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Autore: Kiri94    20/05/2015    1 recensioni
Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Battle of Namimori Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto le saghe precedenti.
La storia è entrata nel vivo ormai, e ai protagonisti si dirama davanti un'oscuro sentiero tracciato dal sangue.
La loro routine e vita di sempre rischia di essere sconvolta in maniera definitiva: gli Zero hanno catturato i Vongola e le famiglie alleate prima che esse potessero organizzarsi contro di loro.
Ora tocca alla Neo Kokuyo Gang andare in Italia per cercare di liberarli, e non possono fallire: in caso contrario, un'immane catastrofe si scatenerebbe sul mondo...
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Yuniko sospirò sollevata, lasciandosi cadere a terra, mentre Yukiko e Kuro disattivavano i Gear correndo a soccorrere Marsh – E'... è finita veramente? – domandò sfinita a Vittiv: le due metà, i quali avevano una cera orribile, risposero affermativamente – Sì.. e abbiamo da poco finito anche noi. Guarda... – all'unisono, indicando l'addome di Mirai, che si alzava e abbassava ad intervalli regolari: stava respirando.

Ma non ci fu il tempo per esultare: tra scintille e fiamme, Vittorie e Rajiv urlarono di dolore, accasciandosi a terra.

Yuniko spalancò gli occhi, correndo subito da loro – V-Vittiv-ku- ehm, cha- ehm... INSOMMA, Vittiv-san! Che succede? – domandò preoccupatissima.

La voce di Rajiv mormorò – Ah... ahah... ecco infine la vera resa dei conti... almeno per noi... sopravviveremo? – si domandò, ottenendo dall'altra metà una risatina divertita – Che t'importa? Anche se non così non fosse, la morte non è altro che l'ennesima avventura verso l'ignoto, no? – rispose Vittorie, cambiando però tono subito dopo – Sai... però mi dispiacerebbe lasciare questo mondo proprio ora che abbiamo trovato degli amici in grado di accettarci nonostante la nostra... ehm, stranezza, non trovi? –.

Yuniko, confusa, lo guardò negli occhi – Insomma, Vittiv-san! Non pensi sia ora di spiegarmi chi sei? – domandò con occhi lucidi.

Vittiv sorrise, quindi annuì – Eh già, tu eri svenuta quando l'ho spiegato kuhuhuh – rialzandosi a fatica a sedere, per poterla guardare negli occhi mentre parlava – Devi sapere... che il nostro vero nome non è Vittiv Kyoki, bensì Vittoire – disse la parte femminile – Mentre il mio è Rajiv – rispose quella maschile.

Yuniko si sentì girare la testa, molto più confusa di prima – No, aspetta aspetta aspetta. Spiega dall'inizio per favore, cosa significa che siete Rajiv e Vittorie...? Cioè, due persone diverse? Ma come diavolo...! – si bloccò a metà frase, incapace di continuare.

Vittiv scoppiò a ridere – Uhuhuh, hai ragione, così è abbastanza confusionaria come cosa! Beh... in origine eravamo due gemelli, ma la fiamma di nostro padre si era trasmessa a noi per via ereditaria, e noi eravamo troppo piccoli per riuscire a controllarla, ovviamente.

Fin qui nulla di strano, se non fosse che essa causava sofferenze indicibili a nostra madre e ai suoi organi interni. Finché non emerse una triste verità: la gravidanza era destinata a non concludersi, dato che prima del settimo mese l'intero organismo di nostra madre sarebbe collassato trascinandoci con sé in una morte senza speranze.

