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Autore: Sinfony    03/01/2009    1 recensioni
La sua prossima vittima la troverà lì, dove aveva trovato anche tutte le altre. Si lecca le labbra, come un lupo che si prepara ad azzannare la preda, mentre il suo sguardo furbo si sposta sulla strada ed eccola, la vede......... Ciaoooo sono tornata con una fiction spietata....aspetto recensioniiii
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Le donne sono Cattive

Chad si rigirava trasognato fra le lenzuola candide del proprio letto, che ancora profumavano di lei, anche se lei non aveva un vero e proprio profumo, possedeva più che altro una certa essenza che riassumeva tutte le cose che lui più amava nel mondo, l’odore pungente della sabbia in riva al mare, leggermente accarezzata da un vento birichino, la fragranza del fiore che sboccia una volta ogni cento anni, ma è il più bello di tutti, l’aroma avvolgente e procace del peperoncino nel cioccolato, era il profumo dell’amore, quell’amore che lui ancora non credeva di aver trovato, era troppo felice per credere che quella felicità fosse vera!

Aspettava da ormai un’ora la sua dolce metà, aspettava che tornasse da lui con un sorriso e non lo lasciasse più.

Perché ogni suo sorriso gli scaldava il cuore, ogni sua parola lo emozionava, ogni suo movimento lo inteneriva, quando si arrabbiava scuoteva i capelli e stringeva gli occhi, mentre quando era felice le piaceva dondolare su sé stessa, aveva il vizio di sfiorarsi le orecchie e quando rideva gli zigomi divenivano rossi rossi. Ormai le sue mania, le sue debolezze, erano le fragole su una torta cucinata appositamente per lui, ora più che mai si sentiva uomo, consapevole della sua forza, della sua virilità, dalla sua capacità di farsi amare, di amare qualcun altro, era orgoglioso dell’ascendente che aveva sulle donne, ma più di tutto era contento di non riuscire ad avere questo carisma su di lei, che più che immune sembrava proprio diversa, di un’altra specie, una razza nuova da esplorare, conoscere, amare.

 

Quando il sue cellulare squillò si allungò sotto il letto per recuperarlo e senza nemmeno guardare il display rispose, sorridendo, sospirando innamorato. Una voce familiare, ma stranamente gelida e furiosa uscì dall’apparecchio e vibrò per tutta la stanza, gli spezzò il cuore.

 

“Ma che hai fatto?!” non aveva mai sentito Gabriella tanto arrabbiata, ma dato che conosceva ben poco quella fanciulla fatata, pensò che era possibile che fosse spesso di cattivo umore, nonostante l’apparenza fiabesca. Non si preoccupò quanto avrebbe dovuto.

 

“Che dici?” domandò con naturalezza e una nota tenera nella voce, che sorprese il  mittente.

 

“Taylor mi ha chiamato ora, era in lacrime, ma il peggio è che non ho capito una parola perché non parlava, singhiozzava e basta, io credevo che tu te ne fossi innamorato, credevo l’avresti protetta, mi ero fidata, l’avevo convinta a lasciarsi andare con te!!”

 

A quel punto Chad non potette più sperare che la rabbia fosse una normale sfumatura del carattere di Gabriella, si mise seduto e ascoltò rapito lo sfogo della neo sposa, cercando di capire cosa fosse andato storto, forse, ipotizzò, Jason non aveva voluto sentire ragioni, magari l’aveva picchiata, di certo minacciata, Chad buttò giù la linea in faccia a Gabriella.

Indossò qualcosa che non fossero boxer e si lanciò fuori, chissà se chiuse la porta, se si dimenticò le chiavi dell’auto, se portò con sé l’ottimismo, forse ricordò l’amore e lo iniettò nel cuore fino a farlo scoppiare.

Arrivò sul viale della villetta della sua amata, suonò più volte il citofono, il rimbombare del proprio respiro gli trapanava le orecchie, il sudore colava giù sulla pelle, appiccicoso.

Nessuno rispose.  Chad scavalcò il cancello, forse qualche passante lo vide, ma non si spaventò, Chad bussò alla porta, suonò il campanello, ma la casa sembrava vuota, girò intorno alle mura, cercò di guardare attraverso i vetri delle finestre, ma le tende erano tirate, le tapparelle calate, non vide nulla.

Stava impazzendo, non sapeva più che inventarsi, batteva sulla porta, chiamava il nome di lei, chiedeva cosa fosse successo. Improvvisamente due braccia possenti lo sorpresero da dietro e con forse lo trascinarono via, lui non vedette chi lo trasportava, sinceramente non gli interessava, distrutto dall’amore era un innocuo cucciolo, una marionetta, un condannato a morte.

