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Autore: MrRaider    17/05/2015    1 recensioni
Dopo la morte di Terzo, Deus ha deciso di sostituirlo con un altro partecipante, e ha scelto l'eroe americano Jack Bauer, che ha da poco salvato Londra da un altro attentato terroristico e che ha accettato di partecipare. Se la caverà Jack? Riuscirà a vincere il Survival Game?
____
"-Credetemi.- disse ora Jack. -Voi non sapete di cosa sono capace. E se qualcuno di voi si metterà sulla mia strada lo ucciderò.-"
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yukiteru Amano, Yuno Gasai
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Quarto

Tutta quella fatica sprecata per nulla. Quella missione era stata un vero fallimento: Kasugano non era lì. Si sentiva un completo imbecille per essersi fatto fregare da Quarto. Jack era ancora alla stazione di polizia e insieme a Nishijima stava cercando la via d’uscita.

-Di qua.- disse a Nishijima, aprendo la porta della sala interrogatori.

Appena la aprì Nishijima notò l’enorme buco al centro della stanza e i due colleghi storditi in un angolo  della stanza

-Non li ho uccisi, li ho soltanto addormentati. Si riprenderanno fra qualche oretta. Scendiamo qui.-

I due saltarono nel buco, ritrovandosi in un corridoio buio delle fogne. Jack prese dalla borsa una pila e la mappa della fogne, poi fece un cenno con la mano al poliziotto di seguirlo.

-Ti sei preparato bene, Jack.- commentò lui, seguendo Bauer

-Diciamo che quando preparo un piano cerco di controllare tutto, per evitare che qualcosa vada storto… come stavolta…-

-Dimmi Jack. Vorrei sapere una cosa Il commissario ci ha fatto vedere una cosa, proprio ieri: riguardava te, e il tuo passato.-

Jack si fermò in un angolo, e così fece anche Nishijima

-Il mio passato?- chiese Jack

-Sì. Ci ha mostrato un fascicolo: presentava un reato che a quanto pare hai commesso quattro anni fa a New York, durante l’accordo di pace. Il rapporto diceva che hai tentato di assassinare il Presidente russo,  che hai ucciso due diplomatici russi, e secondo le informazioni, avresti squartato la pancia di uno dei due… E’ vero, o era… soltanto una bugia?-

Jack abbassò il capo, mentre i tristi ricordi di quattro anni fa gli tornavano nella mente. Quel maledetto giorno, che lo ha allontanato dalla sua famiglia, e che gli ha portato via una cara amica.
-E’ vero, Nishijima.-

-Cosa?-

-Avevo le mie ragioni. I russi non avevano mai avuto intenzione di partecipare all’accordo. Ricordi l’omicidio del Presidente del Kamistan Omar Hassan, avvenuta quello stesso giorno, quattro anni fa, da degli estremisti del suo paese?-

- E’ stato giustiziato. Diversi video erano apparsi su internet. Si, ricordo…-

-Mi avevano assegnato il compito di proteggerlo, ma ho fallito. Quando sono arrivato a salvarlo era troppo tardi… era già morto. Avevo fallito nel mio compito. Ma poi abbiamo scoperto quel giorno che i russi facevano parte dell’assassinio. Volevano impedire di firmare l’accordo, e per farlo avevano deciso di aiutare gli estremisti ad assassinare il Presidente. Non potevo permettere che il trattato continuasse. Nessuno mi dava ascolto, così ho agito da solo. Dovevo trovare le prove e consegnarle al governo per incolpare i russi, ma purtroppo sono state eliminate prima che riuscissi a consegnarle. E da allora, per quattro anni, sono stato braccato sia dal governo degli Stati Uniti, che dal governo della Russia.-

Ripresero a camminare, e Nishijima si tranquillizzò subito. D’altronde, lui non si fidava molto di quelle informazioni che aveva letto, e in fondo sospettava che Jack avesse un buon motivo per quelle azioni che aveva fatto.

