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Autore: giadafontaana    21/05/2015    0 recensioni
[Sportivi]
Dio non ha dato a lui il tempo di vivere, ma a dato a me il tempo di innamorarmene. Era l'unica frase che mi rimbombava in testa mentre guardavo la sua tomba, mamma mi abbracciò e mi diede un bacio in fronte. Non avevo capito però, che se ne stava andando pure lei.
Sapete cosa vuol dire avere tutto, e perderlo in un tempo così ristretto; che neanche ci si accorge? Avevo tutto, mentre adesso no. Adesso sono sola con migliaia di gente attorno, gente che mi parla, che mi consola, che mi dici che andrà tutto bene..ma io non voglio ascoltare.
Ho imparato che c'è una grande differenza nel vivere e nell'essere vivi, ed io in questo momento non sto vivendo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Penso di non aver mai visto una concetrazione così elevata di persone euforiche.
-Tranquilla, io sono un socio dell'amministrazione, non dobbiamo entrare da qua.- Disse Rafael dandomi la tessera del club, molto probabilmente aveva visto la mia espressione mentre guardavo le varie entrate dello stadio piene di gente.
Passammo da dietro, lì non c'era molta genta, ci mettemmo venti minuti a raggiungere il nostro posto in tribuna; Rafael si fermava ogni metro a salutare persone.
I posti erano praticamente ad un metro dal campo, facevo un passo e mi ritrovo nella panchina del Barça. Non mi ero mai sentita così disorientata in vita mia, ci saranno state si o no 85 mila persone, e nonostante quel gran numero..io mi sentivo sola.
Mi girai per chiedere a Rafael un po' d'acqua, ma lui era sparito, andai nel panico in circa due secondi, tra me e me dicevo "oddio l'ho perso". 
-Giadaa!- Sentì il mio nome, ma in mezzo a quel casino non capivo chi lo stava pronunciando.
-Giada quaggiù!- Abbassai lo sguardo, e vidi Rafael che stava parlando con Luis Enrique, il nuovo allenatore del Barcellona. Non mi stupì, quell'uomo conosceva mezzo mondo, mi limitai a fargli un sorriso innoquo, senza mostrare troppo il mio menefreghismo in quello che stava facendo.
-Vieni qua Giada!- Ecco, era la fine; dovevo andare la anch'io.
-Ciao Rafael, e buongiorno a lei- Dissi guardando i due che mi stavano sorridendo.
-Scusami Giada se non ti ho avvertito che andavo a salutare Luis, comunque Giada Luis e Luis Giada- 
-Molto piacere Giada- Mi disse Luis stringendomi la mano.
Io sorridevo intanto, non sapevo che dire, e di certo non sapevo neanche cosa fare, aspettavo con ansia l'inizio della partita così da sedermi tranquilla e non socializzare più con nessuno.
-Allora Giada, mi ha detto Rafael che sei appena arrivata qua a Barcellona, come ti trovi?- Mi chiese Luis.
-Oh, emh, già...si mi trovo bene- Risposi io impacciandomi in tutte le parole di quella frase.
-Barcellona è una citta fantastica, soprattuto per giovani, poi sei fortunata a vivere da Rafael; è un buon uomo-
-Sisi, lo so, mi divertirò sicuramente. Eh già Rafael è favoloso- Dissi io, rendendo felice Rafael per la cazzata appena detta e sperando che Luis smettesse di farmi domande.
Finalmente entrarono le squadre, era ora.
-Beh Giada vado, devo lavorare sai, ti verrò a trovare e fai la brava eh- Mi disse, facendomi l'occhiolino con un sorriso a trentadue denti.
-Ciao Rafael, ci vediamo presto!-
-Certo, ciao Luis, buona fortuna per la partita!-
E finalmente mi ero seduta.
La vicinanza al campo era impressionante, vedevo ogni minimo dettaglio di tutti i giocatori.
La partita iniziò, e da subito la dominanza in campo era del Barcellona. Rafael era concentratissimo, si vedeva che era un appassionato, come tutto lo stadio d'altronde; io ero ancora per l'ennesima volta l'eccezzione.
Ero immersa nei miei pensieri, quando mi ritrovai la palla sotto i piedi. La presi per ributtarla in campo, alzai lo sguardo e vidi degli occhi marroni/verdi che mi stavano scrutando, non ci volle molto a capire che si trattava di Neymar. Non tolse lo sguardo da me, mi fissiva costantemente, ributtai la palla in campo, ma lui era ancora lì. In quel momento non desiderava nessun altro sguardo su di me, in quel momento eravamo solo io e lui, le 85 mila persona non c'erano, Rafael non c'era, c'eravamo solo io e lui. 
Quel momento durò un eternità, non riuscivo a smettere di pensarci, anche se non mi dispiaceva farlo. Era passato un po' di tempo dall'ultima persona che mi fissò in quel modo, Aiden. E pensandoci mi vennero in mente tutti i ricordi di me e lui, succedeva sempre appena qualcosa o qualcuno me lo faceva ricordare, stavo crollando e questa volta non c'era nessuno che poteva salvarmi.
-Giada? Tutto bene? La partita è finita, ti va bene se andiamo a salutare Luis?- Mi chiese Rafael.
-Sisi tutto bene, ma l'abbiamo già salutato, dobbiamo andarci per forza?- Risposi io, con un tono un po' distante poichè Aiden era ancora nella mia testa.
-Dai andiamo, lo salutiamo e poi andiamo a casa. Okay?- Disse lui sorridendomi.
-Okay.-
 
