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Autore: SSJD    21/05/2015    5 recensioni
Rieccomi! Torno con il nuovo capitolo della saga di 'Come Fratelli'. L'avevo promessa ed eccovela servita. Dire che ho scritto una storia mooolto, ma moooolto originale, è dir poco, dato che praticamente sconvolge di gran lunga la trama originale del manga. I fatti risalgono al periodo post Majin Bu e hanno come base i fatti accaduti in CF1 e, in parte, in CF2. La dicitura OOC è solo perchè, in 'sto sito, pare che chi non descriva Vegeta come un personaggio sadico, cinico e bastardo, venga puntualmente cazziato nelle recensioni. Quindi io ci metto OOC, così posso descriverlo come voglio, anche se per me, di fatto, il Vegeta post Majin Bu è perfettamente IC a come l'ho raccontato io... o quasi...
Fatemi sapere se così è anche per voi e soprattutto, se anche questo racconto vi è piaciuto come gli altri.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Goten, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREMESSA: In questo secondo capitolo si passa direttamente a una settimana dopo al ritorno di Goku e Vegeta dal pianeta dei Kaio Shin, dopo aver distrutto Majin Bu.






Che pasticcio Goku!


“…e se qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora o taccia per sempre…”

“…Dillo tu…”
“…no, dillo tu, tu sei più grande, no?...”
“Bambini, fate silenzio… la cerimonia è quasi finita.” disse Gohan sottovoce chinandosi in avanti, per parlare nell’orecchio di Goten e Trunks, che sedevano nella panca davanti alla sua.
“NOI CI OPPONIAMO, SIGNOR GIUDICE!” gridò in tutta risposta Trunks, alzandosi in piedi sulla panca.
Ma io veramente sono un sacerdote, non un giudice… comunque, a cosa vi ‘opponete’, esattamente?” chiese il sacerdote intenerito e anche un po’ smarrito, visto che in tutta la sua ‘carriera’ non gli era mai capitato che qualcuno avesse qualcosa da dire, al pronunciamento di quella fatidica frase.
“Già, a cosa vi opponete, Trunks?” chiese Vegeta alzando, come tutti gli altri, un sopracciglio perplesso.
I due bambini avevano gli occhi di tutti puntati addosso.
C’era chi sorrideva divertito, chi li guardava un po’ male, per aver interrotto il matrimonio da favola che Bulma aveva organizzato con l’aiuto di Chichi e anche chi, come Goku e Gohan, li guardava incuriosito, desideroso di sapere quale fosse il loro cruccio.
“Avanti, bambini, cosa c’è che non va? Vi abbiamo già spiegato che non cambierà niente fra di voi. Potrete giocare, allenarvi e divertirvi sempre, tutte le volte che vorrete. Nessuno vi impedirà di vivere come avete vissuto finora, come fratellini che si vogliono bene. Vero Chichi? Diglielo anche tu, per favore!” disse Bulma in un modo dolcissimo, nonostante fosse la centesima volta che ripetesse lo stesso discorso fatto ai due, nelle settimane precedenti il matrimonio.
"Ma certo! Come facciamo a separarvi? Siete… siete come fratelli! Non vedo il motivo per cui vi dobbiate preoccupare, no?” spiegò Chichi altrettanto amorevolmente.
“Noi vogliamo che mia mamma si sposi con Goku. Così quando arriverà Gotenks potremo giocare con lui, SEMPRE e non dividercelo come fanno le famiglie divorziate, un po’ da me e un po’ da lui – disse indicando l’amichetto ancora seduto al suo fianco - Dico bene, Goten?” concluse Trunks con aria severissima.
“Giusto, Trunks, ben detto!” gli fece eco il più piccolo.
Tutti, ma proprio tutti a quell’annuncio sbarrarono gli occhi esterrefatti.
Nessuno, ma proprio nessuno, ci aveva capito un emerito cavolo di niente.
Dopo alcuni istanti di silenzio che sembrarono minuti, solo Goku, nella sua totale innocenza, osò aprire bocca e dire:
“Eheh… bambini? Credo di non essere l’unico qui a non aver capito un tubo di ciò che avete detto. Perché dovrei sposare Bulma, se volete giocare a fare la fusione, chi ve lo impedisce? Non capisco…”
“Ma no! Quale fusione? Gotenks è il nostro fratellino!”