L'unica scelta logica era quindi quella di abortire, salvando di conseguenza la vita di nostra madre., ma né lei, né nostro padre optarono per questa opzione. Fu così che nostro padre tentò il tutto e per tutto, e decise di crearsi da solo una via d'uscita: sfruttando appieno la sua fiamma Allucinazione, illuse il grembo di nostra madre e i nostri stessi feti di avere lo stesso identico patrimonio genetico, al 100%: ciò causò un fenomeno rarissimo definito dalla scienza medica come Chimerismo, che fuse i nostri due embrioni in un unica entità, e fu solo grazie a questo che nostra madre portò a termine la gravidanza con successo, riuscendo a sopravvivere e a mettere al mondo un figlio sano e, sopratutto, vivo. In breve, questo è quello che siamo, ma è solo l'introduzione... diciamo che salteremo i dettagli e passeremo subito al succo della questione: ben presto iniziarono i nostri scambi di corpo, un anno ero io il dominante, e quello dopo Vittorie, e così via. Dopo diversi anni, la nostra fiamma divenne però incontenibile perfino per nostro padre, senza contare che nostra madre era morta poco prima, suscitando in nostro padre l'idea che doveva proteggere la nostra vita a tutti i costi, perché lo voleva lui ma sopratutto in onore della memoria di lei... fu così che sviluppò l'anello che ci avete visto indossare fino a qualche ora fa: esso sopprimeva metà della nostra fiamma, consentendo a nostro padre di contenere quella residua. Scoprì però che aveva usato materiali maledetti, e che se rimosso avrebbe causato dapprima un'esplosione di energia incommensurabile che avrebbe annientato la psiche di tutti gli esseri viventi coscienti nel raggio di tot metri, e che avremmo avuto un misero 25% di sopravvivere alla conseguente separazione come entità a sé stanti, mentre un 75% di contro a rappresentare la nostra morte. Beh, prima quando ti abbiamo vista messa KO da quel tale, Eefrith, abbiamo rimosso l'anello: era l'unico modo per vincerlo. E poi, era anche ora che il nostro destino venisse scritto. Sopravviveremo o no? Chissà. Quel che è certo, è che siamo grati di aver incontrato te... e tutti gli altri. Uhuhuh – finì il discorso smettendo di opporre resistenza, lasciando che la fiamma Allucinazione avvolgesse completamente il loro corpo, nascondendolo alla vista.

Yuniko si ritrovò immediatamente in lacrime al solo pensiero di poterli perdere: tese loro la mano, immergendola nella fiamma alla ricerca del loro corpo, ma non riuscì a toccare nulla di solido.

Disperata, chiuse gli occhi abbandonandosi ad un silenzioso pianto, finché una voce familiare non la costrinse a riaprirli – Oh? Quindi... ha funzionato? – domandò con voce apatica Rajiv, ancora avvolto dalle fiamme: in risposta, subito intervenne la voce esultante di Vittorie – YAY! Siamo liberi! Yuppie! – saltellando sul posto, sebbene ancora nascosta dalla sabbia mista a nebbia.

Lentamente, Yuniko alzò lo sguardo... ritrovandosi faccia a faccia con un qualcosa che non avrebbe mai dovuto vedere.

– KYAAAAAAAAAAAH!! COPRITI, MANIACO! – urlò, voltandosi di scatto nascondendo fra le mani il volto rosso scarlatto, mentre Rajiv, completamente nudo, alzava le spalle confuso – Chissà che le è preso... – disse apatico.

Vittorie, invece, a quanto pareva era sempre stata il corpo “base”, quindi indossava la divisa unisex della Neo Kokuyo Gang – Yeeey! Lily-chan! Ce l'abbiamo fatta! Hai visto?! – esultò, abbracciando da dietro la ragazza, che arrossì ulteriormente avvertendo i seni di lei premerle contro la schiena.

Kuro era corso subito da Kurai, barcollante e con una frattura alla gamba destra, mentre Yukiko e Marsh erano corse a guardare i due corpi separati e poi a controllare se davvero Mirai respirasse ancora, abbandonandosi a sospiri di sollievo e singhiozzi di gratitudine nel constatare che era proprio così.

