo, ci siamo appartenuti sin dall'inizio, anche da amici. -

- Concordo pienamente. - dissi.

Lui si voltò verso di me e mi baciò, dolcemente. E fu come se il tempo si fermasse, come se fossimo in una fotografia. E in quell'infinita pausa, in cui le sue labbra erano sulle mie e le mie braccia erano attorno al suo collo, mi resi conto che non avevo neanche bisogno di respirare.
Lui era come l'aria per me. Era vitale.
Perderlo sarebbe stato come vivere in un mondo senz'aria.
E senz'aria io non posso respirare, non posso vivere.
In qualche modo, il mio cuore mi diceva che per lui era la stessa cosa.
Le sue labbra si allontanarono leggermente e il tempo riprese a scorrere. I suoi occhi erano fissi nei miei e non avevamo bisogno d'altro. Lui sapeva tutto di me. Io sapevo tutto di lui. E quello che ci legava era unico.
Riposai la testa sulla sua spalla.
Il sole era quasi completamente scomparso, ma c'era ancora luce e l'aria era calda. Le onde non arrivavano a toccarci, ma sarebbe bastato allungare una gamba per toccare l'acqua fresca.

- Io non so quello che succederà. - disse Austin stringendomi la mano - Non posso sapere quello che ci riserva il futuro... Ma vorrei che tutto questo durasse per sempre : io, te e il nostro amore. -

Presi una manciata di sabbia, pensando, e la lasciai cadere piano piano, con il vento che la portava lontano. Gli avrei voluto dire un sacco di cose, ma a volte la mente ha bisogno di più tempo per capire quello che il cuore già sa.

- Neanche io so cosa succederà. - affermai - Ma ora non mi importa. -

Il suo sguardo incontrò di nuovo il mio.

- Non importa. Io sono con te adesso ed è questo quello che conta. - ripetei - Noi siamo come granelli di sabbia. Il vento forse ci porterà lontano, forse ci allontanerà. O forse no. Ma ho come la certezza che, in qualche modo, noi ci ritroveremo sempre, nonostante tutto. -

- Lo sai che ti amo? - sussurrò lui, guardandomi dolcemente.

- Ed io amo te. - risposi sorridendo.

Il cielo cominciò a farsi più buio, dato che il sole era ormai tramontato, e piano piano tutti i colori che prima lo rendevano una tela variopinta si confusero con il blu della notte.
Una dopo l'altra apparirono anche le stelle, e poi la luna.
E in quella sera perfetta d'estate, capii che è vero che a volte i desideri non si avverano, che è vero che non tutti hanno un lieto fine e che è vero che i “per sempre” non sono per tutti.
Ma noi eravamo un'eccezione.
Un'eccezione che capita una volta nella vita, quando meno te l'aspetti.
Un'eccezione che magari capita mentre lavori nel negozio di strumenti di tuo padre, quando incontri un ragazzo biondo dagli occhi color cioccolato che suona la batteria con dei corndog invece che con delle bacchette, ripreso con la videocamera da un suo amico, completamente ignaro del cartello “Please do not play the drums”.
Una di quelle eccezioni che ti cambiano la vita, per sempre.

 

Angolo Autrice

Lo so, sono in super ritardo, ma eccomi qui con il ventesimo capitolo della storia, l'ultimo *sigh*.
Spero davvero che vi piaccia, perché ci tengo che sia speciale.
La canzone nel capitolo è Parachute e i vestiti sono gli stessi dell'ultimo episodio della terza stagione di A&A.
Il titolo di tutta la fan fiction è preso dalla canzone No Air, ma non so dirvi chi la canta, perché io l'ho ascoltata su Glee e me ne sono innamorata.
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate, e tutti quelli che hanno recensito o anche solo letto i capitoli.
Insomma questa è la mia prima storia e non mi sarei mai aspettata che potesse farmi conoscere così tante persone. Non avrei mai pensato, soprattutto, di riuscire a finirla, ma se ce l'ho fatta è anche grazie al vostro sostegno.
Senza di voi non sarebbe mai stata la stessa cosa. Grazie mille!
Vi voglio bene!
Baciii
 

   
 
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