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Autore: Filmaustencat    27/05/2015    3 recensioni
Un amore odiato. Una convinzione incerta. Lo sbaglio più giusto.
Quando le parole diventano "mute" il silenzio racconta verità nascoste. Vi è mai capitato di ridere in situazioni alquanto imbarazzanti o peggio in momenti del tutto sbagliati? La divertita risata di Hermione Granger rimbombava nell'aula di Pozioni. Una reazione completamente diversa da quelle dei suoi compagni che fissavano un indignato Draco Malfoy con la divisa macchiata da una pozione. Da una sconosciuta pozione. Il povero artefice era ormai certo che la sua fine sarebbe arrivata presto: Paciock era rosso e sudato. La risata continuava mentre Malfoy si dimenava guardandola furente e...spaventato allo stesso tempo. Malfoy non riusciva più ad emettere alcun suono. -Insomma che sta succedendo?- Oh oh il pupillo di Piton era stato colpito. -Ditemi subito chi è stato!- urlò il Professore. Paciock stava per farsi avanti ma un braccio, una mano un dito diafano indicavano una sola persona di cui ora invece che della risata si sentiva solo il rimbombo del cuore spaventato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Hermione fu la prima a riscuotersi da quello stato di confusione balzando in piedi come sospinta da una molla.
-E questo come dovrebbe aiutarci? Non è possibile provare un grande dolore e al contempo una grande felicità!- esclamò caldamente a Draco che, dal canto suo, era rimasto assorto, con lo sguardo ancora legato alla pagina del libro, come pietrificato.
-Draco?- cercò di riscuoterlo Hermione, cominciando a scuoterlo leggermente per una spalla -Draco sto iniziando a preoccuparmi! Oh Merlino...- esclamò poi la ragazza, colta da una sinistra illuminazione -non dirmi che oltre che muto ora sei pure pietrificato!- Concluse con orrore fissandolo. Draco, decidendo di riprendersi da quel torpore, le lanciò un'occhiata infastidita col suo solito sguardo.
-Oh, a quanto pare no!- riprese Hermione sinceramente sollevata e divertita mentre lo guardava studiando attentamente il suo comportamento: la ragazza si era subito accorsa che qualcosa non andava.
-Allora...che problema c'è?- Gli chiese risedendosi mestamente. Draco era ancora fermo con la testa bassa ma si contorceva le mani e tremava come se stesse cercando di controllarsi per evitare di scoppiare in uno scatto d'ira.
-Draco- lo riprese Hermione -ascolta so che ti sembra imposs...- la riccia non fece in tempo a finire che il giovane scattò in piedi velocemente colpendo con un pugno il tavolo per poi mettersi le mani tra i capelli iniziando a camminare in circolo nervosamente. Era un uomo impotente difronte alla magia e al destino, era necessario lasciargli un attimo di tempo per assorbire il tutto ed è così che fece Hermione lasciandolo sfogare in silenzio. Solo dopo quella che parve un'eternità lui decise di sedersi e prendere d'impeto carta e penna. Lei lo osservava ancora, come fosse un animale selvatico in cui ci si imbatte e non si sa che fare eppure non ne aveva paura, non temeva per se come magari avrebbe fatto in passato; ora c'era qualcosa di più potente che la faceva rimanere in quella stanza: fiducia. E mentre ad Hermione si scaldava il cuore al pensiero di fidarsi tanto di un'altra persona, Draco continuava a scrivere finché, affannato, non passò il foglio ad Hermione.
"Vattene. Vattene prima che mi tocchi mandarti via in malo modo. Non mi importa della tua storiella con il rosso e di certo non voglio essere una spalla su cui piangere. Prendi la tua roba e non farti più vedere". 
L'ultima frase era scritta calzando ogni singola lettere rendendola talmente minacciosa e crudele che per la giovane fu come se un pugnale l'avesse trafitta. Alzando lo sguardo vide i suoi occhi freddi e fissi, ma lui non poteva davvero volere ciò, non poteva pensò la Granger.