Kuro si avvicinò piano a Kurai, sollevato nel vedere che, ferite a parte, stesse bene: quindi, punzecchiò con il gomito Kumo e con faccia ambigua le disse – Hey hey, niente male l'idea di fermarlo con un bacio, nyahahahah! Lo sapevo che dietro tutti quegli insulti si nascondeva un cuore tenero! Nyahahahah! – provocandola, per poi chiudere gli occhi preparandosi al colpo... che non arrivò.

– Nyah? – esclamò, riaprendoli e guardandola: era rossa in faccia e guardava da un'altra parte – … non ci vedo niente di male nel baciare... il ragazzo che amo, no? – cercando di vincere l'imbarazzo: pronunciando quelle parole, avvertì come un peso liberarle lo stomaco, e emozioni indescrivibili pervaderle l'animo guardando l'alba sorgere.

Kuro rimase sconvolto e stupito, ma poco dopo sorrise e annuì – Sai, ti rispetto molto, nyah. Penso prenderò il tuo esempio... – e si alzò, dirigendosi verso gli altri, fermandosi però dopo pochi passi – Ah! Ovviamente, il tuo segreto è al sicuro con me, nyah! – disse allegramente facendole l'occhiolino, riprendendo poi a correre dagli altri.

Kumo lo guardò allontanarsi, quindi scostò i capelli di Kurai dalla fronte delicatamente – Stupido testone... non osare mai più farmi preoccupare così, o ti ammazzo io stessa! Chiaro? – sussurrò con dolcezza poco prima di caricarlo sulle spalle, con fatica, affrettandosi anche lei a raggiungere gli altri, accelerando ignorando ogni tipo di dolore ed acciacco non appena vide Mirai respirare, mentre calde lacrime di gioia bagnavano le sue guance provate dal dolore di mille battaglie.

*

Tre mesi passarono da allora.

La sveglia suonò, immediatamente spenta da un gesto isterico di una mano femminile molto familiare, che successivamente si ritrasse sotto le lenzuola – … fanculo. Sono appena uscita dall'ospedale, nella Mafia non sanno cosa significhi “convalescenza”? – mormorò Mirai assonnata, tastandosi poi il punto dove aveva subito il trapianto di cuore: le sue illusioni fortunatamente avevano fatto attecchire al 100% il cuore nuovo, come se fosse sempre stato parte del suo corpo, annullando completamente il rischio di rigetto e garantendole, quindi, la stessa speranza di vita che avrebbe avuto se il suo cuore originale non fosse mai andato distrutto.

Sbuffando, si alzò di scatto sedendosi, sbadigliando, gettando poi uno sguardo al letto del fratello: vuoto e già rifatto.

– … tipico. Manco il tempo di guarire dalle ferite e già torna ad allenarsi al Dojo di Yamamoto-san. Yaaawn... che sonno... – mormorò, stiracchiandosi e trascinandosi a fatica verso il bagno – Che poi, se la cerimonia di Ufficializzazione è a mezzogiorno, perché l'ho puntata alle... alle... – l'occhio le cadde sull'orologio, le cui lancette segnavano le 11 e mezza.

– OMMERDAAAAA! – urlò nel panico, tuffandosi nell'armadio per prendere i vestiti.

Nel frattempo, Kurai rideva come un matto, già vestito con l'abito cerimoniale dei Vongola, seduto comodamente sulla poltrona, di fianco alla madre, preparandosi psicologicamente alla furiosa reazione della sorella talora avesse scoperto il suo scherzetto.

Chrome gli scompigliò i capelli, sorridendo – Quindi il Boss ha deciso di premiare tutti voi, vero? Sono fiera di te. Hai già deciso cosa chiedergli come ricompensa? – domandò, ottenendo subito un cenno d'assenso – Si! Spero solo accetti – rispose, ripensando alle testuali parole di Tsuna “potrete chiedere qualsiasi cosa sia in nostro potere come ricompensa”.

