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Autore: Best Song Ever_1D    25/05/2015    1 recensioni
"Profumo di lui, riesco ancora a sentire il calore delle sue mani sul mio viso e i miei amati baci sul collo. Sospiro e, come al solito, m'immergo nei pensieri. Tutto così in fretta, tutto così magnifico."
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati già due mesi da quando ho conosciuto Louis e il freddo dell'inverno inizia a farsi sentire sulla mia pelle, ormai senza più traccia di abbronzatura.
Mia madre è tornata, è passato il mio compleanno e le cose con Louis vanno benissimo. Ha legato molto con sua suocera.
Oggi purtroppo sarà una giornata noiosa, non vedrò Louis, non è mia abitudine. O meglio, ho intenzione di raggiungerlo fin sotto casa.
Indosso un maglioncino color grigio e dei jeans attillati, fiondandomi poi in strada a fare un regalino per i nostri due mesi: oggi.
Entro nel negozio e inizio a squadrare vari oggetti presenti sugli scaffali, ad ogni cosa roteo gli occhi pensando "inutile". Dopo cinque minuti afferro un semplice orsacchiotto con accanto un cuore e su scritto "I love you", le cose tradizionali insomma.
Soddisfatta arrivo sotto casa del mio amato e vengo accolta da sua madre, l'ho conosciuta da poco e già mi sta simpatica. Da ciò che vedo, sarà appena tornata da varie compere.
Ho una strana sensazione, perché? Non mi sono mai sentita così.
Cerco le braccia di Louis, ho le allucinazioni.
Sento gemiti provenire dalla camera sua. Si è sentito male? Sono io che sto male?
Una lacrima si fa spazio sul mio viso mentre arrivo sulla soglia della porta,fisso la maniglia, trovo coraggio e apro.
Il mio cuore rallenta, di nuovo, ho paura di non farcela. Lascio cadere il regalo per terra. Ma cosa vedo?

***

"Si è ripresa!" le urla di mia madre rimbombano in quello che deve essere il solito ospedale. I medici sorridono.
Non rispondo, non parlo, piango solo. So fare solo questo, per questa maledetta debolezza.
Quelle scene si incidono nella mente. Louis, è stato lui. Mi ha tradita.
Lui e lei sul nostro letto. Nostro, solo nostro.
E lei...lei l'ho riconosciuta a stento, la ragazza più antipatica della scuola.
Quello stronzo non ha pensato a me, al mio cuore, a noi. Niente, niente di niente.

LOUIS'S POV.
È tutta colpa mia, non mi perdonerà mai. Ho promesso, o meglio, avevo promesso a me stesso di proteggere il suo debole cuoricino. E poi?
E poi l'ho distrutto.
Mia madre non fa altro che fissarmi disgustata impedendomi di raggiungerla in ospedale.  Si sarà ripresa?
Amo solo lei, ma non ero in me quando l'ho fatto. Non ci sono braccia migliori delle sue.
"Mamma, non rompere, devo raggiungerla" sono disperato.
"Fra poco uscirà dall'ospedale, devi darti forza perché per lei non sarà la cosa migliore vederti. Accettalo, gli errori si ripagano." mi carezza il volto con una lacrima che le attraversa il viso.
Ci tiene a lei, quanto me, o forse più dopo ciò che ho fatto. Almeno lei ragiona, io no.
"Mamma, io vado, non m'interessa di nulla. Il suo cuore vuole me, la sua testa probabilmente no, ma senza di me non ce la farà." mi fiondo in auto senza sentire storie.
Sono nervoso. Le altre macchine suonano il clackson senza sosta contro di me per l'eccesso di velocità, ed io sembro avercela anche con loro.
Ce l'ho con me stesso, ce l'ho con il mondo.
Arrivato, tolgo le chiavi dall'auto e noto le finestre chiuse. Starà ancora arrivando.

