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Autore: Ciack    20/02/2005    6 recensioni
Non è demenziale, non è una commedia...effettivamente non sappiamo bene nemmeno noi cosa sia. leggete e fateci sapere...adatto a chi piace leggre cose strampalate. (avvertimento: fateci saxe se il rating è troppo basso xkè il linguaggio a volte è un po' forte) by Artemisia Black e ciack
Genere: Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 SETTEMBRE 2004, in quello stesso giorno, ogni anno, la stazione di King Cross si riempiva di studenti diretti verso il loro

1 SETTEMBRE 2004,  in quello stesso giorno, ogni anno, la stazione di King's Cross si riempiva di studenti diretti verso il loro primo giorno di scuola (il primo di una serie che a tutti sembrava già interminabile). La tunica nera ancora riposta nel baule personale avrebbe da lì a poco sostituito i pesanti vestiti babbani indossati per non insospettire gli ignari non maghi. Fosse dipeso solo dagli abiti nessuno si sarebbe accorto di nulla, ma i sopraccitati enormi bauli e le gabbie contenenti civette, gufi e ogni genere di volatile immaginabile non mancavano di destare perlomeno qualche perplessità. La cosa più difficile era passare attraverso il muro che divideva i binari 9 e 10 senza farsi notare. D’altra parte quello era l’unico modo per raggiungere il binario 9 e ¾ dal quale partiva l’Espresso per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Man mano che attraversavano il muro i ragazzi andavano a prendere posto negli scompartimenti.

Un gruppetto di bambini un po’ spauriti stavano davanti ai binari guardandosi alternativamente con aria un po’ perplessa, ma la loro espressione si accentuò quando una ragazza apostrofandoli con

        Levatevi di torno pidocchi, se non volete che vi DDTizzi (per chi non lo sapesse il DDT è un antiparassitario, ma stato ritirato dal commercio perché ritenuto velenoso anche per l’uomo) -

ne spinse da una parte uno addosso agli altri col tipico effetto tessere del domino e si diresse verso il muro che la inghiottì. La seguivano a ruota due ragazzoni che a giudicare da numero di bauli stavano trasportando anche quello della ragazza. Uno dei due lanciò un’occhiata ai “pidocchi”

-         Imparate pivelli non intralciate mai la via a Priscilla Burns, la numero uno – e il muro inghiottì anche loro. L’effetto domino stava per concludersi quando un quarto personaggio entrò in scena afferrando l’ultima tessera-bambino-pidocchio-pivello e rimettendolo in piedi.

-         Non fateci caso non sono tutti come così a Hogwarts –

-         Per fortuna – disse il bambino A

-         Per fortuna cosa? – domandò il quarto

-         Che non sono tutti come quelli lì

-         Ah no...(attimo di imbarazzante silenzio)…ma quelli lì chi? –

-         Quei tre che sono passati adesso

-         Quali tre? –

Il bambino A cominciava ad avere la strana impressione di essere preso leggermente per i fondelli.

-         Due ragazzi vestiti abbastanza normali e una ragazza bionda –

-         Con occhialoni da sole tutti sbarluccichenti – aggiunse il bambino B

-         Cappello da cowboy – rincarò A

-         Frusta, labbra rosse carnose e corpetto di pelle nera – sospirò sognante C

Si girarono tutti verso il bambino che aveva parlato.

-         Ma non è vero!!!! – gli dissero scandalizzati

-         Lo so, ma gli starebbero bene – tipico occhio da pesce lesso che hanno i maschi quando il sangue non arriva più ai neuroni.

-         Ma sei un pervertito –

-         Lo so e me ne pregio –

-         Che cosa sai? – domandò il quarto personaggio, la cui presenza era stata completamente rimossa dai tre bambini

-         So di essere un pervertito – sghignazzò C

-         Questo non è esatto figliolo perché come ben disse il Sommo l’unica conoscenza che possiamo essere sicuri di avere è quella di sapere che non sappiamo nulla…-

Il pervertito si battè la tempia con l’indice, mentre osservava quello strano figuro che, incurante di tutto, continuava imperterrito la sua esposizione. Doveva essere alto circa 1 metro e 70 cm, magrolino, folti capelli castani ricci. Indossava pantaloni di velluto a coste marrone scuro, camicia bianca a righine rosa fuori dai pantaloni, giacca di velluto di un marrone un po’ più chiaro. Sulla tasca della giacca un cartellino ne riportava i dati:

Filodoro Creed

Filosofo

IL prefetto 

VII anno Tassorosso

Due dei ragazzini si scoccarono un’occhiata

-         Ma di un po’ non è che è un po’ tocco?