Improvvisamente avvertì nell'aria una pesante pressione: Mirai, vestita di tutto punto, irruppe furibonda nella stanza – KURAI-NII, MALEDETTO! MI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO COL TUO STUPIDO SCHERZETTO! – saltandogli addosso per strozzarlo.

Chrome di spostò appena in tempo, dato che non appena Mirai atterrò sopra il fratello il divano si ribaltò.

Ridacchiando divertita nel vedere la scena, guardò l'orologio: le dieci meno dieci – chissà dov'è finito Mukuro-sama... certo che scomparire così il giorno della premiazione dei suoi stessi figli... – e scosse la testa con disappunto – Sarà sicuramente ad azzuffarsi con Hibari Kyoya, ci scommetto. Oh beh, c'è ancora tempo, magari si dirigerà tranquillamente a... a... Kurai, dove terranno la cerimonia? – domandò, rivolgendosi al figlio.

Dato che stava morendo soffocato fra le mani di Mirai, però, rispose alla domanda quest'ultima – Villa Giglionero, mamma, dato che nella lotta contro gli Zero abbiamo devastato la villa dei Vongola e la stanno ricostruendo – rispose, tornando a strangolare il gemello.

Chrome la guardò – E come ci si arriva? – chiese di nuovo.

Kurai, liberatosi dalla stretta, si fece avanti per rispondere – Ci passeranno a prendere Lily-chan e Francesco, il suo maggiordomo, alle 10 in punto! Per questo ho voluto far prendere un colpo a questa sottospecie di orso brun- ehm, leggiadra fanciulla in perenne letargo – e le fece l'occhiolino – Almeno si è svegliata e preparata in tempo! –.

Mirai, che stava per mollargli l'ennesimo pugno, venne messa a tacere con un bacio sulla guancia del fratello, che riuscì ad immobilizzarla e a farla avvampare, per poi guardarla negli occhi e dirle – Non farmi mai più prendere simili spaventi... non posso nemmeno immaginare una vita senza la mia adorabile e manesca sorellina – abbracciandola con occhi umidi.

Mirai ricambiò l'abbraccio commossa – Lo stesso vale per te, brutto stupido! Anche tu eri conciato parecchio male, sei rimasto in coma oltre due mesi! Ma... – e si separò dall'abbraccio, guardandolo curiosa – Ma davvero non ricordi come hai fatto a sconfiggere Azrael? – chiese.

Kurai scosse la testa – No, assolutamente nulla... ricordo solo che piangevo davanti al tuo corpo e... poi vuoto totale, fino a due settimane fa, quando mi sono svegliato. Vederti sana e salva è stato il più bel regalo di pronta guarigione che potessero farmi. Sai, il “Monofiglio della Nebbia” suona malissimo, molto meglio il buon vecchio “Gemelli della Nebbia” ahahah – e alzò lo sguardo al soffitto, malinconico – Mi spiace solo... che il Gear sia stato distrutto assieme alle Kirislayer, e che Re Kiri sia andato perduto, forse per sempre... sai... è stupido forse, ma mi era simpatico, lo reputavo un... un amico, a modo suo. Mi ha dato i consigli necessari a vincere questa battaglia, se ho sconfitto Zero è stato anche merito suo, insomma... ok, sembro uno stupido, vero? – mormorò, ma Mirai subito scosse la testa – No, no, è la stessa cosa che provo io per Scarlet! – disse convinta.

Improvvisamente, il citofono suonò: Chrome corse a rispondere, chiamando poi i figli a raccolta: Yuniko era arrivata a prenderli.

*

La tavolata era stata imbandita nell'immenso giardino, approfittando della splendida giornata: il cielo era azzurro intenso e quasi completamente privo di nuvole, e il sole splendeva riscaldando la zona con una calura fortunatamente secca, che rendeva il clima estremamente piacevole.