-Ti avevo giudicato male per un po’, volevo essere sicuro. Scusami. E come farai a tornare?-

-A tornare dove?-

-In America…-

Jack si fermò e si girò verso di lui, non era serio ne felice, soltanto tranquillo, come se non avesse provato emozioni in quel momento.
-Non avrò problemi. Il mese scorso ho aiutato il Presidente Heller a Londra, nella crisi dei droni.-

-Cosa?! Tu eri lì?-

Jack gli annuì
-Esatto. Ho aiutato il Presidente per la caccia della terrorista che voleva attaccare Londra, e lui mi ha offerto la grazia per i reati che avevo commesso quattro anni. Lui mi conosceva bene, sapeva che ero una brava persona, che non mi meritavo di stare lontano da casa mia.- e si girò di nuovo, continuando il tragitto

-Ma allora perché sei qui, in Giappone? Non dovresti tornare dalla tua famiglia?-

-Diciamo che non posso tornare. Non ancora. Ho una questione da risolvere qui, e appena l’avrò fatta tornerò a Los Angeles. Non capiresti… siamo arrivati.-

Alzò lo sguardo, verso una scala che conduceva ad una botola. Si arrampicò su di essa e la aprì. Appena tolse la testa in una stradina della città si guardò intorno, e per sua fortuna non c’era nessuno. Così uscì dalle fogne e aiutò Nishijima a salire.

-Dove andiamo adesso?- chiese lui.

-C’è un furgone parcheggiato in un isolato qui vicino. Seguimi.-

I due proseguirono per il vicolo vicino, fino a quando non arrivarono in un'altra strada. Soltanto qualche macchina passava. Percorsero la strada e arrivarono ad un furgone parcheggiato vicino ad incrocio. Jack aprì dietro ed entrò dentro il furgone assieme a Nishijima. Sul davanti c’era un adepto che sonnecchiava

-Takao!-

Appena Jack gli alzò la voce, questi si svegliò di colpo. Guardò dietro, vedendo Jack e Nishijima.

-Signore? Mi ha fatto prendere un colpo.-

-Vai al tempio. Vai!-

Lui fece un girò di chiavi e la macchina partì. Nel frattempo Jack si sedette e prese il cellulare, cominciando a chiamare

-Minene, sono io!- disse appena finirono gli squilli.

-Bauer? Hai trovato Sesta?-

-Negativo. Sesta non era al commissariato. Voi intanto tornate qui.-

-Siamo messi male! Ho cercato di convincere Quarto a collaborare ma non vuole cedere! Le squadre stanno arrivando da noi!-

-Dannazione! Minene, ascoltami, e mantieni la calma: dovete uscire da lì. Hai il diario della Fuga, no? Usalo. Usalo per trovare un’uscita. Se vi imbattete in Quarto, non uccidetelo, è l’unico che può portarci a Kasugano. Se lui muore, non sapremo dove trovarla. Vi aspetto al Tempio, state attenti.-
 

Appena Nona chiuse la chiamata cominciò a seccarsi. Avevano faticato tanto per quel piano, cercando di far fuori Quarto, ma alla fine lui li aveva ingannati.
Si girò verso Yuno

-Seconda, prendi Primo! Ce ne andiamo!-

Lei annuì e le due uscirono dalla stanza dive si trovavano il figlio e la moglie di Kurusu. Nel frattempo Yuno prese il cellulare, chiamando Yukiteru, e dicendogli che dovevano uscire subito da lì.
Qualche secondo dopo il ragazzo apparve nel corridoio dell’ospedale correndo e con il fiatone.

-Jack ha trovato la sacerdotessa?- domandò lui appena arrivò.

Yuno scosse la testa
-Purtroppo no, a quanto pare non era mai stata lì. Ora l’unica cosa che dobbiamo fare è uscire. Nona, dove andiamo?-

Alla domanda di Yuno prese subito il cellulare, controllando il Diario
-Vediamo… ehm… ecco, i poliziotti stanno salendo le scale, l’unica soluzione è il tetto. Andiamo!-

I tre corsero per le scale in fretta e furia, raggiungendo il tetto. Si accovacciarono, per evitare di farsi notare dai poliziotti situati a terra di fronte all’ospedale e si diressero in una sporgenza del tetto. Da quella posizione nessuno li avrebbe visti. Nona tolse lo zaino che aveva sulle spalle e prese una lunga corda, porgendola a Yuno

-Seconda, trova qualcosa dove possiamo legarla ben stretta.-

Lei la prese e si guardò intorno, notando una tubatura del gas lì vicino. Si diresse verso di essa e fece diversi giri di corda intorno alla tubatura, assicurandosi di aver stretto bene. Appena finì di legarla tirò un po’.