Purtroppo per loro Filodoro li aveva sentiti.

-         Ehi mocciosetti sto parlando con voi, se foste un minimo intelligenti non vi perdereste una singola parola di quello che vi sto dicendo –

A questo punto non era più possibile evitare l’inevitabile, la pressione crebbe a dismisura, un crescendo di emozioni paragonabile solo ai saldi Combipel: i tre ragazzini gli scoppiarono a ridere in faccia e Filodoro rosso in viso per l’affronto che tre marmocchietti avevano osato fargli prese carrello, baule e cornacchia e tutto impettito si diresse verso il muro, salendo sul piede del piccolo pervertito, andando a sbattere contro un palo e rovesciando tutto a terra. Il terzetto era raggomitolato sul marciapiede e i passanti avrebbero chiamato un’ambulanza credendoli in preda a una crisi epilettica se per tutta la Stazione non fossero riecheggiate le loro risa.

Una ragazza del settimo anno ebbe pietà di Filodoro e lo aiutò a rimettere tutto nel baule soprassedendo sui boxer a righe che le erano finiti in mano.

-         T…t…ti…r…ringr…ringrazio –

-         Adesso siamo pari – sorrise la ragazza

-         Pari? –

-         Ho fatto tardi e se non fosse stato per te avrei perso il treno –

Ogni cosa era stata riposta nel baule. I bambini avevano smesso di ridere e gli spettatori erano stati inghiottiti dalla folla di passanti. Filodoro guardò la ragazza e rimase a bocca aperta: non aveva mai visto un essere vivente più bello e leggiadro, la pelle rosea di Socrate, i “capelli d’oro all’aura sparsi” (vedi omonima poesia di Francesco Petrarca), gli occhi scuri di Giordano Bruno, il sorriso di Blaise Pascal.

-         ah…pia…pia…pia… - balbettava Filodoro mentre sfoderava una faccia da ebete inebetito (non che fosse molto diversa dall'espressione che aveva di solito…)

-         pia? - ripeté la ragazza aggrottando perplessa la fronte

-         piacereFilodoroCreed - riuscì a biascicare il giovane Tassorosso contraendo volontariamente tutti i muscoli facciali in suo possesso. La ragazza afferrò ributtante la mano che lui le tendeva in saluto e annuì esibendo un bellissimo sorriso di carta.

-         Piacere…Alexis McGranitt - disse fiera, anche se il suo tono, a detta dei bambini A,B e C sembrava quello di chi si sta rivolgendo a uno scimpanzé…per di più brutto…con le pulci…e puzzolente…ma non divaghiamo!

-         Cheeeeee? La famosa parente della vecchia? - esclamò Filodoro inciampando nei suoi stessi piedi e finendo in braccio alla povera Alexis che non si era certo meritata quella cattiva sorte! Per di più le rapaci e veloci (e ooohhhppp!) mani di Filodoro andarono a cadere dove nessun umano era mai giunto prima…

-         CHE DIAVOLO CREDI DI FARE!!!!! - urlò isterica la leggiadra creatura trasformatasi improvvisamente, sempre a detta dei bambini A,B e C, in una Furia, con tanto di lampi dagli occhi…che Filodoro pensò bene di schivare prontamente…o aveva perso l'equilibrio un'altra volta?…ma non divaghiamo! Il nostro baldo giovanotto levò prontamente le mani dal…ehm…coffcofff…di lei regal seno…coffcfooooffffbleargh…e biascicando scuse a profusione…inutile, l'elegante Alexis fece scattare la mano verso il suo ebete viso inebetito prima che il poverino potesse capirci qualcosa…

Filodoro si riprese dal malrovescio solo una volta trovatosi rinchiuso nello sgabuzzino delle scope, sul treno…dopo essersi svegliato ovviamente…dopo che QUALCUNO (i bambini A;B e C) aveva pensato bene di infilarlo lì dentro…dopo che Alexis lo fece ribaltare sulla banchina…dopo che svenne…ma non divaghiamo!

  
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