La disposizione delle famiglie era identica a quella della riunione antecedente all'attacco a sorpresa degli Zero, con Tsuna che sedeva a capotavola, circondato dai suoi guardiani seduti ai lati, i Varia poco distanti da loro, seguiti dai Drago, i Giglionero e i Gesso, dove un gioioso Byakuran fiancheggiato da Bluebell, chiacchierava con Shoichi, mentre Spanner e Giannini discutevano con Iemitsu, il capo del CEDEF, e con gli Ex-Arcobaleno, situati più in là al centro esatto della tavolata, nel lato opposto rispetto agli Shimon: ma a differenza dell'altra volta, al capo opposto a quello dei Vongola sedeva la Neo Kokuyo Gang.

Kurai non riuscì a fare a meno di notare come Kumo distogliesse lo sguardo non appena lui provasse a guardarla, senza riuscire a capire perché. Mirai, invece, notò solo un lieve rossore sulle sue guance: liquidò la cosa con un'alzata di spalle per poi iniziare a ridere e scherzare con lei.

Vittorie e Rajiv sembravano celebrità tanto stavano bene vestiti in abiti cerimoniali: Yuniko non riusciva a guardarli senza avvertire un tuffo al cuore. Tutt'ora non capiva perché cavolo si sentisse così in soggezione al loro cospetto: non le succedeva con nessun altro, nemmeno con suo padre. Decisa ad ignorare la cosa, comunque, si limitò a discutere con Yukiko, per legare di più anche con lei, mentre Kuro rideva assieme a Kurai dopo aver detto una battuta stupidissima.

Marsh guardò il padre, che sembrava divertirsi molto, spostando poi lo sguardo verso sua madre: Bluebell sembrava annoiarsi e sbuffava, tentando invano di attirare l'attenzione del marito.

Marsh si portò la mano a coprirsi la faccia, scuotendo piano la testa con disappunto, per poi sorridere mormorando – Tipico... non cambieranno mai... – andando poi a fissare, infine, Kurai.

Sorrise nel vederlo: gli era molto grata da quando, poco dopo il suo risveglio dal coma, era andato a rintracciarla per ringraziarla dell'aiuto, chiedendole inoltre di unirsi al suo gruppo.

Lei aveva accettato immediatamente: quel ragazzo, non si spiegava perché, le dava la sensazione di “fratello maggiore che aveva sempre desiderato ma mai avuto”, senza contare il legame che aveva formato con Yukiko e Kuro, i suoi primi veri amici.

La sua attenzione venne riportata al pranzo non appena Tsuna chiamò il gruppetto, focalizzando l'attenzione di tutti verso loro e invitandoli ad alzarsi.

Agitati, tutti eseguirono l'ordine, e il Decimo iniziò un discorso molto bello, dove onorava il loro coraggio e la loro amicizia e lealtà, nonché maturità e altre innumerevoli quantità, parlando per qualche minuto: infine, Tsuna finalmente fece la fatidica domanda – Allora, ragazzi: avete deciso cosa volete come ricompensa? – chiese.

Tutti gli sguardi del pubblico si concentrarono su di loro, nello stesso momento in cui tutti quelli della Neo Kokuyo Gang puntarono Kurai, che si irrigidì come uno stoccafisso: a quanto pareva, toccava a lui fare la richiesta.

Deglutì, alzandosi in piedi ed abbassando la testa in un semi-inchino – Ecco... io... o meglio, noi... vorremmo... vorremmo... – esitò, improvvisamente nel panico: e se non avesse accettato?

Kumo si morse il labbro: avvertiva la tensione nell'aria. Stringendo i pugni, senza guardarlo, urlò – E dillo, cretino! Non hai motivo di esitare! – infondendogli il coraggio, finalmente, di parlare – Vorrei... chiedere l'ufficializzazione del nostro gruppo come vera e propria Famiglia a tutti gli effetti, ovviamente affiliata ai Vongola! – e, subito dopo, incrociò lo sguardo con quello di suo padre.

