Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: princess_sweet_94    27/05/2015    1 recensioni
Un regno perduto, una principessa scomparsa, una perla cambiata dal tempo e dalle emozioni… una nuova vita.
La nostra storia comincia diciotto anni dopo gli eventi che conosciamo: dopo che le principesse sirene Lucia, Hanon, Rina, Seira, Noelle, Coco e Karen sono state catturate e sigillate negli abissi dell’oceano, nuove principesse sono nate con l’unico scopo di prendere il loro posto… ma cosa succede quando una di loro scopre la verità e si mette alla ricerca delle loro predecessore coinvolgendo anche le altre, calpestando ogni regola?
Avventure, scoperte, emozioni e tanta ma tanta musica vi aspetta in questa storia!
{Ringrazio la mia Beta, nonché migliore amica, bambolinarossa98 per avermi aiutato sia con i personaggi sia a migliorare ed aggiustare la storia.}
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era passata una settimana da quando le principesse erano giunte sulla terra ferma; dopo aver tentato di rapirle ed aver fallito, Kaori (così è il nome della principessa del perduto regno di Atlantide) si era chiusa in un lungo riposo nel proprio corpo per recuperare le forze mancate.
Durante questo periodo aveva avuto modo di riflettere con minuziosa calma e precisione, arrivando ad una semplice conclusione: doveva trovare dei seguaci.
Al risveglio uscì dalla torre e si avviò verso la Sala del Trono, si fermò proprio al centro del pavimento grigio e chiuse gli occhi iniziando a camminare in cerchio, muovendo specifici passi e canticchiando una filastrocca in una lingua antica.
Seguendo la scia dei suoi passi sul pavimento iniziarono a delinearsi dei ghirigori luminosi fino a disegnare una complicata figura.
Il pavimento si illuminò e da esso si erse una fascio di luce, quando si dissolse una grande fontana grigia si ergeva al centro della sala; l’acqua che vi zampillava era blu zaffiro ed emanava un sinistro bagliore.
Kaori vi si sporse e tocco l’acqua con un dito: la superficie si increspò e strane ombre vi comparvero per poi prendere una forma precisa.
 
Il sole splendeva alto nel cielo, il mare era calmo e l’acqua a temperatura ambiente; il giorno perfetto per studiare!
E ora si penserà: studiare? Con un’occasione del genere per andare in spiaggia?
Ebbene si, Lilian Hitaki studia in una giornata perfetta per andare in spiaggia… ma in effetti in spiaggia lei è.
E’ anche nota come Lily ed è una giovane ricercatrice di anatomia marina, studia i pesci e le piante acquatiche con passione, nonché esperta nuotatrice.
Sotto l’ombrellone nei pressi del ‘Love Love Beam’ (un bar sulla costa dell’Hokkaido), Lily studia. Tra le mani reggeva un libro dall’aria noiosa e sul tavolo la cameriera aveva appena poggiato il sesto bicchiere di succo di more; Lily studiava con impegno la teoria per poi metterla in pratica.
Infatti, meno di dieci minuti dopo, aveva già chiuso il libro nella borsa, pagato il barista e si era diretta in spiaggia; togliendosi il corto vestito bianco mise in mostra un costume da bagno a pezzo unico blu e nero, si legò i lunghi capelli color miele e si tuffò.
Fece giusto un giro sul fondale per esplorare la zona prima di risalire in superficie, a prendere aria. Stava per immergersi di nuovo quando si sentì stringere la caviglia da qualcosa, per un attimo pensò ad un alga in cui si era impigliata, quindi trattenne il fiato e tornò sotto per liberarsi: in effetti era un alga quella attorno alla sua caviglia ma di certo non impigliata per sbaglio. Appena la toccò altre liane spuntarono e l’afferrano per i polsi, il busto, le gambe e il collo.
Per lunghi attimi lottò silenziosamente contro quelle funi poi, a corto di aria e con la testa pulsante, sfinita aprì le bocca rassegnata. Inghiottì molta acqua prima di perdere definitivamente i sensi.
 
