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Autore: Fausdakryma    24/05/2015    0 recensioni
Alba Melanie non sa mentire ma non sopporta la mancanza di cortesia, odia la violenza ma in caso di pericolo sa difendersi, fa amicizia facilmente ma quando perde la pazienza non esita a dire ciò che pensa, finendo spesso per litigare. Secondo Mark, un ragazzo di diciotto anni che Alba Melanie conosce da sempre ma che non ha mai frequentato molto, la ragazza ha un carattere “contraddittorio”. E Mark sa bene che avere una personalità sfaccettata può essere pericoloso nella città. Così, il giorno prima che la ragazza sostenga il test attitudinale, che dovrebbe rivelarle quale delle cinque fazioni della città sia più adatta per lei, Mark la invita ad uscire con lui, per avvertirla del pericolo che corre.
Il test conferma i timori del ragazzo, portando Alba Melanie ad un bivio: cosa dovrebbe scegliere? Una fazione sicura ma troppo tranquilla, o una esaltante ma pericolosa? Mark ovviamente cerca di convincere la ragazza a scegliere la sicurezza, ma non sa che in realtà nessun luogo è privo di pericoli, quando per non rischiare la vita bisogna nascondere ciò che si è davvero.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Jeanine Matthews, Johanna Reyes, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Carino ma… paranoico?
 
Mancano circa venti metri alla fermata dell’autobus. D’un tratto mi accorgo che domani sarà l’ultima volta nella mia vita in cui farò questo percorso. Persino questo insignificante particolare aumenta la mia angoscia e la mia tristezza. Tra due giorni dovrò andarmene, anche se non so dove. Dovrò lasciare la mia famiglia per sempre.
 Per un attimo mi chiedo se non sia meglio rimanere qui, nella fazione degli Eruditi, continuando a vivere con i miei genitori e mia sorella. Ma so bene che non posso. Restare qui per me sarebbe un suicidio.
 Noto che c’è un ragazzo alla fermata. E’ strano, di solito sono l’unica che prende l’autobus numero 3 alle 7:30. Avvicinandomi di più, mi accorgo che si tratta di Mark. Che ci fa qui a quest’ora? Non deve certo andare a scuola, ha diciotto anni…
 Mi sorprendo a sperare che sia venuto per me. Non ci siamo mai frequentati, nonostante i nostri genitori siano amici, per cui ci conosciamo praticamente da sedici anni (ossia dalla mia nascita), eppure nelle ultime tre settimane si è fermato a parlare con me almeno qualche minuto ogni volta che mi ha incontrata…
 Probabilmente l’angoscia per l’imminente distacco dalla mia famiglia e la scelta che tra due giorni dovrò compiere sta distruggendo i miei neuroni. E’ ovvio che Mark non è qui per me. Perché dovrei interessargli?
 Però sono contenta che ci sia.
 Ormai sono arrivata alla fermata. Mark si gira verso di me. E’ carino. Alto, biondo, occhi verdi, lineamenti un po’ spigolosi e un naso un po’ troppo grande, ma nel complesso il suo viso non è male, e non lo è neppure il suo fisico, anche se non è esattamente “statuario”. Insomma, Mark non è bellissimo, ma carino.
 Ci salutiamo sorridendo.
“Come mai sei qui a quest’ora?” domando cercando di sembrare indifferente.
Il sorriso di Mark lascia il posto ad un’espressione seria.
“Devo parlarti”
Cavolo.
Un misto di paura ed euforia mi esplode dentro la testa, o forse dentro la pancia, non lo so, all’improvviso non capisco più niente. E’ come se le sue parole mi avessero colpito fisicamente.
 Mark si guarda intorno in silenzio, poi si china un po’ verso di me.
 Il cuore mi batte a mille.
“Mi sono informato sul tuo albero genealogico” sussurra Mark.
 Il mio albero genealogico?!
 Cosa c’è di tanto importante da dire sul mio albero genealogico?
 Vorrei ribattere qualcosa, ma Mark mi interrompe.
“Lo so che sembra una cretinata, Alba Melanie, ma è importante. Ho scoperto che tuo padre si è trasferito agli Eruditi dai Pacifici e tua madre dagli Intrepidi. Inoltre i tuoi bisnonni paterni erano Abneganti, mentre quelli materni erano Candidi.”
“E allora?! So anch’io tutte queste cose e non ci trovo nulla di strano!” lo interrompo bruscamente.