-Ok, è stabile. Chi va per primo?-

Yukiteru alzò la mano tremante. Non era sicurissimo, anzi, aveva paura di cadere, ma si armò di coraggio
-Vado io per primo. Ormai non c’è tempo: dobbiamo sbrigarci, prima che arrivino.-

Le due si squadrarono un po’, ma alla fine annuirono. Yukiteru si avvicinò alla corda e tese bene la presa con entrambe le mani. Poi si calò piano, tenendo i piedi sul muro, passandoli lentamente. Ci mise un minuto per atterrare sul giardino dietro l’ospedale.
Annuì al cielo, verso Yuno e Minene, affermando così di stare bene. Subito dopo fu il turno di Yuno e infine quello di Minene. Rispetto al ragazzo, le due ci avevano messo meno fatica e meno tempo per scendere.

-Bauer ha utilizzato il sistema fognario per arrivare al commissariato.- disse Minene appena toccò terra.
-Se non ricordo male, qui vicino dovrebbe esserci una botola che porta alle fogne. La useremo per avvicinarci il più possibile al Tempio.-

-Hai la mappa?- chiese Yuno.

-Sì. Bauer me ne ha stampata una copia. Non avremo problemi a percorrere le fogne. Ora andiamo.-

I tre si addentrarono nel giardino, nascondendosi nei cespugli o dietro gli alberi. Fecero tutto con calma e attenzione, utilizzando il Diario della Fuga di Nona, e cercando di non farsi notare dall’elicottero che sorvolava la zona. Superarono il giardino, arrivando per strada. Non c’erano macchine o passanti per loro fortuna.

-Ecco una botola.- sussurrò Yukiteru indicando un oggetto a forma di cerchio posto al centro della strada.

Minene si avvicinò e tirò con forza l’oggetto metallico. Incitò ai ragazzi di entrare. Yuno andò per prima, seguita da Yukiteru, e infine Minene, dando un ultimo sguardo alla strada, si addentrò nelle fogne, assicurandosi di aver chiuso bene l’accesso alle fogne.
 

Jack stava facendo avanti e indietro in continuazione per la sala riunioni, aspettando che gli altri tornassero. Nishijima invece era seduto e continuava a guardare Jack. Mentre aspettavano per più di due ore Jack spiegò a Nishijima la sua situazione, senza fare riferimento ai diari del futuro: gli spiegò che Keigo aveva mandato una squadra speciale a fare fuori lui e Kasugano, gli disse che era lui l’uomo dal volto coperto a bordo dell’elicottero il giorno precedente e che Kurusu quel giorno si era avvicinato al Tempio, arrestando Kasugano, ed infine spiegò del piano esca che aveva progettato con Minene, che avrebbe permesso a Jack di salvare Kasugano.

-Ora capisco…- disse Nishijima appena Jack finì di raccontare.

Ad un tratto l’auricolare di Jack fece un piccolo rumore, così si portò la mano nell’orecchio. Ascoltò per qualche secondo, poi disse a Nishijima che gli altri erano appena arrivati.
Aspettarono qualche minuto e i tre entrarono nella sala, con i visi delusi. Jack e Yuno appena videro Nishijima si avvicinarono a lui, chiedendogli come mai fosse lì. Nona invece era immobile, quasi pietrificata

-Hai…portato Nishijima qui?- domandò a Jack, che intravide nel suo viso un piccolo rossore. Era imbarazzata?