Daimon osservava con desiderio la donna ai suoi piedi, priva di sensi, bagnata benché lì fossero all’asciutto, e con qualche alga ancora attaccata al corpo. I capelli si erano sciolti e si spandevano sotto la sua testa creando un arco, i bellissimi zaffiri chiusi. Non respirava, l’acqua le aveva riempito i polmoni tanto da bloccare l’entrata dell’aria.
S’inginocchiò e le alzò il busto poi premette forte con la mano sul suo petto, esattamente in mezzo al seno; con un enorme getto l’acqua venì fuori e lei tossì traendo profondi respiri.
<< Umane >> pensò semplicemente il ragazzo senza toglierle gli occhi di dosso. Con molta lentezza lei aprì gli occhi e si guardò intorno, la prima cosa che scorse fu il viso di un bellissimo ragazzo. Pallido, con due occhi color diamante incastonati al suo interno, corti capelli argentei che gli incorniciavano il volto sparati in tutte le direzioni e un affascinante sorriso a piegargli le labbra.
Lily lo osservò ricordando quello che era successo; non gli ci volle molto a capire che lui l’aveva salvata.
“Grazie” sussurrò ma lui, immerso in chissà quali pensieri, non rispose ma le prese il mento fra le dita.
“Sei davvero bella…” disse “…magari se glielo chiedo mi lascerà sposarti”.
Lily rimase perplessa a quelle parole: sposarla? E poi a chi doveva chiederlo?
“Si, ho deciso” disse infine lui, alzandosi uscì dalla sala.
Sala? Lily si guardò intorno: era seduta su un pavimento di mattonelle opache in una grande Sala di pietra grigia, alle sue spalle vi era una fontana in cui zampillava dell’acqua color zaffiro, mentre alla sua destra, distanziati l’una dall’altra, erano esposte sette teche piene d’acqua.
Si alzò in piedi, confusa, e si avvicinò alle teche; quasi urlò: al suo interno vi galleggiavano delle persone.
Anche se, guardandole meglio, avevano qualcosa di strano: dove dovevano esserci le gambe spuntava una coda di pesce.
Aveva sempre letto delle famigerate sirene ma credeva fosse solo una leggenda.
“Si, certo. Puoi farne quello che ti pare, basta che farà ciò che le ordino” una altera voce di donna provenì da dietro la porta, facendola voltare.
“Non si preoccupi, Mia Signora, farà tutto ciò che le si verrà chiesto” rispose la voce di Daimon. La porta si aprì qualche istante dopo e lei ebbe solo una fugace visione della donna prima che il ragazzo irrompesse nel suo campo visivo.
Le puntò un dito alla tempia e… la sua mente vorticò senza sosta poi si annebbiò, i suoi occhi divennero opachi e il volto inespressivo.
“Rispondimi, chi sei tu?” chiese Kaori con voce autoritaria.
“Il mio nome è Lilian Hitaki” mormorò lei meccanicamente con voce monotona “e sono una tua serva fedele, Mia Signora”.
“Molto bene, per il momento non ho bisogno di lei. Daimon, occupatenete tu, quando mi servirà la chiamerò” ordinò.
“Certamente” rispose questo con un breve inchino, poi tornò a guardare Lily con lo stesso desiderio se non più ardente. Si avvicinò e la prese fra le braccia uscendo dalla Sala.
Kaori si avvicinò alla fontana e vi guardò dentro nuovamente, presto o tardi avrebbe avuto tutti i seguaci di cui aveva bisogno.
 
Il regno dell’Oceano Atlantico del Sud viveva in pace sotto il governo della loro nuova principessa, da quando Mikoto era arrivata sulla terra il governo era passato nelle mani di Mina, la sua Dama da Compagnia, che governava in sua vece.
Per non preoccupare i sudditi era stato loro detto che la principessa si era recata a passare un anno sulla terra come ‘Passaggio di maturità’. Tutto andava bene, tranne per…
Enji osservava con astio il castello color cobalto, seduta su uno scoglio ai margini della città: odiava tutto di quella città e della sua governante.
Guardò per un ultima volta il palazzo poi voltò la coda e se ne andò… presto avrebbe avuto la sua vendetta.
Kaori l’aspettava all’interno del palazzo, oltre i cancelli d’oro vi era Daimon ad attenderla: le permise di attraversarli e la condusse dentro: nel grande salone, seduta sulla fontana, la principessa scrutava dentro l’acqua.
“Benvenuta, Enji” disse alzando gli occhi su di lei “Dimmi, cosa ti porta qui da me?”
“Voglio seguirla” rispose la sirena dalla pinna blu “Voglio vendetta”.
“E io te la darò” Kaori le si avvicinò “Ti permetterò di sfogare la tua ira sull’attuale principessa dalla perla blu… visto che quella con cui hai avuto la divergenza è incapace di fare qualcosa” disse voltandosi verso la teca dentro la quale galleggiava l’ex principessa sirena dalla perla blu: Hanon “Ti donerò dei poteri ma tu dovrai giurarmi eterna fedeltà e ubbidire ai miei ordini. Ci stai a queste condizioni?”
“Certo”.
Kaori alzò la mano e la poggiò sulla sua fronte, la perla si illuminò e un fascio di luce nera l’avvolse completamente.
 