D’un tratto mi sento “sgonfiata”. Davvero Mark è venuto qui solo per parlarmi di questo?
“Mi lasci finire di parlare? Mi sono informato anche sui membri della tua famiglia di generazioni precedenti. Tra i tuoi antenati si possono contare membri di tutte le fazioni ed erano tutti trasfazione. Nessuno di loro è mai rimasto nella propria fazione d’origine” sussurra Mark con voce bassissima, avvicinando il suo viso al mio. “Ho studiato gli alberi genealogici di diverse famiglie, e la tua è finora l’unica che presenta queste caratteristiche.”
“E perché questo dovrebbe essere importante?”
“Perché potrebbe essere la conferma di una mia teoria. Tu hai un carattere particolare, Alba Melanie, quasi contraddittorio. Ho paura che ciò sia collegato alla grande varietà genetica all’interno della tua famiglia. Se il mio ragionamento è corretto, tu sei in pericolo di vita” mormora Mark quasi nel mio orecchio.
“Ma cosa stai dicendo?”
Forse Mark non ci sta con la testa. Oppure mi vuole solo prendere in giro.
“Per favore, smettila di scherzare. Sono già abbastanza ansiosa perché non so quale fazione scegliere, non ho bisogno di essere spaventata per cose senza senso!”
 Per fortuna sta arrivando l’autobus. Faccio un cenno all’autista per farlo fermare.
 Prima che il pullman si arresti del tutto, Mark mi prende un braccio e mi tira vicino a sé. Il suo viso è a quindici centimetri dal mio. Persino in un momento assurdo come questo non riesco a non pensare che sia carino.
 “Ti prego, ascoltami, è importante. Ora non ho tempo per finire di spiegarti, perciò ti aspetto al parco dopo le lezioni, così potrò farti capire quello che intendo. Non dire a nessuno il motivo per cui voglio vederti, hai capito? Nemmeno ad Ivy o alla tua famiglia. Non sto scherzando, Alba Melanie, puoi essere davvero in pericolo” sussurra Mark.
 Quello che sta dicendo è assurdo, ma il suo tono e i suoi occhi esprimono un’angoscia sincera. Per la prima volta dall’inizio della conversazione, le sue parole mi spaventano un poco.  
 Annuisco.
 “Va bene, Mark, sta tranquillo, verrò al parco dopo le lezioni e non parlerò a nessuno di quello che mi hai detto” mormoro cercando di sorridere.
 “Molto bene” risponde lui, lasciando il mio braccio. “Ciao, Alba Melanie.”
“Ciao, Mark.”
Salgo sull’autobus.  
 
Ovviamente durante le lezioni sono stata ancora più distratta del solito. Per fortuna adesso sono finite.
Mi rendo conto che questa è l’ultima volta che esco da scuola di pomeriggio. E’ un dettaglio ancora più stupido di quello che ho notato stamattina, eppure anche questo pensiero mi rende ancora più agitata di quanto non lo sia già.
Per quale fazione sono adatta? Quale vita dovrei scegliere tra due giorni?
Sono così nervosa che, uscendo da scuola, inciampo, finendo addosso ad un ragazzo vestito completamente di nero, quindi un Intrepido. 
"Scusa" sussurro imbarazzatissima. 
"Non fa niente" replica il ragazzo sorridendo e aiutandomi a ritrovare l'equilibrio. 
Per un attimo restiamo entrambi in silenzio. 
"Beh, ti saluto" conclude poi l'Intrepido per poi andarsene. 
Ha un bel sorriso che, unito all'aria sicura degli Intrepidi, lo rende piuttosto attraente. D'un tratto mi ricordo dell’assurdo appuntamento con Mark. La mia ansia aumenta. Qualcuno ha un calmante da prestarmi?
"Chi era quello?" 
Sentendo la voce di Ivy alle mie spalle, sobbalzo e mi volto di scatto. Quando sono agitata, basta il minimo rumore imprevisto per farmi saltare per aria. 
Del resto, neppure la mia migliore amica ha un'espressione tranquilla e allegra come al solito, nonostante sappia già cosa sceglierà. 
"Non lo conosco, gli sono solo caduta addosso" rispondo. "Come stai?" 
"Così così. Mi dispiace lasciare la mia famiglia. Ma so che per loro va bene in questo modo, sanno che non potrei vivere tra gli Eruditi." 
"Vale lo stesso per me. Ma almeno tu sai già quale fazione scegliere, io ancora non ho deciso." 
Mi sfugge un sospiro. 
