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Autore: Beabizz    28/05/2015    1 recensioni
E se Belle fosse una calciatrice?
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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02. Un giorno come tutti gli altri? O forse no?


Finalmente il fine settimana arrivò e per Belle questo significava solo una cosa: trascorrere gran parte della giornata al parco con Killian e gli altri.
La giornata era calda, tipica giornata d'inizio Maggio. Belle, quindi, decise per un abbigliamento leggero.
Guardò nell'armadio e optò per pantaloncini corti sportivi e una maglietta attillata, di quelle traspiranti, color blu scuro. Andò in bagno per sistemarsi i capelli e scelse di legarli con una coda di cavallo e una fascetta per tenere a bada i ciuffi ribelli.
Finito di sistemarsi scese al piano di sotto, dove la stava aspettando sua madre.
“Belle! Stai uscendo?”
“Vado a correre. Ne ho bisogno. Non è stata una settimana facile e sento che questo mi aiuterà”
Non era stata una settimana per niente facile per Belle, era vero. Sua madre l'aveva scoperta. Sua madre sapeva tutto. Belle, però, si fidava di sua madre. Sapeva che non avrebbe mai e poi mai detto , a suo padre, che Belle passava ore al parco a giocare a calcio.
Questo , però, portò un clima di tensione in casa. Si vedeva benissimo che sua madre stava lottando con se stessa. A Belle questo dispiaceva molto, ma sapeva che prima o poi le cose sarebbero cambiate.
“Belle, sai che gli esami si avvicinano... vero?”sua madre la fissava aspettando una risposta.
Belle prese un respiro profondo e nel frattempo si infilò le scarpe da ginnastica.
“E' anche per questo che vado a correre. Mi aiuta a sfogarmi e a concentrarmi sullo studio”.
Sua madre non disse nulla.
Prese l'ipod e la propria fascetta da braccio e si chiuse la porta alle spalle. Si infilò la fascetta con l'ipod sul braccio sinistro, prese le cuffie, se le mise nelle orecchie e azionò play.

Belle arrivò al parco dopo un'ora abbondante di corsa. Non era assolutamente stanca, anzi, avrebbe fatto volentieri una partita.
Vide Killian e si avvicinò.
“Hey Killy!”
“Non chiamarmi così ti prego! Sembra il nome di un detergente intimo femminile” io due si misero a ridere.
“Ok... scusami! Non volevo offendere la tua mascolinità”
“Per questa volta ti perdono.” - gli fece l'occhiolino Killian.
“Allora,cosa dici se intanto che aspettiamo gli altri, facciamo un po' di passaggi al volo?”
Belle non se lo fece ripetere due volte.
Iniziarono a passarsi la palla in modo regolare senza farla cadere per terra, utilizzando sia i piedi sia la testa. La cosa andò avanti per parecchi minuti.
Killian, ad un certo punto, tirò troppo forte e la palla finì vicino a una fontana e delle panchine.
“Ops, scusa Belle! La vado a recuperare io”
“No... tranquillo vado io! Così approfitto della fontana per dissetarmi.”
Belle si avvicinò alla fontana. Mise le mani a coppa, prese un po' d'acqua e ne bevve un po'.
Ad un certo punto vide un'ombra avvicinarsi e la coprì dal sole. Si girò ma non riusciva a vedere la persona che si era avvicinata.
“Mi scusi, è vostro il pallone?”
La voce la colpì in pieno. Era profonda ma allo stesso tempo dolce e gentile.
Si asciugò la bocca con il dorso della mano.
“Ehm.. in verità no... è... di un mio amico”non riusciva ancora a vedere il volto della persona con la quale stava parlando.
Quando si spostò più in là riuscì finalmente a vedere la persona che aveva davanti.
Rimase sorprendentemente colpita.
Era un uomo sulla trentina, alto circa 1.70, fisico atletico e spalle larghe,capelli ad una media lunghezza, castani, perfettamente lisci, occhi grandi e marroni.Era vestito con un paio di pantaloni della tutta aderenti e una felpa gialla.
Belle rimase a bocca aperta. Non riusciva più a spiaccicare una parola.
“Scusami, non ti volevo spaventare.”
“No.. no assolutamente!”
Vide che teneva in mano la palla.
“Potrei riavere la palla?”
“Si, in cambio di una cosa.”
Belle sorrise appena. Non capiva dove voleva arrivare. Cosa voleva da lei?
“Cosa vorrebbe in cambio?” lo sguardo di Belle si fece curioso e un po' malizioso.
“Beh... direi che mi piacerebbe sapere il tuo nome”
“Mi chiamo Belle... e.. il vostro quale sarebbe?”
“Ti prego dammi del tu.... mi fai sentire vecchio così”
“Perché non lo sei?”
“Ahi... questa mi ha fatto male”
Entrambi risero e i loro sguardi si incrociarono per un secondo.
Belle arrossì e distolse lo sguardo.
“Allora... come ti chiami?”
“Ah... non ho mai detto che ti avrei detto come mi chiamavo”gli porse il pallone e Belle lo prese.
“Ti piace giocare con le parole vedo”
“In verità mi piace giocare a calcio. O meglio... mi piace allenare le ragazze come te” fece un mezzo sorriso guardandola negli occhi.
Belle rimase senza parole. Cosa stava succedendo? Dove voleva arrivare?
“Che cosa mi stai chiedendo?”
“Ti sto chiedendo di venire a giocare nella squadra femminile della città!”
Il cuore di Belle si fermò per un secondo. Non ci credeva. Non ci voleva credere.Aveva davanti l'allenatore della “A.C.F. Storybrooke”.
“E' uno scherzo vero? Non stai dicendo sul serio.”
“Non sono mai stato così serio in vita mia”
Belle era tentata di dire di si, ma non poteva. Come avrebbe fatto con suo padre?
“Devo dirti di no.”
“Scusa? Perchè no? E' da un paio di giorni che ti vedo giocare... e … non ho mai visto nessuno giocare così maledettamente bene. Sappi che non lo dico a tutte” fece un passo in avanti.
Belle arrossì e rimase immobile.
“Veramente non posso. La cosa è molto complicata”
“Beh...se cambi idea... questo è il mio numero di telefono” tirò fuori dalla tasca dei pantaloni della tuta, un biglietto con il suo numero di telefono.
“Tieni..” gli porse il bigliettino.
Belle lo prese e lo incastrò tra l'elastico dei pantaloni e il fianco. Vide l'uomo arrossire un po' e fare un passo in avanti. Il suo viso era maledettamente vicino al suo. Si chinò fino ad arrivare con la bocca vicino al suo orecchio. Belle poteva sentire il suo profumo di muschio bianco così dolce e morbido.
“Robert..” sussurrò.
“Scusa?”
“Il mio nome è Robert.” si allontanò lentamente dall'orecchio, sfiorandogli la guancia con la propria.
Belle deglutì a fatica e sentiva che la propria temperatura corporea saliva sempre di più. Aveva caldo. Tanto caldo.
“Belle! Ti sei persa?” urlò Killian interrompendo il momento.
“Arrivo! Beh... mh.. devo andare. Piacere di averti conosciuto, Robert” balbettò e si allontanò con il pallone sotto braccio.
“Il piacere è stato tutto mio, Belle” sussurrò Robert e si allontanò a sua volta.