Rafael mi portò, nel piano sotto, dove c'erano gli spogliatoi. Quel posto era enorme, non avevo la più pallida idea di come muovermi.
-Ciao Giada, quindi ci vediamo ancora, eh?- Mi urlò Luis appena mi vide.
-A quanto pare- Risposi.
-Ti è piaciuta la partita? Gli abbiamo fatto il culo a quelli!-
-Sisi bella partita, eh già ho visto- Risposi, con un tono divertito.
-Rafael vado alla macchinetta in fondo a prendere da bere.- Dissi,andandomene via così da ritornare nei miei pensieri.

Tirai fuori dalla tasca delle monetine e le misi nella macchinetta, la fissai per un po'; non sapevo che prendere.
-Mmh, indecisione? Il the freddo e più dissetante, ma dura molto di meno. Mentre la Coca Cola la bevi a sorsi più piccoli perchè è gasata. Eh già scelta difficile, però io prenderei un the freddo; al limone perchè alla pesca non è buono.- 
Mi girai per capire chi mi stava parlando, e vidi lui, era proprio lui; Neymar. I suoi occhi mi stavano scrutando ancora, ma questa volta era diverso; il suo sguardo era più dolce.
-Vada per il the freddo al limone- Dissi, guardandolo, era bellissimo.
-Piacere Neymar- Disse dandomi la mano.
-Giada-. La sua mano era morbidissima, e mentre stringeva la mia, nella mia testa era sparito tutto, niente Aiden, niente papà, niente mamma, solo lui.
-Scusa ma, come mai parli italiano?- Chiesi io, poichè mi pareva strano.
-Trovi i calciatori così stupidi da non sapere parlare altre lingue oltre alla loro?- Mi rispose con un aria divertita.
-Nono, è che..mi sembra strano tutto qua- dissi, un po' imbarazzata.
-La sai una cosa? In molti casi hai ragione tu, però io ho studiato, e fortunatamente ho imparato l'italiano.- Disse, facendo un passo verso di me.
Non so perchè Neymar mi faceva quell'effetto, lui azzerava tutto. Mi sentivo imbarazzata, cosa che a me non capita mai. Lui mi imbarazzava, toglieva tutta la mia aria da "dura" guardandomi solamente, con lui ero vulnerabile. E questa cosa non mi piaceva.

-Giada andiamo dai!- Mi urlò Rafael facendomi sengno di andare verso di lui.
Dovevo salutarlo, ma non sapevo come fare, restai zitta cercando in tutti i modi di farmi venire in mente un modo decente di dire "ciao". 
-Devi andare, beh è stato un vero piacere conoscerti.- Disse lui, morzando il silenzio che c'era tra noi due.
-Anche per me, ciao Neymar-. Gli dissi sorridendo, poi mi voltai e me ne andai verso Rafael, che stava parlando già con un altra persona.
-Ah Giada! Mi sono dimenticato di dirti una cosa.- Urlò Neymar per farsi sentire.
-Che cosa?- Risposi urlando per farmi sentire anch'io.
-Ci vediamo- Disse lui, sorridendomi.
   
 
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