-Sì. Il diario non me l’ha segnato come nemico e quando l’ho incontrato mi ha detto che voleva aiutarci. Conosco Nishijima, sono certo che ci sarà d’aiuto.-

Detto ciò fece una piccola tosse. Yuno, Yukiteru e Nishijma si girarono su di lui, pronti ad ascoltarlo. Jack disse che era durante la missione arrivato nelle celle del commissariato, ma che purtroppo non aveva trovato Kasugano, soltanto una registrazione di Kurusu. Così Jack la tolse dalla tasca e la fece ascoltare agli altri, appoggiandola sul tavolo.

-Che bastardo!- commentò adirata Minene.

Aspettarono che la registrazione finisse, e il silenzio dominò per qualche minuto la stanza, fino a quando Yukiteru non parlò

-E questa seconda registrazione… Jack, l’hai ascoltata?-

-No, non ancora. Lo faccio adesso.-

Così premette il pulsante, e la voce di Kurusu ruppe il silenzio

-Così, hai deciso eh? Molto bene… ora devi ascoltarmi attentamente. Domani, verso le 11 di mattina, fatti trovare nel quartiere disabitato a Nord di Sakurami, nella piazzetta distrutta. Voglio che tu venga da solo, e con il tuo Diario. Se lo farai, lascerò andare Kasugano, ma se non ti farai vivo entro le 13, premerò il grilletto sulla sua faccia. Ci vediamo domani, goditi quest’ultimo giorno di vita, Jack Bauer.-

La registrazione si interruppe. Tutti quanti rimasero in silenzio e guardarono Jack, in parte dispiaciuti, in parte tenevano il rancore nei confronti di Keigo.

-E’ la zona disabitata di Sakurami. Lì ci sono solo macerie. Quasi nessuno và lì. Cosa vuoi fare Jack?- domandò Nishijima

Lui rimase in silenzio per qualche minuto. Aveva già preso una decisione sin da subito. Avrebbe fatto qualunque cosa per salvare Kasugano, anche a costo della sua stessa vita.

-La salverò.- disse alla fine, stupendo tutti gli altri.

-Così… vuoi farla finita con la tua vita, eh Bauer?- chiese Nona, nonostante fosse ancora stupita dalla sua risposta.

-Ho intenzione di salvare Kasugano, e sarò pronto ad utilizzare qualsiasi mezzo a mia disposizione.-
 

Era quasi arrivato. Provava un certo brivido per quella situazione. Non aveva paura della morte, anzi,non ne aveva mai avuta. Per anni aveva rischiato la vita riuscendo a cavarsela, e sperava di riuscirci anche stavolta. Più che altro, aveva paura che Keigo non rispettasse l’accordo, e che avrebbe ucciso lui e Kasugano contemporaneamente. Ma Jack riusciva anche in queste situazioni a mantenere la calma, lasciando il suo sguardo freddo e di ghiaccio.
Arrivò ad una piazzetta, o meglio, quel che rimaneva. C’erano diverse macerie di edifici distrutti, alcuni che circondavano la piazza avevano ancora parte delle loro fondamenta, altri erano completamente crollati. E a diversi metri di distanza, vide una macchina nera parcheggiata, difesa da diversi uomini in giacca e cravatta. Erano almeno una decina. Lui rimase fermo dov’era, aspettando che facessero la loro mossa. Uno di loro aprì la portiera posteriore, facendo uscire Kiego Kurusu, seguito da Kasugano.. Jack per sua fortuna vide che Kasugano stava bene: non aveva nessun livido, o graffio, e sembrava che non fosse stata maltrattata in nessun modo. Conosceva Kurusu, non era l’uomo che faceva cose del genere, come lo erano gli adepti di Kasugano. Lei però aveva le lacrime agli occhi e continuava a guardare Jack.

-Prima lei!- urlò Jack verso Kurusu.

Anche lui era in giacca e cravatta come i suoi uomini, ma a differenza di loro aveva la bocca ricoperta da diverse bende. Lui le toccò la spalla, e la ragazza cominciò ad incamminarsi verso Jack. Anche Bauer cominciò a muoversi verso di lei. Appena furono vicini a metà strada, lui sulla destra e lei sulla sinistra,  si fermarono.

-Jack…- sussurrò lei con le lacrime agli occhi.

Ma lui guardava di fronte a se, con uno sguardo quasi malvagio, che incuteva timore anche a Kasugano. Ad un tratto si girò, guardandola negli occhi. Fece un sorriso lieve e le strinse la mano.