-Non puoi!- disse inorridita dando voce ai suoi pensieri continuando a guardarlo per vederlo cedere in un sorriso che le facesse capire che era tutto uno scherzo -Draco- al suono del suo nome pronunciato dalla giovane lui fece fare un impercettibile smorfia -so cosa stai cercando di fare...se è per quello che hai letto se è per la paura io...io-disse Hermione per poi bloccarsi quando si accorse di essere ormai patetica ai suoi occhi: sull'orlo del pianto mentre continuava a pregarlo. Per questo si fermò e raddrizzando le spalle si ricompose decisa però a non andarsene prima di non aver ottenuto una spiegazione. Prese il foglio la penna e glieli rimise sotto gli occhi.
-Ora voglio sperare che tu abbia una buona spiegazione per il tuo comportamento. Anzi sono sicura tu ce l'abbia quindi, sii così gentile da darmela- disse severa. 
Lui non facendosi intimorire decise di accontentarla.
"Non so cosa tu ti sia messa in testa ma io e te non siamo nulla, io non ti devo nulla. Ora che so cos'è questa lacrima non sei più necessaria"
Appena Hermione finì di leggere, alzò lo sguardo sperando ancora ma trovò Draco risoluto e fermo. Era una conferma: era tornato quello di prima, quel bastardo insensibile che le rendeva la vita un inferno. La situazione le sembrava talmente surreale che la giovane finì per chiedersi se tutto quello che aveva passato con lui non fosse che un bellissimo sogno; fino a poco fa era sensibile e affettuoso con lei ora era un pezzo di giaccio. Era paralizzata mentre cercava di andarsene finché l'umiliazione subita le fece muovere per inerzia il corpo fino alla soglia della porta dove, in un ultimo atto d'amore proprio e forse anche per Draco gli disse rassegnata:
-Non è allontanato le persone che ti salverai...- e con un ultimo sguardo la giovane sparì dietro l'angolo mentre Malfoy si alzava, sgranando gli occhi, mentre dentro crollava.

Passare le giornate in camera sua sembrava esser diventata la regola. Non aveva fatto in tempo a riprendersi da Ron che Malfoy pensava già a riportarla letteralmente nel buio. Da quando aveva lasciato il biondo, Hermione aveva passato il tempo a fare congetture arrivando alla conclusione che, molto probabilmente, il giovane per non annoiarsi nel suo nuovo "stato" aveva deciso di divertirsi un po' con lei; tutto ciò l'aveva portata alla conclusione che, rompere con Ron era stato doloroso ma rompere con lui, anche se non erano mai stati ufficialmente insieme, era uno stato irreversibile. Non c'era rimedio alla sofferenza e alla delusione. Mentre la giovane si rannicchiava per l'ennesima volta sul suo letto qualcuno bussò alla porta; la prima idea di Hermione era far finta di nulla, presumendo fosse qualcosa riguardante la sorveglianza notturna della scuola.
-Herm, apri...per favore- Harry.     
La Granger al suono della voce dell'amico spalancò gli occhi. "No...non ora Harry. Non ora che il mio cuore è già colpito" pensò la ragazza supponendo che l'amico volesse riparlare della sua non più relazione con...lui. 
Persino pensare al suo nome era doloroso.
-Hermione per favore, non sono qui per litigare- riprese Harry.  
La giovane decise di andare ad aprire anche perché le mancava il suo migliore amico, la loro amicizia...e quando la porta si schiuse piano, Harry si trovò davanti un fiore sfiorito, la giovane amica sempre attenta era lì davanti a lui con gli occhi rossi e lo sguardo vuoto. 
-Che ti è successo Herm?- chiese il giovane allarmato mentre si faceva strada per entrare.
-Nulla Harry...davvero, credo di avere... un po' di... influenza!- esclamò lei colpita da un'illuminazione. L'amico continuava a guardarla sospettoso. Poi un lampo di comprensione gli attraversò il viso del moro. 
-Ah...fece mestamente -Herm io...-fece per iniziare lui ma la giovane lo interruppe prontamente:
-No. Harry...non dire nulla...non dirmi te lo avevo detto perché...grazie ma lo so già!- e lo disse con sarcasmo perché ormai era rassegnata a ricordarsi nella sua vita di quella volta che un serpeverde...IL serpeverde le aveva spezzato il cuore.
-In realtà- cominciò timido Harry -ero qui per scusarmi- disse abbassando gli occhi, causando grande sorpresa nella ragazza.