“AHAAAA! Ho capito, avete un amichetto immaginario che si chiama Gotenks! Che bella idea!” continuò Goku dimostrando ancora una volta di avere un’età media mentale tra la sua reale e quella dei bambini.
“Ma quale amichetto immaginario, papà! Gotenks è il nostro fratellino che nascerà… prima o poi… e che è nella pancia di Bulma! Vero, Trunks?” lo interruppe Goten saltando anche lui sulla panca.
“Già, nostro fratello! Come fai a non saperlo? Tu e la mamma avete fatto l’amore e prima o poi nascerà Gotenks. Ѐ per questo che non vogliamo che loro si sposino… tra di loro…” spiegò Trunks spostando il dito da sua madre a suo padre molto velocemente, per due o tre volte.
Inutile dire che nella chiesa cadde un velo di ghiaccio che fermò i cuori di tutti i presenti. Chichi svenne, ancora una volta e fu soccorsa immediatamente da Gohan che scavalcò due panche per andare ad assistere la madre, che faceva da testimone a Bulma.
Gli occhi di tutti si sgranarono increduli, per ciò che le orecchie erano state costrette a sentire, ma caddero totalmente fuori dalle orbite quando, pochi istanti dopo, Goku riuscì a dire l’unica frase che non avrebbe mai e poi mai dovuto pronunciare:
“Eheh… e scusate… bambini… ma, di grazia, voi due come fate a saperlo?”
Oltre alla caduta delle sfere oculari, i presenti dovettero anche controllare che non gli si slogasse la mandibola, per quanto dovettero spalancare la bocca dall’incredulità quando Bulma, sotto lo sguardo truce di colui che stava per diventare suo marito, in preda al panico più totale riuscì solo a dire:
“Goku, noooo!!” prima di scoppiare in un pianto disperato.
Se Bulma fosse stata una sayan con poteri illimitati, probabilmente in quel momento lo avrebbe ucciso, con le sue stesse mani, Goku. Come poteva essere stato così ingenuo? Come poteva aver rivelato a praticamente tutti i loro conoscenti che una volta, solo una dannatissima volta, la sua prima volta, erano andati a letto assieme? Bulma si sentì mancare la terra sotto i piedi e si dovette sedere sui gradini dell’altare, per non fare la stessa fine di Chichi che, ancora a fianco a lei, non aveva ripreso conoscenza.
Dopo alcuni istanti di silenzio che sembrarono ore, fu il principe a lasciare tutti basiti.
Vegeta si accovacciò a fianco a Bulma e, guardandola negli occhi, mise una mano aperta a pochi centimetri dal suo ventre. Fece comparire una sfera luminosa che, di lì a pochi secondi, avrebbe trapassato Bulma da parte a parte, se non fosse intervenuto Gohan, che assisteva la madre e alla scena, a pochi passai da lui.
“NO, Vegeta! Aspetta! Cosa vuoi fare? Non c’è nessun bambino, senti? Non c’è nessuna aura!” gli disse prendendogli la mano nella sua e facendogli chiudere il pugno per far scomparire la sfera.
Vegeta, senza dire nulla, inclinò un pochino la testa di lato e guardò la pancia di Bulma nel punto in cui, poco prima, l’avrebbe volentieri colpita con un Big Bang Attack. Poi si rialzò e, senza nemmeno voltarsi verso il suo testimone di nozze, gli disse:
“Kaaroth, fuori!”
“Mamamama… Vegeta!”
“FUORI!! E guai a chi si muove di qui, chiaro?” ripeté il principe questa volta guardando seriamente il rivale e indicando con braccio, mano e indice tesi, l’uscita infiorata della chiesa.
“Uffaaaa… Ma perché nessuno mi ha insegnato a starmene zitto?” chiese Goku più a se stesso che ad altri avviandosi con lui, attraverso la navata centrale. I due sayan camminarono in silenzio sul tappeto rosso che li avrebbe portati a varcare, di lì a pochi istanti, l’enorme portone dell’edificio.
Appena furono all’esterno, Vegeta si strinse la testa fra le mani, massaggiandosi le tempie, come se gli dolesse terribilmente, allo stesso modo di come aveva fatto quando Babidi voleva impadronirsi della sua mente, solo poco tempo prima. Goku si preoccupò molto di quel gesto e, senza alcun timore, si avvicinò per tentare di calmarlo.