Davanti a me c'è un gruppo di ragazzi vestiti in azzurro e quindi Eruditi, come me ed Ivy, che stanno discutendo animatamente di qualche scoperta scientifica. Sembrano i ragazzi modello che la mia fazione vuole, sempre desiderosi di ampliare il proprio sapere. Trovo che sia un ideale di vita lodevole, perché la conoscenza permette la prosperità, ma studiare non è certamente la mia passione. So bene che non potrei mai superare l’iniziazione degli Eruditi, e anche che la pena per chi non si adegua alle regole della propria fazione è peggiore della morte. Rabbrividisco al solo pensiero.
Per fortuna, la voce di Ivy mi riporta alla realtà.
"Secondo me non devi preoccuparti così tanto. Sarà il test di domani a dirti qual è la fazione giusta per te" mi dice la mia migliore amica con un sorriso. 
In teoria ha ragione, ma questo non basta a tranquillizzarmi. 
Quando saliamo sul pullman, una ragazza Abnegante con i capelli rossi si alza per cedermi il suo posto, ma io rifiuto, mi sembra assurdo che una persona che avrà la mia stessa età mi ceda il posto.  Il valore principale degli Abneganti è l'altruismo, ma il loro atteggiamento servile mi mette a disagio, lo trovo innaturale, imbarazzante e, spesso, inutile. Non credo che nascondendosi sotto informi vestiti grigi, stando in silenzio per non attirare l'attenzione altrui e umiliandosi continuamente aiutino davvero il prossimo. Trovo che la filosofia di fondo della loro fazione sia molto buona, perché prendersi cura degli altri è ovviamente necessario per vivere bene insieme, ma ritengo che il loro stile di vita finisca per essere opprimente per loro e inutile per gli altri.
Mi guardo intorno. Sul pullman ci sono ragazzi di tutte le fazioni, eccetto gli Intrepidi, che sono gli unici ad usare i treni. Questi ultimi non si fermano quasi mai, per salire e scendere bisogna saltare mentre il mezzo è in movimento. Una volta ho preso anch'io un treno, ovviamente di nascosto, ed è un miracolo che non mi sia uccisa quando sono saltata giù. Il valore principale per gli Intrepidi è il coraggio, ma credo che spesso loro lo confondano con l'incoscienza. 
Alle mie spalle sento le voci di due Candidi, che ovviamente non si preoccupano di poter essere ascoltati da tutti. La loro fazione crede nell'onestà e bandisce tutto ciò che può costituire una forma di falsità, compresa la cortesia, che a detta loro è "un inganno avvolto in una bella confezione". La sincerità di questa fazione mi comunica un senso di sicurezza, perché so che nessuno dei suoi membri potrebbe mai ingannarmi, ma spesso li trovo irritanti e poco rispettosi. Inoltre trovo che abbiano una visione troppo rigida della realtà: per loro ogni cosa è vera o falsa, bianca o nera, come i colori dei loro vestiti.
Poi il mio sguardo cade su tre ragazze vestite di giallo e di rosso, i colori dei Pacifici. Stanno chiacchierando a bassa voce e hanno un'aria allegra e serena. I valori principali per i Pacifici sono l’amicizia e la pace, perciò i membri di questa fazione sono sempre gentili ed evitano come la peste qualsiasi forma di aggressività. Inoltre sono le uniche persone nella città che si occupano di musica e di arte. I Pacifici mi sono sempre piaciuti, ma a volte trovo che la loro calma abbia un che di innaturale. Inoltre non approvo la loro incapacità di difendersi.
"Facciamo un giro questo pomeriggio?" mi chiede d'un tratto Ivy. 
"Non posso, devo vedere Mark." 
Cavolo, perché le l'ho detto? 
L'espressione incredula di Ivy mi fa capire che sto per essere investita da una raffica di domande. Aiuto. 
"Esci con Mark? Stai scherzando? Ma come mai, perché? Te l'ha chiesto lui? Vi siete messi insieme?" chiede Ivy quasi strillando. Alcune persone si girano verso di noi. Aiuto. 
"Abbassa la voce, Ivy! E poi ti sembra possibile che stiamo insieme?" sussurro imbarazzatissima. 
"Perché no?" replica la mia amica, fortunatamente con un tono di voce più basso rispetto a prima ."L'hai detto tu che devi uscire con lui." 
"Se stessimo insieme, non credi che te lo avrei già raccontato? Mark ha detto solo che deve parlarmi, e non credo proprio che si tratti di qualcosa di, come posso dire, romantico." 
