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Autore: fonzie19    18/05/2015    1 recensioni
Ross O'Ryan è una ragazza di diciassette anni di Belfast, Irlanda del Nord, nel 1978. Stanca della scuola, della famiglia che, sulle orme di suo padre, vorrebbe che diventasse avvocato e dei suoi amici, che lei stessa definisce "chiusi di mente", con i risparmi di una vita prende il fatidico volo per l'Inghilterra, per andare ad abitare dal fratello di suo padre, il cui indirizzo è stato ritagliato da una lettera trovata in un cassetto. L'unica cosa che, forse, sarebbe stato meglio sapere è che quella lettera era stata scritta da suo padre dieci anni prima e che gli inquilini della casa che era stata di Eric O'Ryan ora sono i Taylor, famiglia dal rampollo originale, vivace e con sogni grandiosi in testa...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ross O' Ryan si svegliò e si guardò intorno, chiedendosi dove fossero improvvisamente finiti il comodo letto col materasso di piume, l'armadio in mogano che per dispetto a sua madre aveva riempito di poster dei Kiss e degli Aerosmith, il gigantesco cassettone sopra il quale era solita buttare disordinatamente i vestiti del giorno prima e, ultima ma non ultima, la sua bellissima radio e la mensola che la sovrastava colma di musicassette. Poi, come un fulmine a ciel sereno, si ricordò di essere fuggita da casa sua e di aver trovato riparo presso i Taylor, nella vecchia casa di suo zio.

Suo zio, che doveva trovare al più presto.

Si alzò e uscì dalla camera dopo aver dato una lisciatina la pigiama. Trovò la signora Taylor in cucina, intenta a scaldare un po' di latte sui fornelli e a prelevare un pacco di biscotti dalla credenza.

Vedendola, sulla sua faccia bonaria si aprì un sorriso:- Cara, ti sei svegliata anche prima di quanto credessi; vorresti accomodarti mentre ti preparo la colazione?

Ross si sedette sulla sedia a capotavola del piccolo tavolo della cucina, poi chiese:- Dove sono il signor Taylor? E Jo... Nigel? -

- Jack è al lavoro, è uscito stamattina presto... Nigel a quest'ora – e in quel momento, guardando l'orologio appeso sopra la credenza delle tovaglie, Ross si rese conto che erano quasi le dieci di mattina- Nigel a quest'ora spero abbia avuto la buona grazia di entrare a scuolae non di andarsene in vela come fa a volte.

Le porse una tazza di latte bollente e le mise sul tavolo un pacco di biscotti, mentre continuava a chiacchierare:- Aveva intenzione di ritirarsi da scuola, ma io davvero gliel'ho proibito. Almeno il diploma dovrebbe averlo, non credi? E poi, uno abbandona la scuola se vuole mettersi a lavorare. Ma lui, quando si parla di lavoro, dice “Mamma, io ti prometto che quando farò successo, e ti assicuro è solo una questione di tempo, non dovrai mai più preoccuparti per i soldi, te l'assicuro!”.Si può avere un figlio più matto, dico io..? spero solo che col passare degli anni rinsavisca un po' e finisca per accettare il fatto che deve trovarsi un buon lavoro onesto e una brava ragazza onesta...- quando arrivò a questo punto del discorso, a Ross sembrò che la donna la stesse guardando di sottecchi - … con cui passare la vita e avere dei figli. Ah, che bello che sarebbe avere dei nipotini! Tu, cara, che intenzioni hai?

Tra un sorso e l'altro di latte, Ross ribattè:- Troverò prima mio zio, poi un lavoro e infine un appartamento tutto mio... poi, quando avrò racimolato soldi a sufficienza, partirò in America e... oddio, devo chiamare mia zia! - fece, correndo via dalla cucina.

-Signora Taylor, mi può dire dove tenete il telefono?

- Veramente il telefono è qui...

La ragazza tornò di corsa e, dopo aver promesso di pagare la telefonata, compose velocemente un numero. Agnes Taylor la osservò mentre, pallida, aspettava che qualcuno rispondesse al telefono; quando ciò accadde, la ragazza tirò un sospirone di sollievo.

-Pronto?

- Zia, sono Ross! Chiamo dalla pseudo casa di zio.

- Ross – fece una voce chiaramente sollevata all'altro capo dell'apparecchio- sono così felice di sentirti! Ma come sarebbe a dire pseudo casa?!

- L'indirizzo che ho trovato a quanto pare era vecchio di dieci anni.

- Vecchio di dieci anni?! Ma come?! Se vuoi chiedo a tua madre di...

- Prova a parlare con quella strega – sibilò la ragazza con un tono peggiore che se avesse urlato – e ti giuro, Janie Smith, che questa sarà l'ultima volta che sentirai la mia voce. Chiaro?

- Chiaro. Cercherò comunque di scoprire l'indirizzo in qualche modo, magari con l'elenco telefonico... intanto cerca anche tu e richiamami domattina, anche se non hai trovato niente. A proposito, da dove stai chiamando?

- Casa di zio, ora è abitata da una famiglia di persone sipaticissime.

- Spero tu ti trovi bene con loro... scusa tesoro, ora devo andare, richiamami domattina intese? Passa una buona giornata, tesoro.

-Anche tu zia, a domani.

Riappese la cornetta e sorrise alla signora Taylor, che aveva continuato ad osservarla per tutto il corso della telefonata. Era sicuramente sovrappensiosero, perchè Ross dovette chiamarla un paio di volte prima che le rispondesse:- Scusa cara, riflettevo su cosa preparare a pranzo. Mi daresti una mano, se non è troppo disturbo?