-Appena ci staccheremo, corri più veloce che puoi, e non fermarti. Fidati di me.-

Lei guardò intensamente quell’uomo che le aveva salvato la vita diverse volte, e che ora stava rischiando la sua per salvarla un’altra volta. Rimase perplessa alla sue parole, ma alla fine decise di ascoltarlo. Lo guardò di nuovo, poi staccò la mano da quella di Jack e corse il più veloce che poteva. Jack tolse il suo lieve sorriso e riguardò i suoi nemici con odio e disprezzo

-Sapevo che l’avresti fatto, Jack!- disse Keigo appena Kasugano scomparve dalla sua vista.

Jack non disse nulla, prese il suo diario e glielo lanciò. Kurusu lo prese al volo e controllò la promemoria. Come sospettava, era il diario di Jack: c’erano scritte le sue annotazioni riguardo al suo futuro. C’era anche la sua DEAD END: uno dei suoi uomini avrebbe distrutto il diario.

-Devo dirtelo, Jack: hai giocato veramente bene questo Survival Game, ma ormai la partita è finita.-

Consegnò il diario ad uno dei suoi uomini, ordinandogli di distruggerlo. Il suo uomo tirò per le due estremità, fino a quando il cellulare non si spezzò in due. Keigo guardò Jack, aspettando che scomparisse. Lui però non sembrava spaventato, né intimorito.
Ma dopo più di dieci secondi, Jack era ancora lì, in piedi, che guardava in modo cupo e serio Keigo e gli altri.

-Sei sicuro di averlo distrutto?!- domandò adirato Kurusu al suo uomo

-Signore, l’ho spezzato in due!-

Intanto, Jack mosse lentamente la mano verso la sua schiena mentre quelli parlavano. Premette un piccolo telecomando e il cellulare esplose in mano ad uno degli uomini di Kurusu. Dopodiche corse verso destra, prendendo la pistola che aveva nascosto dietro i pantaloni e sparò in direzione degli uomini di Kurusu. Si nascose dietro alcune macerie di un edificio quasi distrutto, accovacciandosi. Alzò la testa ma qualcuno davanti tentò di sparargli, così si rimise al riparo.

-Credevi che mi sarei fatto uccidere così facilmente?!- urlò Kurusu
-Sei circondato Jack, perciò esci fuori, se non vuoi che venga a prenderti io!-

Bauer restò al riparo e si controllò il palmo della mano sinistra. Prima di Londra, si era impiantato dentro la sua mano una piccolo dispositivo, se ne era ricordato da poco. Una volta premuto, esso mandava un segnale ad un altro dispositivo collegato. Questo era il segnale per gli altri, doveva solo aspettare. Appena fece click, Jack riprese la pistola, pronto a riuscire per colpire.

-Ho due cecchini appostati sopra l’edificio di fronte a te Jack! Esci adesso!-

Lui però fece finta di non ascoltarlo. Alzò un po’ la testa e cercò di sparare verso i suoi nemici e Keigo, che si era riparato in un pezzo di cemento vicino alla macchina. Riuscì a colpire uno dei suoi uomini e ad ucciderlo. Poi si riparò di nuovo.

-Ora basta. Cecchini! Aprite il fuoco!- urlò Keigo.

Ci furono diversi secondi di silenzio. Jack rimase dov’era, senza muoversi, ancora vivo. Non si sentì nessuno sparo, niente di niente. A quanto pare il piano aveva funzionato.

-Ho detto di fare fuoco!- ripetè il commissario.

Questa volta però, lo sparo si sentì. Ma a cadere a terra non fu Jack, ma uno degli uomini di Kurusu.
Jack nel frattempo si rimise allo scoperto, uccidendo due nemici e notando altri agenti della squadra di Kegio che stavano arrivando sul posto. Mentre si riparava, alzò lo sguardo sopra l’edificio dove erano appostati i cecchini: lì c’era Minene, in posizione col fucile da cecchino, che gli mandava l’occhiolino. Vicino a lei c’era Nishijima.
Poi Jack si girò dietro, sentendo dei passi: vide una decina dei suoi uomini armati di bocche da fuoco, correre verso di lui. Tra di loro, Yuno corse velocemente al riparo, al fianco di Jack, con in mano una pistola e il fucile di Jack. Gli consegnò il fucile e il suo Diario, il vero Diario.