MARIA'S POV.
Siamo a piedi, io e mamma, appena uscite da quell'inferno. Ormai lo guardo come un posto abituale.
Quasi non mi reggo in piedi, sono a pezzi, io e il mio cuore.
Vorrei tanto vedere Louis, quello di una volta, quello che quando ti spoglia ti fa sentire solo l'unica. L'unica che ama.
Se solo ci fosse Liam qui...
Da lontano noto la mia casa, con una figura che non riesco a mettere a fuoco. Sarà Rob?
Quando mi accorgo di quel viso conosciuto, mi volto verso mia madre e le sussurro "non voglio vederlo".
Annuisce e si dirige verso di lui parlandogli con calma e facendolo allontare.
Entro in casa a testa bassa, cerco nel buio l'interruttore della luce e, accendendolo, vedo Rob ed Harry in primo piano e dietro la mia classe che mi urla "sorpresa!".
Tutto questo per me? Neanche fosse il mio compleanno.
Fingo un sorriso e mi fiondo tra le braccia di Rob, poi guardo mia madre, complice di tutto. Fa finta di nulla.
È vero, l'amicizia conta più di tutto.
A turni, mi salutano tutti con baci e carezze e mi offrono del cibo preparato apposta per me.
In realtà vorrei solo dormire, sono stanchissima...

***

Questa mattina Rob non mi dà tregua nonostante il prof ci abbia riprese varie volte.
"Harry a letto? Ma tu lo immagini? Mi ha fatto sentire unica, è un piacere assurdo" guarda verso l'alto probabilmente pensandolo.
Io la fisso imbarazzata, sarebbe capace di spiegare tutto nei dettagli, ma non faccio altro che pensare al mio Lou...
"Maria e Rob, vi invito ad uscire fuori!" ci punta il dito contro, il prof, con le sopracciglia aggrottate. Ha ragione.
Ci alziamo e ci dirigiamo verso la porta.
Oggi i corridoi sono pieni, c'è vivacità in qualsiasi punto. Ho paura di incontrarlo, anche se vorrei.
"Rob, mettiamoci in disparte, già sai il motivo..." fisso il vuoto.
"Non mi stuprerai mica?" ridacchia da sola, non è affatto divertente..
Andiamo verso gli spogliatoi accendendo un paio di sigarette, tanto per sentirci più ribelli. Non è un vizio, lo faccio quando sono nervosa o triste.
Tra tutto il fumo che abbiamo creato in quel piccolo spazio, sento dei passi: saranno i bidelli?
D'istinto mi nascondo dietro l'armadietto e sbircio.
Noto un capo abbassato, non mi è nuovo. Si, è lui.
È distrutto, più di me. Spalanco gli occhi alla vista della sua mano sanguinante stretta in un pugno.
Due sono le cose: o avrà dato un pugno chissà dove per il nervosismo, o addirittura a qualcuno.
Rob esce allo scoperto spingendomi contro il muro come per farmi capire che devo tacere.
"Stavo fumando, pensavo fosse un bidello, e invece sei tu." gli dice con tono freddo.
Lui alza il capo con varie lacrime di dolore.
"Sono...sono esausto. Non è da me piangere, ma sono stato uno stupido. Non mi perdonerà mai più!" bagna la sua mano sotto l'unico rubinetto presente lì. Si evidenzia un graffio abbastanza profondo.
"Cos'hai fatto?!" Rob indica quell'orrore.
"Nervosismo..." lo nasconde nelle tasche.
Silenzio.
Esco allo scoperto anch'io, sento che il mio cuore si sta indebolendo, richiedo le sue braccia.
Mi nota con gli occhi spalancati, si avvicina e mi avvolge in un dolorosissimo abbraccio. Piangiamo entrambi.
Rob sorride. Mi sento meglio.
Da quelle calde braccia il mio corpo si allontana, non devo starci. Ci sto bene ma il dolore è troppo.

***

"Maria, devi mangiare!" le parole disperate di mia madre riecheggiano nella mia camera.
Al solo pensiero del cibo mi viene un disgusto allucinante, non le rispondo.
Sono una pessima figlia, sta soffrendo troppo per me eppure non riesco a migliorare.
Passano i giorni e il mio corpo s'indebolisce a vista d'occhio, le ossa si notano sempre più e le lacrime silenziose di mia madre sono quotidiane.
Non faccio altro che stare sott'occhio di psicologi e dietologi che non fanno altro che ripetermi "andrà tutto bene". Ma quando? Quando sarò stesa a terra già morta?
Sono convinti che facciano bene il loro lavoro, ma non sono mai stati nei panni di qualcuno nelle condizioni come le mie. Una laurea non conta un cazzo.
Sono consapevole, senza Louis morirò. Eppure...eppure preferisco morire.
A volte sono talmente debole da non sentire il mio corpo, da non riuscire nemmeno a parlare. Mi guardo le braccia e profondi tagli si fanno spazio incrociati.
Li copro con i miei amati maglioni, meglio non dare ulteriori preoccupazioni.
La morte mi fa paura, ma cos'è in confronto a ciò che sto passando?

  
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