“Chi era quello?” chiese Killian.
“Ah.. nessuno! Voleva solo delle informazioni”
“Non mi sembrava” disse Killian in modo sospettoso.
“Non importa..”
“Sei tutta rossa Belle. Sei sicura che vada tutto bene?”
“Certo...ovvio che va tutto bene! Avrò preso il sole correndo” sorrise Belle, senza riuscire a nascondere l'imbarazzo sul suo volto.
“Ho recuperato la palla, gli altri sono arrivati e non vedo l'ora di giocare. Forza iniziamo.” cercò di cambiare argomento.
Iniziarono la partita ma Belle aveva la testa da un'altra parte. Pensava solo a quell'uomo.


Belle tornò a casa. Era stanca e aveva bisogno di una doccia.
Si avviò in camera, prese dall'armadio dei vestiti puliti, l'intimo e si diresse in bagno. Si stava togliendo i pantaloncini, quando cadde il bigliettino che gli aveva dato Robert al parco.Lo fissò per un paio di minuti. Non sapeva cosa fare. Voleva dirlo almeno a sua madre, ma aveva paura della reazione. Allora decise che avrebbe scritto a Robert dopo cena. Non sapeva ancora cosa, ma lo avrebbe fatto. Si sarebbe inventata qualcosa.


“Allora com'è andata la giornata, Belle” borbottò suo padre.
Belle prese un pezzo di pollo con la forchetta.
“Bene direi.. ho corso, ho corso e, infine, ho corso” addentò il pollo.
“Beh... spero che questa corsa serva a qualcosa”
“A non ingrassare.” lo fulminò Belle.
“ Non credo tu ne abbia bisogno allora”
“Lo prendo come un complimento” fece un sorriso ironico.
“La prossima settimana, io e tua madre, dobbiamo partire. La nonna non sta molto bene. Ha chiesto di noi.”
“E.. per quanto?”
“Non lo sappiamo ancora...” intervenne sua madre.
“Potrebbe essere per un paio di giorni come per un paio di settimane”
“Capisco... mi arrangerò” sospirò Belle.
In quel momento gli si accese una lampadina. Sapeva cosa scrivere a Robert .


Si mise a letto. Pensierosa su cosa scrivere a Robert.
“Mh allora...” fissava lo schermo del telefono con ansia.
L'unica cosa che riuscì a scrivere fu:“Ciao..”
Chiuse gli occhi e pensò quanto idiota fosse.
Appoggiò il telefono sul petto e aspettò con ansia la risposta. Vide lo schermo del telefono illuminarsi e rimase stupita. Aveva paura di prendere in mano il telefono, come se scottasse quasi. Alla fine si decise e lo prese.
Ciao a te... Belle” aveva già capito chi era.
Scusa se ti disturbo... Ho avuto modo di pensarci, anche se sono passate un paio d'ore, e potrei provare a passare al campo la prossima settimana. Se per te va bene!” rilesse il messaggio e lo inviò.
Bugie e ancora bugie. Stava approfittando del viaggio dei suoi. Lo sapeva che se avrebbe iniziato non avrebbe mai più mollato, ma era disposta a pagare il prezzo.
La risposta di Robert non tardò ad arrivare.
Per me va più che bene.. ci vediamo martedì alle 19:30 al campo sportivo. Buonanotte :)”
Lesse il messaggio. Non rispose. Appoggiò il telefono al comodino.
Si mise su un fianco e pensò che l'unica cosa che doveva fare adesso era quella di sopravvivere fino a martedì sera.


Spazio autore:

Ciaone a tutti! 
Capitolino anche questa volta, ma le cose si stanno evolvendo. Portate pazienza sono le prime storie che scrivo. Lanciatemi pure tutto quello che volete. Se mi lasciate anche una parolina ne sarei felice. 

Bacioni 


 

 

 

 

 

 

  
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