“Vegeta… senti…
“No, non ti avvicinare. Chiaro? Come hai potuto, Kaaroth? Come hai potuto andare a letto con lei quando io non c’ero? Come hai potuto approfittare della mia mancanza per tradirmi in questo modo? Ti sei dimenticato cosa eravamo, sei anni fa? Perché? Perché mi hai fatto questo? Come mi dovrei sentire io adesso? Me lo spieghi, eh, Kaaroth?” lo aggredì Vegeta con un tono di voce minacciosissimo, ma accompagnato da uno sguardo così triste che a Goku si strinse così tanto il cuore, da mettersi quasi a piangere, per il dolore che gli aveva procurato.
Scosse la testa, come per cercare di trovare la cosa più giusta da dire, poi lo guardò negli occhi, quei profondissimi occhi neri annegati in un velo di lacrime amarissime che lo stesso principe non avrebbe mai fatto cadere e gli disse:
“Mi dispiace, Vegeta. Ciò che è successo è… è… inammissibile… credo, ma penso che ora farne un dramma non gioverebbe a nessuno. Ti pare? Io… sono stato lontano per sei anni, ma non ho mai dimenticato… noi. Tu per me sei e sarai sempre come un fratello e il fatto che non ti abbia detto che ho fatto sesso con Bulma… beh, avevo i miei buoni motivi… per non confessartelo. Poi il tempo è passato e sono arrivati i cyborg, Cell e io sono morto… Ti sei preso cura della mia famiglia come se fosse la tua e…
“Già, ma io non sono mai andato a letto con Chichi, mai! Non mi è mai passato nemmeno per l’anticamera del cervello e sai perché? Perché sono un sayan, il principe dei sayan e mi sarei ucciso prima di tradire te, Bulma, i miei e i tuoi figli e soprattutto i valori in cui credeva il mio popolo. Tu invece, alla prima occasione ne hai approfittato. Scommetto che non vedevi l’ora, Kaaroth, di andare a letto con lei, vero? Hai aspettato che passassi a miglior vita per ‘consolarla’ della sua perdita? Come ho fatto a essere così… così… stupido? Mi sono addirittura sacrificato, per lei, per provare a salvare questo pianeta… ma non c’è niente di buono da salvare qui. Penso che avrei fatto meglio a distruggerlo, quando arrivai qui la prima volta, ma a tutto c’è rimedio, vero Kaaroth?” chiese il principe dipingendosi in volto il sorriso più sadico che Goku gli avesse mai visto fare.
“Che intendi dire, Vegeta? Vuoi… vuoi distruggere questo pianeta? Ma perché? Ti prego, fai sparire quella sfera… parliamone, ok? Io non lo sapevo…” tentò di dissuaderlo Goku non appena vide comparire una sfera di energia potentissima nel palmo del suo principe. Il giovane sayan si fece scivolare a terra, mettendosi in ginocchio e sedendosi sui talloni, scuotendo la testa sconsolato.
“Non sapevi cosa? Che sarei tornato? Che avrei chiesto a Bulma di sposarmi? Cosa non sapevi, eh? Che lo avrei scoperto? Per fortuna c’erano Goten e Trunks che vi hanno colto sul fatto, altrimenti avrei fatto l’errore più imperdonabile della mia vita, sposando la donna che mi ha tradito con quello che pensavo essere il mio migliore amico. Ora vattene, teletrasportati da Re Kaio o su qualche altro pianeta. Prima che qui salti tutto in aria!” concluse Vegeta guardandolo dall’alto in basso con aria severissima.
Di lì, passarono alcuni secondi, che a entrambi sembrarono giorni.
Poi, finalmente, Goku riuscì ad alzare lo sguardo e il principe si stupì molto, nel vederlo sorridente.
“Ti prendi gioco di me, Kaaroth? Pensi che non abbia il coraggio di distruggere questo inutile pianeta e i suoi abitanti?” gli chiese andandogli incontro per poi sollevarlo di peso prendendolo per il collo.
“No… non… non mi prendo gioco di te… solo che… devo… devo sp…spiegarti… mi… mi lasci… per… per favore? Non respiro!” riuscì a rispondere Goku annaspando.