 

Troy lo infilò senza troppi sforzi in auto e chiuse la portiera. Si mise al volante e senza dire una parola si mise al volante per una meta sconosciuta. Nemmeno Chad parlava, disteso sul sedile posteriore poteva benissimo essere morto, ma Troy non pensò nemmeno a questa eventualità, guidò senza sosta per un tempo indefinito, sino a raggiungere una radura, fuori città, fuori dal mondo pareva, lì fece scendere l’amico che si stese sull’erba, Troy si sedette al suo fianco e guardò il cielo, poi osservò l’amico, stramazzato al suolo.

 

“Sharpay le ha detto tutto” gli disse malinconico, un filo di rabbia nella voce, ricordando quanto era successo il giorno prima con la bionda e come anche a Chad avesse cercato di rovinare l’amore, con la differenza che con lui c’era riuscita.

Chad voltò il capo e lo guardò senza capire, gli occhi vuoti e spenti ricordarono a Troy quando, da piccoli, avevano fatto amicizia: erano ancora bambini, ma così diversi...lui spensierato, giocherellone, con una famiglia smpre accanto, Chad silenzioso, timido, chiuso, dopo scuola lo veniva sempre a “Ritirare” una ragazza giovane, la tata, ai colloqui suo padre non si presentava mai, sua madre era sconosciuta nell’ambiente scolastico, qualcuno credeva fosse morta, altri ipotizzavano che avesse lasciato il figlio neonato al padre per andare a fare la bella vita, un paio supponevano che esistesse ma che del figlio non fosse nei suoi interessi primari.

In realtà, a quel tempo nemmeno Chad era a conoscenza di chi fosse realmente sua madre, alle maestre raccontava un po’ di storie, tanto per farle stare buone, come gli aveva consigliato papà.

Il padre di Chad era ricco, questo era risaputo, bello e dongiovanni, e anche questo era un dato di fatto, per nulla tenuto segreto a Chad, il quale, ogni sera, vedeva entrare in casa propria donne diverse, sempre bellissime, sempre giovani, alcune gli parlavano, gli sorridevano, giocavano a fare le mammine, altre proprio non lo calcolavano, altezzose gli passavano a fianco ignorandolo del tutto.

Suo padre, nelle poche sere libere, gli spiegava chi loro fossero, in generale, raccontava che erano amiche, che venivano al negozio, lui voleva loro molto bene, tanto che alla fine loro si innamoravano sempre di lui, era una scocciatura, spiegava, perché lui era solo gentile e loro fraintendevano sempre.

Agli occhi di un bambino solo, quelle donne erano le streghe che distraevano suo papà da essere come gli altri papà, dal volergli bene.

Le donne erano cattive.

Le favole che Tata Mary gli raccontava: favole di principi, principesse, di guerre, di paci, storie da bambini, erano false, perché l’amore non esisteva, l’amore era un atto di egoismo che rubava una persona da un’altra. L’amore era un furto, una rapina, non era giusto, non era bello, dolce, era unicamente cattiveria.

Con questo concetto lui era cresciuto, loro erano cresciuti, Troy e Chad, beniamini della scuola, eroi nel basket, osannati dalle ragazze, pupilli dei professori, studenti modello, belli, affascinanti, impossibili, fratelli.

Ma se uno, il biondo, l’angelico Troy, voleva alla fine l’amore, e gli spiaceva far del male alle fanciulle che gli chiedevano di uscire, l’altro, il moro, il diabolico Chad, preferiva giocare ad un gioco più contorto, più cattivo, dove lui muoveva i fili di marionette che lo seguivano dovunque, faceva promesse, mentiva spudoratamente, giurava amore eterno e si stancava il giorno dopo.

Ora erano lì, su quel rato su cui avevano giocato tante volte a basket, più uniti che mai, innamorati di donne che li amavano, ma ancor una volta i loro destini erano diversi, Troy l’amore l’aveva raggiunto e forte di esperienza, sapeva di dover trattarlo con accuratezza, perché Gabriella poteva scappare via, Chad invece era sbranato dalla sorte ingiusta che gli impediva di essere felice, appena conosciuto l’amore, era stato messo di fronte alla sua anima gemella, che senza dargli il tempo di capire gli era scivolata dalle mani.

Ecco il nuvo capitolo, ho avuto molti problmeni di scrittura, blocchi vari e cose così, non so quando arriverà il prossimo, ma nel frattempo colgo l'occasione di abbracciare tutti quelli che recensiscono, vi dico che vi adoro e anche quelli che leggono!!!

Sinfony

  
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