Maru nuotava velocemente dietro la sorella che non accennava a voler cambiare i propri propositi: “Saru, per favore, fermati!” urlò ma non ottenne risposta “Saru!”
“Lasciami stare!” rispose lei girandosi “Se voi seguirmi allora dovrai unirti a lei… altrimenti le nostre strade si separano qui!” e con un ultimo sguardo continuò a nuotare fino ad arrivare ai cancelli.
Daimon era lì che attendeva, Maru le fu accanto in un attimo: “Aspetta… va bene, la seguirò” rispose. La sorella gli sorrise e oltrepassò i cancelli seguita dal fratello.
Kaori era già nella sala che li aspettava, appena entrarono li guardò entrambi poi gli fece cenno di avvicinarsi: “Avete scelto di seguirmi” cominciò “Se mi aiuterete a catturare le principesse verrete lautamente ricompensati, vi darò il potere di cui avrete bisogno per portare a termine il vostro compito ma dovrete essermi per sempre fedeli: se ora avete qualche ripensamento uscite da questo castello adesso e non vi sarà fatto alcun male… se mi tradirete in futuro la punizione sarà severa e indiscussa. Cosa decidete?”
Saru si fece avanti senza pensarci: “Prendetemi nei vostri ranghi e non temete: nulla scalfirà la mia fedeltà verso di voi” rispose. Maru esitò un istante poi si fece avanti senza proferir parole.
“Molto bene, allora” rispose Kaori, la perla si illuminò e i due ne furono investiti in pieno… era giunto il momento della vendetta.
 
§
 
 
Kyoko si stiracchiò sulla sedia con uno sbadiglio e guardò il tramonto che calava all’orizzonte: avvertiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco, come se qualcosa di pericoloso si stesse per abbattere su di loro.
In effetti era da qualche giorno che non si sentiva tranquilla ma forse era solo la preoccupazione per la minaccia della Principessa Oscura. Anche le altre erano inquiete, Mikoto più di tutte.
Chiuse il libro di inglese e decise di lasciar perdere, non aveva nessuna voglia di studiare.
Si alzò dal tavolino della terrazza e rientrò in Hotel: Nikora era in cucina che preparava il tè, Madame Taki stava leggendo le carte nel salottino con Anne e Kanzaki che facevano zapping in tv stese sul divano, Arashi era di sopra a studiare, Mikoto si stava facendo il bagno in camera sua, Yume e Aika giocavano a Uno sedute al tavolino disposto sul balcone del salottino e Hippo leggeva ai piedi del divano.
Sembrava tutto tranquillo ma quella sensazione di pericolo non accennava ad andarsene. Così uscì dal salotto e si diresse al piano sopra, entrò in camera di Mikoto e si diresse verso la porta del bagno, bussò ed entrò: “Mikoto, posso parlarti?” domandò affacciandosi da uno spiraglio nella porta.
“Certo, entra” rispose la ragazza: era completamente immersa nella vasca piena di schiuma da cui spuntavano solo la coda blu scuro e le spalle nude, i lunghissimi capelli di quel blu quasi nero erano raccolti in una treccia e ricadevano oltre il bordo. Kyoko si chiuse la porta alle spalle e avvicinò uno sgabello alla vasca, si sedette e poggiò le braccia sul bordo.
“L’hai avvertita anche tu, vero?” domandò la sirena girando la manovella di una piccola caraffa azzurra decorata con perline e zaffiri da cui fuoriuscivano bolle.
“La sensazione di pericolo? Si. E da un bel po’ di tempo oramai… non capisco cosa sia, però” rispose la ragazza poggiando la testa sulle braccia “E’ come se stesse per accadere qualcosa di brutto” spiegò.
“Qualcosa di molto brutto. Anche le altre l’avvertono ma non se ne curano per niente… forse Anne, un po’ ma le altre…” scosse la testa e smise di girare la manovella “Si sta rafforzando” disse poi voltandosi a guardarla “Ne sono sicura, avrà certamente trovato dei seguaci: non potendo uscire dalla Torre in cui è rinchiusa avrà trovato qualcuno che venga a cercarci al posto suo”.
“Credi che sia questo il pericolo?”
“Probabilmente si” rispose guardando il muro davanti a sé “Dobbiamo stare ancora più in guardia, d’ora in avanti… anche perché ho saputo che è scomparsa una donna. Un pesce del mio regno l’ha vista: delle alghe l’avevano catturata e trasportata giù negli abissi”.
“E’ stata lei?”
“Certo, chi altri? Può ipnotizzare le persone e renderle suo schiave… avrà certamente fatto lo stesso con quella ragazza. Non posso negare di essere preoccupata” Mikoto posò a terra la caraffa e si immerse di più nella vasca “La cosa si fa seria se iniziano a sparire gli umani”.
“Cosa credi che dovremmo fare?”
“Attendere. Prima o poi si faranno avanti loro e quando questo accadrà… la nostra missione sarà realmente cominciata”.
  
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