Il suo aggressore lo rimise a terra e, senza far scomparire la sfera con la quale intendeva portare a termine il suo piano distruttivo, gli disse:
“Parla, hai un minuto.”
“Grazie… sei gentile a concedermi lo stesso tempo che avevo dato io a te per spiegarmi cosa stavi combinando con Chichi… quella volta… Te lo ricordi?” gli chiese Goku scherzosamente.
“Fai poco lo spiritoso, Kaaroth. Il tuo tempo è quasi scaduto. Parla, avanti, cosa devi spiegarmi di tanto importante?”
“Vegeta, temo ci sia stato un malinteso… Un grosso, enorme, terribile malinteso…” iniziò a spiegare Goku, rimettendosi in piedi.
“Cioè? Mi vorresti dire che non è mai successo?”
“No, non voglio mentirti, è vero, l’abbiamo fatto una volta, Bulma ed io, ma è stato quasi vent’anni fa. Io avevo diciott’anni. Ѐ stato prima di sposarmi con Chichi, prima che tu arrivassi sulla Terra. Prima si sapere chi fossi… un… un sayan. Non ti ho mai tradito, Vegeta. Non ho mai tradito Chichi, né tanto meno i miei figli. Non avrei mai potuto, dopo ciò che hai fatto per me. Non avrei mai potuto, comunque. Io sono un sayan. I sayan rispettano le donne degli altri sayan, sempre, anche quando questi sono morti. Me lo hai insegnato tu, Vegeta. O sbaglio?” spiegò Goku senza mai spostare gli occhi da quelli del principe e mantenendo lo sguardo più sincero che potesse mostrare in quel momento.
“Già, ma ho anche insegnato a Goten e Trunks a non mentire mai. Non è possibile che si siano inventati di avervi visto a letto assieme. Non è una cosa che dei bambini si possono immaginare. Quindi vedi di smetterla di mentirmi e, prima che ti uccida anche per questo, dimmi cosa è successo!” ribatté nervosamente Vegeta.
“Io non so cosa credono di aver visto, Vegeta. Io non… ti giuro che non… non l’ho fatto, anche se fossi totalmente impazzito e ci avessi provato, lei non me lo avrebbe mai permesso… Lei era… disperata. Non le abbiamo nemmeno dovuto dire che non sentivamo più la tua aura, lo sapeva già… che tu non c’eri più. Come puoi credere che abbia approfittato della situazione per ‘consolarla’? Ho cercato solo di calmarla e le ho detto che avrei fatto di tutto, perché tu tornassi in vita. Andiamo, Vegeta! Che genere di mostro pensi che io sia?” continuò Goku mantenendo un tono pacato, ma allo stesso tempo deciso.
“Ma loro credevano addirittura che Bulma aspettasse un bambino. Devono aver visto qualcosa di più di voi due che parlavate amichevolmente del mio ‘rientro’, ti pare?”
“Cosa vuoi che ti dica? Forse avranno frainteso… Io… l’ho solo… ehm…
“Solo?” lo incalzò lui alzando un sopracciglio incuriosito.
“E va bene, te lo dico, ma non fai che poi ti arrabbi e distruggi comunque la Terra, vero?” chiese Goku con quell’aria innocente che lo aveva sempre caratterizzato.
“KAAROTH! Vedi di parlare e non osare mentirmi perché sono al limite dell’esasperazione, se lo vuoi sapere. Quindi fatti uscire la voce e confessa. Mi stai facendo venire un'emicrania peggiore di quella che mi aveva procurato quel mago da strapazzo di Babidi!” insistette il principe puntando ora la sfera verso l’amico.