Ross pensò che fosse il minimo e le rispose che avrebbe fatto tutto ciò che voleva. Quindi, Agnes Taylor la spedì a fare la spesa a un negozietto del quartiere, chiedendole di comprare un po' di carne, lattuga e pomodori per l'insalata. Poco dopo che la ragazza fu uscita, telefonò alla scuola di suo figlio.

- Pronto? - fece la voce di una bidella che era stata sua compagna di scuola.

- Parlo con Esther? - chiese Agnes Taylor, mentre si accingeva a sfornare la torta che aveva preparato, con la cornetta tra l'orecchio e la spalla.

- Agnes! - fece la donna - come stai?

- Esther cara, noi stiamo benissimo, voi tutto bene? - disse, non accennando minimamente a Ross.

- Si, certo anche noi. Ma non hai chiamato per chiedermi notizie sulla famiglia, vero?

- Effettivamente no, Esther. Sai per caso se Nigel è entrato a scuola, stamattina?

- A dire il vero non l'ho visto, e non ho visto nemmeno Nick. Vuoi punirlo per le sue mattine in vela?

- Diciamo di sì – fu la risposta vaga della donna.

- Povero, non essere troppo dura con lui... in fondo è un bravo ragazzo, sta simpatico a tutti!

- Non ne dubito – rispose sarcasicamente la signora Taylor.

- Agnes cara, il dovere mi chiama... ci sentiamo presto!

- A presto! - disse Agnes Taylor riappendendo.

 

Ross O' Ryan percorreva le strade di Bimingham che la signora Taylor le aveva segnato su un foglietto. Aveva detto che il negozio era nel quartiere, ma Ross stava camminando da dieci minuti e doveva attraversare ancora un parchetto e cinque vie prima di giungere a destinazione.

Scoraggiata ma contenta di poter fare qualcosa di utile, attraversò le siepi e cominciò a percorrere la stradina che tagliava il parchetto.

 

Nigel – John – Taylor era andato in vela per l'ennesima volta, certo che sua madre avesse di meglio da fare che stare a controllare dove si trovasse lui. In quel preciso istante ci stava provando con una che Nick Rhodes, suo amico di sempre, gli aveva presentato e ovviamente, come sempre, dopo le prime parolin giuste la ragazza iniziava a cedere e gli poggiava la testa sulla spalla, poi gli faceva capire che voleva essere baciata e poi...

John Taylor scattò in piedi (con grande disappunto della ragazza) si diede una sistematina al ciuffo e, dopo aver avvisato Nick che “aveva una missione da compiere”. L'amico gli lanciò uno sguardo comprensivo e John, indossati gli occhiali da sole che gli ricordavano molto un pittore degli anni sessanta di Liverpool, si lanciò verso il sentiero che attraversava il parchetto, certo che colei che aveva visto nessun'altra poteva essere che Rossana O'Ryan. Lei lo vide mentre si avvicinava e gli sorrise, e quando lui gli si affiancò commentò sorridendo:- Mi diceva tua madre che andare in vela non è contemplato tra i tuoi doveri scolastici.

- Mia madre diceva anche che io sono un ragazzaccio, cosa, come vedi, non vera. Che ci fai qui con un foglietto in mano?

- Io? - fece Ross. - Tua madre mi mandava a fare la spesa.

- E dove ti mandava a fare questa benedetta spesa, se posso chiedere? - domandò lui sorridendo – Ad Aston?

- Ma se non so neanche dove diavolo sia Aston! Lei mi ha detto il negozietto del quartiere!

- Mia cara – disse John con un tono da gentleman – voi siete uscita dal quartiere da un pezzo. Credete davvero che io sia così stupido da andarmene in vela e rimanere a Hollywood?!

- Tieni! - gli disse lei piccata – Dimmi se qui dietro non c'è questa via! Sto camminando da dieci minuti e ho pure sbagliato strada!

John, mentre si appoggiava alla siepe che delimitava la fine del parchetto, osservò il foglio. Ross si appoggiò accanto a lui, allungando il collo per ricontrollare i nomi delle vie.

Alla fine lui disse:- Ross, la strada che ti ha dato è giusta, ma ad arrivarci ci metterai una ventina di minuti. Non capisco perchè abbia cambiato negozio; quello dietro casa era così...

Si bloccò di colpo.

Ross continuava a guardarlo mentre lui fissava incredulo il foglietto.

- Ross – chiese – il foglietto te l'ha scritto mia madre?

La ragazza fece cenno di sì.

- Il negozietto, mia cara, è dietro casa. E sai perchè lei ti ha fatto fare tutto questo giro? Perché ha scoperto che vengo in vela qui, ultimamente! E voleva che tu le dicessi se mi avevi visto! - rise.

- Cosa devo dirle? - chiese Ross sorridendo, mettendosi di fianco – ora posso ricattarti.

- Dille che io assolutamente non c'ero, ma fallo solo se te lo chiede!

Le mise le mani sulle spalle e fu come se una scossa elettrica attraversasse la spina dorsale di entrambi, perchè sussultarono simultaneamente. E John Taylor, al quale sembrava che questa piccola scossettina gli avesse dato l'effetto di un bicchiere di vodka, si avvicinò a Ross fino a sfiorarle la fronte con le labbra e mormorò: - Capito?

Lei rispose, matenendosi perfettamente immobile ma con un sorrisino malizioso che avrebbe sciolto una calotta polare: - Capito.

Poi partì di corsa, lasciando John con le braccia per aria e un lieve sorrisino verso la strada, mentre da dietro giungeva l'amica di Nick.

- Michelle! - esclamò girandosi a guardarla quando Ross ebbe girato l'angolo. - Oh, mia adorata Michelle, posso offrirti da bere?

  
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