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Autore: winterlover97    21/05/2015    5 recensioni
dal capitolo 5
Il gancio del sacco si sta per rompere, almeno credo, ma continuo imperterrita. Ho bisogno di sfogarmi, di lasciare fluire tutta la rabbia repressa fuori dal mio corpo. Le lacrime ora scorrono copiose lungo le guance. Le gambe si fanno pesanti, così come le braccia. Percepisco gli atomi del sacco da boxe e dell'imbottitura muoversi sotto le mie dita e i miei colpi. Il gancio salta e il sacco sbalza a terra, finendo contro il muro. Cado come un peso morto. Cado come le foglie in autunno e la neve in inverno.
capitolo 11
"Proviamo" sollevai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, verde in blu "proviamo a capirlo, a definirlo, come si fa con i termini che ci sono sconosciuti, solo che questo non è una parola, un termine, è qualcosa di forte, di diverso, che sento il bisogno di definire" disse tutto d'un fiato, senza nemmeno prendere fiato, avevo ancora gli occhi suoi fissi nei miei, sbattei le palpebre e dissi "Proviamo".
capitolo 18
Un tuono squarciò l'aria.
E lei sorrise.
Un lampo.
E lei rise guardando l'orizzonte.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Pietro Maximoff/Quicksilver, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'You didn't see that coming ?'
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Capitolo posto a revisione nel settembre 2016

 

La primavera era ormai arrivata anche a New York City e aveva portato nuovi colori nei parchi cittadini, così come nuovi profumi. Mi sveglio, probabilmente a causa del rumore delle macchine che percorrono le strade davanti al mio appartamento, mi volto scalcio le coperte verso il fondo del letto e guardo il mio inseparabile orologio: le 7. Ed è già ora di alzarsi, quindi, anche se di malavoglia mi tiro su a sedere, passo una mano tra i capelli neri e corti e scendo dal letto. Rabbrividisco al contatto del pavimento e apro la finestra per far entrare un po' di aria. Apro l'armadio e cerco di trovare qualcosa da mettermi, tutto accompagnato da un po' di musica. Trovati i vestiti, stacco il cellulare dal caricabatterie e mi fiondo nella doccia, rischiando di assiderarmi per l'acqua troppo fredda. Una buona doccia è l'ideale per iniziare la giornata, poi, dopo essermi asciugata, vestita e aver preso la borsa e i libri necessari per l'università esco di casa e mi immergo nel caos Newyorkese.

Mi sono trasferita quando avevo 10 anni con i miei genitori, che ora vivono in Ontario, Canada a godersi la pensione. Mi aveva conquistato il turbinio di emozioni, luce, suoni, culture della megalopoli. Mi fermo sul marciapiede e rovisto nella borsa alla ricerca del l'orario dell'università, sarei dovuta entrare alle 11.

Almeno ho due ore buone per dedicarmi al laboratorio. Attraverso la città, e, dopo essermi comprata un buon Caf Pow, vado al laboratorio.

Quando il mio proprietario si è visto una ragazza di 18 anni che chiedeva il suo vecchio magazzino in affitto si è quasi preso un colpo, e titubante mi ha lasciato le chiavi. Dopotutto a chi verrebbe in mente di usare un vecchio magazzino risalente alla seconda guerra mondiale per svago? Alla sottoscritta dato che lo reputava ottimo per allenarsi.
Essere mutanti l giorno d'oggi è difficile, nonostante ormai siamo perfettamente integrati nella società, il difficile viene quando si deve trovare un luogo per allenarsi, soprattutto se si ha un potere a dir poco distruttivo a volte. 
Normalmente amo esercitarmi semplicemente facendo implodere o esplodere vecchi elenchi telefonici, oppure bobine di acqua, nulla di troppo dispendioso.
Comunque come al solito cerco di concentrarmi per far esplodere il terzo di una lunga fila di elenchi, che bussano alla porta, mi distraggo un attimo e l'elenco, ormai sotto pressione da troppo tempo scoppia, sferzandomi la faccia con pezzi di carta. 

 

"Arrivo, un attimo!

Passo davanti allo specchio e ringrazio mentalmente il potere rigenerativo, poi vado ad aprire la porta. Guardando attraverso lo spioncino vedo chi non mi sarei mai aspettata di vedere. Phil Coulson. 

Apro la porta ancora incredula e contato che non è un illusione.

"Ciao Eve Chang.

"Che diavolo ci fai qui?

Prima si fa credere morto, poi si presenta all'improvviso?

 

Sbuffo e mi sposto facendolo passare.

"Semplicemente devo chiederti un piccolo favore

 

"Punto primo, ti fingi morto per tre anni, punto secondo un favore? Lo SHIELD vuole un favore? Non voleva arrestarmi barra analizzarmi?

"Non esiste lo SHIELD, sono gli Avengers che te lo chiedono, e Fury ovviamente.

Fece con fare ovvio. Mi volto e lo guardo stranita.

"Scusa, gli eroi più potenti della terra, coloro che hanno fatto fuori un'orda di Chitauri impazziti vogliono me?

"Dovresti entrare nella squadra. 

Lo guardo e mentre prendo la borsa, mi verso un bicchiere di acqua, poi affermo

"Solo con dei compromessi

 

Non penseranno che possano imbrigliarmi in modo così semplice? 

"Me lo aspettavo. Fury voleva mandare May oppure la Hill a contrattare, però, ricordando che la volta precedente le hai praticamente quasi fatte fuori, mi sono offerto io. Comunque sia, che cosa pretendi?

 

Ridacchiai in modo quasi sguaiato.

"Non avevate detto che sono una persona impreveibile, che è difficile da imbrigliare? per tornare alla questione compromessi, spazio libero per allenarmi e nessun disturbo quando studio

Sapevo di essere abbastanza irritante o viziata con il mio atteggiamento ma, detto schiettamente, adoro irritare le persone.

"Si può fare

 

Da quando è che Coulson si è fatto così docile?

"Allora andiamo?

 

"Ma e qui? Non devi pulire, sistemare...

"A bhè, lascia, sto già facendo.

Porto una mano all'altezza della spalla e la stanza si comincia a pulire, sotto gli occhi semi esterrefatti di Phil, (altra cosa che adoro fare è lasciare senza parole una persona, specialmente se più vecchia di me e con più potere), risi sottotono e chiudendoci la porta alle spalle, ce ne andammo.

   
 
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