“Ok, ok… l’ho abbracciata… l’ho tenuta fra le mie braccia per tutto i tempo necessario per calmarla. Niente di più. Quando sono arrivati i bambini per imparare la fusione, probabilmente ci hanno visti così e hanno pensato che stessimo facendo… l’amore… come hanno detto loro… Non vedo altre spiegazioni… sai, i bambini fraintendono a volte i comportamenti degli adulti… forse qualche compagno di scuola di Trunks lo ha visto fare ai suoi genitori e sai… da cosa nasce cosa…” Goku fece una piccola pausa e osservò l’amico che sembrava veramente pensieroso, poi continuò:
“Comunque, se posso essere sincero fino in fondo, Vegeta, proprio tutti i torti i bambini non ce l’hanno, sai? Ho amato Bulma molto più durante quell’abbraccio, che quando ho fatto sesso con lei, diciassette anni fa. Tu sai cosa provo per lei e vederla così, fragile, indifesa e col cuore dolorosamente spezzato da quanto era appena accaduto, mi ha completamente distrutto. In quell’abbraccio c’era tutto ciò che provavo per lei in quel momento. Tenerezza, compassione e tanta, tanta tristezza. Tutti sentimenti che non sono degni, per un sayan, ma Bulma è mia amica e vederla smettere di piangere solo per averle dato un po’ affetto, è stata una gioia infinita, per me... Mi chiedo solo come Goten e Trunks abbiano potuto pensare che un semplice abbraccio abbia potuto far rimanere Bulma incinta... Questo proprio non me lo so spiegare. In tutti questi anni gliel'hai spiegato, no, come nascono i bambini... vero Vegeta?"
Il principe non sentì neppure la domanda. Era assorto in infiniti pensieri che rotolavano nella sua testa come palline di un flipper, andando a sbattere qua e là, solo apparentemente senza una precisa direzione.
Ad un tratto, del tutto inaspettatamente, Vegeta fece sparire la sfera che ancora giaceva nella sua mano, in attesa di compiere il suo crudele dovere e si voltò leggermente, per guardare l'amico, dritto negli occhi.
"Gliel'hai spiegato, vero, Vegeta?" gli stava ripetendo Goku, non avendo avuto risposta.
Vegeta scosse la testa, più per ridestarsi dai suoi pensieri che per rispondere a Goku che, ovviamente, interpretò il suo gesto come una negazione e, in un modo del tutto innocente, concluse:
"Ah, ecco perché... ora si spiega l'equivoco..."
Poi, vedendo l'amico tornare pensieroso, continuò:
"Vegeta... io... volevo dirti che… mi dispiace... so di averti ferito. Non posso tornare indietro e cancellare quella notte. Probabilmente non sarei mai dovuto andare da Bulma, quella sera... Non mi pento di ciò che abbiamo fatto, non è successo nulla di male. Ai tempi lei aveva lasciato Yamko e io non avevo ancora avuto la proposta di sposarmi con Chichi. La cosa che mi dispiace di più in assoluto e per la quale ti chiedo di perdonarmi, se puoi, è di averti mentito. Quando me lo chiedesti, sette anni fa, non potevo dirtelo... Non le avresti permesso di diventare la tua donna e ora Trunks non ci sarebbe. Mirai!Trunks non sarebbe mai potuto arrivare e io sarei morto, per la malattia al cuore. So che mentire al principe dei sayan disonora il nostro popolo e ferisce il tuo orgoglio, ma penso che a volte, mentire, sia il male minore. Spero tu mi possa perdonare, per questo, Vegeta…"
Il principe lo aveva ascoltato attentamente. Parola per parola. Avrebbe tanto voluto rispondergli che sì, sarebbe stato disposto a perdonarlo, se l'unica bugia che Goku gli aveva detto, fosse stata quella. Ma nella mente di Vegeta, cominciarono a riaffiorare i ricordi dolorosissimi degli anni in cui l'amico era mancato e volontariamente si era tenuto ben distante dai lui, dalla sua famiglia e dal quel pianeta, che era diventata ormai la nuova casa di molti sayan, tranne che dello stesso Goku.
Vegeta scosse ancora la testa, guardò l’amico coi due tristissimi pozzi neri che gli facevano da iridi e disse:
“No, non posso, credimi, vorrei tanto poterti perdonare, ma sebbene io possa comprendere il perché tu mi abbia mentito, sette anni fa, ancora è troppo difficile, per me, accettare il fatto che quella non sia stata l’unica volta…
“Ma ora ti ho detto la verità, Vegeta! Chiedilo a Bulma, chiama i bambini, chiedi loro cos’hanno visto, non ti ho mentito, credimi!” lo interruppe Goku con un tono di voce quasi disperato.