"E allora perché ti avrebbe chiesto di uscire?" 
"Non lo so!" 
Arrossisco un pochino e Ivy lo nota.
"Si, come no… E comunque a te il suo invito fa piacere, vero?" domanda Ivy con un sorrisetto. 
"Non è che me ne importi tanto" ribatto io.
Ho cercato di usare un tono indifferente, ma mi accorgo che adesso sono diventata proprio tutta rossa. Malgrado l’assurdità del discorso di Mark di questa mattina, non riesco ad impedirmi di essere contenta di vederlo.
Ovviamente Ivy l'ha capito. 
"Alba, tu le bugie proprio non le sai dire!" esclama la mia amica ridendo. 
Sospiro. 
"D'accordo, uscire con Mark mi fa piacere, e allora? E’ naturale che io sia contenta di uscire con un ragazzo carino e simpatico. Ma ti assicuro che non è  niente di importante. E poi tra due giorni lascerò gli Eruditi, quindi non vedrò mai più Mark. Sarebbe stupido pensare che tra noi possa nascere qualcosa, non trovi?" 
"Un amore stroncato sul nascere" sospira Ivy, con tono falsamente melodrammatico e un’espressione così buffa che mi strappa una risata.
“Tu stai male, Ivy! Comunque adesso devo scendere, Mark mi aspetta qui al parco. Ciao!" 
"Ciao, Alba, sappi che domani dovrai farmi un resoconto dettagliato!" 
Rido nervosamente e scendo dal pullman. 
 
Mark è già qui. E’ in piedi con la schiena appoggiata contro un albero e le braccia incrociate. Per l’ennesima volta mi ritrovo a pensare che sia carino. Ho proprio fuso.
 Mi avvicino a lui. Mark si accorge di me e mi saluta sorridendo. Poi si guarda intorno.
“Ti dispiace se andiamo da qualche altra parte, Alba Melanie? Qui c’è troppa gente.”
 Forse sta diventando paranoico. Ma una parte di me, la più stupida, è molto felice di soddisfare questa richiesta.
“Va bene” rispondo, sorridendo mio malgrado.
 Usciamo dal parco e arriviamo vicino alla zona dove vivono gli Esclusi.
 Perché siamo venuti qui? Questo è il luogo dove vivono coloro che sono stati cacciati dalla propria fazione. Indossano vestiti raccolti nei cassonetti. Non hanno case. Non ricevono mai abbastanza cibo. Non possono avvicinarsi ai quartieri delle fazioni. Fanno i lavori che nessun altro vuole, ovviamente con una paga misera. Solo gli Abneganti cercano di prendersi cura di loro (questa forse è l’unica cosa davvero altruista ed utile Tche fanno), ma non possono aiutarli più di tanto. Diventare Esclusi vuol dire essere condannati ad una vita di sofferenza e di terribile solitudine. Sicuramente, se restassi negli Eruditi, il mio destino sarebbe questo.
“Dobbiamo proprio parlare qui?” domando.
“Sicuramente in questo posto non ci ascolterà nessuno” replica Mark.
 Decido di non ribattere.   
 “Va bene” acconsento “Cosa volevi dirmi?”
 Mark si guarda di nuovo intorno, sospira e avvicina il suo viso al mio.
“Come ti ho già detto,  ho paura che la particolarità del tuo carattere sia influenzata dalla variabilità genetica all’interno della tua famiglia” sussurra Mark “Questo potrebbe significare che tu sia adatta a più di una fazione, non ad una sola.”
“E questo è un problema?” domando incredula.
Tutto qui? Mi ha fatto un discorso alquanto inquietante e ha chiesto di vedermi solo per dirmi che potrei essere adatta a più di una fazione?
“Si, Alba Melanie, ed è un problema molto serio” risponde Mark, con un’espressione grave che non mi piace. “Perché c’è gente in questa città che ha ucciso molte persone solo perché erano adatte a più di una fazione.”
Spalanco gli occhi, sbalordita. A questo punto, sono sicura che Mark è paranoico.
“Tu stai male!” esclamo “Chi si sognerebbe di uccidere una persona solo perché è adatta a più fazioni?
“E’ quello che sto cercando di capire” replica Mark. “Ma so che tutto questo è vero. E so anche che dietro gli omicidi di queste persone, che sono chiamate Divergenti, ci sono degli Eruditi.”