-Scusa il ritardo.- disse appena gli consegnò tutto.

-Kasugano?- domandò lui, brandendo il fucile.

-E’ al sicuro con Yukki. Ora facciamo fuori Quarto.- rispose lei con un sorriso diabolico.

Lui le annuì e i due uscirono dal riparo, facendo fuoco ai nemici insieme agli altri. Nel baccano creatosi, la macchina di Keigo scoppiò, e diversi suoi uomini caddero a terra, morti. Keigo restava al sicuro, mentre il reso dei suoi uomini venivano uccisi da Jack e la sua squadra. Alla fine rimase soltanto lui.

-Esci fuori, Keigo!- urlò Jack, mirando la pistola dove si trovava Kurusu.

 Lui alzò le mani e uscì. Jack gli ordinò di gettare la pistola, e lui lo fece senza protestare. Aveva uno sguardo deluso, deluso di se stesso, probabilmente. Nel frattempo Nona e Nishijima scesero dall’edificio e si avvicinarono a Jack e Yuno.

-Nishijima…- sussurrò Keigo inginocchiandosi a terra, vednedo il suo vecchio collega.

-Mi dispiace signore, ma si è spinto troppo oltre. Non potevo più appoggiarla.-

-No, è soltanto colpa mia. Lo ammesso, ho esagerato.-

-Nishijima…- disse Jack interrompendoli. Si girò verso di lui, poi verso Yuno e i suoi uomini
-Tutti quanti voi, lasciatemi solo con Keigo Kurusu.-

Tutti i presenti si squadrarono tra di loro, sentendo la richiesta di Jack. Alla fine decisero di accontentarlo e decisero di allontanarsi. Rimasero soltanto Jack e Keigo, due uomini un tempo amici. Jack si girò, guardando dall’alto verso il basso Keigo. Non sapeva come iniziare, così il primo a parlare fu il poliziotto

-Quindi… mi hai fregato Jack… sei stato veramente bravo. E io che credevo di averti sconfitto.-

-Non mi sarei mai messo contro di te, Keigo. Lo sai… Mi hai costretto tu a farlo.-

-Lo so… ma cosa potevo fare? Mio figlio stava morendo. Io… io non potevo stare a guardare mentre lui moriva! Dovevo salvarlo!-

Calò di nuovo il silenzio. Jack restò zitto, guardando il suo vecchio amico inginocchiato davanti a lui, che stava singhiozzando. Non lo aveva mai visto così, ma dopotutto lo capiva: suo figlio ormai era in fin di vita, aveva molto poco per vivere, e se fosse stato al suo posto,  Jack avrebbe fatto lo stesso.
Quarto tolse dalla tasca il suo cellulare e alzò il braccio, con lo scopo di consegnarlo a Jack, e di spegnergli la vita.

-Promettimi una cosa: mio figlio ha soltanto un mese di vita. Ti prego stagli vicino.-

-Lo farò.-

Prese il cellulare dalla mano di Keigo, ma appena lo fece notò che Keigo non aveva rimesso a posto il braccio: era ancora indirizzato verso Jack, e la mano ancora aperta. Evidentemente voleva stringere un’ultima volta la mano di Jack

-E’ stato un onore averti conosciuto, Jack Bauer. Spero che tu vinca questo gioco.-

Fece un lieve sorriso ed infine gli strinse la mano

-Anche per me…. Addio Keigo.-

Appena la lasciò, guardò verso il cellulare che aveva ancora in mano. Il Diario di Kurusu. Ora doveva fare soltanto una cosa: distruggerlo.
Lo tenne per le due estremità e tirò con tutta la forza che aveva, spezzandolo in due. Riguardò Keigo Kurusu,  conosciuto come Quarto, che a poco a poco scompariva davanti ai suoi occhi.

-Addio Jack. E vinci!-
   
 
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