-Si, sai, per come mi sono comportato. Non sono stato giusto e nemmeno un buon amico- le disse prendendole la mano e sedendosi accanto a lei sul letto. 
-Harry io...grazie, accetto le tue scuse- gli disse sorridendogli. 
-Ma non sei felice- constatatò lui -Herm, ascoltami: quello che ti ho detto non era vero- disse scuotendola -ho sbagliato ad accusarti per la fine della tua storia con Ron ma, a quanto pare non ho sbagliato sul parte del "male" da Malfoy- concluse con una punta di irritazione mentre Hermione lo guardava triste -so che fa male, però è doveroso che io ti ricordi una cosa: hai un amico Herm, uno stupido amico che ti ha abbandonata quando ne avevi più bisogno ma che ora ha capito ed è qui e non mi importa se vuoi parlarmi di Malfoy-si interruppe per fare una smorfia di disgusto -purché tu stia meglio. Quindi sfogati- concluse. Alla giovane si illuminarono gli occhi e una piccola lacrima che racchiudeva tutte le emozioni della giornata le scivolò sul viso mentre si slanciava per abbracciare l'amico. -Grazie Harry- gli disse commossa -dovresti lanciarmi schiantesimi non ringtaziarmi!- le rispose ridendo lui mentre la stringeva ancora. 

I due amici rimasero a parlare per molto tempo, Harry non fece commenti e ascoltò Hermione fino all'ultima parola. 
-Quindi mi stai dicendo che a meno che lui non trovi questa lacrima non potrà più parlare?- disse trattenendo l'eccitazione.
-Si Harry- rispose la ragazza accennando un timido sorriso -contieni il dispiacere!- continuò scherzosa mentre lui rideva per poi tornare serio -hai ragione comunque...non so davvero come sia possibile trovare questa lacrima- riprese veramente interessato. 
-Avrei provato a cercarla ma ormai non è più affar mio- disse Hermione velenosa -nell'ultimo mese sono stata proprio fortunata: tra Malfoy e Ron io non- 
-Ron!- esclamò Herry interrompendo l'amica e spaventandola un po' -Ero qui anche per questo!- riprese più calmo per poi spiegarsi -So che probabilmente non vuoi più sentir parlare di lui ma devo sapere: ti sembra strano in questo periodo? Voglio dire, diverso dal solito strano Ron?- le chiese.
"Certo! È completamente un altro" pensò tra se la giovane ma, per non allarmare l'amico gli rispose più dolcemente -Sai, ecco...sinceramente si- disse vedendo Harry spalancare un po' gli occhi -voglio dire, se tu mi avessi dato il tempo ti avrei spiegato che abbiamo rotto anche per questo: sembra nasconda qualcosa e poi hai visto il suo tatuaggio?- chiese alzando il tono lei.
-Tatuaggio!?- chiese alzandosi Harry -no! Ron! Un. Tatuaggio!?- mormorò incredulo.
-Sta decisamente facendo qualcosa, magari qualcuno lo ha portato su una cattiva strada magari-
-L'unico modo per scoprirlo è parlarci!- disse risoluto Harry -Merlino Herm! È già ora di cena: andiamo così potremo parlare con lui!- propose.
Lei fece per seguirlo ma, in un lampo le venne in mente che probabilmente in Sala Grande ci sarebbe stato anche lui, con la sua freddezza e cattiveria. Era bloccata ma non lo diede a vedere ad Harry che si girò per vedere dove fosse, lei gli fece un piccolo sorriso e sembrò bastare a farlo procedere tranquillo senza fare altre domande.   
Alla soglia della Sala Hermione aveva ormai reso rosse le mani per quanto le stesse torturando per il nervosismo, seguì a testa bassa Harry fino ai loro posti dove, una volta seduta, in un momento di coraggio alzò gli occhi per trovare il Suo posto vuoto. Era sollevata ma al contempo l'apprensione si fece strada in lei "Perché non c'è? Ho sbagliato a lasciarlo solo li?" pensò continuando a guardare tutto il tavolo Serpeverde nella speranza lui fosse da un'altra parte ma a coprirle la visuale ci fu la rossa testa di Ron. 
-Ehi amico!- esclamò subito Harry.
-Harry ciao- rispose lui un po' sorpreso dall'enfasi dell'amico -'Mione- disse poi sommessamente senza nemmeno guardarla, lei non rispose intenta com'era a osservarlo. 