Vorrei ribattere, ma guardando lo sguardo di Mark mi blocco. Non so perché, ma c’è qualcosa nei suoi occhi che mi spinge a fidarmi di lui. Non me lo so spiegare, ma quel “qualcosa” c’è.
“Ammettiamo che io sia una Divergente, e che questo sia davvero pericoloso” mormoro “Cosa dovrei fare?”
“Primo, non puoi parlare di questa storia a nessuno, nemmeno ai tuoi genitori. Secondo, vieni subito da me domani dopo il tuo test attitudinale, perché è da lì che si vedrà se sei una Divergente o meno” risponde Mark.
“Va bene. Ma secondo te a quali fazioni potrei essere adatta?” chiedo, ricordandomi improvvisamente che non ho la più pallida idea di cosa dovrei scegliere dopodomani.
“Preferisco non dirtelo adesso, per non condizionare il tuo comportamento durante il test” replica Mark “Comunque, adesso non parliamo più di quest’argomento, non voglio che ti agiti troppo. Magari chiama Ivy e fa’ un giro con lei, oppure torna a casa… Insomma, fa’ qualcosa di rilassante. Adesso io devo andare. Ciao, Alba Melanie, in bocca al lupo per domani.”
“Crepi il lupo. Ciao!”
 
Avrei preferito che Mark restasse con me ancora un po’, possibilmente parlando di “cose normali”. Ma in fondo in questo momento non credo che sia poi così importante. Non so bene perché, ma l’eccitazione che provavo quando dopo la fine delle lezioni all’idea di uscire con lui adesso è scomparsa. Forse è vero che ho un carattere contraddittorio.
 Sono tornata a casa. Non mi andava di uscire con Ivy dopo la strana (e un po’ inquietante) conversazione con Mark, anche perché di sicuro la mia amica mi avrebbe tempestata di domande a cui non avrei mai saputo rispondere per evitare di parlare della mia presunta Divergenza.
 Basta, non voglio pensare più a quella parola.
 Entrando in casa mi accorgo che i miei sono già in casa, il che è stranissimo, considerando che sono solo le 18:00. I miei genitori lavorano tutti e due a quest’ora.
 “Ciao, Melanie!” mi saluta mia madre abbracciandomi.
E’ l’unica che mi chiama così. Per tutti gli altri sono Alba (eccetto per Mark, che mi ha sempre chiamata con il mio nome completo). Come è facile intuire, il mio primo nome l’ha scelto papà, il secondo mia mamma.
 “Ciao, Alba!” si aggiunge mio padre. Anche lui mi abbraccia.
Tra meno di due giorni dovrò lasciarli per sempre.
Sospiro.
“Andrà tutto bene, Alba” mi dice mio padre. “Non preoccuparti. Certamente farai la scelta giusta. Sta tranquilla.”
“Esatto” concorda mia madre. “Anche noi abbiamo lasciato la nostra fazione e la nostra famiglia e ce la siamo cavati benissimo.”
“Troveremo anche qualche modo per vederci, a meno che tu non scelga quei fissati fanatici degli Intrepidi” aggiunge papà con un’espressione un po’ beffarda.
“Ehi, porta rispetto alla mia vecchia fazione!” replica la mamma, falsamente offesa. “Ti chiedo una sola cosa, Melanie: non scegliere quei rammolliti dei Pacifici, a meno che tu non voglia passare la vita a coltivare verdure cantando canzoncine melense.”
“Sempre meglio che saltare da treni e palazzi per divertimento!” replica mio padre.
 Scoppio a ridere. Per i miei genitori punzecchiarsi reciprocamente riguardo alle proprie fazioni d’origine è sempre stato una specie di sport.
 Effettivamente è molto strano che un'ex Intrepida ed un ex Pacifico si siano sposati, dato che le loro fazioni d’origine sono l’una l’opposto dell’altra. (E’ un miracolo che io sia nata!).
 Oggi però il modo di scherzare dei miei è diverso dal solito. E’ ovvio che in realtà non sono per niente tranquilli e felici come dicono, vogliono solo rassicurarmi. Ma decido di stare al gioco e di scherzare anch’io. Non voglio certo passare la mia penultima sera con la mia famiglia a piangere.
 Inoltre sento che la loro allegria, per quanto ostentata, in qualche modo mi fa sentire più rilassata. Se i miei riescono a scherzare in un momento come questo, vuol dire che in fin dei conti le cose possono andare bene. Anzi, significa che andranno certamente bene. Non c’è nulla di cui preoccuparsi.
 
   
 
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