“Ma io ti credo, Kaaroth. Il fatto è che mi hai profondamente deluso. Alla nascita di Goten, quando ti fu concesso di venire sulla Terra per una sola notte, dicesti che saresti tornato, prima o poi. Hai fatto passare sei anni, senza farti più nemmeno sentire con Gohan e poi ti sei fatto rivedere solo per partecipare ad uno stupido torneo e hai permesso a Kaio Shin il sommo di farti tornare in vita solo per distruggere Majin Bu. Ora scopro che quella sera di Natale, mi hai mentito per ben due volte… e la cosa, se permetti, è al momento imperdonabile e mi irrita alquanto.” spiegò il principe a cui stava di nuovo crescendo visibilmente l’aura.
“Non ti ho mentito, sono qui ora, no? E mi è stato pure concesso di tornare in vita, contro ogni mia aspettativa. Quale altra bugia ti ho detto da non poter essere perdonata?” chiese Goku un po’ titubante.
“Cito testualmente, Kaaroth: “Tutto ciò che ho visto o che mi è stato riferito non mi è dispiaciuto affatto, davvero. Non ti devi giustificare. Quello che hai fatto con Chichi, l'ho fatto anch'io... con Bulma”. Ho tralasciato qualcosa, del tuo bel discorsetto? Peccato che fosse l’ennesima menzogna, vero Kaaroth? Me lo avevi detto solo per non farmi sentire terribilmente in colpa per aver preso il tuo posto per cinque minuti, con Chichi? Ѐ strano, sai? Non sono stati nemmeno i cinque minuti più belli che io ricordi di aver passato con tua moglie, nonostante la cosa a lei fosse piaciuta parecchio. Sono ben altri i momenti piacevoli che ho trascorso con lei, ma nessuno di questi comprendeva il fatto che io ci abbia fatto sesso e sai perché? Indovina un po’? Perché ciò che tu hai fatto con Bulma è andato ben oltre a ciò che io ho fatto con Chichi. O sbaglio?”
Goku chinò la testa. Vegeta non si sbagliava. Poco importava quale fosse il reale significato di ciò che gli aveva detto la sera di Natale a cui lui si riferiva. Se avesse tentato di giustificarsi, spiegando meglio quella frase, avrebbe solo peggiorato la situazione. Vegeta si sarebbe sentito ancora di più preso in giro e, probabilmente, sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso. Goku scosse mestamente la testa e, senza rialzarla di un solo millimetro, chiese timidamente:
“Vegeta, cosa… cosa devo fare? Voglio dire…
“Sta’ zitto, Kaaroth!” lo interruppe bruscamente Vegeta. Poi, fece un sospiro profondissimo e, molto più pacatamente continuò:
“Ho bisogno di tempo. Non posso perdonarti… ora. Sono troppo… troppo… ah, non so come dire… Ѐ tutto così… frustrante… terribilmente frustrante, per me… Vorrei tanto punirti per avermi mentito, ma so di non avere nessuna possibilità di batterti, in un incontro. Ci sono riuscito solo facendo possedere la mia mente da quell’essere ignobile, per poi scoprire che non avevi nemmeno combattuto al pieno delle tue forze. Non posso nemmeno mandarti di nuovo all’altro mondo, perché so che tu ne saresti solo contento, ma tua moglie e i tuoi figli ne soffrirebbero tantissimo e, cosa non meno grave, li perderei, per sempre. Quindi, per favore, non chiedermi adesso di perdonarti o di tornare ad essere ciò che eravamo, sei anni fa. La fiducia te la devi riconquistare, Kaaroth, come anche la mia amicizia, che sarò ben lieto di renderti, se mi dimostrerai di essere il degno sayan che spero tu sia ancora. Ѐ chiaro?”
Goku fece solo un timido cenno di sì con la testa, per poi rimanere immobile a fissare il terreno davanti a sé, scalciando, di tanto in tanto, qualche sassolino presente sul selciato, di fronte alla chiesa.
Poi, dopo qualche istante, il giovane sayan fece un rumoroso sospiro per poi alzare finalmente lo sguardo e dire:
“Vegeta, posso… posso farti una domanda?”
“Sì, Kaaroth, cosa vuoi sapere?” gli chiese con il tono di un padre che ha appena fatto una sfuriata al figlio e ancora il sangue non ha finito di bollirgli nelle vene.