-Allora, non ti si vede molto in giro: siamo sempre solo io e Herm, mi manca essere in tre e a questo punto avrete superato i vostri...come chiamarli...problemi" disse felice come un bimbo. 
-Ehm, sono stato qua e là sai i compiti- rispose a disagio Ron. 
"Compiti? Ron i compiti?" Pensò lei divertita rendendosi conto di come il ragazzo non sapesse mentire; eppure Harry nella sua ingenuità sembrava accettare le scuse dell'amico.
-Oh beh, è un peccato! Pensi di poter ritagliare un po' di tempo per noi?- chiese Harry.
-Io. Io davvero non so- fece Ron con una risatina nervosa toccandosi la faccia e rivelando un po del suo tatuaggio.
-Oh! È vero! Ron, Hermione mi ha detto della novità! Un tatuaggio? Tu!?- esclamò Harry. 
Ron fece per guardarlo per poi rispondere smarrito -Si, beh te lo avrei detto presto! Cercavo il momento buono- concluse il rosso.
-Dai dimmi! Qual è il significato? Cos'è un...gatto?- Curiosò il giovane.
Ron era palesemente a disagio ed Hermione riusciva a vedere il sudore imperlarsi sulla sua fronte.
-Si...un gatto! Io...- annaspò alzandosi e sbattendo, attirando l'attenzione -Io devo andare- disse serrato correndo letteralmente via sotto gli occhi degli amici attoniti.
-Fa sempre così!- Sbottò Hermione -Lo ha fatto anche con me quando gli ho chiesto del tatuaggio: è coinvolto in qualcosa e per sua sfortuna non sa mentire- disse arrabbiata.
L'amico era ancora incredulo per il comportamento di Ron è solo dopo aver sbattuto più volte le ciglia si riscosse -Si, lo credo anche io ma- disse molto serio -come facciamo a scoprire cosa? Lui non parla!- sospirò rassegnato.
Ad Hermione dispiaceva vedere l'amico così preoccupato ed infondo,  lo era un po' anche lei perciò voleva andare in fondo a questa storia.
-Io avrei una soluzione- iniziò lei è, vedendo l'amico tutto orecchi continuò -potremmo seguirlo e vedere cosa fa- disse. Aspettò per un minuto buono la risposta di Harry:
-Stare con Mafoy ti ha davvero fatto male!- disse -Seguirlo!? Herm gli amici si fidano non seguon-
-Gli amici non dovrebbero nemmeno mentire Harry e sai che lui lo ha fatto; sarà anche per il suo bene: se è coinvolto in qualcosa potremmo aiutarlo- si spiegò lei. 
Il ragazzo parve pensarci seriamente ora. 
-Non so...sono stanco dopo tutto ciò che è successo. Devo dormirci su Herm- sospirò.
-Ok ma Harry, sai che è l'unica soluzione- cercò di convincerlo lei vedendolo alzarsi per andare nella sua camera. Harry le sorrise e se ne andò con le spalle curve: avere problemi con gli amici lo sfiniva anima e corpo e si vedeva. 
Hermione ne approfittò per lanciare un' ultima occhiata per cercare lui ma ancora una volta non c'era così si decise ad andare in camera per poter dormire e dimenticare tutto.
Salutò alcuni compagni e si avviò.  
Una volta arrivata, si chiuse dietro la porta sospirando: quando era sola la tristezza tornava e le ricordava come, seppur in pochissimo tempo lui le fosse entrato nel cuore. 
Quando accese la luce, un foglio attentamente ripiegato e poggiato sul suo cuscino attirò la sua attenzione e, come mossa da una forza maggiore corse a prenderlo. 
Il cuore le fece una capriola, ormai le bastava una sola lettera per riconoscere chi fosse.


Angolo autrice: Scusate immensamente! So che mi ripresento ad intermittenza ma è un mio limite: durante l'anno scolastico non riesco proprio nemmeno a pensare ad una trama e non volevo "rovinare" questa storia. Adesso ho 3 lunghi mesi per finirla (perché la finirò!) e chissà magari iniziarne un'altra. Vi ringrazio infinitamente se vorrete seguire ancora e recensire la storia.
Con affetto, F.   
  
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