Mukuro aveva gli occhi sgranati, come se qualcuno gli avesse versato improvvisamente dei cubetti di ghiaccio nella schiena.

Poi, improvvisamente, chiuse gli occhi, sorridendo: era il momento di dimenticare il passato.

Lentamente, in modo quasi impercettibile, annuì, per poi tornare a guardarlo negli occhi.

Kurai si sentì come se un peso di una tonnellata avesse abbandonato finalmente il suo stomaco: se aveva l'approvazione di suo padre per fondare una Famiglia, non gli importava più nemmeno se Tsuna accettava o meno: la sua vittoria l'aveva ottenuta.

Quest'ultimo era rimasto interdetto dalla richiesta di Kurai, ma durò solo pochi istanti: sorridendo, chiamò ad alzarsi i Boss delle altre famiglie, consultandosi brevemente con loro.

Nel gruppo era calato un rispettoso quanto ansioso silenzio: tutti i ragazzi attendevano il verdetto, e temevano il peggio.

Eppure, non appena Tsuna tornò a sedersi al tavolo, sorridendo, la tensione svanì improvvisamente: avevano già capito dalla sua espressione la risposta.

– Dichiaro ufficialmente, con il benestare delle altre famiglie alleate, la fondazione della Famiglia Kokuyo, una famiglia indipendente ma alleata ai Vongola, la seconda nella storia ad avere due Boss: Kurai Rokudo e Mirai Rokudo. Questo è quanto, è il nostro ringraziamento per averci dimostrato il vostro coraggio, maturità e lealtà. Forniremo noi stessi i fondi per la realizzazione di una base e l'acquisto della strumentazione necessaria – scatenando urla di gioia e giubilo dei ragazzini, che si abbracciarono a vicenda, urlando straripanti felicità e sollevando infine Mirai e Kurai, all'urlo di – Boss Kurai! Boss Mirai! Yay! –.

Tsuna osservò la scena con un sorriso per qualche secondo, quindi riprese a parlare – Quanto a Francesco-san – e tutta l'attenzione si volse al maggiordomo dei Giglionero, che si guardò attorno incredulo, per poi mormorare – I-io? – senza riuscire ad aggiungere altro.

Tsuna annuì – Per ringraziarti dell'aiuto fornito ai ragazzi, trasferirò sul conto della tua famiglia qualche milione di Yen. Può bastare come ricompensa? – disse, facendo sorridere praticamente tutti... meno che Xanxus, che imprecò annoiato afferrando una bistecca e iniziando a masticarla.

Il maggiordomo si asciugò gli occhi, commosso, inchinandosi profondamente con rispetto – A-assolutamente sì. Io... la ringrazio umilmente. Lei è un grand'uomo, e non ho parole per esprimerle la mia gratitudine – disse, scosso da fremiti.

Tsuna gli fece cenno di avvicinarsi – Dai, unisciti al banchetto ora, ce n'è per tutti! – ma dovette aspettare che l'uomo riuscisse a fermare il pianto commosso prima di poter, finalmente, dare il via ai festeggiamenti, che durarono tutto il giorno e tutta la notte.

L'indomani, come promesso Tsuna fornì ai gemelli i fondi e la certificazione necessaria.

Quel giorno passerà alla storia come la nascita della Famiglia Kokuyo, la prima in Giappone ad essere fondata basandosi sui principi della prima generazione Vongola: una svolta epocale.

E segnò anche l'ingresso per i ragazzi nel mondo degli adulti.

 

SI INFORMANO I LETTORI CHE LA ARC "ZERO" DI KIRI NO GEMINI TERMINA QUI.
Troverete il 1° capitolo dell'Arc successiva cliccando QUI! Si segnala inoltre uno Special ambientato fra questo capitolo ed il primo della successiva Arc, accessibile da QUI!

   
 
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