“Intendi… voglio dire… sei… sei arrabbiato… con Bulma? Cosa intendi fare con lei?” chiese timidamente.
“Che domande! Le ho chiesto di sposarmi e sono venuto qui per questo, stamattina. Ora che la questione sollevata dai bambini è chiarita, non vedo perché non debba portare a termine il mio desiderio. Io amo Bulma e lei… lei, a differenza di te, non mi ha mai mentito, mai. Ѐ vero, non gliel’ho mai chiesto, se c’era stato qualcosa, fra voi due, ma mi ero fidato di te e di ciò che mi avevi detto tu… che stupido sono stato, a non indagare oltre. Probabilmente mi avrebbe mentito anche lei, non lo so, ma in questi anni ha dimostrato di aver imparato molto sui sayan e spero che mi possa perdonare, per aver dubitato di lei, poco fa. Spero solo mi voglia ancora sposare e spero di non tornare in chiesa e di trovarla stesa da un pugno di Chichi che reclama la sua vendetta. Quella donna è peggio di me… sotto certi aspetti.”
“Già… ho più paura di dover spiegare anche a lei cosa è successo, piuttosto che a te…” disse Goku un po’ sconsolato.
“Capirà, vedrai… forse avrà bisogno di tempo, come me… ma alla fine, come hai detto tu, non l’hai mai tradita, no?”
“Già… ma ho fatto di peggio, l’ho lasciata sola per troppo tempo. Ho lasciato tutti, per troppo tempo. Ora i miei figli vorrebbero vivere con te e mia moglie probabilmente mi odia, per quanto ha sentito oggi. Per non parlare della mia migliore amica e di te. Ho deluso tutti e non so proprio come farmi perdonare…” concluse Goku sconsolato abbassando di nuovo il capo, per non far vedere a Vegeta che i suoi occhi si erano riempiti di lacrime e che le stesse stavano sfuggendo al suo controllo.
“Kaaroth, dai vieni, non fare così. Dacci un po’ di tempo per assimilare il fatto che il sayan più pasticcione dell’universo sia tornato a combinare casini… vedrai che poi tutto si sistemerà, ok? Se devi dimostrarmi di essere un vero sayan, devi iniziare da subito, sai? Vedi di non darla vinta a quei lacrimoni da coccodrillo, tanto per cominciare e poi, mi puoi dare le fedi, per favore? Se non ti spiace vorrei cambiare testimone, tu fai schifo, in smoking.” concluse Vegeta per cercare di fargli ritrovare il sorriso.
Goku si asciugò velocemente le lacrime e tirò su il naso, con molta poca grazia, prima di rialzare lo sguardo ed estrarre dalla tasca una scatoletta rossa contenente gli anelli nuziali, da porgere all’amico.
“E chi vorresti come testimone, Vegeta?” gli chiese con un timido sorriso.
“Tu chi mi consigli?”
“Beh, Gohan non è maggiorenne, Yamko non mi sembra il caso, Crillin non ci sta nelle foto…
“Ok, ho capito, tienili tu, gli anelli. Non voglio un terrestre che mi faccia da testimone. Tu andrai benissimo, ma per favore, vatti a cambiare, mettiti la tuta, che dopo il pranzo ci andiamo a sgranchire un po’... ho una gran voglia di prenderti a pugni, che tu nemmeno t’immagini.”
Goku non se lo fece ripetere due volte. Aprì un sorriso bellissimo in viso e si strappò letteralmente lo smoking di dosso. Sotto portava già la sua amatissima tuta arancione e, tutto sorridente, disse:
“Vado bene così?”
“Molto meglio, andiamo?”
“Sì… grazie, Vegeta.” disse Goku avviandosi a fianco del suo amico.
“Ti odio, Kaaroth.” concluse sommessamente Vegeta, poco prima di varcare di nuovo il portone della chiesa che li avrebbe portati, di lì a poco, a scoprire lo scenario apocalittico che li stava aspettando.






NOTA AUTORE: Perdonate la troppa 'ingenuità' di Goku, ma a parte che ho messo OOC mica per niente, se non avesse detto quella frase, tutto il racconto non sarebbe nemmeno esistito. Quindi passatemelo così e buona lettura! Vedrete che nei prossimi capitoli lo redimo e lo faccio tornare all'età mentale che gli compete... forse.
   
 
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